2 C 4 Avvento - salesiani don Bosco

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Anno C
4ª DOMENICA DI AVVENTO
 Mic 5,1-4a - Da te mi uscirà colui che deve essere il dominatore in
Israele.
 Dal Salmo 79 - Rit.: Fa’ splendere il tuo volto e salvaci, Signore.
 Eb 10,5-10 - Ecco, io vengo per fare, o Dio, la tua volontà.
 Canto al Vangelo - Alleluia, alleluia. Eccomi, sono la serva del
Signore: avvenga di me quello che hai detto. Alleluia.
 Lc 1,39-48a - A che debbo che la madre del mio Signore venga a
me?
PER COMPRENDERE LA PAROLA
Ultima domenica prima di Natale. Ultima tappa dell’attesa del Signore.
Il Salvatore viene: Maria, sua madre, è colma di gioia, Giovanni
Battista ne presenta la venuta.
PRIMA LETTURA
Michea è un profeta contemporaneo di Amos, di Osea e di Isaia (sec.
VIII). È giudeo, ma profetizza sia su Samaria (capitale del Nord), sia
su Gerusalemme (capitale del Sud).
Egli denuncia i peccati di Israele (Nord) e ne annuncia la rovina.
Samaria infatti sarà presa dagli Assiri nel 721. Denuncia pure la
condotta degli abitanti di Gerusalemme: “I capi” costruiscono Sion sul
sangue e Gerusalemme su assassinii, convinti di avere l’appoggio del
Signore: “Il Signore è con noi” (3,10-11).
Tuttavia annuncia la salvezza. In questa profezia è Dio che l’annuncia
e quindi ne prende l’iniziativa. Tale salvezza non proverrà da una
capitale (orgogliosa e pervertita). Michea, il contadino, non ama le
città. La salvezza verrà da un paese che non vale niente: Betlemme,
Efrata (“la feconda”).
Israele: egli governerà Israele, il che per un Giudeo non indica il
Nord, ma tutto il paese nuovamente riunito (cf 2,12). Egli regnerà a
Gerusalemme.
Giuda: il Salvatore verrà dal regno di Giuda (cf 4,22). Del resto,
Betlemme è la patria di Davide (1 Sam 16), il re-messia che aveva
governato sull’intero Israele.
Coloro che rimarranno: si tratta della speranza d’un folto gruppo
attorno ad Israele, a partire dal “piccolo resto”.
3ª Domenica di Avvento “C” - “Omelie per un anno 1”, Elledici
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Lui in persona sarà la pace: le lotte interne ed esterne saranno
superate. La pace viene dal Messia di Dio.
L’attesa del Natale, festa della nascita di Gesù nel tempo e del suo
ritorno escatologico, rende chiara ai cristiani questa profezia (Mt 2,6;
Lc 2,6; Gv 7,42).
SALMO
Il Salmo 79, uno dei salmi dell’Avvento, è scritto con prospettive
analoghe a quelle di Michea. Si riferisce infatti ai due regni e ne lascia
intravedere la riunificazione. Nel momento in cui la vigna del Signore
(i due regni vacillanti) è devastata da coloro che l’hanno invasa, il
salmo è un grido di pentimento per l’infedeltà e insieme un grido di
speranza. La restaurazione verrà da Dio, Pastore, cioè vero re di
Israele. Essa verrà come una grazia.
SECONDA LETTURA
La lettera agli Ebrei afferma che il sacerdozio e il culto mosaico
avevano unicamente un valore provvisorio. Il fatto che i sacrifici
dovevano essere continuamente ripetuti era la prova evidente che
non potevano dare la salvezza.
“Ecco, io vengo”. Con la sua venuta, Gesù fa compiere una tappa
decisiva, tappa annunciata dal Salmo 39 (40).
“Per fare la tua volontà”. Questa tappa decisiva è il sacrificio
spirituale, che in primo luogo è sottomissione alla volontà di Dio.
“L’offerta del suo corpo”. È anche il sacrificio personale compiuto
nell’Incarnazione-Redenzione.
“Una volta per sempre”. È il segno dell’efficacia del sacrificio di Cristo:
esso è definitivo, non ha bisogno di essere ripetuto.
Il culto del Tempio aveva un aspetto grandioso che poteva creare un
senso di orgoglio. Il sacrificio di Gesù è umile: la sua vita umana
offerta nell’obbedienza (Fil 2,6-8). Opposizione analoga a quella
presentata da Michea: Gerusalemme, la capitale, e l’umile Betlemme.
VANGELO
Il brano presenta un episodio commovente, o per lo meno
sorprendente: una giovane fidanzata, da poco incinta, parte per un
lungo viaggio (150 km) e un lungo soggiorno (3 mesi).
Il racconto è colmo di significato. Si tratta dell’incontro del Messia coi
fedeli rappresentanti dell’Antica Alleanza. L’iniziativa dell’incontro è
della Madre del Salvatore. Un gesto di cortesia, di gratuità e di umiltà,
conforme allo spirito del Vangelo.
Di fronte a Maria, Elisabetta, la moglie del sacerdote Zaccaria.
“Entrambi erano giusti” (Lc 1,6). Il sacerdote, a causa del suo dubbio,
è muto, ma la moglie è ispirata: essa compie il primo atto di fede in
Cristo. In tal modo il sacerdozio, in ciò che ha di più valido, riconosce
Cristo già prima della sua epifania. Questa coppia dell’antico
3ª Domenica di Avvento “C” - “Omelie per un anno 1”, Elledici
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sacerdozio era vecchia e sterile, ma è diventata feconda in forza della
venuta del Messia.
Giovanni Battista, il più grande dei profeti, trasalisce di quella gioia
che è stata annunciata e sperata dai suoi predecessori.
Il sacerdozio e il profetismo ricevono la Visita annunciata. In questo,
come in tutto il mistero di Cristo (Incarnazione e Redenzione), Maria
è associata attivamente al frutto delle sue viscere.
PER ANNUNCIARE LA PAROLA (piste di omelia)
Gesù che cosa porta di nuovo a Natale?
Noi siamo avidi di tutto ciò che è nuovo. Talvolta ogni novità di
miglioramento è anche un bisogno di essere alla moda, di stare al
passo coi tempi. Ma il nuovo si consuma in fretta ed esige di essere
superato, sostituito: di qui l’evoluzione del nostro mondo: le arti, le
scienze, le idee. La Chiesa non sfugge a questa ricerca del nuovo...
Ma essa è per noi il luogo del rinnovamento?
Noi prepariamo un nuovo Natale. In realtà, si tratta sempre della
stessa cosa che si ripete ogni anno? Oppure è l’occasione d’un vero
rinnovamento? Qual è la novità del Natale?
Dio è all’opera. Quest’opera s’inscrive nella storia degli uomini. Si
veda nella 1ª lettura ciò che viene detto di Betlemme: “le sue origini
sono dall’antichità, dai giorni più remoti”. Dio viene sempre:
continuamente ci sollecita perché entriamo nel mondo nuovo. Egli
viene e ancora viene come ha fatto ai tempi del primo Natale: il
segno che Dio ci ha dato di se stesso è una piccola creatura, un
essere che è totale accoglienza e che ha davanti a sé tutto l’avvenire.
In questo momento quali inviti ascoltiamo? Siamo disposti ad
accoglierli, pieni di fiducia in questo mondo nuovo che sta
formandosi?
Attraverso le letture di questa Messa scopriamo in che cosa consiste
la vera novità. Gesù viene nel mondo per offrirsi, per donarsi. Maria,
senza esitare, vive immediatamente questa novità nel servizio del
prossimo. Fra tutte le novità proposte nel mondo e nella Chiesa, le
uniche che rimangono sono quelle che favoriscono e aumentano
l’amore e il dono di sé. Cristo ha preso l’iniziativa che conferisce a
questi atti d’amore il loro pieno significato, li purifica dalle loro
imperfezioni e li porta al pieno compimento in Dio.
“Un corpo mi hai preparato”
Noi amiamo il nostro corpo. Non lo trascuriamo certo: salute, cibo,
bellezza, ecc. Perché dovremmo sentire quasi un senso di colpa per
l’interesse che portiamo al nostro corpo? Al centro della nostra fede
c’è l’incarnazione di Gesù Cristo!
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Gesù è perfettamente uomo perché ha preso un corpo del tutto simile
al nostro. Ha voluto sentire il bisogno di un corpo di donna per
formarsi e nascere come ognuno di noi. Egli è fisicamente cresciuto,
vissuto e morto. È risorto col suo corpo glorificato.
Il corpo serve alla vita quotidiana. Esso è potente centro di appetiti,
ma è anche capacità di rapporti. Proprio in forza del nostro corpo
reagiamo, operiamo, siamo utili. Non separiamo il corpo dallo spirito.
Buon servo, sarebbe un pessimo padrone.
Il corpo permette di esprimere l’intima realtà del nostro essere. Il
corpo è capacità di amore e di dono di sé, di offerta e di sacrificio.
Gesù ha manifestato fisicamente il proprio amore per il Padre. A tale
scopo non ha avuto bisogno di qualcosa di esterno a lui stesso:
vittime, sacrifici, olocausti. Col dono della vita nella morte del suo
corpo di uomo, egli ha conformato la sua volontà a quella del Padre.
L’Eucaristia, sacramento del Corpo di Cristo, rivela e realizza tutta la
ricchezza del corpo umano: “Ave, verum corpus, natum de Maria
virgine...”.
Maria Vergine e il Natale
Maria occupa un grande posto nell’ultima domenica d’Avvento.
Quest’anno viene presentata come “colei che deve partorire” (1ª
lettura); il Vangelo la mostra nell’episodio della Visitazione: come suo
Figlio, anch’essa è “venuta per fare la tua volontà” (2ª lettura). Essa
può aiutarci a preparare il Natale.
Maria è sempre disponibile al Signore. Essa ci si presenta così fin
dall’inizio del Vangelo di Luca, all’Annunciazione. Elisabetta la
riconosce così al suo arrivo: “Beata tu che hai creduto
all’adempimento delle parole che ti sono state dette”. Preparare il
Natale significa quindi prendere sul serio la parola del Signore.
Essa accetta la volontà del Signore con fiducia e semplicità. L’episodio
della Visitazione come quello dell’Annunciazione si svolge
nell’ambiente semplice d’una casa. Tutto avviene nella profondità del
cuore della Vergine, che conforma la sua volontà al disegno del
Signore. È indispensabile per preparare la venuta del Signore.
Essa è disponibile agli altri: senza esitare si è recata dalla cugina per
aiutarla. Il Natale può sempre essere preparato nel servizio fraterno,
nella dedizione.
La Vergine Maria è colei nella quale l’intero Israele può riconoscersi:
nella fede e nella speranza è diventata la madre del Messia. A tutti
coloro che si dimostrano disponibili, il Signore dà la possibilità di
realizzare pienamente la loro vita, dandole una compiutezza che può
essere raggiunta soltanto nella fede e nella speranza, cioè la
compiutezza del vero amore.
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