ELLENISMO
DEFINIZIONE
Droysen, storico ottocentesco, usò questo termine, Ellenismo, per sottolineare una
commistione di elementi greci ed orientali. I regni ellenistici erano multietnici,
multinazionali, dove popoli diversi erano dominati da una èlite greco- macedone. Ci fu,
però, uno scambio di esperienze culturali tra dominati e dominatori. Assistiamo ad una
grecizzazione, perché i sovrani ellenistici governarono con l'aiuto degli emigrati greci che
erano in netta minoranza rispetto alle popolazioni locali, ma occupavano i posti di
prestigio nell'amministrazione.
INTERSCAMBIO TRA DOMINATI E DOMINATORI
:i ero iad odadredre od raoeei ariod iaodrerro eo aad oiirarri
la lingua, detta koiné “lingua comune” =lingua attica semplificata; era una lingua
internazionale parlata in tutto il mondo allora conosciuto prima dei Romani (anche dagli
stessi Romani all'inizio). Per esempio la Bibbia, sotto Tolomeo, fu tradotta dall'ebraico
nel greco della koiné, da settanta dotti ebrei (la bibbia dei “Settanta”)
la letteratura: si diffusero il romanzo ellenistico, basato su una storia d'amore e sulle
avventure dei protagonisti, la Commedia nuova di Menandro, che rappresentava la vita
quotidiana e temi semplici legati all'amicizia e alla famiglia; tra gli storici si ricorda
Polibio che scrisse una storia universale pragmatica, basata cioè sui fatti e non su criteri
religiosi. Nell'oratoria prevalse la tendenza dell'Asianesimo, fondato sull'uso di
abbondanti figure retoriche ed eccessi tesi a stupire il lettore
la poesia: i poeti più importanti furono Callimaco di Cirene, poeta e direttore della
biblioteca di Alessandria, Apollonio Rodio e Teocrito di Siracusa, che influenzarono
la poesia latina
la filosofia: si diffusero soprattutto due filosofie ellenistiche, lo Stoicismo (Zenone,
333-263) che predicava un'etica rigorosa, secondo la quale la felicità consisteva nella
virtù e nell'agire secondo natura; i cittadini erano rispettosi e consapevoli e solidali verso
gli altri; l'Epicureismo (Epicuro di Samo, 341- 270), per cui la felicità consiste
nell'atarassìa (“assenza di dolore fisico e morale”).
Le filosofie ellenistiche rivolgevano a tutti (anche alle donne e agli schiavi) il loro
messaggio e il fine che si proponeva il saggio stoico ed epicureo era molto simile, quello
di raggiungere l'autosufficienza (indipendenza morale) e la serenità individuale.
Due concetti nuovi si affermano:
il cosmopolitismo: fu determinato dalla grande mobilità di persone lungo le coste del
Mediterraneo; la città per gli uomini è il mondo (kòsmos), perciò tutti gli uomini sono
uguali, sono “cittadini del mondo”.
La filantropia (“amore per il genere umano): coloro che amavano la cultura, avevano un
comportamento educato, cortese e tollerante, di nobiltà d'animo e di apertura verso gli
altri.
le scienze matematiche e fisiche, astronomia ( ecc.): ricordiamo Euclide (IV- III sec.
a.C) che influenzò la scienza geometrica successiva, Archimede di Siracusa(287-212), il
più grande matematico dell'antichità, studiò la quadratura del cerchio ecc., Eratostene di
Cirene che riuscì a misurare, con buona approssimazione, la circonferenza della Terra,
Aristarco di Samo (310-230) che sostenne la teoria eliocentrica( cioè che fosse la Terra
a ruotare intorno al sole), Claudio Tolomeo (150 a.C.)che confutò la teoria eliocentrica e
sostenne la geocentrica.
Dalle civiltà orientali, invece, i Greci apprendevano:
le istituzioni monarchiche: finiva la democrazia delle pòleis, il re ellenistico non era più
il magistrato che applicava la decisione dell'assemblea, ma, come sovrano assoluto,
decideva lui che cosa fare senza consultare l'assemblea e nemmeno le èlite greco –
macedoni. Il re era venerato e, come incarnazione della divinità, pretendeva la
proskynesis (“prosternazione o genuflessione”).
Le religioni orientali al posto del pantheon greco. Si diffusero i culti orientali (Mitra,
Asclepio, i culti misterici ateniesi di Demetra, la madre Cibele, protettrice della terra e
della fertilità, Dioniso, gli egizi Iside- Osiride) che esprimevano le nuove esigenze della
gente, una dimensione più personale e privata, ma anche il senso di incertezza e
insicurezza dell'individuo dopo il crollo della pòlis. Le diverse religioni spesso si
mescolarono ( si parla di sincretismo religioso) e ne nacquero nuovi culti. Tutti i nuovi
culti avevano in comune la preoccupazione di garantire agli uomini e alle donne la
salvezza futura in un aldilà felice. Furono definite, infatti, religioni “salvifiche o
soteriologiche”.