Numero 22°/2014 Quale riconoscimento delle patologie psichiche legate al lavoro? Studio di Eurogip in 10 paesi europei (1) Al tema dello stress è dedicata la campagna annuale della Agenzia di Bilbao mentre la Commissione europea ha indicato i rischi psicosociali sul lavoro come una delle priorità della futura strategia comunitaria in tema di salute e sicurezza sui luoghi di lavoro. Se, dunque, è comunemente riconosciuto che l’ambiente di lavoro può avere un impatto sulla salute non solamente fisica ma anche mentale dei lavoratori, il tema del riconoscimento del carattere professionale delle malattie psichiche non sta ottenendo la stessa attenzione con differenze notevoli anche fra i diversi paesi della Unione Europea. Eurogip ha condotto uno studio in dieci paesi europei: Belgio, Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Italia, Olanda, Spagna, Svezia. Svizzera, studio che permette di avere un panorama delle possibilità di riconoscimento delle patologie psichiche legate ai rischi psicosociali1 sia come malattie professionali che come infortuni, da cui possiamo trarre spunti interessanti per la nostra attività di tutela. ********* Come già ricordato (vedi newsletter 3/2013) tranne la Spagna e la Svezia tutti i paesi oggetto dello studio prevedono un sistema misto di riconoscimento delle malattie professionali. Solo la Danimarca ha inserito una patologia “mentale” nella lista nazionale della malattie professionali, Questo inserimento è avvenuto nel 2005 e concerne il “disturbo posttraumatico da stress”. Secondo la voce tabellare del 2005 questo disturbo deve essere conseguenza di una esposizione “ad una situazione o ad un avvenimento traumatizzante di breve o lunga durata e di natura eccezionalmente minacciosa o catastrofica”. 1 Le malattie psichiche conseguenti ad esposizione a sostanze chimiche non sono state oggetto dell’indagine. Via G. Paisiello, 43 – 00198 Roma – Tel. 06/855631 Le condizioni relative all’esposizione contenute nella Guida delle Malattie Professionali ricalcano in gran parte i criteri seguiti dal Comitato delle Malattie Professionali per il riconoscimento nell’ambito del sistema complementare di assicurazione. Qui di seguito riportiamo un estratto della Guida danese: “ disturbo post traumatico da stress. La malattia deve rispondere ai criteri diagnostici previsti dalla classificazione internazionale dell’OMS che sono: a) esposizione a situazioni o ad avvenimenti stressanti (di breve o lunga durata) che presentino un carattere di minaccia o di catastrofe estremamente marcato; b) rivivenza ripetuta dell’avvenimento traumatico in occasione di ricordi invasivi (flashbacks) o di incubi o grave malessere in caso di esposizione a circostanze che possono risvegliare il ricordo del traumatismo; c) evitamento di tutte quelle attività che possono risvegliare il ricordo del traumatismo; d) perdita parziale e/o totale della memoria (amnesia) riguardo alle esperienze traumatiche o sintomi persistenti di iperveglia neurovegetativa con ipervigilanza, con la presenza di almeno due dei seguenti criteri: 1) insonnia; 2) irritabilità o crisi di collera; 3) problemi di concentrazione; 4) ipervigilanza; 5) reazione di soprassalto esagerata. 6) il disturbo compare nei sei mesi successivi all’esperienza traumatizzante. In generale, la diagnosi di disturbo post-traumatico non può essere formulata se la vittima non corrisponde interamente alle esigenze in tema di diagnosi relative alla malattie, ivi compresa l’esigenza di una esposizione ad avvenimenti particolarmente minacciosi o catastrofici nei sei mesi precedenti la comparsa della malattia. La valutazione diagnostica deve, per rappresentare la base di partenza del riconoscimento, basarsi sulla valutazione fatta dal uno specialista in psichiatria. In alcuni casi, il medico specialista formula la diagnosi di disturbo post traumatico da stress anche se la malattia non assolve a tutte le caratteristiche in tema di diagnosi relativamente o ai traumatismi straordinari o al quadro sintomatologico. E’ possibile avere , ad esempio, un quadro sintomatico corrispondente al quadro patologico del disturbo post traumatico da stress senza che vi sia stata una esposizione particolarmente stressante. In questi caso è il National Board of Industrial Injuries che valuta se le richieste in tema di diagnosi siano soddisfatte comprese le caratteristiche relative alle esposizioni psichiche particolarmente stressanti. Le altre diagnosi come il disturbo da stress (compreso il disturbo da stress acuto o il disturbo da stress non-specifico), la reazione di adattamento, la depressione e lo stato di stress/sindrome di stress non rientrano nella voce della lista tranne nei casi in cui il National Board of Industrial Injuries stimi che il quadro patologico corrisponda al disturbo post-traumatico da stress ed assolva a tutti i criteri. Numerose altre patologie/malattie possono comunque, in caso di situazioni di stress Via G. Paisiello, 43 – 00198 Roma – Tel. 06/855631 particolari, essere riconosciute nell’ambito del sistema extratabellare, dopo disamina ad opera dell’’Occupational Diseases Committee. Caratteristiche dell’esposizione: si considera che la malattia sia stata causata principalmente da uno stress esterno e che sia in grado di comportare sequele psichiche permanenti. La diagnosi stessa comprende una valutazione della natura dell’esposizione. In generale non è possibile porre una diagnosi se non vi è stata una esposizione ad uno stress estremamente severo di natura particolarmente minacciosa o catastrofica. Esempi di malattie/fattori preesistenti e concomitanti: in alcuni casi, si può avere una malattia psichica preesistente o concomitante non correlata alle esposizioni professionali particolarmente stressanti ma pertinente per il quadro patologico globale. Inoltre, circostanze diverse da quelle professionali possono essere significative nel determinismo dello stato psichico di una persona, Esempi di malattie preesistenti o concomitanti possono essere: la depressione, lo stato ansioso, le psicosi o disturbi similari. Domande trattate come extra-tabellate: solo il disturbo post traumatico è ricompreso nella voce tabellare. Occorre, inoltre che vi siano state delle esposizioni che configurino le caratteristiche in tema di riconoscimento. Altre malattie o esposizioni non figuranti nella voce tabellare possono, in casi particolari, essere riconosciute a seguito della trattazione del caso ad opera dell’Occupational Diseases Committee. Le seguenti malattie psichiche possono, dopo una valutazione concreta, essere considerate come causate da fattori di stress esterno ed essere riconosciute dopo trattazione del caso ad opera del Committee: Il disturbo da stress (compreso il disturbo acuto da stress, altri disturbi da stress e le altre forme non specifiche di disturbo da stress F43): La depressione (compreso l’episodio depressivo isolato F32). La maggior parte delle depressioni sono passeggere e non è possibile in genere differenziare queste depressioni dalle forme depressive più persistenti se non seguendone l’evoluzione. Non vi sono indicazioni relativamente alla permanenza della malattia: Il disturbo di ansia generalizzata (altri disturbi ansiosi f41), Le fobie (compresi i disturbi ansiosi fobici F40); Il disturbo ossessivo compulsivo (le azioni ossessive); I disturbi somatiformi (F45) alcune psicosi, tuttavia le psicosi persistenti non sono in genere considerate in quanto principalmente causate da fattori di stress esterno; la modificazione durevole della personalità dopo una esperienza a tipo catastrofe (F62) che non corrisponde alle caratteristiche del disturbo post-traumatico. Una valutazione concreta imperniata sulla apparizione dei sintomi, la evoluzione della malattia e la natura e la durata delle esposizioni psichiche permette di determinare se queste malattie psichiche siano state causate oda una esposizione legata al lavoro. La malattia psichica diagnosticata come disturbo dell’adattamento non soddisfa, in genere, le condizioni per un riconoscimento come malattia professionale. Questa diagnosi ricomprende le malattie psichiche molto moderate, non specifiche e passeggere che non sono abitualmente Via G. Paisiello, 43 – 00198 Roma – Tel. 06/855631 considerate come vere malattie professionali ai sensi di legge e che, inoltre, possono svilupparsi anche per esposizioni di bassa entità”. Come precisato dalla Guida danese delle malattie professionali, il disturbo da stress posttraumatico può essere riconosciuto in Danimarca (come in tutti i paesi europei) anche come infortunio sul lavoro. La qualificazione come malattia professionale (tabellata) o come infortunio sul lavoro dipende dalla durata dell’esposizione al rischio. Le pratiche di riconoscimento in Danimarca successive al 2005 dimostrano che in alcuni casi vi può essere una distinzione debole se non una possibilità di iscrivere il singolo caso in entrambe le fattispecie. Ciò permette di rilevare come alcuni casi che sono stati riconosciuti in Danimarca come malattia professionale (e che saranno oggetto di una successiva newsletter) in altri paesi potrebbero vedere un riconoscimento nell’ambito dell’assicurazione infortuni. In Belgio, in Italia, in Francia ed in Danimarca (per le patologie diverse dal disturbo post-traumatico da stress) le patologie psichiche possono essere riconosciute come malattie professionali nell’ambito del sistema extratabellare. La situazione è tuttavia assai diversa fra questi paesi da un lato abbiamo la Danimarca che già a partire dagli anni ’80 aveva riconosciuto dei casi in base al sistema misto e dall’altra il Belgio con solo due casi riconosciuti negli ultimi 15 anni. La Svezia non ha un sistema tabellare per cui per ogni caso deve essere fornita la prova dell’origine professionale. Affinché il caso sia riconosciuto vi devono sussistere seri motivi in favore del carattere professionale e questo ha fatto si che da molti anni vengano riconosciuti ogni anno numerosi casi di patologie psichiche. La Spagna rappresenta un caso a parte in quanto in questo paese le patologie non iscritte nelle tabelle di legge possono essere riconosciute nell’ambito della normativa di tutela degli infortuni sul lavoro a condizione che il lavoro ne sia la causa esclusiva. Rientrano in questa normativa anche le patologie preesistenti che siano state aggravate dal lavoro. In effetti, la legislazione spagnola prevede che le patologie che non sono ricomprese nella tabella delle malattie professionali possano essere riconosciute come infortunio sul lavoro (la tutela degli infortuni assume una vera funzione di sistema complementare o misto) nell’ambito della fattispecie “patologie non traumatiche causate o aggravate dal lavoro”,. Dal 2010 questi casi vengono registrati in maniera autonoma all’interno del sistema di Via G. Paisiello, 43 – 00198 Roma – Tel. 06/855631 registrazione denominato Panotratss e dunque non vengono più statisticati all’interno degli infortuni sul lavoro. I disturbi psichici come infortunio sul lavoro sono riconosciuti a partire dall’anno 2000 ma i dati dimostrano come la maggior parte dei casi che sono addivenuti al riconoscimento lo siano a seguito di una istanza giudiziaria. Tre paesi oggetto dell’indagine non permettono il riconoscimento dei disturbi psichici come malattia professionale e sono la Finlandia, la Germania e la Svizzera. In Finlandia ci si confronta con una impossibilità puramente giuridica: la legislazione definisce una malattia professionale come una malattia essenzialmente causata da agenti fisici, chimici o biologici sul lavoro. La lista finlandese delle malattie professionali è un elenco di esempi di malattie che possono essere professionali nell’ambito di un sistema misto di riconoscimento nel quale la malattia professionale è definita in una cornice generale che non ricomprende i fattori psicologici o psicosociali. Fra settembre 2001 e giugno 2003, un gruppo di lavoro creato ad hoc da parte del Ministero degli Affari Sociali e della salute aveva lavorato sull’opportunità di integrare il fattore psichico nella definizione di malattie professionali in modo da permettere il loro riconoscimento ed indennizzò. Questo gruppo, composta dai rappresentanti della parti sociali, del ministero, dell’assicurazione infortuni sul lavoro-malattie professionali e da esperti medici aveva concluso in senso negativo sulla base della mancanza di conoscenze e prove scientifiche e mediche sul legame causale fra fattori di tensione psichica sul lavoro e disturbi mentali. Attualmente solo le organizzazioni sindacali spingono per l’integrazione dei fattori psicosociali all’intero della definizione di malattia professionale. In Germania ed in Svizzera si tratta soprattutto di una impossibilità di fatto. In questi due paesi è vigente un sistema complementare o misto di riconoscimento che teoricamente permette la tutela di tutte le tipologie di malattia. Ma, in pratica, l’insufficienza delle conoscenze e delle prove mediche e scientifiche impedisce ad oggi ogni decisione positiva rispetto alle domande di riconoscimento a titolo di malattia professionale dei casi di disturbi psichici. In Svizzera secondo l’articolo 9 comma 2 della legge federale sull’assicurazione sono considerate malattie professionali le altre malattie causate in maniera esclusiva o preponderante dall’esercizio dell’attività professionale. Questa condizione è assolta quando la attività professionale svolge un ruolo causale nella malattia in una percentuale superiore al 75%, causa che deve essere provata secondo i criteri della probabilità preponderante. Inoltre, secondo la giurisprudenza, la presa in carico di una malattia Via G. Paisiello, 43 – 00198 Roma – Tel. 06/855631 professionale presuppone l’esistenza di una patologia tipica della professione considerata, il che si traduce nella condizione per cui i casi di malattia in un gruppo professionale determinato devono essere quattro volte superiori a quelli registrati nella popolazione generale. Tutta la documentazione citata può essere richiesta alla Consulenza MedicoLegale Nazionale via e-mail [email protected] Via G. Paisiello, 43 – 00198 Roma – Tel. 06/855631 all’indirizzo [email protected],