ITIS SAVIGNANO S/R LABORATORIO NUCCI ANDREA DI SISTEMI 4ª-B E AUTOMAZIONE DATA INDUSTRIALE 10/10/2001 TITOLO: Funzionamento di un trasformatore OGGETTO: Rilievo sperimentale della caratteristica esterna e del rendimento di un trasformatore SCOPO: Verificare il rendimento di un trasformatore in base al carico DESCRIZIONE DEI MATERIALI E DEGLI STRUMENTI: 2 REOSTATI SAMAR MOD. 60-600 11 7.5 A; 1 REOSTATO PARAVIA 100 2.4 A; 4 SUPER MULTIMETRI DG 100 UNAOHM; 2 WATTMETRI SAMAR TIPO SL 150 ED elettrodinamico (150 divisioni,COS =0.2); 1 TRASFORMATORE INDUSTRIALE 220 V 30 +30 V 5 A; VARI CAVETTI DI COLLEGAMENTO. PREPARAZIONE DELL’ESPERIENZA: In questa esperienza ho preparato un circuito seguendo lo schema sotto ho collegato il trasformatore nel circuito dove ho anche inserito i voltmetri in parallelo e gli amperometri in serie e i 2 wattmetri con una resistenza variabile o reostato il tutto con dei cavi di collegamento che andavano inseriti nelle entrate e nelle uscite degli strumenti di misura e del trsaformatore che serviva per variare il carico durante lo svolgimento della prova; tutto il circuito era collegato alla linea elettrica quindi andava con una corrente alternata DESCRIZIONE DELLA PROVA: in questa esperienza avevo come scopo la verifica del rendimento di un trasformatore in base al carico, quindi ho sfruttato il circuito che avevo costruito in precedenza, una volta sistemato tutte le scale sui multimetri ho alimentato il circuito con un corrente alternata, poi successivamente ho ricavato i dati che ho riportato nelle tabella dai multimetri digitali e dai wattmetri, ogni volta che cambiavo il numero di divisioni della resistenza del reostato leggevo i dati visualizzati sugli strumenti e li inserivo in tabella successivamente ho calcolato la P1, P2 sperimentale è la % o rendimento percentuale. RICHIAMI TEORICI: Reostato: una resistenza variabile costituita da un filo avvolto attorno ad un sostegno, un cursore mobile scorre lungo la resistenza avvolta lungo il sostegno cilindrico, facendo scorrere questo ITI SAVIGNANO RELAZIONE N.1 FUNZIONAMENTO DI UN TRASFORMATORE Pag.1 cursore si aumenta o si diminuisce la resistenza, per questo viene inserito nei circuiti quando si ha bisogno di variare la resistenza. Multimetro Analogico: questo strumento serve per effettuare varie tipologie di misura , (tensioni, temperature, resistenze, intensità di corrente): le misure vengono rilevate attraverso un schermo dove vi è posizionato un indice che ruota sulle scale a seconda della misura da effettuare. Corrente alternata: Se un conduttore viene spostato all'interno di un campo magnetico, alternando il moto fra due opposte direzioni, si genera una corrente elettrica oscillante detta corrente alternata. La corrente alternata, universalmente impiegata per usi domestici e industriali, presenta numerosi vantaggi rispetto alla corrente continua. Attraverso l’uso di un trasformatore, una corrente alternata può essere utilizzata per generare una tensione di qualunque valore: infatti, quando essa attraversa una bobina (circuito primario) si genera un campo elettrico variabile, grazie al quale si induce una corrente alternata in una seconda bobina (circuito secondario). Regolando opportunamente il numero di spire nei due circuiti, è possibile prelevare ai capi del circuito secondario una tensione maggiore di quella fornita al primario. L'azione del trasformatore rende possibile la trasmissione di corrente su lunghe distanze, nei grossi impianti di distribuzione elettrica: si preferisce far viaggiare la potenza in forma di bassa corrente ad alta tensione, perché ciò permette di minimizzare le perdite di potenza (dissipata in calore) lungo la linea di distribuzione. Trasformatore viene usato generalmente per elevare o abbassare la tensione disponibile. E' frequente l'uso di questo componente per ottenere dai normali 220 volt, tensioni molto più basse, variabili tra 1,5 e 12 volt. Il trasformatore basa il suo funzionamento sul fenomeno dell'induzione elettromagnetica. Infatti il circuito di ingresso (primario) e quello di uscita a tensione più bassa (secondario) non sono in contatto fisico, ma il primo agisce sul secondo solo tramite il flusso magnetico che genera quando è attraversato dalla corrente I due circuiti sono avvolti in spire (avvolgimenti), di numero opportuno, su uno stesso nucleo di materiale ferromagnetico. Questo materiale ha la capacità di facilitare il passaggio del flusso magnetico dal circuito primario a quello secondario (alta permeabilità magnetica), incanalandolo al proprio interno. Con Vi è indicata la tensione di ingresso e con V2 quella di uscita.Indicando con N1 e N2 rispettivamente il numero di spire del circuito primario e del circuito secondario, con K = N1/N2 il loro rapporto (rapporto di trasformazione), la relazione matematica che lega la tensione di uscita a quella di ingresso è: V2 = Vi/K ITI SAVIGNANO RELAZIONE N.1 FUNZIONAMENTO DI UN TRASFORMATORE Pag.2 Si ha induzione elettromagnetica solo se il flusso magnetico che investe il circuito secondario è variabile. Nell'uso quotidiano ciò è soddisfatto perchè i 220 volt che applichiamo al circuito primario sono alternati e quindi variabili. Di conseguenza anche il flusso magnetico generato è variabile. Se, invece, applicassimo al circuito primario una tensione continua (cioè non variabile) non otterremmo alcuna tensione in uscita dal trasformatore. Se non ci fosse il nucleo magnetico, il flusso sarebbe minore (l'aria ha una minore permeabilità magnetica) e solo una parte raggiungerebbe il circuito secondario, poichè disperso in più direzioni. Voltmetro: è lo strumento che misura la forza che spinge le cariche in un circuito cioè la f.e.m., forza elettromotrice o la tensione o differenza di potenziale, la quale si misura in volt (V). E’ importante sapere che esso viene inserito nel circuito mediante un collegamento in parallelo. Amperometro:è lo strumento che misura l'intensità della corrente elettrica ( cioè la quantità di cariche che passa in un punto del circuito nel tempo), la quale si misura in ampere (A). E’ importante sapere che esso viene inserito nel circuito mediante un collegamento in serie. Rendimento: è il rapporto tra la Pu e la Pe è maggiore quanto minore è la quantità di energia dissipata sotto forma di calore per effetto JOULE per ISTERESI MAGNETICA e CORRENTI PARASSITE, il rendimento buono è quando è > 90% questo grazie all’uso di particolari leghe di acciaio che facilitano l'accoppiamento dei campi magnetici indotti tra primario e il secondario. Wattmetro: è lo strumento che misura la potenza attiva in un circuito è costituito da tre portate amperometrica voltmetrica e wattmetrica possono essere di due tipi tipo tradizionale elettromeccanico, tipo elettrodinamico. L'inserzione di un wattmetro in un sistema monofase avviene con quattro morsetti, due amperometrici e due voltmetrici. Ai morsetti amperometrici c’è il sistema amperometrico fisso, ai morsetti voltmetrici c’è l'equipaggio voltmetrico mobile, inoltre per ciascuna delle due coppie il morsetto d'ingresso è opportunamente contrassegnato.Il wattmetro deve sempre essere inserito con un amperometro e un voltmetro, questo per assicurarsi di rispettare le portate voltmetriche e amperometriche. Oltre all'errore strumentale ed all'errore di fase, dipendenti dalla classe di precisione e dall'errore d'angolo, un'altra importante causa di errore nelle misure di potenza è costituita dall' auto consumo delle bobine del wattmetro e degli altri strumenti inseriti. ITI SAVIGNANO RELAZIONE N.1 FUNZIONAMENTO DI UN TRASFORMATORE Pag.3 A1 A2 W1 W2 V2 V1 R SCHEMI e TABELLE con i RISULTATI: CIRCUITO PRIMARIO V1 I1 X1 1 CIRCUITO SECONDARIO P1 P1 (sperimentale) (teorica) [V] [A] [W/div] [div] [W] 220 2,10 4 132 528 220 1,82 4 114 220 1,54 4 220 1,27 220 V2 I2 [V] 462 2 P2 P2 (sperimentale) (teorica) [A] [W/div] [div] [W] % [] 7 4 101 404 406 76,51 456 400,4 59,2 6 4 89 356 355,2 78,07 96 384 338,8 60,2 5 4 75 300 301 78,12 4 78 312 279,4 61,2 4 4 61 244 244,8 78,20 1,00 4 61 244 62,2 3 4 47 188 186,6 78,21 220 0,71 2 85 170 156,2 63 2 2 63 126 126 74,11 220 0,45 2 51 102 64,3 1 2 33 66 64,3 64,70 220 0,21 2 13 26 46,2 65,5 0 2 0 0 0 0 220 99 58 X2 RISULTATI CALCOLI: SPERIMENTALE P1=x1*1= P1= 4 * 132 =528 P1= 4 * 114 =456 P1= 4 * 96 =384 P1= 4 * 78 =312 P1= 4 * 61 =244 P1= 2 * 85 =170 P1= 2 * 51 =102 P1= 2 * 13 =26 ITI SAVIGNANO RELAZIONE N.1 FUNZIONAMENTO DI UN TRASFORMATORE Pag.4 P2=x2*2= P2= 4 * 101 =404 P2= 4 * 89 =356 P2= 4 * 75 =300 P2= 4 * 61 =244 P2= 4 * 47 =188 P2= 2 * 63 =126 P2= 2 * 33 =66 P2= 2 * 0 =0 TEORICI: P1=V1*I1= P2=V2*I2 RENDIMENTO: % P2 * 100 P1 GRAFICI: caratteristica esterna e del rendimento di un trasformatore 66 V2 64 62 60 58 0 2 4 I2 6 ITI SAVIGNANO RELAZIONE N.1 FUNZIONAMENTO DI UN TRASFORMATORE 8 Pag.5 rendimento% Andamento del rendimento% in base a I2 90 80 70 60 50 40 30 20 10 0 0 2 CONCLUSIONI: In questa prova ho verificato 4 I2 6 8 sperimentalmente il rendimento del nostro trasformatore, per fare questo ho dovuto calcolarmi il % e confrontarlo con i dati teorici, che dicono che un trasformatore ha un buon rendimento se è sopra il 90% mentre dai dati ricavati dai calcoli sul nostro trasformatore il % è molto più basso, questo può essere influenzato da diversi fattori che mi provocavano delle perdite: per EFFETTO JOULE ovvero mi si dissipava del calore poiché P=V*I2 quindi dovevo avere un I bassa e un voltaggio alto; per ISTERESI MAGENTICA ovvero mi si riscalda il blocco ferroso del trasformatore per evitare, queste perdite devo cercare di ridurre l’area del grafico con la scelta di materiali ferromagnetici con una e B alta: CORRENTI PARASSITE si eliminano costruendo il trasformatore con dei lamierini sottili divisi da materiale isolante per ottenere una resistenza più alta. ITI SAVIGNANO RELAZIONE N.1 FUNZIONAMENTO DI UN TRASFORMATORE Pag.6