Esercitazioni di sociologia - I gruppi organizzati e valori e norme sociali
1. Una delle caratteristiche più evidenti e peculiari della società moderna è la grande diffusione di
associazioni e organizzazioni. Ma cosa distingue, secondo l’opinione sociologica prevalente,
un’associazione da una organizzazione?
2. Weber definisce la forma organizzativa moderna col termine di burocrazia. Descrivete i principali
elementi che secondo Max Weber caratterizzano la burocrazia moderna.
3. Secondo M. Weber la burocrazia dovrebbe garantire precisione, continuità, rigore, affidabilità,
razionalità. Eppure spesso l’organizzazione burocratica presenta delle "distorsioni". Una di queste è ciò
che Robert Merton definisce “formalismo burocratico”. Esponete la teoria di Merton.
4. Dopo aver illustrato ciò che Max Weber intende per azione razionale rispetto allo scopo, dite come
Herbert Simon ha ridefinito tale concetto (“razionalità limitata”).
5. Nell’interazione sociale i comportamenti dei singoli attori risultano largamente prevedibili perché
seguono delle regolarità. Queste regolarità dipendono essenzialmente dal rispetto di norme sociali.
Esponete i motivi che, secondo la teoria sociologica, conducono gli individui all’osservanza delle norme
sociali.
6. Non è infrequente che si verifichino situazioni nelle quali non appare chiaro, dal punto di vista
dell’attore sociale, quali comportamenti sono prescritti e quali sono vietati: si parla in questi casi di
incoerenza del sistema normativo. Indicate i tre principali casi di incoerenza normativa, facendo esplicito
riferimento - per due di essi - ai concetti di “dilemma etico” di R. Merton e di “anomia” di E. Durkheim.
I gruppi organizzati e valori e norme sociali
1. Una delle caratteristiche più evidenti e peculiari della società moderna è la grande diffusione di
associazioni e organizzazioni. Ma cosa distingue, secondo l’opinione sociologica prevalente,
un’associazione da una organizzazione?
2. Weber definisce la forma organizzativa moderna col termine di burocrazia. Descrivete i principali
elementi che secondo Max Weber caratterizzano la burocrazia moderna.
3. Secondo M. Weber la burocrazia dovrebbe garantire precisione, continuità, rigore, affidabilità,
razionalità. Eppure spesso l’organizzazione burocratica presenta delle "distorsioni". Una di queste è ciò
che Robert Merton definisce “formalismo burocratico”. Esponete la teoria di Merton.
4. Dopo aver illustrato ciò che Max Weber intende per azione razionale rispetto allo scopo, dite come
Herbert Simon ha ridefinito tale concetto (“razionalità limitata”).
5. Nell’interazione sociale i comportamenti dei singoli attori risultano largamente prevedibili perché
seguono delle regolarità. Queste regolarità dipendono essenzialmente dal rispetto di norme sociali.
Esponete i motivi che, secondo la teoria sociologica, conducono gli individui all’osservanza delle norme
sociali.
6. Non è infrequente che si verifichino situazioni nelle quali non appare chiaro, dal punto di vista
dell’attore sociale, quali comportamenti sono prescritti e quali sono vietati: si parla in questi casi di
incoerenza del sistema normativo. Indicate i tre principali casi di incoerenza normativa, facendo esplicito
riferimento - per due di essi - ai concetti di “dilemma etico” di R. Merton e di “anomia” di E. Durkheim.
Valori, istituzioni e socializzazione
1. L'affermazione di K. Marx secondo la quale i valori di una società sono i valori della classe
dominante continua ad avere una sua validità, almeno con certe qualificazioni. Dite, da un lato, le
ragioni della perdurante validità di questo processo sociale e, dall'altro, le ragioni che portano a
ritenere parzialmente sbagliata questa affermazione.
2. Secondo la sociologia un'istituzione è un modello di comportamento dotato di cogenza normativa.
Qual è l'atteggiamento delle persone di fronte ad un'istituzione? Nel rispondere fornite qualche
esempio.
3. Nella socializzazione primaria vengono trasmesse una serie di competenze di base. Dite quali sono
queste competenze.
4. Il raggiungimento delle capacità insite nel concetto di "altro generalizzato" segna la fine della
socializzazione primaria. Dite quali sono le capacità descritte da questo concetto.
5. Descrivete le diverse pratiche di socializzazione riscontrate nelle famiglie di classe
media e in quelle di classe operaia. Infine illustrate le spiegazioni, di ordine
psicologico e sociologico, che sono state addotte per giustificare queste diversità
nei modelli educativi delle famiglie.
6. Nella socializzazione secondaria ha grande importanza l’esperienza nel gruppo dei pari. Descrivete
le condizioni di base di tale esperienza e i suoi particolari contenuti socializzativi.
Esercitazione di Sociologia – Valori, istituzioni e socializzazione
1. L'affermazione di K. Marx secondo la quale i valori di una società sono i valori della classe
dominante continua ad avere una sua validità, almeno con certe qualificazioni. Dite, da un lato, le
ragioni della perdurante validità di questo processo sociale e, dall'altro, le ragioni che portano a
ritenere parzialmente sbagliata questa affermazione.
2. Secondo la sociologia un'istituzione è un modello di comportamento dotato di cogenza normativa.
Qual è l'atteggiamento delle persone di fronte ad un'istituzione? Nel rispondere fornite qualche
esempio.
3. Nella socializzazione primaria vengono trasmesse una serie di competenze di base. Dite quali sono
queste competenze.
4. Il raggiungimento delle capacità insite nel concetto di "altro generalizzato" segna la fine della
socializzazione primaria. Dite quali sono le capacità descritte da questo concetto.
5. Descrivete le diverse pratiche di socializzazione riscontrate nelle famiglie di classe media e
in quelle di classe operaia. Infine illustrate le spiegazioni, di ordine psicologico e
sociologico, che sono state addotte per giustificare queste diversità nei modelli educativi
delle famiglie.
6. Nella socializzazione secondaria ha grande importanza l’esperienza nel gruppo dei pari. Descrivete
le condizioni di base di tale esperienza e i suoi particolari contenuti socializzativi.
ES devianza
1. Che cosa si intende dire in sociologia quando si parla di “concezione relativistica della devianza”?
2. La teoria della subcultura spiega i comportamenti devianti riconducendoli all’ambiente in cui si
vive. Esponete gli elementi che caratterizzano questa spiegazione.
3. Nella logica della teoria dell’etichettamento per comprendere il comportamento deviante è
necessario tenere conto non solo della violazione, ma anche dell’applicazione delle norme; non solo
dei criminali ma anche delle forme di controllo sociale. Spiegate la ragione di queste affermazioni
illustrando i contenuti di tale teoria.
4. Fra le teorie che cercano di spiegare devianza e criminalità ve n’è una chiamata del controllo
sociale. Dopo aver premesso quale concezione della natura umana condividono coloro che si
riconoscono in questa teoria esponete il ragionamento di base di questa spiegazione , aggiungendo
quanto dice Travis Hirschi su devianza e legami sociali.
5. La teoria della scelta razionale per spiegare i comportamenti devianti contiene assunti e
argomentazioni molto diversi rispetto alle tradizionali teorie sociologiche della devianza ( tensione,
subcultura, etichettamento). Illustrate queste differenze ( possibilmente senza raccontare tutte le
teorie).
6. Fra le forme di criminalità che la sociologia studia vi sono i cosiddetti " reati dei colletti bianchi".
Che cosa si intende con questa espressione? Per quali motivi coloro che commettono questi reati
vengono molto raramente denunciati, processati, condannati?