FILOSOFIA DELLA CONOSCENZA
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GRAZIE!
I.
I.
II.
PERCORSO INTRODUTTIVO
IL FENOMENO DELLA CONOSCENZA
L’EPISTEMOLOGIA DELLA CONOSCENZA
PERCORSO TEORETICO
SEZIONE 1: STUDIO DELLA CONOSCENZA SENSIBILE
I.
LA CONOSCENZA SENSIBILE IN GENERALE
1.1 L’ “alterazione” del sensorio
1.2 Duplice mutazione
1.3 Divisione della conoscenza sensibile
II.
LA SENSAZIONE ESTERNA
III.
LA PERCEZIONE INTERNA
3.1 La necessità della percezione interna
3.2 I sensi interni
II. PERCORSO INTRODUTTIVO
I.
IL FENOMENO DELLA CONOSCENZA
1.
Le operazioni vitali
Esseri
ambito
Pianta,
animale,
uomo
Animale,
uomo
Circa il proprio
corpo
Operazioni vitali
(principio)
Per assimilazione Per inclinazione
<Nutrizione, crescita, generazione>
(auto-movimento)
Circa altri corpi
sensibili
Conoscenza
sensibile
Movimento locale,
appetito sensibile
Uomo
Circa ogni ente
Conoscenza
intellettiva
Appetito spirituale
Analogia tra conoscenza e nutrizione
La conoscenza è una certa assimilazione del soggetto sull’oggetto conosciuto, ma non
un’assimilazione che distrugge.
Il soggetto diventa l’oggetto, ma non fisicamente.
Il soggetto diventa capace di essere l’altro in quanto altro.
Differenze:
1
2
Nutrizione
Oggetto = passivo
Soggetto = attivo
Oggetto = distrutto
Conoscenza
Oggetto = attuante
Soggetto = attuato dall’O
Oggetto = non distrutto
si duplica
nuova presenza
(= PRESENZA
INTENZIONALE)
Atto conoscitivo = atto intenzionale, caratteristica della conoscenza è l’intenzionalità.
S
O
Atto conoscitivo
Intenzionalità = <tendere-verso-qualcosa> + presenza intenzionale
(= presenza dell’O nel S,
nella tensione del S all’O).
2
2.
Tipologia di conoscenza
Gradi di conoscenza:
Qualità sensibile attualmente
esistente colta dai 5 sensi
<vedo, sento, gusto, odoro,tocco>
Sintesi sensoriale primaria
<prospettiva, spazio>
Esterna
Sensibile
Interna
Conoscenza
II.
Sintesi sensoriale secondaria
<memoria>
Assenso immed. in mat. conting.
<il gatto è rosso>
Assenso immed. in mat. necess.
Principi
<il triangolo ha 3 angoli>
Assenso med.: segno / probabilità
Opinione
Intellettuale Giudizi
<visto il cielo forse pioverà>
Assenso med.: teste
Fiducia
<Riccardo mi dice che …>
Dimostrativi Assenso med.: dimostrazione
<l’uomo è libero perché …>
Percezione
L’EPISTEMOLOGIA DELLA CONOSCENZA
La gnoseologia si interessa dell’atto conoscitivo + frutto.
Studia l’intenzionalità prima: attività con la quale tendo alle cose.
MATERIALE
Operazioni di conoscenza
Operati e potenze
OGGETTO
della
gnoseologia
QUOD
o SPECIFICO
Intenzionalità prima
(= tensione della mente
umana verso le cose)
FORMALE
QUO
Luce dei principi del
conoscere
3
PERCORSO TEORETICO
SEZIONE 1: STUDIO DELLA CONOSCENZA SENSIBILE
I.
LA CONOSCENZA SENSIBILE IN GENERALE
1.1.
L’ “alterazione” del sensorio
Perché ci sia sensazione ci vuole:
1.
sensore (occhio, orecchio, …)
2.
attuazione del sensore (colore, suono, …)
3.
nel sensore si produca la sensazione.
Analogia tra le fasi di conoscenza:
CONOSCENZA
INTELLETTUALE
(es. grammatica)
CONOSCENZA
SENSIBILE
1)
Sensato (O)
Pura potenza
(visibile, udibile)
I fase: attuazione o alterazione
dell’O sul S
2)
Potenzialità attuata
o abitus (atto I)
Sensorio
attuato (S)
(occhio, orecchio)
II fase: subire del S da parte dell’O
essere perfezioneto o perfettiva
3)
4
Esercizio attuale
(atto II)
Sensazione
(visione, udito)
1.2.
Duplice mutazione operata dal sensibile nel senso
nella sensazione esterna:
secondo l’identico:
il S acquista qualcosa di O
che lo cambia da a a b
ONTOLOGICA o fisica
a
b
(es. calore).
MUTAZIONE
secondo l’alterità:
il S rimane se stesso e
acquista qualcosa in più.
Sovraesistenza
intenzionale
INTENZIONALE
a
a’
Specie
=
. principio della mutazione intenzionale;
. ciò che proviene dall’O e si mostra al S;
. impressa ( in
facoltà).
La mutazione intenzionale non è ancora l’atto conoscitivo.
Ma la facoltà è “fecondata” dall’O; poi il S produrrà la conoscenza.
Filosofia della conoscenza realista:
1.
il S in contatto con l’O;
2.
emanazione dall’O sul S (“fecondazione”);
3.
specie impressa intenzionale (non meccanica).
Ordine di specificazione (l’O dà a S la sua natura)
FACOLTA’ (S)
OGGETTO (S)
atto
Ordine generico (le facoltà in un bambino si muovono e producono l’O)
5
1.3.
Divisione della conoscenza sensibile
PROPRI
PER SE’
COMUNI
SENSIBILI
PER ACCIDENTE
1) SENSIBILI Sensibile percepito solo da 1 senso esterno.
PROPRI
Non c’è errore o inganno dei sensi.
Diverso dall’empirismo inglese di Lock e
Jum (es. bastone)
e dal razionalismo francese di Cartesio
(es. cera)
2) SENSIBILI Sensibili percepiti da più sensi esterni
(comune a + sensi!).
COMUNI
Sono di 5 specie:
. movimento – quiete
. numero – grandezza
. figura
(I classe)
(II classe)
(III classe)
Es.:
. colore dalla vista;
. suono
dall’orecchio;
. odore dall’odorato;
. sapore dal gusto;
Es.:
. figura e grandezza
dalla vista e dal tatto;
. movimento, quiete
e numero dai 5 sensi.
Qui può esserci l’errore (es. bastone per metà
nell’acqua)
Perché questi 5 sensibili comuni? Ho
sensazione quando:
. c’è mutazione dell’O sul S: movimento
. c’è una durata nel tempo: quiete
. c’è una estensione dell’O: grandezza
. può esserci un campo discontinuo: numero
. alla rottura del campo si ha una
configurazione: figura
3) SENSIBILI Sensibile percepito dal senso, ma non è
conosciuto con il senso esterno.
PER
ACCIDENTE
Processo di identificazione o riconoscimento.
Sono coinvolti i sensi interni e l’intelletto.
Si conoscono a partire dai sensibili per sé
(dall’esperienza!).
Non esiste una conoscenza ‘a-priori’ (Kant)
ed è diverso dalla gestal (Wertheim)
6
(mi sveglio al
mattino)
Es.:
. volto del figlio di
Diare.
. relazione tra il
colore&figura e una
persona (il gatto/
nipote riconosce zia)
. utile, nocivo.
. passato quanto tale
II.
LA SENSAZIONE ESTERNA
Ordinamento dei 5 sensi (3 spiegazioni)
a) SPIEGAZIONE DI ARISTOTELE (regno animale- criterio finalistico)
Ci sono 2 sensi fondamentali a contatto con l’O:
 Tatto: operazioni di desiderio (riproduttive o nutritive).
 Gusto: discernimento del cibo (nutrimento).
E 3 sensi ‘distanti’, legati alla conservazione (ricerca del cibo):
 Odorato.
 Vista .
 Udito.
b) SPIEGAZIONE ANALOGICA (nell’uomo- criterio finalistico)
I sensi sono destinati a preparare l’intellezione.
Sensi
 Vista
 Udito
 Odorato
 Gusto
 Tatto
Induzione analogica
Percepisce i colori
 figura
(che cos’è?)
Percepisce i suoni (intensità)
 quiete-movimento
(che cosa succede?)
Percepisce gli odori cattivi
 repulsione (attrazione)
 desiderio del male (bene)
(dispiace o piace?)
Percepisce i sapori
 graduazione
(quale rapporto con il modello?)
Percepisce la natura della cosa
 corporeità
(di che cosa è fatto?)
Causalità
Formale
Efficiente
Finale
Esemplare
(o formale estrinseca)
Materiale
c) SPIEGAZIONE DI S.TOMMASO (medioevale)
Distinzione tra mutazione biologica e intenzionale. E’ parzial. sbagliata perché pensa
la vista senza mutazione fisica.
Graduazione tra minore e maggiore distanza fisica ( scala morale):
 Tatto: contatto fisico (tramite la pelle).
 Gusto: contatto fisico mediato (tramite la saliva).
 Odorato: emanazione profumata (tramite l’aria).
 Udito: onda sonora (tramite l’aria).
 Vista: pigmenti dei colori (tramite la luce).
7
III.
LA PERCEZIONE INTERNA
3.1 La necessità della percezione interna
Perché ci sono anche i sensi interni?
Per conoscere la realtà che abbiamo percepito esternamente, occorre organizzarla in
una sintesi passando dalla:
 frammentarietà  TOTALITA’ORDINATA
 discontinuità o instabilità  CONTINUITA’ O STABILITA’
3.2 I sensi interni
3 fasi della conoscenza sensibile:
SENSAZIONE
ESTERNA
PRIMARIA
SINTESI
SENSORIALE
(PERCEZIONE
INTERNA)
8
descrizione
Immediata
. Colloca gli
oggetti nello
spazio (all’istante
psicologico o
accomodazione).
. Sens. per sé.
. Colloca gli
oggetti nel
tempo.
SECONDARIA
. scoprire i sens.
per accidente.
Sensi o facoltà
5 sensi esterni
Oss.
‘foto’
Senso comune . matematica
. astrazione
. dimensione
Immaginativa evolutiva
(adolescente)
. ‘acutezza’
diversa negli
Cogitativa
uomini.
. es. cubo
Memoria
4 facoltà della sensazione interna
1) SENSO
COMUNE
2)
IMMAGINATIVA
3) COGITATIVA
(o estimativa)
4) MEMORIA
Facoltà ricettiva:
1. consapevolezza della sensazione
(visione, ascolto, …);
2. discernere sens. per sé tra loro
percepiti nell’istante (O presente);
. organiarli nello spazio.
Facoltà riproduttiva:
. conservare sens. per sé;
. riprodurli quando sono assenti;
. stabilizzazione dell’immagine.
Facoltà di elaborazione:
. paragona e collegare i sensibili per sé,
per scoprire sens. per accidente.
Es. del cubo:
. distinguo i colori
dalla figura del
cubo;
. prospettiva
Es.:
. ricordo i colori del
cubo;
. (panorama)
Es.:
. la conoscenza del
cubo
. induzione di leggi
. prepara alla conoscenza intellettuale
per erbe medicinali
(ragionamenti, creatività, estetica, …)
. collegare a
immagini.
Facoltà di sintesi sensoriale secondaria: Es.:
. ricordare i sensibili già percepiti;
. vedo una foto e
. reminescenza: ricercare e applicare;
ricordo …
. colloca gli O nel tempo cronologico;
. paradigma e poi
. dall’anima alle cose.
per analogia …
Circuiti della sensazione interna
Le 4 facoltà sono in interazione tra loro [es. previsione del tempo]:
Sensibili
per sè
presenti
assenti
SENSO COMUNE
IMMAGINATIVA
[organizza il colore delle nuvole
e l’odore dell’umidità]
[riproduce situazioni
di eventi precedenti]
COGITATIVA
MEMORIA
[paragona i sensibili e collega
colore&odore con la nuvolosità]
[la reminescenza prevede
un evento di pioggia!]
per accidente
9
FILOSOFIA DELLA CONOSCENZA
SEZIONE 2: STUDIO DELLA CONOSCENZA INTELLETTIVA
IV.
L’ASTRAZIONE
1. Il salto conoscitivo
2. L’analisi del salto conoscitivo
2.1. Le ipotesi spiegative del salto conoscitivo
2.2. Le facoltà necessarie del salto conoscitivo
2.3. Il processo astrattivo
V.
L’OPERAZIONE DELL’INTELLETTO POSSIBILE
1.
2.
3.
4.
10
Attuazione dell’intelletto possibile
Le istanze dell’atto intellettivo completo
Apprensione e concetto
Giudizio e enunciazione
IV.
1.
L’ASTRAZIONE
Il salto conoscitivo
Che cos’è?
= Capacità di concepire nozioni che non si riferiscono a nessun oggetto empirico
concreto.
= Capacità dell’uomo di superare la semplice percezione immediata.
3 casi:
1°) Universale
Differenze:
CONOSCENZA
SENSIBILE
singolare
1. fenomeno
CONOSCENZA
INTELLETTUALE
universale
quiddità
(essere di un det. ente)
Necessario
Uno
2. contingente
3. molteplice
2°) Assiomi (o primi principi)
Enunciato di cui conosco la verità immediatamente.
3°) Induzione
Da una serie di percezioni con legame identico trovo una legge necessaria.
2.1.
Le ipotesi spiegative del salto conoscitivo
I ip. INNATISMO (Platone)
L’anima umana riceve già delle idee innate.
II ip.
ILLUMINISMO (Agostino, Bonaventura)
La conoscenza viene dall’alto con un’illuminazione da Dio.
III ip. ONTOLOGISMO (Kant)
La conoscenza intellettiva avviene alla luce di Dio stesso.
Queste sono ipotesi dualiste. Rifiutano la continuità tra sensazione e
intellezione!
IV ip. VISIONE TOMMASIANA
. dualità o discontiniutà essenziale tra sensato e intelligibile
(singolare/universale);
. continuità esistenziale tra sensazione e intellezione.
Teoria dell’astrazione: salto dal singolare, periferico
all’universale, intelliggibile, essenziale.
11
2.2.
Le facoltà necessarie del salto conoscitivo
Itinerario dell’astrazione:
Potenza > Atto
Intelligibile
in atto
[speci e intelligibile]
Salto conoscitivo
(nozione di gatto: <gatto>)
intelletto
possibile
I FASE
Intelletto
in atto
[concetto]
(gatteità)
II FASE
intelletto
agente
FASE
Intelligibile
PRE-INTELLETTIVA
in potenza
[immagine sensoriale]
(<gatto di zia Tarcisia>)
Ci sono 3 momenti:
1)
Intelligibili in potenza: immagine sensoriale percepita dalla percezione
interna.
2)
Intelligibile in atto:
ciò che la mente costituisce dal salto delle condizioni
individuali.
3)
Intelletto in atto:
concetto o quiddità.
Necessitano quindi 2 facoltà intellettive:
 Intelletto agente
Facoltà produttiva:
. produce gli intelligibili, detti specie intelligibile;
. fa passare dalle immagini sensoriali alle nozioni
intelligibili.
 Intelletto possibile o proprio
Facoltà conoscitiva: . conosce gli intelligibili
. attraverso 3 operazioni: apprensione, giudizio e
ragionamento
12
 Intelletto agente
Esistenza
. Ciò che è in potenza passa all’atto per qualcosa già in atto
(principio di causalità: il + non può essere generato dal - )
. Le forme delle cose naturali sono intelligibili in potenza, e non in atto
(perché l’intelligibilità presuppone una separazione della materia)
 le forme delle cose naturali passano all’atto per qualcosa che è già in
atto: intelletto agente.
Natura:
è la facoltà che fa conoscere le cose, ma non le conosce.
. Analogia con la generazione fisica:
agente fisico
int elletto agente

materia
int elletto possibile
L’intelletto agente ‘feconda’ l’intelletto possibile.
Diff.:
Agente fisico
Intelletto agente
Ha in sé la forma Non ha la forma in sé
(ma dalla perc. interna)
Produce un sinolo Produce la forma
intelligibile
. Analogia con la luce:
int elletto agente
luce

colori
fantasmi
L’intelletto agente attua l’intelligibilità dei fantasmi (= immagine sensoriale)
Conoscibile in potenza
Colore
Fantasma
Visibile in potenza
Intelligibile in potenza
Principio illuminativo
Luce fisica
Luce dell’intelletto agente
Conoscibile in atto
Colore
Somiglianza della quiddità
Visibile in atto
Intelligibile in atto
Diff.:
Luce
Intelletto agente
Princ. illuminativo Princ. illuminativo
esterno alla facoltà interno
Si dà anche senza S Avviene dentro il S
Proprietà:
. separabile:
trascende la materia;
. impassibile:
o immortale, perché l’intelletto è immateriale;
. non mescolato: ha una natura a parte, spirituale;
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. atto per essenza: principio o facoltà attuante (come la luce rende
visibili i colori, così l’intelletto agente rende visibile il
fantasma).
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 Intelletto possibile o proprio
Funzione:
riceve dall’intelletto agente gli intelligibili in atto e costituisce in sé
l’intelletto in atto, come concetto.
Analogia con la percezione sensibile:
sen sibile int elligibile

percepire
sen tire
Proprietà:
. impassibile:
. ricettiva:
. in potenza:
perché non è cambiata fisicamente dall’O;
riceve tutti gli intelligibili;
alla forma del sensato, senza alcuna determinazione
corporea.
Diff.:
Facoltà sensoriale
Limitata al genere dei
sensibili (l’occhio non ode)
Limiti superiori e inferiori
di intelligibilità (intensità luce)
Intelletto
Senza limiti di
intellezione
Più intellige oggetti
elevati, più si rafforza
Hanno un organo
O è singolare
Non hanno organi
O è universale
Analogia (‘l’intelletto è analogo alla materia’):
int elletto
materia

int elligibili
forma
Potenzialità
ATTUABILE
dall’intelletto agente
INTELLETTO
POSSIBILE
ESTENSIVA
È metafisico, capacità di
trascendere il fisico
Passaggi dalla quiddità all’ente:
Oggetto
QUIDDITA’
della cosa sensibile
(O proprio)
ENTE
(O estensivo)
Conoscere Dio!
1) per analogia (teologia filosogica);
2) per autorivelazione di Dio (Parola di Dio).
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2.3.
Il processo astrattivo
2.3.1. L’astrazione della specie intelligibile
Ci sono 2 istanze:
1)
fantasma = immagine sensibile costruita dalla percezione interna;
2)
intelletto agente = facoltà costitutivamente ordinata all’astrazione.
Esiste un duplice rapporto:
I)
determinazione: il fantasma contiene in atto la determinazione delle cose;
II)
intelligibilità: l’intelletto agente può comunicare l’intelligibilità.
Determinazione
atto
Fantasma
potenza
Intelletto possibile
Intelligibilità
Intelletto agente
fantasma
Da questa dualità di rapporti, ne derivano 2 fasi nel processo astrattivo:
a)
ILLUMINAZIONE:
l’intelletto agente proietta sul fantasma la sua luce
intellettuale, conferisce intelligibilità
(dall’anima ai contenuti).
b)
ASTRAZIONE propriamente detta: il contenuto dei fantasmi viene
‘denudato’
dai particolari e attuerà l’intelletto
possibile.
(ruolo attivo > intelletto agente
ruolo passivo > fantasma)
Tra le 2 istanze vi è un rapporto di causalità strumentale:
int elletto agente agente principale

fantasma
agente strumentale
Es. penna (nella scrittura ci sono 2 agenti: uomo/penna)
Il fantasma ha l’azione propria di contenere e trasmettere la determinazione della
cosa.
L’intelletto agente sopraeleva questa immagine, facendo passare il contenuto
singolare a intelligibile universale.
Astrazione =
sopraelevazione del fantasma (illuminazione dell’int.agente) e
costituzione di una specie intelligibile.
Filosofia realista: l’uomo come intero conosce simultaneamente con senso e
intelletto.
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Nella conoscenza si danno 2 movimenti:
 astrazione (formulazione del concetto)
 conversione ai fantasmi (applicazione del concetto agli O: <Questo è un gatto>).
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2.3.2. Modi di astrazione
Astrarre:
cogliere una determinazione intelligibile, quiddità, senza il suo
condizionamento materiale.
(metaforicamente è un filtraggio)
Premesse:
 la materialità si distingue in:
materia
INDIVIDUALE
COMUNE
SENSIBILE
<questo gatto>
<gatteità> natura di gatto
qualsiasi individuo singolare definizione di individui
compresi in una specie
INTELLIGIBILE
<figura di questo gatto>
<figura di gatto>
<questo triangolo>
<triangolo>
dimensioni e configurazioni variabile in estensione
determinate
 ordine genetico dove si costituisce una sostanza.
3 livelli di astrazione:
Tipi di astrazione Statuto noetico
Materia
e
scartata
[epistemologico]
1°
ASTRAZIONE
DEL TUTTO
2°
ASTRAZIONE
DELLA
FORMA
3°
Universale
‘fisico’
Materia
sensibile
individuale
Statuto
ontologico
(modo di essere)
Essere
materiale
[tutti i saperi]
(tramite
Forma
Ogni materia
l’int.agente:
matematica
sensibile
apprensione)
e materia int.
[matematico] individuale
Universale
‘meta-fisico’
SEPARAZIONE
[metafisico]
Essere
immateriale
Ogni materia (tramite l’int.
possibile:
giudizio di
separabilità)
Risultato
e
Esempi
Nozione universale
di specie o genere
<uomo, gatto, …>
<mammifero, felino, …>
Quantità aritm. e geom.,
n°. reali, figure, volumi.
<2+2 = 4>
<la sedia è quadrata>
Conoscere l’esistenza di
realtà positiv. immat. in:
- autoriflessione;
- dim. immortal. anima
- esistenza di Dio.
. Ogg. separabili: <ente,
sostanza, atto, potenza,...
trascendentali(uno, buono)>
. Ogg. separati: <Dio,
sost. separate, facoltà
spirituali, volontà, …>
 Enti di ragione pura: nozioni costruite dalla mente, non astratte.
<chimera, unicornio>, <n°. complessi>, <animale è un genere>.
18
V.
L’OPERAZIONE DELL’INTELLETTO POSSIBILE
1. Attuazione dell’intelletto possibile
Caratteristiche dell’atto intellettivo:
 Intellezione come atto:
la volontà muove l’intelletto possibile all’intellezione;
la volontà è causa efficiente.
 Intellezione come oggetto: l’oggetto specifica l’atto di intellezione:
specificazione;
l’oggetto è causa formale.
Nell’intelletto c’è una duplice potenzialità:
 è in potenza di conoscere o no;
 è in potenza di conoscere tale oggetto o altro.
Nell’intellezione
Operazione
Operato
Nella cosa
relazione logica
Apprensione
(o assimilativa)
dalle cose al
pensiero
Concetto
Nozione in astratto
Verbo mentale
Predicabilità
Giudizio
dal pensiero alle
cose
Enunciato
riferimento a una
realtà esistente
Attribuzione
Ragionamento
mediare dei giudizi
non evidenti
Argomento
Illazione
oggetto conosciuto
Quiddità
determinazione,
colgo l’identità
<rosa>
Modo di essere o
essere
colgo l’alterità
<la rosa è gialla>
Intelletto = facoltà in quanto ‘vede’ i suoi oggetti.
Ragione = facoltà stessa ma in quanto instaura un processo.
19
2. Le istanze dell’atto intellettivo completo
Un giudizio può avere 3 livelli:
Triangolo segnotico
riferimento
Essere
referente
la rosa è bianca
= realtà
denotazione
Pensare
significato
la rosa è bianca
= oggetto pensato
significazione
Dire
significante
«la rosa è bianca» =
= espressione linguistica
Le istanze intellettive sono 6:
1)
2)
3)
4)
cosa intelletta
specie intelligibile
atto di intellezione
verbo mentale o significato mentale o concetto
5) «espressione linguistica» o immagine acustica
6) schemi percettivi
ATTO I
ATTO II
Non si pensa
Si pensa
propriamente intellettive
sub-intellettive
nella percezione interna.
Non si può pensare senza
una lingua.
Specie
intelligibili
verbo
mentale
fecondato dall’
intelletto agente
Intelletto
Possibile
20
atto di
intellezione
cosa
intelletta
3. Apprensione e concetto
3.1
Verbo mentale o concetto
=
ciò che viene pensato in quanto pensato;
presente al mio pensiero, non in quanto esistente
(es. differenza tra gli atti con cui guido e la guida della macchina).
Verbo mentale
è interno all’intelletto
è il fine, nasce quando penso e sparisce
[visualizzazione del file sullo schermo]
è un significato mentale,
è il contenuto: ciò che viene pensato,
è l’operato dell’intellezione,
universale
3.2
 cosa intelletta
è esterna all’intelletto
 specie intelligibile
è il principio, rimane in noi in modo duraturo
[file del PC]
 atto di intellezione
è il pensare qualcosa
è l’operazione
singolare di un soggetto
Analisi del verbo mentale
Il verbo mentale ha 2 rapporti:
Atto intellettivo
albero
<albero>
COSTITUZIONE
Intelletto
intellezione
albero
SPECIFICAZIONE
concetto
dà il suo essere
cosa intelletta
dà l’Oggetto
 rapporto di specificazione: concetto / cosa
= ciò che fa la specie, specificità;
. la realtà è la causa formale dei diversi concetti,
perché costituisce il concetto.
 rapporto di costituzione:
intelletto / concetto
. l’intelletto possibile è la causa efficiente,
perché produce il concetto.
. il frutto dell’intellezione è il concetto.
La mente umana è fecondata dalla cosa e il frutto della mente è il concetto.
(analogia del concepimento).
 Il concetto è lo stesso dell’oggetto concepito, quanto alla specificazione.
(es. il concetto di albero è identico alla natura di albero: ‘alberità’)
 L’essere del concetto è diverso dall’essere della cosa intelletta.
21
(es.20 uomini hanno 20 concetti diversi di albero, ma l’essere dell’albero è uno
solo)
3.3 Funzione del verbo mentale
= mediazione tra l’intelletto in atto e la cosa, unisce l’atto conoscitivo e la cosa.
Come avviene la mediazione? (2 tipi di spiegazione del concetto)
1) modello della fotografia (Cartesio, realismo mediato, sbagliata per il professore!)
. ritratto della realtà: l’intelligenza conosce le rappresentazioni e non le cose;
. teoria rappresentalistica della conoscenza: il concetto è ciò che conosco; la
mente non vede la cosa, ma le fotografie mentali della cosa;
. ci sono 2 momenti: conoscenza della foto e riconoscimento della realtà.
2) modello della finestra (realismo dell’intelligenza che opera con i sensi)
. il concetto, come la finestra, è ciò attraverso cui guardo la cosa;
. conosco in un solo atto la cosa e il concetto (finestra).
Le 4 posizioni teoretiche:
ante rem
in re
Esiste
Universale
post rem
Non esiste
(né nella mente,
né nelle cose)
3.4
Platonismo
Realismo radicale:
conoscenza = reminescenza, l’anima
intuisce un’idea separata.
Aristotelismo Realismo moderato:
il + vicino alla realtà; l’intelligenza
intellige l’essenza della realtà, tramite un
concetto.
Abelarbo
Nominalismo moderato:
Scoto
non si intelligono le essenze come reali,
ma la mente pensa i concetti.
Occam
Nominalismo radicale:
il conoscere è un atto singolare con una
cosa singolare (come il computer).
A che cosa serve l’apprensione?
L’apprensione serve a conoscere la QUIDDITA’ (= determinazione che viene colta
quando si pensa o si assimila un oggetto, cioè pensato o reale.
Realismo: pensiamo le essenze delle cose con 2 livelli diversi:
1) la natura secondo l’essere che ha nel singolare (individualizzata e
incomunicabile);
2) natura secondo il suo essere intelligibile (departicolarizzata e comunicabile).
L’elemento comune è che l’apprensione può raggiungere la natura in se stessa.
3.5
Modi dell’oggetto dell’apprensione
Concetto
= ratio, nozione: aspetto della cosa come nucleo intelligibile:
trascendentali, categorie, generi e oggetti specifici
uomo: ente, sostanza, vivente animato, vivente razionale.
22
= definizione: discorso articolato in più nozioni.
= verbo mentale: concetto visto nella sua natura espressiva.
= prole della mente: l’intelletto ‘genera’ il concetto.
4. Giudizio ed enunciazione
4.1
Sguardo globale sul giudizio
Giudizio = . composizione di nozioni attraverso le quali cerco di descrivere un
aspetto della realtà esistente;
. quando c’è un verbo coniugato o il verbo essere tra due termini;
. il frutto del giudizio è l’enunciato: <S è P>
3 tipi di giudizio:
1) enunciati con oggetto referente reale, con significato (es.: quest’uomo cammina);
2) enunciati senza ogg. referente reale, con significato (es.: il cavallo Pegaso su
Roma);
3) enunciati senza ogg. referente reale, né significato (es.: l’unicornio disegna un
cerchio quadrato).
Che cosa fa il giudizio?
Possiamo distinguere 3 livelli (o 3 funzioni del verbo <è>):
1°.
2°.
3°.
certa
COMPOSIZIONE LOGICA (o valore di copula): connessione logica tra S e P
nella mente  intenzionalità seconda.
COMPOSIZIONE ASSERTORICA (o valore di adeguazione): attribuisco una
certa determinazione astratta dalla mente
alla realtà (centrifuga)  intenzionalità
prima.
COMPOSIZIONE ONTOLOGICA (o valore ontologico di realtà): colgo un
disposizione ontologica della cosa  atto
d’essere.
2°)
S
<S è P>
1°)
O
3°)
Queste 3 tappe o momenti del giudizio presuppongono una percezione esterna della
realtà e un’astrazione dei 2 concetto dell’enunciato.
Apprensione: funzione assimilativa, va dalle cose alla mente (centripeta).
Giudizio: funzione attributiva, va dalla mente alle cose (centrifuga).
23
4.2
I momenti del giudizio
1°. COMPOSIZIONE LOGICA
Intenzione seconda: connessione logica tra S e P: <S é P> (nella mente).
Elemento determinante = P , perché è l’anima dell’enunciato.
Elemento determinabile = S , perché interessa nella misura che è relazionato con il P.
Es:: <Il gatto è rosso> non interessa la gatteità, ma che il gatto sia suscettibile di
ricevere il rosso. Infatti posso dire <Questo è rosso> senza specificare il S.
Classificazione dei giudizi per Aristotele
per accidens:
il P non dipende
dall’essenza del S
Proposizione
<S è P>
ragionevole)
1°
P è essenziale
(l’uomo è seduto)
(l’uomo è
specie, differenza, genere
2°
P è una proprietà (l’uomo è socievole)
per sé:
il P scaturisce
[3°] modo di essere
dall’essenza del S
4° P è una causa
(il fuoco brucia)
Classificazione dei giudizi per Kant
1) analitico:
esplicitazione di un concetto; non dà nessuna
conoscenza nuova, tautologico.
2) sintetico a posteriori: formulazione di un giudizio
dall’esperienza
Giudizio
singolare; dà novità informative.
3) sintetico a priori:
è innovativo, però sono veri prima
dell’esperienza fattuale. Per leggi
universali
come <Il ferro si dilata al sole>.
24
2°. COMPOSIZIONE ASSERTORICA
Intenzione prima del giudizio: ritorno della forma pensata alla cosa reale (cioè dalla
mente alle cose).
Il valore assertorico consiste nell’applicazione (se giudizio +) o nella separazione (se
giudizio -) del P pensato al S come cosa reale. Il giudizio è un discernimento del P al
S.
(nome proprio =
questo…)
S logico
<La rosa
P logico
è
cosa
reale
( = nome comune,
universale, categoria)
un fiore>
forma
pensata
è nel
oggetto
extramentale
soggetto
pensante
Es.: differenza tra enunciato e uguaglianza:
<Il cigno è bianco>
. non reversibilità: non posso invertire;
. soggetto sussistente
sostanzialità ontologica;
. linguaggio concettuale: il concetto
non esaurisce la realtà.
f(x) = x^3
. totalmente reversibile;
. non sostanzialità (puro oggetto di
pensiero);
. linguaggio matematico: il significato
 referente.
. il S con lo stesso significante e
significato, può avere diversi referenti.
(es.: Uomo è …)
. il S  referente.
25
L’assenso
Perché giudichiamo? Per dire come stanno le cose!
L’asserzione è il rapporto della mente, che asserisce combinando S e P, con la realtà.
L’assenso realizza il passaggio in cui la mente intende dire ciò che è.
Su che cosa verte l’assenso? 2 grandi posizioni:
I ip.) assenso sospeso (non completamente esatta)
Si danno 2 momenti cronologici:
_ la composizione logica: <S è P>
_ assenso: <E’ vero che S è P>, dove si relaziona un enunciato già costituito
con
la realtà.
Vantaggi:
. nell’ipotesi (es. teorie scientifiche): costruisco l’enunciato e poi verifico;
. nell’errore: dove l’enunciato significante è dotato di significato, ma non ha
riscontro nella realtà.
Svantaggi: separando l’assenso dalla comp. Logica non tiene conto
dell’esercizio
normale del linguaggio.
II ip.) assenso interno all’enunciazione
Il verbo essere o un verbo coniugato sta a indicare tanto la comp. logica
quanto
quella assertorica. Opero un’applicazione del P sulla cosa.
Vantaggi:
. rende conto del fatto linguistico e della coniugazione.
. fatto noetico conoscitivo: il verbo essere indica che la cosa è, con un suo
essere
proprio.
Svantaggio: sembra che impedisca la dovuta distanza quando si lascia
l’esperienza quotidiana e si entra nella scienza o filosofia.
In realtà nei giudizi di percezione la distanza non si dà: la coniugazione stessa
esercita il ruolo dell’assenso. Quindi risolvo la II ip., dove l’ipotesi (grande distanza
tra P e S) è riconducibile a una domanda (= sospensione dell’assenso).
Definizione:
L’assenso è l’applicazione (o separazione) della determinazione pensata dal P alla
cosa espressa dal S.
Es. <Maffeo è rosso> applico la determinazione di rosso a gatto.
26
Modalità di assenso
nell’Oggetto o P
nel S
Assiomatica
IMMEDIATA
EVIDENZA
Percettiva
CERTEZZA
IMMEDIATA
Appare il nesso tra S e P
MEDIATA
Dimostrativa CERTEZZA
MEDIATA
con un termine medio
(.metafisica
.matematica
.fisica)
(.pratica morale)
ASSENSO
dato
Fascio di
PROBABILITA’
Assenso con
timore
OPINIONE
segni mandati dall’O
NON
EVIDENZA
TESTIMONIANZE Credibilità
FEDE UMANA
Sulla persona che
garantisce
RAGIONI NON
SUFFICIENTI
ASSENSO
non dato
SENZA
RAGIONI
Più segnali in una direzione
SOSPETTO
Quasi equivalenza di ragioni
DUBBIO
Obbligo di sapere: non si conosce la problematica
IGNORANZA
Senza obbligo di sapere: non si conosce il problema
e il S è estraneo
NESCIENZA
27
CONVERSIONE AI FANTASMI
Non è la facoltà che conosce, ma è l’uomo che conosce attraverso le sue facoltà.
L’uomo ha a disposizione 2 livelli conoscitivi (sensoriale e intellettiva).
C’è un salto, ma anche una continuità: circolarità della conoscenza:
1^ fase: percezione singolare concreta (con. sens.);
2^ fase: astrazione dell’universale intelligibile (con. intell.);
3^ fase:con la conversione si ricongiunge l’universale intelligibile al singolare
sensibile.
Conversione =
processo inverso all’astrazione, dove dall’universale ritorno alla
cosa sensibile. Ritorno non solo sulla cosa, ma anche sul mio
rapporto veritiero alla cosa (rapporto di verità).
I momenti o dimensioni dell’atto giudicativo:
1° composizione logica;
2°. composizione assertorica;
3°. riflessione.
3° RIFLESSIONE
Riflessione o apercezione =
. coscienza che il S ha di sé stesso quando conosce un
altro Oggetto;
. consapevolezza di se stesso;
. auto-conoscenza che si dà nell’etero-conoscenza.
Ci sono 2 modalità diverse:
1) atematica o immanente all’atto:
2) tematica:
28
il S (io) è conosciuto non a modo di oggetto,
ma come colui che conosce, di coscienza.
L’O è esterno.
il S (io) prende se stesso come oggetto.
Ha come oggetto non una cosa esterna, ma un atto interiore.