I DOMENICA DI AVVENTO: “Vegliate e pregate in

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I DOMENICA DI AVVENTO: “Vegliate e pregate in ogni momento”
Geremia 33, 14-16;
Luca 21, 25-36
L’esortazione alla vigilanza , propria della liturgia di Avvento, assume in Luca, l’evangelista che ci
accompagnerà in tutto l’anno che oggi inauguriamo, una colorazione particolare, quella della
preghiera fatta in ogni momento. Avvento significa che viviamo l’attesa del Signore che verrà a
Natale, ma anche che viene in ogni momento, e verrà alla fine del mondo. Una attesa da vivere
comunque pregando, perché il Signore venendo ci trovi “vigilanti nella preghiera e ardenti nella
lode”.
Il germoglio e il nome. Geremia, nella prima lettura di oggi, annunzia la venuta del Messia come un
sovrano che egli descrive con due simboli significativi: il germoglio e il nome.
Il primo simbolo è tipico dell’attesa messianica e suggerisce un inizio assoluto e gratuito di Dio.
Nel deserto assolato e bruciato dell’umanità (Is 53), sul tronco secco e inaridito della dinastia
davidica (Is 11) Dio fa sbocciare il miracolo della speranza e della salvezza. L’amore di Dio non
conosce soste e non si spegne mai, nonostante l’aridità umana.
Il secondo simbolo suggerisce il nome con cui il nuovo sovrano verrà chiamato: Signore-nostra
giustizia. Il Messia porterà la salvezza: ad un popolo stanco, sofferente e oppresso porterà “giudizio
e giustizia”.
“State bene attenti che i vostri cuori non si appesantiscano in dissipazioni, ubriachezze e affanni
della vita”. E’ l’esortazione con cui Luca ci invita a preparare la strada al Signore che viene. E’
indispensabile operare una scelta morale precisa per cogliere i segni dei tempi e non restare
intorpiditi; è indispensabile “levare il capo” nell’impegno quotidiano per non essere intaccati da
quella gravissima malattia della coscienza che è l’indifferenza e la superficialità che “appesantisce”
e per non avere i piedi impigliati in “un laccio” e così non potere camminare con il Cristo in una
nuova strada di giustizia e di verità.
Alzatevi e levate il capo, la vostra liberazione è vicina”. Denso di immagini , per noi non sempre
di facile decifrazione, è il cosiddetto “discorso delle realtà ultime” che Gesù oggi ci rivolge.
Impressionano soprattutto le immagini tempestose ed apocalittiche, tipiche di quei secoli ed usate
per indicare simbolicamente l’irruzione efficace di Dio nella storia confusa e scandalosa dell’uomo.
Noi, però, ci fermiamo su un’immagine sottesa a quasi tutto il discorso di Gesù, quella della notte e
del giorno. L’oscurità suppone il sonno, l’appesantimento del corpo e dello spirito, l’abbandono
inerte, la ragnatela misteriosa dei delitti notturni, i castelli evanescenti dei sogni.
L’alba, invece, segna il passaggio all’azione, all’essere svegli e vigili, al “levare il capo” al pensare,
all’attendere. Cristo sceglie la luce del giorno e vuole che il suo discepolo esca dalla notte, dal vizio,
dall’indifferenza, dai lacci che ci imprigionano alle cose. Vuole che il discepolo si alzi in piedi e
levi il capo verso la luce, l’amore, la verità. Facciamo, allora emergere da questa liturgia d’Avvento
un nuovo ritratto del cristiano: uomo della giustizia, pellegrino sulla via retta, cittadino del giorno e
della vita.
“Vegliate per avere la forza di comparire davanti al Figlio dell’uomo”. Il cristiano deve uscire da
questa ragnatela di superficialità e di oscurità e di banalità perché egli è in attesa di una Persona, di
un giorno e di un evento. La persona è il Cristo. Il giorno è il giudizio che Gesù descrive con
l’immagine del laccio teso : come gli uccelli piombano senza sospettarlo nella rete tesa, così sarà
per gli empi che si troveranno di sorpresa coinvolti nel giorno del Signore. L’evento è quello della
liberazione ormai vicina. Persona, giorno, evento che sono attesi dai giusti come salvezza e
irrompono come atto di giustizia sulle perversioni della storia.
Preghiera. Noi sappiamo che verrai a salvarci, Signore. Tutti i poveri ti invocano e ti aspettano. Sì,
è sempre Avvento, Signore. Ogni giorno che sorge con il nuovo sole e si sprigiona la vita vediamo
che sei tu che continui a creare e a donare ogni bene. Fa di noi tua Chiesa e di tutta l’umanità
credente un segno del tuo perenne venire sulla terra. Amen.
Camilla Vitali, Missionaria del Cuore di Gesù
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