Ferrovie dello Stato S.p.A.
IMPRESE PUBBLICHE
Trasformazioni:
Nazione
Tipologia
Italia
Società per azioni
Fondazione 1905 a Roma
Fondata da
Sede
principale
Filiali
Settore
Prodotti
Fatturato
Risultato
operativo
Utile netto
Dipendenti
Slogan
Sito web
Governo italiano
Roma, presso Villa
Patrizi
Trenitalia, RFI, Grandi
Stazioni, Italferr,
Centostazioni, TAV
Trasporti
trasporti ferroviari
7.685 milioni € (2007)
Euro -575 milioni (2007)
Euro -409 milioni (2007)
98.447 (2006)
Quando il trasporto si fa
impresa al servizio del
paese
www.ferroviedellostato.it
L'Iri
L'Iri fu costituito nel 1931 come ente di "salvataggio",
con il compito di rilevare i pacchetti azionari che in quel
momento erano detenuti da numerose banche che
avevano finanziato società commerciali e industriali
mediante l'acquisto di azioni e poi, a causa della crisi
che aveva travolto le imprese finanziate, si erano
trovate con immobilizzazioni tali da non riuscire più a
svolgere adeguatamente la loro funzione creditizia. L'Iri
doveva liberare da questo carico le banche e attuare un
piano di risanamento delle imprese dissestate. Il gruppo
Iri era caratterizzato da un'estrema eterogeneità
(dall'industria siderurgica a quella alimentare, dal
credito all'informazione, dall'edilizia alla telematica).
Questa struttura polisettoriale estendeva il numero delle
società controllate e determinava complessità
nell'organizzazione delle holding.
L'Iri assunse la funzione di una holding finanziaria, per
attuare il controllo azionario sul gran numero di imprese.
Aveva, inoltre, il controllo dei trasporti aerei tramite il
gruppo Alitalia, della società Autostrade, che gestisce la
rete autostradale, e della RAI, nel campo delle
comunicazioni radiotelevisive
Il 28 giugno 2000 è stato infine deliberato lo
scioglimento dell'Iri.
delle aziende autonome: le aziende autonome sono
state trasformate in enti con propria personalità
giuridica o in Spa. Resta il monopolio sulle sigarette.
[L'azienda autonoma ferrovie dello stato è stata
trasformata nel 1985 in ente pubblico economico e
nel 1992 in Spa (Ferrovie dello Stato Spa), lo stesso
vale per l'attuale Poste Italiane Spa.
Le Ferrovie dello Stato S.p.A. (abbr. FS), nate nel
1905, sono oggi la più importante società
ferroviaria italiana. In data 12 agosto 1992, con
deliberazione del Comitato Interministeriale per la
Programmazione Economica (CIPE), le FS furono
trasformate da ente pubblico economico in
società per azioni a totale partecipazione
statale attraverso il Ministero dell'Economia e delle
Finanze.
degli enti pubblici economici: erano numerosissime
ed operavano soprattutto nel campo delle assicurazioni
e del credito (erano enti pubblici economici:
- L'Istituto nazionale per le assicurazioni (Ina),
- la Banca Nazionale del lavoro (Bnl),
- il Banco di Sicilia,
- il Banco di Napoli,
- le Casse di Risparmio e
- tutti gli istituti di credito a m/l termine e l'Enel).
Sono già stati trasformati in Spa gli enti economici più
importanti come l'Enel, l'Ina e gli altri istituti di credito
ed è in corso la trasformzione dell'Enel.
delle partecipazione statali: sono state nel nostro
paese il principale strumento di intervento
nell'economia. L'acquisto di azioni è stato utilizzato per
il salvataggio di imprese dissestate nei periodi di crisi,
il finanziamento delle imprese nei periodo di ripresa....
Le imprese a partecipazione statale erano state
organizzate in gruppi di società collegate facenti capo a
due holding:
- l'Iri (Istituto per la Ricostruzione Industriale) e
- l'Eni (Ente Nazionale Idrocarburi).
L'Iri e l'Eni erano stati costituiti come enti di gestione
di diritto pubblico. Nel 1992 assunsero la veste di Spa.
L'Iri è stata liquidata e l'Eni privatizzata.
Piano Marshall
Programma di aiuti economici elaborato dal segretario di stato statunitense George Catlett Marshall e
proposto, il 5 giugno 1947, con il nome di European Recovery Program (Programma di ricostruzione
europea); fu varato dal governo degli Stati Uniti per favorire la ripresa economico-finanziaria delle
nazioni europee devastate dalla seconda guerra mondiale. Alla base della decisione di inviare generi
alimentari, materie prime, macchinari e denaro oltre atlantico stavano molteplici ragioni: innanzitutto
un'Europa economicamente debole avrebbe gravemente danneggiato lo stesso sistema finanziario
americano per la perdita di un mercato d'importanza capitale; in secondo luogo, la crisi economico-sociale
dei paesi europei offriva ampie opportunità alla propaganda comunista e agli interessi dell'Unione
Sovietica; infine, si rendeva indispensabile, quale tampone contro l'espansione sovietica, la ricostruzione
della Germania Occidentale, il cui inserimento nel più ampio contesto di un'Europa integrata poteva
inoltre ridimensionare i timori degli altri paesi europei nei confronti del vecchio nemico.
Nel giugno del 1947 Marshall rese nota la disponibilità americana a finanziare un programma unitario di
ricostruzione europea, ma un primo incontro a Parigi per definire le linee essenziali del piano, tra i
rappresentanti di Francia, Gran Bretagna e URSS, si rivelò un fallimento. La prospettiva di dover
interagire con i sistemi economici capitalisti più avanzati convinse Mosca a mettere a punto un proprio
programma di ricostruzione, indirizzato ai soli paesi dell'Europa orientale posti sotto la sua influenza: nel
settembre del 1947 nacque così il Cominform, l'Ufficio informazione dei partiti comunisti. A un'ulteriore
conferenza a Parigi parteciparono i rappresentanti di sedici nazioni dell'Europa occidentale e il progetto
fu ratificato il 22 settembre.
I fondi erogati tra il 1948 e il 1952 dal Congresso statunitense ammontarono complessivamente a poco
più di tredici miliardi di dollari, in buona parte utilizzati per acquistare negli Stati Uniti beni concessi poi
agli alleati a titolo gratuito. Un'agenzia federale (l'Amministrazione per la cooperazione europea) gestì la
conduzione del programma con l'Organizzazione per la cooperazione economica europea (OECE), creata
dai sedici paesi che beneficiarono degli aiuti. Con l'intensificarsi della Guerra Fredda, una parte sempre
maggiore dei fondi fu utilizzata per sostenere le spese militari, più che il processo di ricostruzione
industriale; ciononostante, al termine del programma i livelli produttivi euro-occidentali avrebbero
superato del 35% quelli prebellici.