Esercizio n. 7 pag. 204 Calcolare il massimo lavoro ottenibile facendo espandere isotermicamente (27 °C) 50 L di ossigeno da 100 a 50 atm. Procedimento: nel seguente diagramma disegnare la trasformazione, come un ramo di iperbole. I diversi punti intermedi possono essere ricavati sapendo che il prodotto P·V deve essere costantemente 100·50 = 5000 L·atm. 100 atm i f 50 atm 50 L 100 L Il lavoro è dato dall’area grigia, del trapezoide sotto la curva. Essa può essere ricavata contando i quadretti (ciascuno vale 5L × 5atm = 25 L·atm) e risultano essere circa 139, quindi L = 139×25 = 3475 L·atm con un limite fiduciale di, diciamo, mezzo quadretto (13 L·atm). Il calcolo esatto prevede la somma infinita dei prodotti P·V alle pressioni decrescenti da 100 a 50 atm. In prima approssimazione possiamo considerare i 10 valori di P = 100; 91; 83; 77; 71; 67; 62,5; 59; 56; 53, ottenuti facendo 5000 : i volumi 50, 55, 60, 65, 70, 75, 80, 85, 90, 95. Abbiamo quindi l’area come somma di 10 rettangolini verticali aventi tutti lato di base = 5 L: L = (100·5 + 91·5 + 83·5 + 77·5 + 71·5 + 67·5 + 62,5·5 + 59·5 + 56·5 + 53·5) = =(100 + 91 + 83 + 77 + 71 + 67 + 62,5 + 59 + 56 + 53) · 5 = 719,5 · 5 = 3598 L·atm. Il risultato è un po’ in eccesso perché la parte alta dei rettangolini è eccedente alla curva di circa mezzo quadretto. Se teniamo conto di questo dobbiamo togliere circa 25/2·10 = 125 L·atm al risultato trovato, che diventa 3598-125 = 3473, cioè quasi uguale a quello ottenuto contando i quadretti. Ora applichiamo la formula che calcola il valore esatto dell’integrale, cioè la somma di infiniti rettangolini infinitamente sottili: L = nRT ln Error! ; il prodotto nRT per un gas ideale deve essere uguale a P·V, ovvero a 5000 L·atm nel nostro caso, quindi non è necessario ricavare le moli del gas (e non occorrerebbe nemmeno la temperatura); quindi L = 5000· ln Error! = 5000·ln 2 = 5000·0,693 = 3466 L·atm, inferiore di solo 7 L·atm (un quarto di quadretto) rispetto alla stima migliore. Nei futuri calcoli ovviamente useremo sempre la formula con il logaritmo naturale, ma in ogni caso non dimenticheremo mai che quella formula serve per calcolare la somma di tanti rettangolini P·V ciascuno a un pressione diversa. Infine non dobbiamo perdere di vista il processo fisico che interessa questa trasformazione. Cosa accade? La pressione iniziale viene rilasciata molto lentamente. In tal modo il gas tende a espandersi, ma nel farlo effettua un lavoro contro la pressione esterna che lo costringerebbe a raffreddarsi. Ma tale raffreddamento non avviene perché il sistema è immerso in un termostato che ad ogni minimo abbassamento di temperatura fornisce al gas il calore necessario per ristabilirsi. Sicché a ogni minimo rilascio di pressione corrisponde una microscopica quantità di lavoro effettuata e una minuscola quantità di calore che entra nel gas. Quando la pressione sarà scesa a 50 atm il gas si sarà espanso fino a 100 L. Il prodotto PV sarà rimasto invariato, per cui anche la temperatura, nonostante l’afflusso di calore, non sarà cambiata. In effetti tutto il calore entrato nel sistema sarà stato utilizzato per compiere lavoro, di conseguenza il bilancio di energia interna del gas sarà nullo: U = Q – L = 0, da cui L = Q (lavoro “uscito” = calore entrato). Perché il problema specificava l’aggettivo massimo? Vediamo cosa succederebbe se la pressione venisse rilasciata più rapidamente, portandola direttamente da 100 a 50 atm. Il pistone si solleverebbe rapidamente e il gas, nella sua espansione, incontrerebbe una pressione esterna di sole 50 atm, e andrebbe incontro a un raffreddamento altrettanto repentino. Trovandosi il gas a temperatura più bassa, il volume finale sarà inferiore ai 100 L previsti per il caso isotermo reversibile. Ma prima di immaginare il pistone immobile a tale Vad dobbiamo considerare che esso acquisterebbe energia cinetica e, in seguito alla sua inerzia, supererebbe il volume finale creando una lieve depressione, che lo richiamerebbe all’indietro e così via, fino a fermarsi dopo due o tre oscillazioni smorzate quando la pressione interna si assesterebbe allo stesso valore di quella esterna, cioè a 50 atm. Se non ci fosse attrito il pistone continuerebbe a oscillare intorno al volume finale all’infinito. Se consideriamo un pistone leggerissimo, possiamo trascurare l’attrito necessario per fermarlo (questo attrito si trasformerebbe in un’ulteriore prelievo di energia interna del gas che sarebbe dissipato solo in parte all’interno). Per calcolare il fatidico volume Vad che raggiunge il gas che si espande rapidamente dobbiamo risolvere un sistema: il lavoro complessivo fatto dal gas sarà Lad = Pest·V = 50·(Vad – 50); a causa della stessa quantità di lavoro sconosciuta (lo è finché non troviamo Vad) la temperatura dovrà scendere a Tad e l’energia dovrà diminuire per questo della quantità Uad = nCv·(Tad – Ti) = nCvTad – nCvTi ; i prodotti nT sono uguali a PV/R per la legge dei gas. Quindi Uad = Cv/R·PfVad – Cv/RPiVi = Cv/R·50Vf - Cv/R·5000. In quest’ultima espressione per Uad solo Vf è sconosciuto. Ora sappiamo che l’energia deve diminuire di tanto quanto è il lavoro fatto dal sistema contro la pressione di 50 atm, dal momento che il calore non ha fatto ancora in tempo a entrare (in tutto è trascorso meno di un secondo). Quindi Cv/R·50Vf - Cv/R·5000 = -50·(Vad – 50), dove il segno meno deriva da U1 = -Lad ; (Qad = 0). Da questa equazione di primo grado è possibile ricavare Vad se si conosce il valore di CV ; per O2 a temperature non troppo alte si ha Cv = 5/2R; quindi: 5/2·50·Vad – 5/2·5000 = -50·Vad + 2500 (125+50)·Vad = 2500 + 12500 Vad =15000/175 = 85,7 L Quindi Lad = 50·(85,7 – 50) = 50·35,7 = 1785 L·atm Per calcolare la temperatura raggiunta consideriamo che il prodotto PV è sceso da 5000 (a 300K) a 50·85,7 = 4285, e la temperatura deve diminuire in proporzione ad esso, non essendo cambiate le moli. Quindi Tad = 300 · 4285/5000 = 257 K (cioè -16 °C) e Tad = (-16) – (+27) = -43 °C. Ora la trasformazione, avendo raggiunto l’equilibrio meccanico, ma non quello termico, non si è ancora completata. Il gas nei minuti successivi riceverà dal serbatoio tanto calore quanto basta per andare dalla temperatura Tad (-16 °C) alla temperatura stessa del termostato, cioè a quella iniziale di 27 °C o 300 K. Nel compiere questo processo il gas acquisterà la quantità di calore Qp = nCp(Tf Tad), con Cp = 5/2 R + R = 7/2 R; quantità di calore che dovrà servire sia per incrementare l’energia interna della quantità U2 = nCv(Tf - Tad), sia per effettuare la parte rimanente di lavoro per espandersi da 85,7 a 100 litri alla pressione di 50 atm, L2 = 50·(100-85,7) = 50·14,3 = 715 L·atm. In conclusione, nel processo di espansione rapida il gas raggiungerà lo stesso stato finale, ma con un percorso differente: in esso si saranno ottenuti 1785 + 715 = 2500 L·atm di lavoro, contro i 3466 L·atm del caso per stadi di equilibrio (in cui il lavoro ottenuto era il massimo possibile, perché se si aumentasse ulteriormente la pressione esterna, invece di ottenere più lavoro di espansione otterremmo che il gas si comprime, quindi faremmo noi il lavoro su di esso). Ma perché questa seconda modalità viene considerata “irreversibile” mentre la prima “reversibile”? Occorre immaginare dei processi per ripristinare sia lo stato “i” del gas sia il contenuto energetico del serbatoio di calore. Evidentemente questo è possibile per il caso all’equilibrio (= cambiamenti di volume e temperatura del gas contrastati e frenati dall’esterno), ma non per il caso in cui si passa attraverso stati in cui il sistema è lasciato libero di evolvere spontaneamente (moto del pistone, scambi di calore), ma i dettagli di questa nuova storia saranno resi noti nel programma di quinta. Per ora vediamo le due trasformazioni a confronto nel diagramma PV. 100 atm i 50 atm ad 50 L f 100 L Il lavoro nell’espansione rapida è data dal quadrato sotto al triangoloide, e corrisponde a 10×10 quadratini, da 25 L·atm l’uno, cioè a 2500 L·atm di lavoro, come ricavato anche nel nostro calcolo precedente.La linea blu da ‘i’ a ‘ad’ è tratteggiata perché i punti attraversati forniscono la pressione esterna, ma non le pressioni e le temperature interne del gas, che raggiunge solo nel punto ad l’equilibrio meccanico (della pressione) con l’esterno. Da ad ad f, invece, il gas attraversa stati idi equilibrio con valori interni di P, V e T ricavabili dal grafico (tratto blu non tratteggiato).