Alla rottura dell’unità epica nascono queste quattro espressioni letterarie:
1. poesia elegiaca
2. poesia lirica
prodotto dell’aristocrazia
3. poesia giambica
4. favolistica
espressione delle classi subalterne
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Etimologia incerta: il nome potrebbe derivare da  (= dir bene > esaltazione funebre dell’eroe morto)
oppure da  (= dire ahimé > lamento funebre in onore di un morto) oppure da elagn (= flauto > poesia
recitata col flauto)
Secondo i contenuti si divide in:
elegia guerresca: Callino, Tirteo
elegia politica: Solone
elegia amorosa: Mimnermo
elegia gnomica ( o sentenziosa) : Silloge Teognidea
CALLINO
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di Efeso
visse nel VII secolo, l’epoca delle invasioni da parte di Cimieri e Treri
> Callino esorta i giovani a combattere per la patria
dopo la morte l’uomo cadrà nell’oblio, se non lascerà un buon ricordo di sé
abbiamo un unico frammento
TIRTEO
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del VII secolo
secondo la leggenda era un poeta zoppo ateniese che fu mandato dagli Ateniesi in “aiuto” degli Spartani
nella guerra contro i Messeni ma con i suoi canti di guerra infuocati aiutò lo stesso gli Spartani a vincere.
Così passò a Sparta
scrisse:
 (= canti d’assalto)
 (=esortazioni sotto le tende dei soldati)
(esaltazione della costituzione di Licurgo)
abbiamo solo le elegie di parentesi
topica l’equivalenza giovane = bello = virtuoso ed il motivo della vecchiaia che deturpa
secondo canfora ci fu una manipolazione biografica e linguistica: Tirteo era spartano, ma fu inventata la
leggenda suddetta (e le sue elegie furono rivestite di ionico, tranne dove il metro non lo permetteva) forse
per raccomandare, dopo la battaglia di Leuttra, l’alleanza con Sparta e per creare un “precedente storico”
come pendant all’invio di Cimone a sostegno di Sparta nella III guerra messenica (metà del V secolo)
Tirteo incita il ritorno alla costituzione di Licurgo, come volevano i sovrani Polidoro e Teopompo, dando
il massimo valore alle decisioni prese dai re, poi a quelle degli anziani, poi al popolo
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SOLONE
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Di Atene
Nel 594 fu arconte eponimo
Propose la  (= sgravio dei debiti) per liberare i creditori e porre un freno alla riduzione in
schiavitù
Emanò la TIMOCRAZIA (costituzione basata sul censo) dividendo la popolazione in 4 classi:
1. PENTACOSIOMEDIMNI (con reddito annuale superiore a 500 medimni di grano)
2. CAVALIERI (con reddito annuale tra 500 e 300 medimni, coloro che potevano allevare cavalli e
costituire nell’esercito la cavalleria)
3. ZEUGITI (con reddito annuale tra 300 e 150, coloro che potevano possedere una coppia di buoi per
arare i campi)
4. TETI (i salariati, con reddito di meno di 150 medimni, coloro che lavoravano come artigiani o
braccianti)
È il primo grande passo verso la democrazia
Sulla sua vita ci furono manipolazioni: fu messo tra i 7 sapienti; fu detto di classe media (nonostante
provenisse dai Medontidi, discendenti da Codro) perché il suo concetto di  sul piano della condotta
politica fu trasferito all’origine sociale presunta (nell’Eunomia esorta i ricchi a non essere arroganti!)
Aristotele nella Politica dice che certi lo biasimano come fondatore della demagogia perché rese il tribunale
popolare (ELIEA) arbitro dello Stato, altri lo elogiano come realizzatore di una costituzione “mista”: accanto
all’Areopago gli enti popolari (ELIEA1 ed ECCLESIA2)
Aristotele lo difende dicendo che con la limitazione delle cariche ai possidenti (prime 3 classi) era garantito il
predominio dei signori
Infatti gli stesi frammenti (fr. 29B, 7…) mostrano che non fu un demagogo
Sia Aristotele che Platone dicono che le leggi di Solone furono incise su assi di legno ruotanti su pilastri
tubolari ( o ) depositate sull’Acropoli, per la consultazione di tutti
Ma come sfuggirono al sacco di Atene dei Persiani? Certo dovettero essere ricompilate, certamente dopo la
caduta dell’oligarchia (410 a.C.)
Cosa circolava allora sotto il nome di “Leggi di Solone”?
Platone dice che scrisse trattati e li intitolò “Leggi”(!)
Diogene Laerzio cita anche le sue Demegorie, cioè discorsi scritti, ma forse è falso, perché questo genere
letterario nacque nel IV secolo (es. Demostene!!!)
Ceto non usò l’elegia nel simposio (come invece Callino e Tirteo), ma anche il discorso un assemblea, sia sotto
forma di discorso che di canto
Secondo la tradizione scrisse:
ELEGIA ALLE MUSE
o Esprime i principi etici di Solone, cioè di non diventare troppo ricchi, per non peccare di  ed
incorrere nell’infallibile punizione di Zeus:
o 
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 

peccato di superbia
punizione mortale
punizione divina
EUNOMIA
o invita gli oligarchi ad essere meno assetati di ricchezza, se no Atene perirà
ELEGIA PER SALAMINA
o secondo Plutarco fu presentata “in veste di pazzo” per sfuggire al divieto di proporre a voce o per iscritto
che la città dovesse rivendicare l’isola di Salamina: egli esorta ad andare a combattere, per respingere
l’onta dei Megaresi, che la contendevano ad Atene
o in realtà la follia è inventata, solo perché all’inizio egli dice:” Ho composto un canto anziché un discorso”
CARMI APOLITICI
o scritti verso al fine della vita, quando si disinteressava della politica a causa della presenza di Pisistrato
o sono molto soggettivi: sull’amore, sulla vecchiaia, sulla punizione divina
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Tribunale popolare
assemblea popolare
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MIMNERMO
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di Colofone
floruit nel 600 circa
tratta i piaceri della vita, ma consapevole della loro fugacità 3 > poesia pessimistica
canta anche l’amore per Nannò, flautista da lui amata
scrisse una serie di componimenti brevi ()
+ un’elegia di materia mitologico- narrativa, la di cui parla Callimaco: in essa si può forse
identificare la Smirneide, che trattava appunto una “grande donna” come Smirna, la regina delle Amazzoni.
La tradizione cita però insistentemente una Nannò, poesie in onore della donna amata: è probabile che questo
fosse il nome delle poesie brevi chiamate , che in età alessandrina potrebbero essere state raccolte
sotto il nome della donna amata, secondo l’uso allora vigente
LA SILLOGE TEOGNIDEA
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È un corpus di circa 1400 vv. divisi in 2 libri (uno di sentenze morali, uno di amore efebico)
È un’opera composita e le elegie non sono tutte di TEOGNIDE MEGARESE:
sono di Teognide quelle dedicate a Cirno
2 sono di Mimnermo
5 sono di Solone
1 è di Tirteo
3 sono di Evèno di Paro
1 brano è di un megarese successivo a Teognide
1 brano è del periodo della guerra lelanzia
La raccolta a volte è selettiva come uno gnomologio, raccogliendo sentenze singole di un solo distico, a volte è
un’antologia, riportando ampi stralci
Ai vv. 22-23 c’è la  dell’autore: questo spiega perché tutta la raccolta circolò sotto il nome di
Teognide!!!
Negli ammaestramenti a Cirno TEOGNIDE ricorda che la ricchezza vale meno dell’, che gli dei
concedono a pochi
>  aristocratica
Egli vive durante la tirannide di Teagene; perciò dice a Cirno di temere l’avvento di un solo uomo al potere
Forse fu esiliato nel periodo di democrazia radicale dopo al caduta di Teagene, perché spesso si lamenta della
condizione dell’esule, solo e senza amici né terra
Ben presto fu fatta una piccola raccolta pederotica dei suoi versi scandalosi, sconosciuta però alla fonte della
Suda, che parla di “sconcezze ed amori pederastici mescolati alle sagge sentenze di cui la silloge trabocca”
La contraddittorietà della Silloge è evidente, perché talora si incita al tirannicidio, talora de ne dissuade, talora
si esalta la ricchezza talora no. Ciò è la prova della numerosità degli autori
Certo Teognide, nobile vissuto a Megera nella II metà del VI secolo, legato ai suoi privilegi, non sopportò il
nascere della democrazia e l’emergere dei “nuovi ricchi” > oppone chiaramente gli  (nobili) ai 
(popolo)
è il primo autore che accenna al CARPE DIEM
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