CAPITOLO 12 Freud La rivoluzione psicoanalitica ha finito per influenzare tutta la cultura del nostro secolo. Sigmund Freud nacque in Moravia nel 1856 da genitori ebrei che si trasferiscono a Vienna nel 1860. Si laurea in medicina e si dedica alla psichiatria. Nel 55 grazie ad una borsa di studio si reca a Parigi dove lavora con Charcot sui fenomeni isterici. Poi va a Nancy dove studia l’ipnosi. Torna a Vienna e lavora con Breuer e fonda la teoria psicoanalitica. Nel1933 a Berlino i nazisti bruciano le sue opere e nel 1938 deve lasciare Vienna per Londra dove muore nel 39. Delle sue opere ricordiamo: Studi sull’isteria, interpretazione dei sogni, psicopatologia della vita quotidiana, tre saggi sulla sessualità, l’Io e l’Es, analisi terminabile e interminabile. La medicina ottocentesca non prendeva sul serio le malattie che non presentavano lesioni organiche corrispondenti. Charcot usava l’ipnosi come metodo terapeutico, mentre Breuer la utilizzava come mezzo per richiamare alla memoria spiacevoli avvenimenti dimenticati per eliminare emozioni connesse ai fatti. Anna O. F con Breuer mettono a punto il metodo catartico che consisteva nel provocare una scarica emotiva capace di liberare il malato dai suoi disturbi. F arriva alla scoperta che la causa delle psiconevrosi è da ricercarsi in un conflitto tra forze psichiche inconsce i cui sintomi risultano psicogeni. La scoperta dell’inconscio segna l’atto di nascita della psicanalisi. F afferma che la maggior parte della vita mentale si svolge fuori dalla coscienza. L’inconscio è il punto di vista privilegiato per osservare l’uomo. F divide l’inconscio in 2 zone. La prima comprende l’insieme dei ricordi che pur essendo momentaneamente inconsci possono diventare consci. Tale è il preconscio. La seconda zona comprende gli elementi psichici stabilmente inconsci che sono mantenuti tali dalla rimozione. Per superarla occorre usare le associazioni libere: mettere il paziente in grado di abbandonarsi al corso dei propri pensieri facendo si che tra le varie parole da lui pronunciate si instaurino delle catene associative con il materiale che si vuole portare alla luce. Il transfert è il trasferimento sulla persona del medico di stati d’animo ambivalenti provati dal paziente durante l’infanzia nei confronti dei genitori. In questo modo si ha una sorta di attaccamento al medico che si traduce in successo dell’analisi perché il paziente vuole guadagnarsi l’approvazione del medico. F afferma che la psiche è un unità complessa. La prima topica psicologica distingue 3 sistemi: il conscio, il preconscio e l’inconscio. La seconda distingue l’Es, l’Io e il Super-io. L’es ovvero la forza impersonale e caotica costituisce la matrice originaria della nostra psiche ed è al di la della moralità, delle forme spazio-temporali e della logica. Il Super-io è la coscienza morale ovvero l’insieme delle proibizioni che sono stati instillate all’uomo nei primi anni di vita L’io è la parte organizzata della personalità, che deve equilibrare tramite compromessi pressioni disparate e in contrasto tra loro. Nell’individuo normale l’io riesce a padroneggiare la situazione. Ma se l’es è più forte del Super-io l’io è condotto ad atteggiamenti proibiti e diventa un delinquente. Se il Super-io è troppo rigido si manifestano sintomi nevrotici. F ritiene che i sogni siano l’appagamento camuffato di un desiderio rimosso. F distingue all’interno dei sogni un contenuto manifesto, la scena onirica e un contenuto latente, l’insieme delle tendenze che danno luogo alla scena onirica. Il contenuto manifesto dei sogni è la forma elaborata e travestita in sui si presentano i desideri latenti. F prende i esame quei contrattempi della vita di tutti i giorni (lapsus, dimenticanze) dicendo che essi sono una manifestazione camuffata dell’inconsci ovvero una sorta di compromesso tra l’intenzione cosciente del soggetto e determinati pensieri inconsci che si agitano nella sua psiche. I sintomi sono il punto di incontro tra una o più tendenze rimosse e gli impulsi rimossi che stanno alla base dei sintomi psiconevrotici sono sempre di natura sessuale. Prima di F la sessualità era identificata con il congiungimento di individui di sesso opposto ai fini della procreazione. Freud dapprima dice che la sessualità manca nei bambini e subentra nella pubertà. F fu costretto ad ampliare il concetto di sessualità fino a vedervi un’energia suscettibile di dirigersi verso le mete più diverse e in grado di investire gli oggetti più disparati. Energia che F nomino libido. F giunse a definire il bambino come un essere perverso e polimorfo ossia come un individuo capace di perseguire il piacere indipendentemente da scopi riproduttivi e mediante i più svariati organi. F sostiene che lo sviluppo sessuale del soggetto avviene attraverso 3 fasi: Orale che ha come zona erogena la bocca ed è connessa con il poppare (0-1 anno e mezzo) Anale che ha come zona erogena l’ano (1 anno e mezzo-3 anni) Genitale che ha come zona erogena la zona genitale e si divide in fase fallica perché la scoperta del pene costituisce oggetto di attrazione e fase genitale in senso stretto (inzia dal 4° o dal 6° anno) caratterizzata dall’organizzazione delle pulsioni sessuali sotto il primato delle zone genitali Connesso a ciò è la teoria relativa al complesso di Edipo che consiste in un attaccamento libidico verso il genitore di sesso opposto e in un atteggiamento ambivalente verso quello dello stesso sesso. Per quanto riguarda le rappresentazioni religiose F dice che esse siano illusioni, appagamenti dei desideri più forti. Dio non è altro che la proiezione psichica dei rapporti ambivalenti con il padre terreno. La civiltà implica un costo in termini libidici essendo costretta a deviare la ricerca del piacere in prestazioni sociali e lavorative. F non va contro la società anzi ribatte dicendo che la sofferenza è componente strutturale della vita e che l’uomo è una creatura molto aggressiva e senza società l’uomo sarebbe ancora più pericoloso. Anzi lo Stato deve ridurre gli spazi di repressione e sofferenza.