SINOSSI SPETTACOLI
Giovedì 10 Aprile _ Hangar CultLab (Ancona)
Sabato 10 Maggio _ Teatro dell’Olmo (San Benedetto del Tronto)
Venerdì 23 Maggio _ Ex Frantoio (Serra De’ Conti)
CORPOCELESTE LABORATORI TEATRALI
IF I WAS YOUR GIRLFRIEND
ispirato a La Bovary c’est moi di Giovanni Giudici
e Madame Bovary di Gustave Flaubert
regia Alessandro Sciarroni
con Chiara Bersani e Matteo Ramponi
Ispirato a La Bovary c’est moi, raccolta poetica di Giovanni Giudici e a Madame Bovary di
Gustave
Flaubert,
If
I was
your
girlfriend
traduce
attraverso
il
linguaggio
della
contemporaneità la condizione di Emma Bovary, condannata a non sapersi innalzare all’altezza
della tragedia che la colpisce. La rappresentazione impietosa che ne dà Flaubert, la cura del
dettaglio mortificante, la straordinaria mimesi del banale quotidiano, il fluire minaccioso delle
meschinità e di nefandezze, costituiscono il tessuto connettivo di quel niente che Giudici
trasforma in versi: “Pensami nella mia camera ingombra del mio niente. Pensami nel mio
niente carico di tutto”.
"La Bovary che ho creato è un disabile fisico che sfoglia una margherita. Il suo Desiderio non lo
spinge alla ricerca di un corpo diverso dal suo: il Desiderio desidera essere normodotato,
desidera solo ciò che è comune e non ciò che sarebbe normale. L'oggetto del desiderio, il bel
giovane, desidera sentire. Emma Bovary non si uccide, ma rimane soffocata sentimentalmente
in una foto ricordo impossibile, in una canzone pop italiana. Chiara Bersani, in un finale anticontemporaneo, si riscatta sapientemente dalla condizione fisica che la malattia genetica le ha
imposto: respira al fianco di Matteo Ramponi, crea una nuova situazione. Accanto a lei, quello
che il pubblico identificava come l'oggetto del desiderio, diventa il compagno del meccanismo
anti-tragico. E così, il fruitore della performance apre la bocca e ingerisce il mio amo."
(A. Sciarroni)
Alessandro Sciarroni è direttore artistico di Corpo Celeste Laboratori Teatrali, realtà artistica impegnata
nella produzione di spettacoli teatrali e performance. Nel 2007 partecipa alle serate finali della terza
edizione del Premio Internazionale della Performance (Dro, Trento) con un lavoro intitolato Yourgirl.
Tra il 1998 e il 2006 partecipa in qualità di attore e performer ai principali allestimenti, performance,
movies e videoart della Compagnia Lenz Rifrazioni.
Viene segnalato dalla critica teatrale italiana e straniera come sensibile interprete della nuova scena
contemporanea (Franco Quadri, Gianni Manzella, Valeria Ottolenghi). Alcuni degli spettacoli a cui
partecipa vengono presentati all’interno di festival italiani e internazionali (Il Cairo, Salamanca, Al magro,
Almeria, Madrid, Napoli, Milano, Roma).
Venerdì 11 aprile _ Hangar CultLab (Ancona)
Venerdì 9 maggio _ Teatro dell’Olmo (San Benedetto del Tronto)
Sabato 24 maggio _ Ex Frantoio (Serra De’ Conti)
TEATROANNA
GIUDA
di Mauro Crocetta
regia Fernando Micucci
con Edoardo Ripani
musiche di Riccardo Amabili
Giuda è frutto del lavoro di drammaturgia di Fernando Micucci sul testo originario di Mauro
Crocetta: un monologo che vede in scena Edoardo Ripani, con le musiche, eseguite dal vivo, di
Riccardo Amabili. Appare forte il messaggio dello scrittore che vede in Giuda una figura
essenziale per il sacrificio di Cristo e, dunque, per la salvezza del mondo. Crocetta riesce a
cogliere nell’apostolo le sfaccettature di una personalità complessa, straziata, combattuta tra
amore e tradimento, tra volontà e ineluttabilità; la disperazione e la follia sono il risultato delle
sue contraddizioni emotive: non essere, abbandonare gli affanni terreni, suicidarsi è l’unica
soluzione possibile alla propria in-esistenza.
Il testo, nel 1972, è stato finalista al Premio Teatro indetto dall’associazione Rabdomanti
presso il Ridotto del Piccolo Teatro di Milano.
Lo spettacolo vuole essere un profondo e sincero omaggio alla figura del Maestro Mauro
Crocetta, scrittore e scultore prematuramente scomparso nel 2004.
“Giuda tradisce Cristo pur amandolo, e la sua è una parte necessaria allo svolgersi del disegno di
Dio. Crocetta identifica nella disperazione, che lo porta a gioire della scelta dell’annullamento, la
vera colpa di Giuda, aiutato, in questo, dalle molte “voci” che sente nel suo delirio, e che sono le
voci dell’inconscio ovvero del rimorso. [....] è la tragedia di un grande spirito traviato, confuso,
sconvolto, che crede di liberarsi dall’angoscia e dalla colpa annullando ogni cosa in quella morte
che non è, invece, affatto una salvezza.”
(Giorgio Barbèri Squarotti)
Il Teatro Anna si propone come nuova realtà artistica del territorio marchigiano. Nuova ma ben ancorata
a ciò che è stato il passato professionale dei suoi componenti: Fernando Micucci ed Edoardo Ripani.
Entrambi provengono, infatti, dall’importante esperienza del Teatro Due prima e del Teatrlaboratorium 27
Aikot poi, una grande “palestra” d’arte scenica che li ha resi, nel tempo, veri e propri artigiani del teatro.
Un’esperienza accumulata lungo dieci anni di duro e costante lavoro all’interno di una piccola ex
falegnameria (adibita a sala teatrale), al Paese Alto di San Benedetto del Tronto (AP).
Tuttavia non esistendo più lo spazio scenico che li ha fatti maturare, decidono di cambiare rotta e formare
una propria compagnia teatrale: il Teatro Anna. L’attività svolta fino ad ora è stata molto radicata nel
territorio, facendoli conoscere a buona parte degli addetti ai lavori e del pubblico marchigiano e
nazionale. L’obiettivo principale è quello di ampliare il ventaglio d’azione rivolgendosi, soprattutto, ai
fruitori dell’arte teatrale in modo diverso dal consueto. La poetica che li anima è probabilmente ancora
poco nota agli spettatori italiani: si basa, infatti, sulla pedagogia del Maestro francese Jacques Lecoq, che
ha come cardini i concetti di gioco e piacere, partendo da un eccezionale lavoro sul corpo dell’attore.
Sabato 12 Aprile _ Hangar CultLab (Ancona)
Giovedì 8 Maggio _ Teatro dell’Olmo (San Benedetto del Tronto)
Domenica 25 Maggio _ Ex Frantoio (Serra De’ Conti)
CARNE –
IN CARO VERITAS
di Katiuscia Magliarisi
con Francesco Cordella, Katiuscia Magliarisi
musicista e rumorista Lorenzo Bigotti
macchinazioni sceniche Nicola Tella
collaborazione ai testi Francesco Polizzi
comunicazione ArsTuaVitaMea
Carne – In caro veritas, azione scenica in sette quadri dai tratti comico-grotteschi, fissa lo
sguardo sulla relazione tra il maschile e il femminile; e sul suo luogo eletto: la carnalità
dell’essere umano. Una selva di simboli ed allegorie in un lavoro che unisce i codici
comunicativi del teatro con la concettualità della performance. Due attori in scena danno vita
ad una teoria di visioni eterogenee e di rimandi incrociati: una ballerina di carillon brucia in un
breve e fulminante percorso di donna oggetto tutte le possibilità del suo corpo e finisce
immolata alla ricerca di un impossibile contatto con il suo deus ex machina, un conferenziere
massonico che pronuncia dal suo piedistallo una improbabile “apologia della blatta”, dai
molteplici e oscuri significati iniziatici. Un pianista in scena segue e commenta il percorso dei
due, accompagnando lo spettatore fino al disorientante gelo finale in cui la performance
naufraga. Lo spettatore bianco che guarda dritto e immobile davanti a sé, senza curarsi di
nulla, è una chiamata alla correità per tutti.
Carne tesse una parabola, sorta di grottesco sermone post-moderno sulla fragilità della
condizione umana e della carnalità. Rifuggendo tuttavia da consolatorie risposte o redenzioni,
si contenta di porre la domanda, di esporre al pubblico la questione in corpore vili.
Katiuscia Magliarisi, nasce a Milano nel 1975. Dopo la specializzazione in regia presso il South Thames
College, consegue un Double Award in Broadcast Media alla University of Arts di Londra. In Italia
frequenta corsi di specializzazione di taglio drammaturgico e cinematografico, con docenti come Enrico
Ghezzi e Carlo Lucarelli. Prende parte e organizza diversi laboratori teatrali tra cui quelli con Giovanni
Morchella, Ninni Bruschetta e Riccardo Vannuccini. Scrive su siti e riviste di viaggio e di arte. Ha studiato
danza classica e danza contemporanea. Si occupa di scultura.
Francesco Maria Cordella nasce a Napoli e si diploma nel 1993 alla Scuola del Piccolo Teatro di Milano
diretta da Giorgio Strehler. Diplomato in solfeggio al Conservatorio "San Pietro a Maiella" di Napoli, suona
il pianoforte.
Francesco Polizzi, (Milano, 1972) dopo gli studi filosofici si diploma presso l’Accademia d’Arte
Drammatica “Silvio d’Amico”. Come attore ha lavorato tra gli altri con Irene Papas, Mario Ferrero, Ugo
Pirro e Attilio Corsini. Nel 2005 debutta come regista con ”Squalo” di cui è anche co-autore. Nel 2007 è
presente alla Biennale di Venezia Teatro Campus come regista di “Venezia 1750”. Critico cinematografico
e teatrale presso varie testate web, attualmente insegna storia del teatro presso la “scuola di recitazione”
Fondamenta di Roma, e collabora con il Dams RomaTre.
Lorenzo Binotti nasce a Fossombrone in provincia di Pesaro-Urbino nel 1980. A 18 anni inizia a studiare
pianoforte e nel 2000 entra al Conservatorio “G. Rossini” di Pesaro sotto la guida del Maestro Hugo
Aisemberg. Dopo alcune esperienze musicali legate al mondo del tango argentino e del jazz decide di
dedicarsi con maggiore impegno allo studio ed alla conoscenza del repertorio classico e contestualmente
alla realizzazione di musiche per il teatro. Attualmente studia con la pianista Antonella Giammarco con cui
sta preparando il diploma di conservatorio.
Giovedì 17 Aprile _ Hangar CultLab (Ancona)
Giovedì 15 Maggio _ Teatro dell’Olmo (San Benedetto del Tronto)
Giovedì 29 Maggio _ Ex Frantoio (Serra De’ Conti)
ANTONIO LOVASCIO
“IMMI-GRATI?”
di ANTONIO LOVASCIO
con Antonio Lovascio e la partecipazione di Marco Angeletti
musica Roberto Consolini (chitarra); Alberto Cardinaletti (percussioni); Claudio Mercanti (viola,
violino).
“IMMI-GRATI?” è il testo teatrale scritto dal trentenne attore senigalliese Antonio Lovascio, si
tratta di un atto unico in cui si affronta il difficile tema dell’immigrazione.
Attraverso l’ironia pungente di due personaggi alquanto grotteschi vengono narrate due storie:
l’amara vicenda di una giovane ragazza costretta a prostituirsi da suoi connazionali e
l’attentato terroristico avvenuto a Wall Street. IMMI-GRATI? pone lo spettatore davanti ad un
bivio, la scelta si divide tra l’essere a favore dell’integrazione razziale e il rifiuto categorico di
aprire le porte delle nostre città a coloro che non fanno parte del popolo italiano, sebbene per
un attimo si mette in dubbio il concetto stesso di italianità.
Il finale si presenta come una sorpresa, un colpo di scena che rimescola le carte in tavola,
sembra proprio che il percorso dell’essere umano verso la piena accettazione e comprensione
del suo “genere” sia un continuo contraddirsi persino di fronte alla propria immagine riflessa
nello specchio. A voi l’ardua sentenza!!
“IMMI-GRATI?” ha vinto il secondo premio nazionale di drammaturgia “Torneo Applausi 2007”
indetto dall’Associazione Civica di Roma con il patrocinio della Presidenza della Repubblica. Lo
spettacolo è stato portato sulla scena dalla Compagnia teatro del Beau alla sala Tommaso
Campanella d Napoli e al Teatro Nino Manfredi di Roma. La compagnia il Proscenio lo ha
rappresentato al Teatro Cirillo e Metodio di Roma.
Antonio Lovascio inizia il suo percorso teatrale grazie a lezioni private di recitazione tenute dall’attore e
regista Lino Capolicchio; decide poi di continuare lo studio grazie al laboratorio teatrale di Dario Fo e
Franca Rame, alla scuola di teatro San Gallo (con la direzione artistica di Saverio Marconi) e frequentando
presso lo Stabile delle Marche uno stage teatrale tenuto da Giampiero Solari.
Il suo interesse si divede tra cinema e teatro; per il teatro partecipa a vari spettacoli tra cui: Spettacolo
evento, Gugliemo Tell (regia di Dario Fo), Io Woody Allen, i vizi di un uomo intelligente (con Oreste
Lionello), Nozze di sangue (regia di G. Eleonori, direzione artistica S. Marconi), Romeo e Giulietta
(produzione ATG), etc. per poi passare anche alla drammaturgia con la stesura dei testi La tragedia del
Fortunale ed appunto Immi-grati?
L’interesse per il cinema lo porta, invece, a partecipare nel 2004 al cortometraggio “Vedo non vedo” di
Tommaso Capolicchio, al film “L’ombra di Federico” (2005) con Franco Castellano, regia di Marco Cercaci;
nel 2007 partecipa anche alla fiction “Liberi di giocare” per la regia di Francesco Miccichè.
Il 2008 lo vedrà impegnato nel cast del prossimo film di L. Capolicchio, una produzione italo/canadese.
Venerdì 18 Aprile _ Hangar CultLab (Ancona)
Venerdì 16 Maggio _ Teatro dell’Olmo (San Benedetto del Tronto)
Venerdì 30 Maggio _ Ex Frantoio (Serra De’ Conti)
LA RAGNATELA
ANNA CAPPELLI
di Annibale Ruccello
regia Tommaso Benvenuti
con Giulia Ragni
Spettacolo di forte impatto scenico che si articola in un susseguirsi di sette monologhi che
scandiscono in maniera precisa la storia di Anna. Monologhi scritti in maniera di dialoghi con
personaggi fuori scena, prima la proprietaria di casa e convivente di Anna, poi Tonino suo
malgrado protagonista negativo della storia. Sulla scena si vede quasi “l’allucinazione” di Anna
che parla, vive e sogna una vita di proprio possesso, che inesorabilmente gli sfugge.
Circondata da oggetti e situazioni circolari, in un vortice dove anche la musica (anni ’60)
determina una sorta di costrizione narrativa. Il tutto per dare la suggestione di una prigionemanicomio in cui la nostra eroina si dibatte senza via di uscita. Lo spettacolo si regge
su
questo ritmo circolare di narrazione ma è evidente e costante la linearità della storia che
converge verso la “cenetta intima” organizzata da Anna, vero apice tragico in cui la natura
cruenta e il rito cannibalistico portano in evidenza il suo alter ego.
La Ragnatela_Ricerche Teatrali, nasce dalla volontà e dall’incontro di due giovani attori Giulia Ragni e
Tommaso Benvenuti. Entrambi marchigiani di nascita, muovono i loro primi passi frequentando il corso
per attori del Teatro Stabile delle Marche nel biennio 1999-2001.
Nel 2003 lavorano in Zelinda e Lindoro di C. Godono per la regia di Annalaura Messeri.
Decidono di continuare il loro percorso formativo fuori regione diplomandosi nel 2004 presso la Scuola di
recitazione del Teatro Stabile di Genova. Nello stesso anno si trovano impegnati in importanti
allestimenti: Aiace di Sofocle, Macbeth di Shakespeare, Vita di Galileo di Brecht sotto la direzione di vari
registi: R. Bellandi, M. Mescium, A. Giusta.
Per un po’ le loro strade sembrano dividersi.
Giulia Ragni partecipa al IV° Renconctre des Ecòle s’Art Dramatique de la Mediterranèe svoltosi presso
l’INDA di Algeri; recita in: Morte di un commesso viaggiatore di A. Miller (regia di Marco Sciaccaluga),
Galoise di A. Viganò (regia di M. Sciaccaluga).
Tommaso Benvenuti prende parte allo spettacolo L’Alchimista di B. Jhonson (regia di J. Ferrini), dal 2006
lavora con la compagnia Pantakin da Venezia nello spettacolo Il Corvo (regia M. Casarin) vincitore del
premio AGIS Biennale Teatri 2006. Nel 2007 lavora con lo Stabile delle Marche con lo spettacolo I Due
Gemelli Veneziani (regia di M. Casarin).
A precedere il loro ultimo lavoro Anna Cappelli, ricordiamo la messa in scena di Un leggero malessere di
H. Pinter.
Sabato 19 Aprile _ Hangar CultLab (Ancona)
Sabato 17 Maggio _ Teatro dell’Olmo (San Benedetto del Tronto)
Sabato 31 Maggio _ Ex Frantoio (Serra De’ Conti)
TEATRO HERMITAGE
RATED X
di Angelo Pavia
con Marco Bianchi, Raissa Brighi, Luigi Cerri, Delia Centone, Pamela Sabatini e Roberto
Turchetta
Il titolo dello spettacolo proviene dall’omonima composizione di Miles Davis (letteralmente :
tempo zero, qui come rimando alla nascita) che dà inizio allo spettacolo.
Rated X è la parodia di una farsa, quella dell’esistenza davanti allo smarrimento della sua
imperfezione formale. Il protagonista dello spettacolo, X, si ritrova imprigionato in una forma
che rifiuta: i suoi piedi. Questi simbolo della libertà di andare e di seguire i propri desideri, e
come per uno strano scherzo della natura, sono imprigionati in due vasi dalla forma bombata
che lo condannano all’immobilità o ad una burlesca andatura.
Cosa succede quando ci si trova imprigionati in una forma che si rifiuta? Che essa si manifesti
come un handicap fisico o una condizione mentale poco importa, la condanna alla forma non
ammette sovversioni perché essa dipende da un potere indiscutibile, al di sopra della nostra
volontà, chiamiamolo natura, scienza, religione o semplicemente incidente.
Il dramma del protagonista, assetato di vita ma costretto nel disagio di una forma ridicola e
inaccettabile, si evolve su due assi: il primo puramente teatrale perché, se di dramma si
tratta, il suo luogo non può che essere il teatro. X, eroe romantico e burattino senza piedi,
non può allora che indossare i panni di clown guasto, alle prese con una troupe di attori diretti
da un capocomico preoccupato solo della rappresentazione.
L’altro asse di lettura storia è quello degli ordini costituiti, perché se X è infermo, il suo luogo
è allora il manicomio, gli altri personaggi sono i degenti ed il potere è nelle mani della scienza
e della provvidenza, cioè dell’Officiante, che annichilisce progressivamente le volontà dei
pazienti. In questo luogo di ambigua cattività X si oppone al caso (o al potere) che lo ha fatto
nascere con i piedi deformati. Vorrebbe riconoscersi in ciò che appare, correre fuori, inseguire
i propri sogni, credere all’amore. Ma il rifiuto della forma a cui appartiene è mera ostinazione,
inutile rivolta: il dramma “ospedaliero” si compirà come ogni sera e a nulla serviranno i moniti
dell’Officiante e l’impossibilità di trovare solidarietà presso gli altri personaggi-pazienti.
Teatro Hermitage nasce dalla volontà dei suoi componenti di stabilire una continuità di scambio e
produzione nella ricerca artistica e teatrale contemporanea, pertanto rivolge particolare attenzione alla
programmazione di eventi che favoriscano sia la presenza di realtà artistiche internazionali, soprattutto
emergenti, sia la creazione contemporanea italiana.
Interesse primario è quindi la promozione di nuove relazioni con strutture simili operanti nei diversi
paesi tramite lo scambio di pratiche artistiche e formative legate alle arti tramite l’acquisizione di uno
spazio scenico polivalente in cui possano essere ospitate le produzioni della stessa Hermitage, mostre,
residenze, spettacoli, incontri ed esposizioni.