Farmaco @ vigilanza Notiziario a cura della SOC Ass. Farmaceutica Territoriale Responsabile ASL CN2 Farmacovigilanza: Dr.ssa Maria M. Avataneo Progetto FARMATER: Dr. Stefano D’Anna Maggio 2015 – n.6 NON ESISTE CORRELAZIONE TRA VACCINO TRIVALENTE E L’AUTISMO: E’ UN ”FALSO MITO” EMA AVVIA REVISIONE DEI CORTICOSTEROIDI PER VIA INALATORIA Un nuovo studio pubblicato su “Jama” finanziato dal National Institute of Mental Health, dai National Institutes of Health e dall’U.S. Department of Health and Human Services smentisce il “falso mito” della correlazione tra il vaccino trivalente (morbillo, rosolia e parotite) e i disordini dello spettro autistico1. La correlazione tra immunizzazione e patologia era emersa nel 1999 da uno studio pubblicato su “Lancet” che coinvolgeva 12 bambini autistici. Lo studio pubblicato dal medico Andrew Wakefield fu ufficialmente ritirato dalla rivista nel 2010 e Wakefield espulso dall’ordine dei medici inglese per aver ricevuto 500.000 sterline da un avvocato specializzato in cause contro le case farmaceutiche. Lo studio pubblicato su “Jama” ad Aprile 2015 ha coinvolto 95.727 bambini, seguiti per almeno 5 anni tra il 2001 e il 2012, con fratelli maggiori, alcuni dei quali autistici, una condizione che pone i piccoli ad un maggior rischio di autismo. “Non abbiamo trovato nessuna evidenza che aver ricevuto una o due dosi di vaccino trivalente sia associato con un aumento di rischio di autismo — sottolineano gli autori, coordinati da Anjali Jain del Lewin group di Falls Church, in Virginia — neanche tra bambini che hanno un fratello maggiore con la malattia”. Lo scopo della nuova ricerca, i cui risultati sono stati pubblicati su “Jama” nei giorni scorsi, era infatti anche quello di rassicurare quei genitori che, pur non esistendo alcuna evidenza scientifica, continuano a ritenere l’immunizzazione preventiva contro certe patologie una concausa dell’autismo e quindi ad evitare, sulla base di un pericoloso pregiudizio, di vaccinare i bambini. L’Agenzia Italiana del Farmaco contestualmente ricorda che non vaccinare i propri figli, certamente in buona fede e in alcuni casi animati da paure e obiezioni che meritano comprensione, mette a repentaglio l’enorme vantaggio sociale conquistato grazie all’immunizzazione di massa. Già nei mesi passati l'Ufficio Regionale per l'Europa dell’Organizzazione Mondiale della Salute, ha invitato i responsabili politici, operatori sanitari e i genitori ad intensificare la vaccinazione contro il morbillo nei diversi gruppi di età a rischio2. L'Agenzia Europea per i Medicinali (EMA) ha avviato una revisione dei medicinali contenenti corticosteroidi per via inalatoria utilizzati nel trattamento della broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO)1. I corticosteroidi sono ampiamente utilizzati nell'Unione Europea (UE) per il trattamento della BPCO e sono di solito assunti per inalazione. La rivalutazione dei medicinali contenenti corticosteroidi per via inalatoria è stata richiesta dalla Commissione Europea per valutare il rischio di polmonite, quando questi medicinali vengono impiegati per la BPCO. Il rischio di polmonite con questi medicinali è noto ed è stato identificato nel 2007, quando uno studio ha dimostrato che i pazienti trattati con un corticosteroide inalatorio, a base di fluticasone, erano a più alto rischio di sviluppare polmonite rispetto a quelli trattati con placebo. L’EMA ora rivaluterà tutti i dati disponibili sul rischio di polmonite con i corticosteroidi per via inalatoria per la BPCO e prenderà in considerazione la necessità di aggiornare le attuali modalità di prescrizione in tutta l'UE. 1. JAMA.2015; 313(15): 1534-1540 .doi:10.1001 /jama. 2015.3077 2. WHO, Europe calls for scaled-up vaccination against measles. 25 Febbraio 2015 Http://www.euro.who.int/en/home 1. EMA, Avviata la rivalutazione dei corticosteroidi per via inalatoria per la malattia polmonare cronica ostruttiva. http://www.ema.europa.eu USO DELLA CODEINA CONTROINDICATO NEI BAMBINI AL DI SOTTO DEI 12 ANNI DI ETA’ Modifica Come già anticipatamente RCP comunicato nel Bollettino d’Informazione n.4 di Marzo 2015, a seguito di rivalutazione condotta dal Comitato per la valutazione dei rischi per la farmacovigilanza dell’EMA (PRAC), il CMDh (Coordination Group for Mutual Recognition and Decentralised Procedures – Human) ha adottato all'unanimità nuove misure per ridurre al minimo il rischio di gravi effetti indesiderati, tra cui problemi di respirazione, con l'uso di medicinali contenenti codeina quando vengono utilizzati per la tosse e il raffreddore nei bambini1. A seguito di queste nuove misure: L'uso della codeina per la tosse e il raffreddore è ora controindicato nei bambini al di sotto dei 12 anni di età. Questo significa che non deve essere utilizzata in questo gruppo di pazienti. L'uso della codeina per la tosse e il raffreddore non è raccomandato nei bambini e negli adolescenti tra i 12 e i 18 anni di età che soffrono di problemi respiratori. Farmaco @ vigilanza Notiziario a cura della SOC Ass. Farmaceutica Territoriale Gli effetti della codeina sono dovuti alla sua trasformazione in morfina nel corpo. Alcune persone convertono la codeina in morfina a un ritmo più veloce del normale, con conseguenti alti livelli di morfina nel sangue. Alti livelli di morfina possono portare a effetti gravi, come difficoltà respiratorie. 1. EMA, La codeina non deve essere utilizzata nei bambini al di sotto dei dodici anni di eta’ per la tosse e il raffreddore. http://www.ema.europa.eu SEGNALATI CASI DI BRADICARDIA GRAVE E BLOCCO CARDIACO Harvoni (sofosbuvir + ledipasvir) in concomitanza con amiodarone. Sovaldi (sofosbuvir) in combinazione con Daklinza (daclatasvir) in concomitanza con amiodarone. Bradicardia grave o blocco cardiaco sono stati osservati entro un periodo compreso tra alcune ore e due settimane dopo l’inizio del trattamento per l’epatite da HCV1. Otto casi sono stati segnalati post-marketing, tre dei quali in pazienti trattati con Harvoni e cinque riguardanti pazienti tarttati con Sovaldi più Daklinza. In un caso è stato osservato un arresto cardiaco fatale e in due casi è stato necessario l’uso di un pacemaker. Bradicardia recidivante si è riscontrata alla ripresa del trattamento anti-HCV dopo otto giorni di interruzione dell’amiodarone. Questo evento non è più stato osservato dopo otto settimane d’interruzione dell’amiodarone. Se la combinazione di amiodarone con Harvoni o amiodarone con Sovaldi in combinazione con Daklinza non può essere evitata, si raccomanda uno stretto monitoraggio di questi pazienti, in particolare durante le prime settimane di trattamento. I pazienti considerati ad alto rischio di bradiaritmia devono essere costantemente monitorati per 48 ore dopo l’inizio della terapia concomitante con amiodarone e antivirali in un ambiente clinico idoneo. I pazienti che hanno interrotto il trattamento con amiodarone e sono in attesa di inziare il trattamento anti-HCV devono essere monitorati, a causa della lunga emivita dell’amiodarone. 1. AIFA, Nota Informativa Importante, Maggio 2015. www.agenziafarmaco.gov.it Responsabile ASL CN2 Farmacovigilanza: Dr.ssa Maria M. Avataneo Progetto FARMATER: Dr. Stefano D’Anna Maggio 2015 – n.6 NUOVA NOTA 79: LE PRINCIPALI NOVITA’ L’aggiornamento della Nota 79, pubbilicato1 in G.U. e in vigore dal 21/05/2015, evidenzia un nuovo approccio alla terapia dell’Osteoporosi in un percorso di Prevenzione Secondaria e Primaria, entrambe organizzate in tre livelli di scelta terapeutica. Il passaggio dalla prima scelta del trattamento alla successiva richiede la valutazione clinica di intolleranza, effetti collaterali, controindicazioni, nuove fratture osteoporotiche nonostante trattamenti praticati per almeno un anno. Le condizioni di comorbilità a rischio di frattura (artrite reumatoide o altre connettiviti, già presenti nel testo della precedente nota) vengono ampliate con altre condizioni: diabete, BPCO, malattia infiammatoria cronica intestinale, AIDS, Parkinson, sclerosi multipla, grave disabilità motoria. In prevenzione secondaria la nota è indirizzata a soggetti con pregresse fratture osteoporotiche vertebrali o di femore o di altre sedi scheletriche il cui trattamento varia secondo il rischio osteoporotico valutato secondo analisi densitometrica e secondo le condizioni elencate nella nota. In prevenzione primaria la nota è indirizzata a tutte le donne in menopausa, a prescindere dall’età (la nota precedente era limitata a pazienti di età superiore ai 50 anni) o a uomini di età ≥ 50 anni a rischio elevato di frattura a causa di almeno una delle condizioni elencate in nota. Viene anche citata con chiarezza la condizione di trattamento in corso di blocco ormonale adiuvante in prevenzione primaria. Per il denosumab la nota si applica su diagnosi e piano terapeutico che sarà rinnovabile e potrà avere durata di 12 mesi. Per il teriparatide il piano terapeutico, come in nota precedente, avrà durata di 6 mesi prolungabile di ulteriori sei mesi per non più di altre tre volte (per un totale complessivo di 24 mesi). Per il ranelato di stronzio viene reintrodotto il piano terapeutico su diagnosi e va riservato ai pazienti affetti da osteoporosi severa per i quali non esistano alternative terapeutiche valutando attentamente il rapporto rischio/beneficio. Il piano terapeutico avrà durata di 12 mesi, rinnovabile. 1. GU, Modifiche alla nota 79 di cui alla determinazione del 7 giugno 2011. Serie Generale n.115 del 20-5-2015 Determina 589/2015. www.gazzettaufficiale.it