VERBALE N°25
SIMONE SPAGNOLI
18/02/16
HEGEL: FENOMENOLOGIA DELLO SPIRITO
(Coscienza-autocoscienza-ragione)
Secondo Hegel la dialettica è la legge intrinseca della realtà ed è il metodo della
filosofia speculativa applicabile ad ogni contenuto del suo pensiero e del suo
idealismo. Nel primo libro della fase matura di Hegel, chiamato "Fenomenologia
dello spirito", l’autore si propone di mettere in evidenza come l'individuo può
giungere alla conoscenza di sé e di come la coscienza diventa auto-coscienza,
spiega che l'Auf-Hebung =superamento e conservazione, è applicabile anche
all'individuo e analizza lo sviluppo individuale della coscienza, infatti
"phenomenon" deriva dal greco e significa "manifestare" ed indica le
manifestazioni dello spirito che hanno come meta finale un punto di vista
sintetico. Hegel riprende le tre fasi della legge triadica della storia (tesi, antitesi e
sintesi) e nell'analizzare l'individuo le chiama: coscienza, autocoscienza e
ragione. Con "coscienza" Hegel indica il rapportarsi con il mondo esterno
attraverso i sensi, cioè gli strumenti immediati di una conoscenza radicata sulle
percezioni, né concettuale né etica. La coscienza rappresenta la tesi ,la prima base
su cui può svilupparsi un processo conoscitivo, tutto ciò che ha a che fare con la
sfera sensibile e vuole superare le false concezioni degli empiristi secondo i quali
la coscienza si basa solo sulla capacità sensibile dell'uomo, invece per Hegel la
coscienza si sviluppa e va oltre i sensi, è una liberazione dell'intelletto dal peso
di tutto ciò che è sensibile, lui vuole dimostrare che l'uomo ha la capacità di
evolversi, emanciparsi e che lo spirito non è solo un riflesso della materia. Per gli
empiristi l'intelletto è solo un accessorio dell'uomo, il quale è una marionetta
nelle mani delle sue passioni e istinti. I principali filosofi empiristi sono Hobbes,
Locke e Hume. Hume, riprende una teoria di Locke e dice che l'inizio della
coscienza parte dall'esperienza e che l'intelletto non esiste, è una tabula rasa che
si riempie con l'esperienza. Questo significa ridurre la coscienza a sentimenti
esterni e annullare l'intelletto, affermando inoltre che le idee sono solamente una
generalizzazione dei sensi. Infine Hegel critica anche Kant nella “Critica della
ragion pura” accusandolo di esser stato influenzato dall’empirismo nel definire
che cos’è la conoscenza, la quale secondo lui può avvenire solo partendo
dall’estetica trascendentale. A sostenere l’importanza dei sensi sull’intelletto
viene nominato Aristotele sosteneva che nell'intelletto non c'è nulla che
precedentemente non sia passato per i sensi (nihil est in intellectu quod prius non
fuerit in sensu).