ALIMENTAZIONE E CANCRO Tutte le malattie sono influenzate dal modo in cui ci nutriamo, ma il rapporto che esiste tra cancro e alimenti è oggi il più studiato dagli scienziati, anche perché esiste uno sforzo congiunto a livello mondiale nella ricerca di una soluzione a questa malattia che devasta gli individui e i loro congiunti. Il primo studio fatto dagli scienziati su questo rapporto è di “correlazione geografica”, cioè si sono confrontate le incidenze di determinati tipi di tumori nelle diverse aree del globo, sottolineando le differenze, che in molti casi sono veramente notevoli. In pratica si è visto che in Giappone il cancro dello stomaco è 25 volte più frequente rispetto all'Uganda, che il cancro del fegato in Mozambico è addirittura cento volte più frequente che nel Regno Unito o che il cancro dell'intestino risulta 10 volte più diffuso negli USA rispetto alla Nigeria. Queste differenze risentono certamente di molti fattori, ma il principale responsabile è sicuramente il cibo. Non sono differenze legate alla genetica di un popolo perché negli studi comparati di popolazioni rimasti nel loro Paese con quelli emigrati in altri Paesi, si è visto che questi ultimi si discostano dal Paese d'origine in frequenza del cancro, assomigliando di più alla popolazione che ospita. Per fare un esempio si è visto che i nigeriani che vivono negli USA sono più soggetti al cancro del colon di quelli che vivono nel loro Paese. In Italia si notano le differenze anche tra nord e sud o addirittura tra una regione ed una altra, per i differenti modi di alimentarsi e di vita. Ad esempio in Toscana la frequenza del cancro dello stomaco è doppia rispetto al resto dell'Italia e di quattro volte di più rispetto al sud dell'Italia. Responsabili in questo caso sono l'alto consumo di carne rossa, spesso grigliata e l'alto consumo di carne insaccata rispetto al sud, dove tra l'altro esiste nella dieta quotidiana una grande varietà di verdure, di legumi, cereali e questo giustifica il fatto che il nord ha una frequenza doppia dei casi di cancro in generale rispetto al sud. Semola di grano con ceci, pasta e fagioli accompagnata da verdure, miglio e arachidi, sono esempi di pasti nazionali delle regioni più povere del globo, in cui la gente muore meno di cancro. In occidente purtroppo i piatti sani della tradizione hanno lasciato il posto a raffinatissimi prodotti industriali che, intrisi di grassi idrogenati, non esistenti in natura, o di esaltatori di sapitidà, godono di largo consumo pur essendo poverissime di sostanze nutrienti e antiossidanti. Molti dietologi in questo non ci aiutano perché spesso, pur di far dimagrire un obeso, caricano la sua dieta di carne rossa, danneggiandolo ancora di più. Nei paesi occidentali ricchi ci si è progressivamente discostati dalla dieta tradizionale, dove i cibi che un tempo era consumati in occasioni di eventi speciali, come la carne rossa, ma anche il latte che risentiva della mancata refrigerazione o pastorizzazione che conosciamo oggi. Con l'avvento dell'industria alimentare e chimica le famiglie hanno cominciato a consumare cibi a base di farine molto raffinate e di zuccheri, spesso di natura chimica. Dall'America sono arrivate sempre le novità alimentari più dannose che possano esistere, infatti la popolazione americana è quella che presenta il più alto tasso di obesi, ipertesi, diabetici e malati di cancro. Grassi idrogenati, sciroppo di glucosio, hamburger insieme a salse con alta percentuale di grassi chimici e conservanti, sono gli ingredienti più usati dai giovani che frequentano locali che propinano cibi fast. Ricordo quando ero piccino la mia merenda era costituita di una fetta di pane fatto in casa con semola di grano duro e pasta madre, pomodoro d'estate e formaggio d'inverno. Oggi i miei figli rischiano di mangiare un panino di farina raffinatissima, che contiene ormai solo zuccheri, cui spesso è aggiunto sciroppo di glucosio o destrosio, che è la stessa cosa, grassi, alcool etilico per la conservazione e altri 5-6 ingredienti; se a questo si unisce un hamburger, aumenta la quota di proteine e grassi saturi, dannosi per la salute delle arterie; se uniamo nutella, aumentiamo la quota di zuccheri e grassi, dannosi per le malattie metaboliche. I nostri figli e spesso anche noi rischiamo di nutrirci quotidianamente di cibi che in natura non esistono affatto, come certi grassi presenti nelle margarine o i nuovi “grassi non grassi”. Oggi la scienza ci conferma che un cibo come il nostro cibo quotidiano, spinti a consumarlo da pubblicità martellanti (pensate quanti giovani imitano la colazione dei calciatori della nazionale italiana, che viene continuamente proposta dalla pubblicità della Nutella), è un cibo spazzatura sempre più ricco di calorie, di zuccheri semplici e di proteine ma in realtà povero di alimenti naturalmente completi. Questo comportamento alimentare, dice la scienza, ha contribuito grandemente allo sviluppo delle malattie oggi più note e più costose in salute e in costi sociali: l’obesità, il diabete, l’ipertensione, l’aterosclerosi, l’infarto cardiaco, l’osteoporosi, l’ipertrofia prostatica e molti tipi di tumori tra cui quello dell’intestino, della mammella e della prostata. A queste che sono malattie andrebbero associati tutti quei disturbi funzionali che sono allo stesso modo conseguenza dell'errato stile di vita che conduciamo: cefalee, stitichezza, colon irritabile, gastriti, frequenti malattie virali o batteriche cui segue l'uso smodato di antibiotici e, non per ultimo, la sindrome allergica che sta diventando una vera emergenza sanitaria, soprattutto nei bambini, ma anche negli adulti che rimangono stupiti come a 20 o 30 anni si possa all'improvviso diventare allergici. La sindrome allergica include tutti i disturbi dovuti ad intolleranze alimentari, che a loro volta, potrebbero essere l'inizio di un disturbo più complesso del sistema immunitario; pensate anche all'aumento in questi decenni che hanno avuto le malattie auto-immunitarie. Continuando così si potrebbe giungere alla conclusione che l'alimentazione potrebbe essere responsabile di una percentuale altissima di malattie, disturbi funzionale e, indirettamente, di tutte le malattie oggi esistenti. Non è esagerato affermarlo perché, se scientificamente si riesce a dimostrare che una cattiva alimentazione mette in pericolo le nostre difese, è logico pensare che anche le malattie infettive, le micosi, le parassitosi sono fortemente condizionate da ciò che mangiamo. Sia chiaro che una sana alimentazione deve far parte di una stile di vita, come ho ribadito più volte, che proponga ogni giorno attività fisica, attività mentale e un ambiente sano in cui si opera. Parlando di alcuni tumori si è constatato che, pur assumendo una ricca varietà di verdure che contengono sostanze ad azione protettiva sul cancro e si fuma, non può esserci cambiamento nella possibilità di ammalarsi di cancro al polmone; forse se ne ritarderà la comparsa! Quindi stile di vita sano e non solo alimentazione sana. Aggiungerei che lo stile di vita sano è fatto anche di sani pensieri, quindi correggiamo le tendenze alla collera, al risentimento, all'eccesso di paura; lavorare affinché queste cose siano trasformate in pensieri sani così come si fa con il cibo. Non scoraggiatevi se il lavoro di trasformazione vi sembra eccessivo perché ho avuto esperienza sufficiente nel vedere che quando si comincia a fare i primi passi, come per esempio sistematizzare la spesa e la prepazione dei cibi secondo i nuovi criteri, tutto sembra più facile; inizialmente bisogna fare un atto di volontà nel mantenere i nuovi criteri alimentari, poi bisogna cercare dei complici in famiglia o tra gli amici, per scambiarsi le esperienze sul nuovo metodo, confrontare nuove ricette e cercare insieme come rendere più appetibili i cibi. A questa fase segue un periodo di stabilizzazione in cui la nuova alimentazione vi farà sentire più forti, sentirete più energia e sarete più ottimisti; il vostro stato di salute vi sembrerà migliore e a questo punto sentirete il bisogno fisico di continuare lo stile di vita che inizialmente vi eravate imposti. Anche i vostri pensieri saranno più positivi e tutto vi sembrerà più facile di quello che ora pensate. Fatelo anche per i vostri figli o i vostri nipoti: contagiateli con il vostro entusiasmo verso un modo nuovo, controcorrente, di concepire la vita; sganciatevi dalle trappole della pubblicità e fate funzionare il vostro cervello e dite: “da oggi voglio essere padrone io della mia vita e della mia salute e non mi presterò più alla schiavitù imposta per i guadagni di case farmaceutiche e di industriali senza scrupoli". La difficoltà più grande per questo cambiamento viene dal tempo richiesto perché i cambiamenti dietetici diano dei risultati su malattie croniche e profonde, ma in alcuni casi è possibile notare i risultati già dopo un mese, ad esempio si noterà un abbassamento del colesterolo totale, un innalzamento dell'HDL che protegge dai danni dell'LDL, un abbassamento dei trigliceridi e dell'omocisteina che è un indice di rischio cardiovascolare; anche gli indici di infiammazione come la PCR e la VES possono diminuire in un solo mese di stile di vita sano. Per le malattie importanti, come il cancro, sono necessari dai 10 ai 20 anni perché si abbia una certa sicurezza di protezione. Il vero traguardo è, come dicevo prima, iniziare dal grembo materno ad alimentarsi bene, infatti gli esperti dicono che sono necessari da 15 ai 60 anni affinché si manifestino i benefici nella popolazione di questo cambiamento di vita. Non sono poi tanti anni se si pensa che i cambiamenti importanti nella storia sono avvenuti in tempi molto più lunghi. Iniziamo a dire ai partiti che eleggiamo e ai nostri governi di non dare più incentivi per auto o elettrodomestici, ma che quei soldi vengano spesi per fare una grande campagna alimentare con agevolazioni all'acquisto di prodotti sani, aumentando le tasse su quelli che sono riconosciuti dannosi per la salute, e non solo tabacco e alcool ma anche prodotti alimentari industriali e conservati, insaccati, carne rossa, zuccheri, per non parlare poi dei fast food. Che siano dati incentivi anche a coloro che vogliono aprire ristoranti dove si cucinano rigorosamente alimenti sani e biologici; che si incrementi anche la coltivazione del biologico, sacrificando l'allevamento eccessivo di carne animale. Insomma si potrebbero trovare tanti modi per informare la gente ed invogliarla ad acquistare cibi sani. Io sono convinto che tutto ciò possa avvenire, perché la gente della nostra epoca è più recettiva e più sensibile ai temi della salute, così come sta avvenendo per il fumo e penso che con un po' di informazione in più si potrebbero ottenere molti risultati, anche nel campo della ricerca. Pensate che tutti gli sforzi fatti dai ricercatori fino ad oggi per ottenere farmaci ad azione protettiva su queste malattie, non superano l'effetto protettivo dell'alimento sano. Qualcuno può dirmi: “ma come faccio a capire che un cibo è sano?”, certamente si può essere ingannati da truffe anche acquistando il biologico, in questo caso recatevi da un venditore di fiducia per le verdure e la frutta, anche se non è biologica, l'importante che non sia trattata con pesticidi; al supermercato leggete gli ingredienti e se avete dei dubbi non acquistate alimenti che hanno più di 5 ingredienti, mantenetevi nelle corsie laterali e non acquistate nulla che sia negli scaffali centrali, dove vengono depositati i prodotti industriali; fate un salto veloce solo per prendere le farine integrali, i cereali, il caffè, il latte vegetale e l'olio d'oliva. Per la pasta e il riso usate solamente quella integrale, il pane fatelo voi a casa e se volete vi do io la ricetta: farina integrale gr. 760, acqua di fonte ml 450, due cucchiaini di miele, lievito madre o livito secco, semi di girasole e di zucca nell'impasto e semi di lino ad inizio cottura da spennellare sul pane. Se non avete tempo trovatevi un buon panettiere che non vende per pane integrale quello fatto da farina bianca con l'aggiunta di crusca ed assicuratevi che utilizzi il lievito madre, ricavato da un impasto precedente e conservato a lievitare. Vediamo ora una tabella a carattere scientifico in cui è evidente l'influenza del cibo su alcuni tumori. Questa tabella mostra con grande chiarezza gli effetti dell’alimentazione su 9 tipi di tumore che sono attualmente tra i più diffusi. Polmone – cibi che prevengono: Verdura e frutta nella percentuale del 20 al 33% - favorito dal fumo e da ambiente professionale Stomaco - prevengono: Verdura e frutta - uso del frigo - favorito da sale e grigliate nel 66% al 75%, da Helicobacter pylori Mammella – cibi che prevengono: Verdure - favorito da: Grassi, Alcol, Obesità dal 33 al 50% Colon e retto – prevengono: Fibre e verdura - Attività fisica - favorito da:Grassi, Alcol, dal 66 al 75% Patrimonio genetico, Colite ulcerosa Bocca e gola – cibi che prevengono: Verdura e frutta - favorito da: Alcol, Grigliate, dal 33 al 50% Fumo, Tabacco masticato Fegato - favorito da: Alcol, Cibi contaminati, dal 33 al 66% HBV o HCV(Epatite b o Epatite C) Collo dell'utero - favorito da: Obesità, dal 10 al 20% HPV (Papilloma virus), Fumo Esofago – cibi che prevengono: Verdura e frutta - favorito da: Alcol, dal 50 al 75% Fumo Prostata - favorito da: Grassi Il numero dei casi di malattia che una alimentazione a base di cereali integrali e verdure può risparmiare è altissimo; nel caso dei tipi di cancro preso in esame dai ricercatori si calcola che per il colon, retto, stomaco, esofago, mammella e cavo orale, tutti gli studi arrivano alla conclusione che una alimentazione senza eccessi di proteine animali e grassi e ricca di antiossidanti presenti in verdure e cereali integrali, si avrebbe una percentuale di non avere il cancro pari al 50% rispetto ad altri soggetti che si alimentano in modo scorretto. Tra i fattori esterni alla dieta, che influiscono nella possibilità di ammalarsi del cancro del polmone, del cavo orale, dell'esofago e del collo dell'utero, vi è il fumo di sigaretta che influisce per ben il 90%. Le raccomandazioni da non dimenticare Ecco le raccomandazioni dettate nel 1997 dalla World Cancer Research Found e dall’American Institute for Cancer per uno stile nutrizionale che favorisca la prevenzione del cancro e di altre malattie croniche, con particolare riferimento alla cultura italiana e mediterranea e che sono tuttora validissime. 1) Scegliete prevalentemente alimenti di origine vegetale, con un’ampia varietà di verdure e di frutta, di legumi e di alimenti amidacei (1) non o poco raffinati. 2) Mantenete il peso-forma (2) e non appesantitevi troppo nell’età adulta (non più di 5 chili). 3) Mantenetevi fisicamente attivi per tutta la vita 4) Mangiate almeno 4 porzioni al giorno (pari a 600-800 grammi) di verdure (3) o di frutta nel corso di tutto l’anno, approfittando delle varietà che offrono tutte le stagioni 5) Basate l’alimentazione quotidiana su cereali e legumi. Preferite prodotti che non abbiano subito importanti trattamenti industriali. Evitate il più possibile, invece, farine e zuccheri raffinati. 6) Le bevande alcoliche sono sconsigliate. Per chi ne fa uso abituale si raccomanda di non superare due bicchieri al giorno per gli uomini e uno per le donne (4) 7) L’uso abituale di carne rossa è sconsigliato. E’ preferibile consumare pesce e, qualche volta, carni bianche o di animali selvatici. 8) Limitate il consumo di grassi, soprattutto di origine animale. Vanno bene, invece, piccole quantità di oli vegetali. 9) Evitate il consumo di cibi conservati sotto sale e limitate l’uso del sale per cucinare o per condire. Privilegiate invece le erbe aromatiche. 10) Non lasciate a lungo cibi deteriorabili a temperatura ambiente ma conservateli in frigorifero 11) Certi additivi alimentari possono essere pericolosi, così come i residui di diserbanti e insetticidi 12) Evitate il consumo abituale di carni o pesci cotti a elevate temperature, alla griglia o affumicati. 13) Per chi segue queste raccomandazioni ogni integratore alimentare o supplemento vitaminico è inutile. (1) Soprattutto cereali in chicchi o sotto forma di pane integrale, pasta, polenta eccetera: ma anche radici e tuberi (2) Non più di 60 kg. per chi è alto un metro e 60 cm., non più di 67-68 kg. per chi è alto uno e 70, non più di 75 kg. per chi è alto uno e 80. (3) In generale le verdure si sono rivelate più protettive della frutta: ma tra le verdure raccomandate non sono comprese le patate, che è bene consumare saltuariamente (4) Un bicchiere di vino contiene la stessa quantità di alcol etilico di una lattina di birra o di un bicchierino di liquore Per acquisite altri dati e per verificare le ipotesi ancora incerte sono stati adottati metodi di indagine innovativi. Il primo è quello degli studi prospettici “con banca biologica”. Si seguono per anni le condizioni di salute di molte di persone e i casi di malattia vengono studiati analizzando i campioni di sangue, di urine o di midollo osseo che, prelevati all’inizio dello studio, vengono conservati sottozero. Il più importante di questi studi si chiama EPIC, European Prospeptic Investigation in the Cancer, ed è coordinato allo IARC di Lione dal dottor Riboli. Per questo studio sono stati arruolati 400.000 europei, di cui 45.000 italiani, i “campioni biologici” disponibili nella banca-dati sono10 milioni. Dal 2000 si hanno i primi risultati. La seconda linea di ricerca è quella degli studi “di intervento”. In questo caso si tratta di convincere un gruppo di persone a sperimentare la dieta che la ricerca scientifica ritiene protettiva nei confronti del tumore. L’indagine più importante di questo tipo è lo Women Health, uno studio americano che si propone come primo obiettivo di verificare gli effetti preventivi sul tumore della mammella esercitati da una dieta povera di grassi e ricca di verdure. E’ probabile che queste ricerche approdino a risultati nuovi e significativi. Gli studiosi dicono di avere le idee chiare su quello che si dovrebbe o non si dovrebbe mangiare ma la gente comune non può affermare la stessa cosa. Per esempio, cibi come il latte e i formaggi fanno bene o fanno male alle donne in menopausa ? Possiamo dire che non esiste un solo studio che dimostri l’utilità di una forte assunzione di latte o latticini dopo la menopausa: non è vero che le donne che ne consumano di più subiscono meno fratture e sono noti anche i motivi della mancata protezione. Il fatto è che il latte, ma soprattutto il formaggio sono ricchi di proteine animali e queste sono le proteine più “acide” che esistono. D’altra parte il primo sistema organico che viene automaticamente chiamato in causa per abbassare il livello di acidità è quello scheletrico: dopo aver mangiato proteine animali le ossa cedono spontaneamente calcio, un antiacido, e questo fatto è documentato da una maggiore presenza di calcio nelle urine nelle persone che consumano più carne, formaggi o latte. Le donne in menopausa, dunque, dovrebbero assumere calcio prevalentemente dai vegetali: ce n’è molto, per esempio, nel sesamo, nelle noci, nelle mandorle, nei cavoli e nei legumi. Questi cibi non “acidificano” l’organismo e di conseguenza non impongono alle ossa di espellere calcio.