FILOSOFIA DELLA CONOSCENZA <<< Appunti di Giolitti Daniele >>> GRAZIE! I. I. II. PERCORSO INTRODUTTIVO IL FENOMENO DELLA CONOSCENZA L’EPISTEMOLOGIA DELLA CONOSCENZA PERCORSO TEORETICO SEZIONE 1: STUDIO DELLA CONOSCENZA SENSIBILE I. LA CONOSCENZA SENSIBILE IN GENERALE 1.1 L’ “alterazione” del sensorio 1.2 Duplice mutazione 1.3 Divisione della conoscenza sensibile II. LA SENSAZIONE ESTERNA III. LA PERCEZIONE INTERNA 3.1 La necessità della percezione interna 3.2 I sensi interni II. PERCORSO INTRODUTTIVO I. IL FENOMENO DELLA CONOSCENZA 1. Le operazioni vitali Esseri ambito Pianta, animale, uomo Animale, uomo Circa il proprio corpo Operazioni vitali (principio) Per assimilazione Per inclinazione <Nutrizione, crescita, generazione> (auto-movimento) Circa altri corpi sensibili Conoscenza sensibile Movimento locale, appetito sensibile Uomo Circa ogni ente Conoscenza intellettiva Appetito spirituale Analogia tra conoscenza e nutrizione La conoscenza è una certa assimilazione del soggetto sull’oggetto conosciuto, ma non un’assimilazione che distrugge. Il soggetto diventa l’oggetto, ma non fisicamente. Il soggetto diventa capace di essere l’altro in quanto altro. Differenze: 1 2 Nutrizione Oggetto = passivo Soggetto = attivo Oggetto = distrutto Conoscenza Oggetto = attuante Soggetto = attuato dall’O Oggetto = non distrutto si duplica nuova presenza (= PRESENZA INTENZIONALE) Atto conoscitivo = atto intenzionale, caratteristica della conoscenza è l’intenzionalità. S O Atto conoscitivo Intenzionalità = <tendere-verso-qualcosa> + presenza intenzionale (= presenza dell’O nel S, nella tensione del S all’O). 2 2. Tipologia di conoscenza Gradi di conoscenza: Qualità sensibile attualmente esistente colta dai 5 sensi <vedo, sento, gusto, odoro,tocco> Sintesi sensoriale primaria <prospettiva, spazio> Esterna Sensibile Interna Conoscenza II. Sintesi sensoriale secondaria <memoria> Assenso immed. in mat. conting. <il gatto è rosso> Assenso immed. in mat. necess. Principi <il triangolo ha 3 angoli> Assenso med.: segno / probabilità Opinione Intellettuale Giudizi <visto il cielo forse pioverà> Assenso med.: teste Fiducia <Riccardo mi dice che …> Dimostrativi Assenso med.: dimostrazione <l’uomo è libero perché …> Percezione L’EPISTEMOLOGIA DELLA CONOSCENZA La gnoseologia si interessa dell’atto conoscitivo + frutto. Studia l’intenzionalità prima: attività con la quale tendo alle cose. MATERIALE Operazioni di conoscenza Operati e potenze OGGETTO della gnoseologia QUOD o SPECIFICO Intenzionalità prima (= tensione della mente umana verso le cose) FORMALE QUO Luce dei principi del conoscere 3 PERCORSO TEORETICO SEZIONE 1: STUDIO DELLA CONOSCENZA SENSIBILE I. LA CONOSCENZA SENSIBILE IN GENERALE 1.1. L’ “alterazione” del sensorio Perché ci sia sensazione ci vuole: 1. sensore (occhio, orecchio, …) 2. attuazione del sensore (colore, suono, …) 3. nel sensore si produca la sensazione. Analogia tra le fasi di conoscenza: CONOSCENZA INTELLETTUALE (es. grammatica) CONOSCENZA SENSIBILE 1) Sensato (O) Pura potenza (visibile, udibile) I fase: attuazione o alterazione dell’O sul S 2) Potenzialità attuata o abitus (atto I) Sensorio attuato (S) (occhio, orecchio) II fase: subire del S da parte dell’O essere perfezioneto o perfettiva 3) 4 Esercizio attuale (atto II) Sensazione (visione, udito) 1.2. Duplice mutazione operata dal sensibile nel senso nella sensazione esterna: secondo l’identico: il S acquista qualcosa di O che lo cambia da a a b ONTOLOGICA o fisica a b (es. calore). MUTAZIONE secondo l’alterità: il S rimane se stesso e acquista qualcosa in più. Sovraesistenza intenzionale INTENZIONALE a a’ Specie = . principio della mutazione intenzionale; . ciò che proviene dall’O e si mostra al S; . impressa ( in facoltà). La mutazione intenzionale non è ancora l’atto conoscitivo. Ma la facoltà è “fecondata” dall’O; poi il S produrrà la conoscenza. Filosofia della conoscenza realista: 1. il S in contatto con l’O; 2. emanazione dall’O sul S (“fecondazione”); 3. specie impressa intenzionale (non meccanica). Ordine di specificazione (l’O dà a S la sua natura) FACOLTA’ (S) OGGETTO (S) atto Ordine generico (le facoltà in un bambino si muovono e producono l’O) 5 1.3. Divisione della conoscenza sensibile PROPRI PER SE’ COMUNI SENSIBILI PER ACCIDENTE 1) SENSIBILI Sensibile percepito solo da 1 senso esterno. PROPRI Non c’è errore o inganno dei sensi. Diverso dall’empirismo inglese di Lock e Jum (es. bastone) e dal razionalismo francese di Cartesio (es. cera) 2) SENSIBILI Sensibili percepiti da più sensi esterni (comune a + sensi!). COMUNI Sono di 5 specie: . movimento – quiete . numero – grandezza . figura (I classe) (II classe) (III classe) Es.: . colore dalla vista; . suono dall’orecchio; . odore dall’odorato; . sapore dal gusto; Es.: . figura e grandezza dalla vista e dal tatto; . movimento, quiete e numero dai 5 sensi. Qui può esserci l’errore (es. bastone per metà nell’acqua) Perché questi 5 sensibili comuni? Ho sensazione quando: . c’è mutazione dell’O sul S: movimento . c’è una durata nel tempo: quiete . c’è una estensione dell’O: grandezza . può esserci un campo discontinuo: numero . alla rottura del campo si ha una configurazione: figura 3) SENSIBILI Sensibile percepito dal senso, ma non è conosciuto con il senso esterno. PER ACCIDENTE Processo di identificazione o riconoscimento. Sono coinvolti i sensi interni e l’intelletto. Si conoscono a partire dai sensibili per sé (dall’esperienza!). Non esiste una conoscenza ‘a-priori’ (Kant) ed è diverso dalla gestal (Wertheim) 6 (mi sveglio al mattino) Es.: . volto del figlio di Diare. . relazione tra il colore&figura e una persona (il gatto/ nipote riconosce zia) . utile, nocivo. . passato quanto tale II. LA SENSAZIONE ESTERNA Ordinamento dei 5 sensi (3 spiegazioni) a) SPIEGAZIONE DI ARISTOTELE (regno animale- criterio finalistico) Ci sono 2 sensi fondamentali a contatto con l’O: Tatto: operazioni di desiderio (riproduttive o nutritive). Gusto: discernimento del cibo (nutrimento). E 3 sensi ‘distanti’, legati alla conservazione (ricerca del cibo): Odorato. Vista . Udito. b) SPIEGAZIONE ANALOGICA (nell’uomo- criterio finalistico) I sensi sono destinati a preparare l’intellezione. Sensi Vista Udito Odorato Gusto Tatto Induzione analogica Percepisce i colori figura (che cos’è?) Percepisce i suoni (intensità) quiete-movimento (che cosa succede?) Percepisce gli odori cattivi repulsione (attrazione) desiderio del male (bene) (dispiace o piace?) Percepisce i sapori graduazione (quale rapporto con il modello?) Percepisce la natura della cosa corporeità (di che cosa è fatto?) Causalità Formale Efficiente Finale Esemplare (o formale estrinseca) Materiale c) SPIEGAZIONE DI S.TOMMASO (medioevale) Distinzione tra mutazione biologica e intenzionale. E’ parzial. sbagliata perché pensa la vista senza mutazione fisica. Graduazione tra minore e maggiore distanza fisica ( scala morale): Tatto: contatto fisico (tramite la pelle). Gusto: contatto fisico mediato (tramite la saliva). Odorato: emanazione profumata (tramite l’aria). Udito: onda sonora (tramite l’aria). Vista: pigmenti dei colori (tramite la luce). 7 III. LA PERCEZIONE INTERNA 3.1 La necessità della percezione interna Perché ci sono anche i sensi interni? Per conoscere la realtà che abbiamo percepito esternamente, occorre organizzarla in una sintesi passando dalla: frammentarietà TOTALITA’ORDINATA discontinuità o instabilità CONTINUITA’ O STABILITA’ 3.2 I sensi interni 3 fasi della conoscenza sensibile: SENSAZIONE ESTERNA PRIMARIA SINTESI SENSORIALE (PERCEZIONE INTERNA) 8 descrizione Immediata . Colloca gli oggetti nello spazio (all’istante psicologico o accomodazione). . Sens. per sé. . Colloca gli oggetti nel tempo. SECONDARIA . scoprire i sens. per accidente. Sensi o facoltà 5 sensi esterni Oss. ‘foto’ Senso comune . matematica . astrazione . dimensione Immaginativa evolutiva (adolescente) . ‘acutezza’ diversa negli Cogitativa uomini. . es. cubo Memoria 4 facoltà della sensazione interna 1) SENSO COMUNE 2) IMMAGINATIVA 3) COGITATIVA (o estimativa) 4) MEMORIA Facoltà ricettiva: 1. consapevolezza della sensazione (visione, ascolto, …); 2. discernere sens. per sé tra loro percepiti nell’istante (O presente); . organiarli nello spazio. Facoltà riproduttiva: . conservare sens. per sé; . riprodurli quando sono assenti; . stabilizzazione dell’immagine. Facoltà di elaborazione: . paragona e collegare i sensibili per sé, per scoprire sens. per accidente. Es. del cubo: . distinguo i colori dalla figura del cubo; . prospettiva Es.: . ricordo i colori del cubo; . (panorama) Es.: . la conoscenza del cubo . induzione di leggi . prepara alla conoscenza intellettuale per erbe medicinali (ragionamenti, creatività, estetica, …) . collegare a immagini. Facoltà di sintesi sensoriale secondaria: Es.: . ricordare i sensibili già percepiti; . vedo una foto e . reminescenza: ricercare e applicare; ricordo … . colloca gli O nel tempo cronologico; . paradigma e poi . dall’anima alle cose. per analogia … Circuiti della sensazione interna Le 4 facoltà sono in interazione tra loro [es. previsione del tempo]: Sensibili per sè presenti assenti SENSO COMUNE IMMAGINATIVA [organizza il colore delle nuvole e l’odore dell’umidità] [riproduce situazioni di eventi precedenti] COGITATIVA MEMORIA [paragona i sensibili e collega colore&odore con la nuvolosità] [la reminescenza prevede un evento di pioggia!] per accidente 9 FILOSOFIA DELLA CONOSCENZA SEZIONE 2: STUDIO DELLA CONOSCENZA INTELLETTIVA IV. L’ASTRAZIONE 1. Il salto conoscitivo 2. L’analisi del salto conoscitivo 2.1. Le ipotesi spiegative del salto conoscitivo 2.2. Le facoltà necessarie del salto conoscitivo 2.3. Il processo astrattivo V. L’OPERAZIONE DELL’INTELLETTO POSSIBILE 1. 2. 3. 4. 10 Attuazione dell’intelletto possibile Le istanze dell’atto intellettivo completo Apprensione e concetto Giudizio e enunciazione IV. 1. L’ASTRAZIONE Il salto conoscitivo Che cos’è? = Capacità di concepire nozioni che non si riferiscono a nessun oggetto empirico concreto. = Capacità dell’uomo di superare la semplice percezione immediata. 3 casi: 1°) Universale Differenze: CONOSCENZA SENSIBILE singolare 1. fenomeno CONOSCENZA INTELLETTUALE universale quiddità (essere di un det. ente) Necessario Uno 2. contingente 3. molteplice 2°) Assiomi (o primi principi) Enunciato di cui conosco la verità immediatamente. 3°) Induzione Da una serie di percezioni con legame identico trovo una legge necessaria. 2.1. Le ipotesi spiegative del salto conoscitivo I ip. INNATISMO (Platone) L’anima umana riceve già delle idee innate. II ip. ILLUMINISMO (Agostino, Bonaventura) La conoscenza viene dall’alto con un’illuminazione da Dio. III ip. ONTOLOGISMO (Kant) La conoscenza intellettiva avviene alla luce di Dio stesso. Queste sono ipotesi dualiste. Rifiutano la continuità tra sensazione e intellezione! IV ip. VISIONE TOMMASIANA . dualità o discontiniutà essenziale tra sensato e intelligibile (singolare/universale); . continuità esistenziale tra sensazione e intellezione. Teoria dell’astrazione: salto dal singolare, periferico all’universale, intelliggibile, essenziale. 11 2.2. Le facoltà necessarie del salto conoscitivo Itinerario dell’astrazione: Potenza > Atto Intelligibile in atto [speci e intelligibile] Salto conoscitivo (nozione di gatto: <gatto>) intelletto possibile I FASE Intelletto in atto [concetto] (gatteità) II FASE intelletto agente FASE Intelligibile PRE-INTELLETTIVA in potenza [immagine sensoriale] (<gatto di zia Tarcisia>) Ci sono 3 momenti: 1) Intelligibili in potenza: immagine sensoriale percepita dalla percezione interna. 2) Intelligibile in atto: ciò che la mente costituisce dal salto delle condizioni individuali. 3) Intelletto in atto: concetto o quiddità. Necessitano quindi 2 facoltà intellettive: Intelletto agente Facoltà produttiva: . produce gli intelligibili, detti specie intelligibile; . fa passare dalle immagini sensoriali alle nozioni intelligibili. Intelletto possibile o proprio Facoltà conoscitiva: . conosce gli intelligibili . attraverso 3 operazioni: apprensione, giudizio e ragionamento 12 Intelletto agente Esistenza . Ciò che è in potenza passa all’atto per qualcosa già in atto (principio di causalità: il + non può essere generato dal - ) . Le forme delle cose naturali sono intelligibili in potenza, e non in atto (perché l’intelligibilità presuppone una separazione della materia) le forme delle cose naturali passano all’atto per qualcosa che è già in atto: intelletto agente. Natura: è la facoltà che fa conoscere le cose, ma non le conosce. . Analogia con la generazione fisica: agente fisico int elletto agente materia int elletto possibile L’intelletto agente ‘feconda’ l’intelletto possibile. Diff.: Agente fisico Intelletto agente Ha in sé la forma Non ha la forma in sé (ma dalla perc. interna) Produce un sinolo Produce la forma intelligibile . Analogia con la luce: int elletto agente luce colori fantasmi L’intelletto agente attua l’intelligibilità dei fantasmi (= immagine sensoriale) Conoscibile in potenza Colore Fantasma Visibile in potenza Intelligibile in potenza Principio illuminativo Luce fisica Luce dell’intelletto agente Conoscibile in atto Colore Somiglianza della quiddità Visibile in atto Intelligibile in atto Diff.: Luce Intelletto agente Princ. illuminativo Princ. illuminativo esterno alla facoltà interno Si dà anche senza S Avviene dentro il S Proprietà: . separabile: trascende la materia; . impassibile: o immortale, perché l’intelletto è immateriale; . non mescolato: ha una natura a parte, spirituale; 13 . atto per essenza: principio o facoltà attuante (come la luce rende visibili i colori, così l’intelletto agente rende visibile il fantasma). 14 Intelletto possibile o proprio Funzione: riceve dall’intelletto agente gli intelligibili in atto e costituisce in sé l’intelletto in atto, come concetto. Analogia con la percezione sensibile: sen sibile int elligibile percepire sen tire Proprietà: . impassibile: . ricettiva: . in potenza: perché non è cambiata fisicamente dall’O; riceve tutti gli intelligibili; alla forma del sensato, senza alcuna determinazione corporea. Diff.: Facoltà sensoriale Limitata al genere dei sensibili (l’occhio non ode) Limiti superiori e inferiori di intelligibilità (intensità luce) Intelletto Senza limiti di intellezione Più intellige oggetti elevati, più si rafforza Hanno un organo O è singolare Non hanno organi O è universale Analogia (‘l’intelletto è analogo alla materia’): int elletto materia int elligibili forma Potenzialità ATTUABILE dall’intelletto agente INTELLETTO POSSIBILE ESTENSIVA È metafisico, capacità di trascendere il fisico Passaggi dalla quiddità all’ente: Oggetto QUIDDITA’ della cosa sensibile (O proprio) ENTE (O estensivo) Conoscere Dio! 1) per analogia (teologia filosogica); 2) per autorivelazione di Dio (Parola di Dio). 15 2.3. Il processo astrattivo 2.3.1. L’astrazione della specie intelligibile Ci sono 2 istanze: 1) fantasma = immagine sensibile costruita dalla percezione interna; 2) intelletto agente = facoltà costitutivamente ordinata all’astrazione. Esiste un duplice rapporto: I) determinazione: il fantasma contiene in atto la determinazione delle cose; II) intelligibilità: l’intelletto agente può comunicare l’intelligibilità. Determinazione atto Fantasma potenza Intelletto possibile Intelligibilità Intelletto agente fantasma Da questa dualità di rapporti, ne derivano 2 fasi nel processo astrattivo: a) ILLUMINAZIONE: l’intelletto agente proietta sul fantasma la sua luce intellettuale, conferisce intelligibilità (dall’anima ai contenuti). b) ASTRAZIONE propriamente detta: il contenuto dei fantasmi viene ‘denudato’ dai particolari e attuerà l’intelletto possibile. (ruolo attivo > intelletto agente ruolo passivo > fantasma) Tra le 2 istanze vi è un rapporto di causalità strumentale: int elletto agente agente principale fantasma agente strumentale Es. penna (nella scrittura ci sono 2 agenti: uomo/penna) Il fantasma ha l’azione propria di contenere e trasmettere la determinazione della cosa. L’intelletto agente sopraeleva questa immagine, facendo passare il contenuto singolare a intelligibile universale. Astrazione = sopraelevazione del fantasma (illuminazione dell’int.agente) e costituzione di una specie intelligibile. Filosofia realista: l’uomo come intero conosce simultaneamente con senso e intelletto. 16 Nella conoscenza si danno 2 movimenti: astrazione (formulazione del concetto) conversione ai fantasmi (applicazione del concetto agli O: <Questo è un gatto>). 17 2.3.2. Modi di astrazione Astrarre: cogliere una determinazione intelligibile, quiddità, senza il suo condizionamento materiale. (metaforicamente è un filtraggio) Premesse: la materialità si distingue in: materia INDIVIDUALE COMUNE SENSIBILE <questo gatto> <gatteità> natura di gatto qualsiasi individuo singolare definizione di individui compresi in una specie INTELLIGIBILE <figura di questo gatto> <figura di gatto> <questo triangolo> <triangolo> dimensioni e configurazioni variabile in estensione determinate ordine genetico dove si costituisce una sostanza. 3 livelli di astrazione: Tipi di astrazione Statuto noetico Materia e scartata [epistemologico] 1° ASTRAZIONE DEL TUTTO 2° ASTRAZIONE DELLA FORMA 3° Universale ‘fisico’ Materia sensibile individuale Statuto ontologico (modo di essere) Essere materiale [tutti i saperi] (tramite Forma Ogni materia l’int.agente: matematica sensibile apprensione) e materia int. [matematico] individuale Universale ‘meta-fisico’ SEPARAZIONE [metafisico] Essere immateriale Ogni materia (tramite l’int. possibile: giudizio di separabilità) Risultato e Esempi Nozione universale di specie o genere <uomo, gatto, …> <mammifero, felino, …> Quantità aritm. e geom., n°. reali, figure, volumi. <2+2 = 4> <la sedia è quadrata> Conoscere l’esistenza di realtà positiv. immat. in: - autoriflessione; - dim. immortal. anima - esistenza di Dio. . Ogg. separabili: <ente, sostanza, atto, potenza,... trascendentali(uno, buono)> . Ogg. separati: <Dio, sost. separate, facoltà spirituali, volontà, …> Enti di ragione pura: nozioni costruite dalla mente, non astratte. <chimera, unicornio>, <n°. complessi>, <animale è un genere>. 18 V. L’OPERAZIONE DELL’INTELLETTO POSSIBILE 1. Attuazione dell’intelletto possibile Caratteristiche dell’atto intellettivo: Intellezione come atto: la volontà muove l’intelletto possibile all’intellezione; la volontà è causa efficiente. Intellezione come oggetto: l’oggetto specifica l’atto di intellezione: specificazione; l’oggetto è causa formale. Nell’intelletto c’è una duplice potenzialità: è in potenza di conoscere o no; è in potenza di conoscere tale oggetto o altro. Nell’intellezione Operazione Operato Nella cosa relazione logica Apprensione (o assimilativa) dalle cose al pensiero Concetto Nozione in astratto Verbo mentale Predicabilità Giudizio dal pensiero alle cose Enunciato riferimento a una realtà esistente Attribuzione Ragionamento mediare dei giudizi non evidenti Argomento Illazione oggetto conosciuto Quiddità determinazione, colgo l’identità <rosa> Modo di essere o essere colgo l’alterità <la rosa è gialla> Intelletto = facoltà in quanto ‘vede’ i suoi oggetti. Ragione = facoltà stessa ma in quanto instaura un processo. 19 2. Le istanze dell’atto intellettivo completo Un giudizio può avere 3 livelli: Triangolo segnotico riferimento Essere referente la rosa è bianca = realtà denotazione Pensare significato la rosa è bianca = oggetto pensato significazione Dire significante «la rosa è bianca» = = espressione linguistica Le istanze intellettive sono 6: 1) 2) 3) 4) cosa intelletta specie intelligibile atto di intellezione verbo mentale o significato mentale o concetto 5) «espressione linguistica» o immagine acustica 6) schemi percettivi ATTO I ATTO II Non si pensa Si pensa propriamente intellettive sub-intellettive nella percezione interna. Non si può pensare senza una lingua. Specie intelligibili verbo mentale fecondato dall’ intelletto agente Intelletto Possibile 20 atto di intellezione cosa intelletta 3. Apprensione e concetto 3.1 Verbo mentale o concetto = ciò che viene pensato in quanto pensato; presente al mio pensiero, non in quanto esistente (es. differenza tra gli atti con cui guido e la guida della macchina). Verbo mentale è interno all’intelletto è il fine, nasce quando penso e sparisce [visualizzazione del file sullo schermo] è un significato mentale, è il contenuto: ciò che viene pensato, è l’operato dell’intellezione, universale 3.2 cosa intelletta è esterna all’intelletto specie intelligibile è il principio, rimane in noi in modo duraturo [file del PC] atto di intellezione è il pensare qualcosa è l’operazione singolare di un soggetto Analisi del verbo mentale Il verbo mentale ha 2 rapporti: Atto intellettivo albero <albero> COSTITUZIONE Intelletto intellezione albero SPECIFICAZIONE concetto dà il suo essere cosa intelletta dà l’Oggetto rapporto di specificazione: concetto / cosa = ciò che fa la specie, specificità; . la realtà è la causa formale dei diversi concetti, perché costituisce il concetto. rapporto di costituzione: intelletto / concetto . l’intelletto possibile è la causa efficiente, perché produce il concetto. . il frutto dell’intellezione è il concetto. La mente umana è fecondata dalla cosa e il frutto della mente è il concetto. (analogia del concepimento). Il concetto è lo stesso dell’oggetto concepito, quanto alla specificazione. (es. il concetto di albero è identico alla natura di albero: ‘alberità’) L’essere del concetto è diverso dall’essere della cosa intelletta. 21 (es.20 uomini hanno 20 concetti diversi di albero, ma l’essere dell’albero è uno solo) 3.3 Funzione del verbo mentale = mediazione tra l’intelletto in atto e la cosa, unisce l’atto conoscitivo e la cosa. Come avviene la mediazione? (2 tipi di spiegazione del concetto) 1) modello della fotografia (Cartesio, realismo mediato, sbagliata per il professore!) . ritratto della realtà: l’intelligenza conosce le rappresentazioni e non le cose; . teoria rappresentalistica della conoscenza: il concetto è ciò che conosco; la mente non vede la cosa, ma le fotografie mentali della cosa; . ci sono 2 momenti: conoscenza della foto e riconoscimento della realtà. 2) modello della finestra (realismo dell’intelligenza che opera con i sensi) . il concetto, come la finestra, è ciò attraverso cui guardo la cosa; . conosco in un solo atto la cosa e il concetto (finestra). Le 4 posizioni teoretiche: ante rem in re Esiste Universale post rem Non esiste (né nella mente, né nelle cose) 3.4 Platonismo Realismo radicale: conoscenza = reminescenza, l’anima intuisce un’idea separata. Aristotelismo Realismo moderato: il + vicino alla realtà; l’intelligenza intellige l’essenza della realtà, tramite un concetto. Abelarbo Nominalismo moderato: Scoto non si intelligono le essenze come reali, ma la mente pensa i concetti. Occam Nominalismo radicale: il conoscere è un atto singolare con una cosa singolare (come il computer). A che cosa serve l’apprensione? L’apprensione serve a conoscere la QUIDDITA’ (= determinazione che viene colta quando si pensa o si assimila un oggetto, cioè pensato o reale. Realismo: pensiamo le essenze delle cose con 2 livelli diversi: 1) la natura secondo l’essere che ha nel singolare (individualizzata e incomunicabile); 2) natura secondo il suo essere intelligibile (departicolarizzata e comunicabile). L’elemento comune è che l’apprensione può raggiungere la natura in se stessa. 3.5 Modi dell’oggetto dell’apprensione Concetto = ratio, nozione: aspetto della cosa come nucleo intelligibile: trascendentali, categorie, generi e oggetti specifici uomo: ente, sostanza, vivente animato, vivente razionale. 22 = definizione: discorso articolato in più nozioni. = verbo mentale: concetto visto nella sua natura espressiva. = prole della mente: l’intelletto ‘genera’ il concetto. 4. Giudizio ed enunciazione 4.1 Sguardo globale sul giudizio Giudizio = . composizione di nozioni attraverso le quali cerco di descrivere un aspetto della realtà esistente; . quando c’è un verbo coniugato o il verbo essere tra due termini; . il frutto del giudizio è l’enunciato: <S è P> 3 tipi di giudizio: 1) enunciati con oggetto referente reale, con significato (es.: quest’uomo cammina); 2) enunciati senza ogg. referente reale, con significato (es.: il cavallo Pegaso su Roma); 3) enunciati senza ogg. referente reale, né significato (es.: l’unicornio disegna un cerchio quadrato). Che cosa fa il giudizio? Possiamo distinguere 3 livelli (o 3 funzioni del verbo <è>): 1°. 2°. 3°. certa COMPOSIZIONE LOGICA (o valore di copula): connessione logica tra S e P nella mente intenzionalità seconda. COMPOSIZIONE ASSERTORICA (o valore di adeguazione): attribuisco una certa determinazione astratta dalla mente alla realtà (centrifuga) intenzionalità prima. COMPOSIZIONE ONTOLOGICA (o valore ontologico di realtà): colgo un disposizione ontologica della cosa atto d’essere. 2°) S <S è P> 1°) O 3°) Queste 3 tappe o momenti del giudizio presuppongono una percezione esterna della realtà e un’astrazione dei 2 concetto dell’enunciato. Apprensione: funzione assimilativa, va dalle cose alla mente (centripeta). Giudizio: funzione attributiva, va dalla mente alle cose (centrifuga). 23 4.2 I momenti del giudizio 1°. COMPOSIZIONE LOGICA Intenzione seconda: connessione logica tra S e P: <S é P> (nella mente). Elemento determinante = P , perché è l’anima dell’enunciato. Elemento determinabile = S , perché interessa nella misura che è relazionato con il P. Es:: <Il gatto è rosso> non interessa la gatteità, ma che il gatto sia suscettibile di ricevere il rosso. Infatti posso dire <Questo è rosso> senza specificare il S. Classificazione dei giudizi per Aristotele per accidens: il P non dipende dall’essenza del S Proposizione <S è P> ragionevole) 1° P è essenziale (l’uomo è seduto) (l’uomo è specie, differenza, genere 2° P è una proprietà (l’uomo è socievole) per sé: il P scaturisce [3°] modo di essere dall’essenza del S 4° P è una causa (il fuoco brucia) Classificazione dei giudizi per Kant 1) analitico: esplicitazione di un concetto; non dà nessuna conoscenza nuova, tautologico. 2) sintetico a posteriori: formulazione di un giudizio dall’esperienza Giudizio singolare; dà novità informative. 3) sintetico a priori: è innovativo, però sono veri prima dell’esperienza fattuale. Per leggi universali come <Il ferro si dilata al sole>. 24 2°. COMPOSIZIONE ASSERTORICA Intenzione prima del giudizio: ritorno della forma pensata alla cosa reale (cioè dalla mente alle cose). Il valore assertorico consiste nell’applicazione (se giudizio +) o nella separazione (se giudizio -) del P pensato al S come cosa reale. Il giudizio è un discernimento del P al S. (nome proprio = questo…) S logico <La rosa P logico è cosa reale ( = nome comune, universale, categoria) un fiore> forma pensata è nel oggetto extramentale soggetto pensante Es.: differenza tra enunciato e uguaglianza: <Il cigno è bianco> . non reversibilità: non posso invertire; . soggetto sussistente sostanzialità ontologica; . linguaggio concettuale: il concetto non esaurisce la realtà. f(x) = x^3 . totalmente reversibile; . non sostanzialità (puro oggetto di pensiero); . linguaggio matematico: il significato referente. . il S con lo stesso significante e significato, può avere diversi referenti. (es.: Uomo è …) . il S referente. 25 L’assenso Perché giudichiamo? Per dire come stanno le cose! L’asserzione è il rapporto della mente, che asserisce combinando S e P, con la realtà. L’assenso realizza il passaggio in cui la mente intende dire ciò che è. Su che cosa verte l’assenso? 2 grandi posizioni: I ip.) assenso sospeso (non completamente esatta) Si danno 2 momenti cronologici: _ la composizione logica: <S è P> _ assenso: <E’ vero che S è P>, dove si relaziona un enunciato già costituito con la realtà. Vantaggi: . nell’ipotesi (es. teorie scientifiche): costruisco l’enunciato e poi verifico; . nell’errore: dove l’enunciato significante è dotato di significato, ma non ha riscontro nella realtà. Svantaggi: separando l’assenso dalla comp. Logica non tiene conto dell’esercizio normale del linguaggio. II ip.) assenso interno all’enunciazione Il verbo essere o un verbo coniugato sta a indicare tanto la comp. logica quanto quella assertorica. Opero un’applicazione del P sulla cosa. Vantaggi: . rende conto del fatto linguistico e della coniugazione. . fatto noetico conoscitivo: il verbo essere indica che la cosa è, con un suo essere proprio. Svantaggio: sembra che impedisca la dovuta distanza quando si lascia l’esperienza quotidiana e si entra nella scienza o filosofia. In realtà nei giudizi di percezione la distanza non si dà: la coniugazione stessa esercita il ruolo dell’assenso. Quindi risolvo la II ip., dove l’ipotesi (grande distanza tra P e S) è riconducibile a una domanda (= sospensione dell’assenso). Definizione: L’assenso è l’applicazione (o separazione) della determinazione pensata dal P alla cosa espressa dal S. Es. <Maffeo è rosso> applico la determinazione di rosso a gatto. 26 Modalità di assenso nell’Oggetto o P nel S Assiomatica IMMEDIATA EVIDENZA Percettiva CERTEZZA IMMEDIATA Appare il nesso tra S e P MEDIATA Dimostrativa CERTEZZA MEDIATA con un termine medio (.metafisica .matematica .fisica) (.pratica morale) ASSENSO dato Fascio di PROBABILITA’ Assenso con timore OPINIONE segni mandati dall’O NON EVIDENZA TESTIMONIANZE Credibilità FEDE UMANA Sulla persona che garantisce RAGIONI NON SUFFICIENTI ASSENSO non dato SENZA RAGIONI Più segnali in una direzione SOSPETTO Quasi equivalenza di ragioni DUBBIO Obbligo di sapere: non si conosce la problematica IGNORANZA Senza obbligo di sapere: non si conosce il problema e il S è estraneo NESCIENZA 27 CONVERSIONE AI FANTASMI Non è la facoltà che conosce, ma è l’uomo che conosce attraverso le sue facoltà. L’uomo ha a disposizione 2 livelli conoscitivi (sensoriale e intellettiva). C’è un salto, ma anche una continuità: circolarità della conoscenza: 1^ fase: percezione singolare concreta (con. sens.); 2^ fase: astrazione dell’universale intelligibile (con. intell.); 3^ fase:con la conversione si ricongiunge l’universale intelligibile al singolare sensibile. Conversione = processo inverso all’astrazione, dove dall’universale ritorno alla cosa sensibile. Ritorno non solo sulla cosa, ma anche sul mio rapporto veritiero alla cosa (rapporto di verità). I momenti o dimensioni dell’atto giudicativo: 1° composizione logica; 2°. composizione assertorica; 3°. riflessione. 3° RIFLESSIONE Riflessione o apercezione = . coscienza che il S ha di sé stesso quando conosce un altro Oggetto; . consapevolezza di se stesso; . auto-conoscenza che si dà nell’etero-conoscenza. Ci sono 2 modalità diverse: 1) atematica o immanente all’atto: 2) tematica: 28 il S (io) è conosciuto non a modo di oggetto, ma come colui che conosce, di coscienza. L’O è esterno. il S (io) prende se stesso come oggetto. Ha come oggetto non una cosa esterna, ma un atto interiore.