Anno A 25ª DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO Is 55,6-9 - I miei pensieri non sono i vostri pensieri. Dal Salmo 144 - Rit.: Il Signore è vicino a chi lo cerca. Fil 1,20c-27a - Per me vivere è Cristo. Canto al Vangelo - Alleluia, alleluia. Apri, Signore, il nostro cuore e comprenderemo le parole del Figlio tuo. Alleluia. Mt 20,1-16a - Sei invidioso perché io sono buono? Revisione lacerante «I miei pensieri non sono i vostri pensieri, le vostre vie non sono le mie vie». Questo oracolo profetico (1a lettura) ci serve a chiarire l’insegnamento paradossale che, secondo Matteo, Gesù propone nella parabola degli operai dell’ultima ora (Vangelo). Tale pagina evangelica mette brutalmente in discussione le nostre idee religiose e filosofiche su Dio. «La creatura – afferma energicamente François Varillon – cerca spontaneamente il suo Dio nella linea della potenza. Questo è il suo primo orientamento e non fa nulla per evitarlo. Una volta cristiana e invitata a contemplare la totale impotenza del Cristo crocifisso, si rifà con ostinazione proprio a quel primo orientamento che l’ha profondamente segnata. Naturalmente Dio è onnipotente. Ma di quale potenza? Appunto la totale impotenza del Calvario rivela l’autentica natura dell’onnipotenza dell’essere infinito. L’umiltà dell’amore ci dà la chiave: basta poca potenza per esibirsi, ne occorre molta per annientarsi. Dio è potenza illimitata di annientamento di sé». Dobbiamo confessare che non ci è facile accettare di punto in bianco una tale prospettiva, che tuttavia è proprio quella della Bibbia. La parabola (riportata solo da Matteo) degli operai mandati nella vigna ci sollecita ad una revisione lacerante. La giustizia di Dio non è il semplice doppione della giustizia umana; anzi la contesta in nome dell’amore che Dio ha verso tutti gli uomini. Egli accoglie gli ultimi come i primi, i pagani come i giudei, gli ultimi convertiti con la stessa tenerezza dimostrata per i «vecchi cristiani». Non guardiamo anche noi con «occhio malvagio» un Dio che agisce in modo così incoerente? Rinunciamo veramente a manipolare l’idea di Dio in funzione della nostra situazione e dei nostri interessi? Tuttavia il rovesciamento non è totale. Ad esempio, vediamo il padrone discutere con gli operai della prima ora e rispettare scrupolosamente il contratto fatto con loro. Ciò significa che il nostro ragionamento e la nostra morale di uomini non sono del tutto sbagliati a proposito di ciò che Gesù ci dice di Dio. La novità del Vangelo sta nella gratuità e nell’universalità della salvezza. La nostra giustizia si trasforma facilmente in prigione: non ci si libera di essa con l’ingiustizia, ma con l’amore. Dio non è ingiusto: è buono. 25ª Domenica del Tempo Ordinario - “Omelie per un anno - vol. 2”, Elledici 1