Le cause di uno tsunami
Le cause che provocano uno tsunami sono diverse. La meno probabile, ma comunque
possibile, è l'impatto di un asteroide o di un meteorite in mare, mentre più frequenti sono
disturbi di tipo sottomarino: un collasso vulcanico, una frana o un terremoto.
Nel caso in cui il fattore scatenante sia un terremoto, la dinamica può essere facilmente
schematizzata come in figura 1. Come è ben noto la crosta terrestre è suddivisa in placche (se
ne riconoscono una ventina di cui sei sono le maggiori) che sono in continuo movimento. I
terremoti più violenti avvengono nelle zone di collisione o convergenza delle placche (figura 2).
Nella figura sottostante è rappresentata la subduzione di una placca oceanica (Oceano Indiano)
al di sotto di una placca continentale (Burma, appartenente alla grande placca Eurasiatica). La
superficie di scorrimento è la faglia su cui ha origine il terremoto. L'azione dello scivolamento
della placca oceanica genera una reazione della placca continentale in verso opposto. Tale
movimento trasmette un impulso all'acqua e crea una cresta (crest) in corrispondenza
dell'innalzamento della crosta stessa e un ventre (trough) in corrispondenza di un suo
abbassamento (figura 1b). La cresta e il ventre nel loro insieme rappresentano l'onda di
maremoto che è stata appena generata. Essa si propaga in mare aperto con un'altezza di
poche decine di centimetri (figura 1c) e con grande lunghezza d'onda, mentre cresce in
altezza man mano che si avvicina alla costa (figura 1d).
Attenzione: non tutti i terremoti causano maremoti. La faglia deve trovarsi o sotto o vicino al
mare e causare uno spostamento verticale su una vasta area. I terremoti con ipocentro poco
profondo (fino a 40-50 km) lungo le zone di subduzione sono responsabili dei maggiori
tsunami.