Il messaggio dell'arcivescovo alla Chiesa torinese, tramite «La voce del popolo» Non oscuriamo il Natale Accecati dall'odio, abbiamo bisogno di riscoprire la «luce» della fede Nel racconto che i Vangeli fanno della nascita di Gesù ci colpiscono in particolare due elementi: l’essenza del mistero che si compie, cioè la nascita del Salvatore dalla Vergine Maria, e i segni che l’accompagnano e dai quali si dovrà riconoscere in un bambino avvolto in fasce e deposto in una mangiatoia la presenza del Figlio di Dio che si è fatto uomo. Una caratteristica costante dei segni che manifestano la nascita di Gesù è la luce. Luca dice che quando l’angelo del Signore si presentò ai pastori per comunicare loro la grande gioia della nascita del Salvatore essi furono avvolti dalla luce della gloria del Signore (cf. Lc 2,9). Matteo nel suo racconto dell’adorazione dei Magi annota che essi, giunti dal lontano Oriente a Gerusalemme, chiesero: «Dov’è il re dei Giudei che è nato? Abbiamo visto sorgere la sua stella e siamo venuti per adorarlo» (Mt 2,2). E poi ancora: «Ed ecco la stella, che avevano visto nel suo sorgere, li precedeva, finché giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino. Al veder la stella essi provarono una grandissima gioia. Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre e prostratisi lo adorarono» (Mt 2,9-11). È da questi riferimenti evangelici che prendo ispirazione per esprimere il mio augurio di Natale, che spero possa giungere a tutti. Se il Natale è la festa per la nascita di Gesù non posso non augurarmi che tutti possano incontrarlo ed accoglierlo. È Lui l’unico nostro Salvatore, colui che porta in dono una speranza di pace e di vita nuova. Ma per trovarlo abbiamo bisogno di luce. La luce della fede e dell’amore che ci faccia da guida nei sentieri della vita per condurci fino a Lui. incontrarlo perché non si accorgono Molti non arrivano ad della luce che Egli ci offre, la stella che ci fa da guida per indicarci la strada. San Pietro aveva detto: eterna!» «Signore, (Gv 6,68). da Egli chi andremo? aveva capito Tu hai ciò parole che di molti, vita anche battezzati, e perciò discepoli del Signore, dimostrano di non aver ancora compreso a fondo e si perdono in ricerche affannose di sicurezza di vita là dove c’è solo vuoto, dispersione, paura e morte. Abbiamo oscurato la luce di Dio: la Sua Parola contenuta nelle Sacre Scritture e che la Chiesa continua a far risuonare in tutto il mondo, il suo amore per tutti gli uomini indistintamente e le ragioni di una speranza autentica che Egli ci offre. E questo porta l’umanità a sentirsi smarrita come chi è piombato nella tenebra più fitta. Che cos’è il terrorismo se non tenebra dello spirito accecato dall’odio? Che cos’è la guerra se non tenebra per le numerose morti che produce? Che cos’è l’ingiustizia se non tenebra che oscura i diritti di tutti ad avere il necessario per vivere? Il mio augurio è che per tutta l’umanità, ma soprattutto per coloro che mi sono vicini ed affidati alle mie cure pastorali, ritorni a splendere la luce di Dio, quella di cui parlava il profeta Isaia: «Il popolo che camminava nelle tenebre vide una grande luce, su coloro che abitavano in terra tenebrosa una luce rifulse» (Is 9,1). Solo a condizione di lasciarci coinvolgere da questo svelarsi di Dio in noi attraverso la venuta di Gesù sulla terra riusciremo a «costruire insieme» la speranza per tempi migliori: tempi di pace, di giustizia, di perdono, di fraternità universale, generatrice di solidarietà fra tutti. Prego perché la luce di Cristo illumini e trasformi i nostri pensieri e i nostri atteggiamenti di vita, così che nessuno rimanga escluso dal dono di percepire accanto alla sua persona la presenza del Signore resa visibile da noi, suoi discepoli. Questo è il significato autentico del Natale cristiano che io desidero vivere. Mi auguro che possa essere così anche per voi tutti, soprattutto per i tanti poveri, tribolati ed emarginati che ci vivono accanto, ai quali dobbiamo dimostrare il nostro impegno a condividere la loro fatica. In questo modo ogni nostro gesto, anche piccolo, di attenzione d’amore verso chi soffre sarà un dono di una nuova luce capace di ravvivare la speranza e la voglia di vivere. È questo l’augurio sincero che di cuore esprimo a tutti. + Severino Card. POLETTO Arcivescovo di Torino