Laboratorio interculturale di narrazione teatrale

Il dono della diversità
Laboratorio interculturale di narrazione teatrale
Presenta
“cyranando” e “tramonto”
di e con
Alessandro Ghebreigziabiher
Musiche a cura di
Bruno Celli
L’incasso sarà devoluto allo
Sportello della Casa dei diritti sociali
22 Febbraio 2008, ore 21.00
Istituto Daniele Manin
Via N. Bixio 83-85 - Roma
L’idea:
“Cyranando” è la naturale evoluzione del monologo dal titolo “Tramonto”, scritto dall’autore
esattamente dieci anni fa. Il debutto di quest’ultimo lavoro avviene nel 1999, in un teatro-off
romano, grazie all’organizzazione dell’Associazione culturale Monteverde e l’Associazione
“Sopra c’è gente”. Nel maggio 1999 si replica presso il Teatro Don Bosco, di Roma, nell'ambito di
un incontro sul tema del razzismo e dell'intercultura, con la partecipazione di alcune
associazioni (Servizio civile internazionale, Giovani per un mondo unito, Ass. Antirazzista 3
febbraio ed altre). L’uscita successiva è nel giugno 1999, in occasione della “Festa della cultura”,
organizzata dall'Associazione culturale Controchiave, di Roma. A luglio dello stesso anno vi è
la partecipazione alla rassegna Borgo Estate, evento della manifestazione Estate Romana. Nel
febbraio del 2000 si recita presso l'associazione Equamente, altre idee in commercio, di Roma e nel
giugno seguente lo spettacolo viene portato presso la sede del coordinamento di Associazioni
“La Gabbianella”, di Roma.
Nel 2002 il monologo si trasforma in un racconto e Lapis Edizioni, di Roma, ne fa un libro
illustrato. Il volume è stato narrato dall’autore: alla Libreria Bibli, Alla Libreria Mel Giannino
Stoppani, Alla Biblioteca Pasolini, in occasione del Convegno scuola Intercultura di Roma
organizzato in collaborazione con il Centro Studi Immigrazione di Roma (CSER), in scuole e
nella libreria per ragazzi Gilgamesh (sede dei Presidi del libro) di Taranto, in occasione della
Fiera del libro di Torino, nella manifestazione romana Libri in campo. Ha avuto numerose
recensioni, tra cui negli inserti Venerdì di Repubblica, Io donna del Corriere della sera, e Sette di
Avvenire, nelle riviste Carta, Africa, nella rivista Vivavoce delle biblioteche dei Castelli romani
e in alcuni noti siti letterari e sull’intercultura. In occasione della Fiera internazionale del libro di
Bologna il volume è stato premiato con il White Ravens 2003 dalla Internationale Jugend
Bibliothek di Monaco, patrocinata dall'Unesco, come uno dei dieci migliori libri italiani per
ragazzi dell'anno 2002. Nel 2003 ha ricevuto la menzione speciale al concorso internazionale
Parole senza frontiere dalla Regione Trentino Alto Adige.
Nel luglio 2004 il testo è stato narrato dall’autore nella rassegna di letteratura orale Evocamondi,
organizzata dalla rivista El-Ghibli in collaborazione con la Provincia di Bologna, la Regione
Emilia Romagna ed altre istituzioni ed associazioni.
Dal Dizionario dei neologismi non riconosciuti, Cyranando è il gerundio del verbo Cyranare,
ovverosia, appropriarsi della maschera del personaggio da cui il verbo deriva per portare
l’acqua al proprio mulino (Ad esempio: Hitlerare, Bushare, Mussolinare, Berlusconare, ecc.).
In questo caso il celebre personaggio, creato dall’altrettanto noto Edmond Rostand, viene
tirato in ballo grazie al geniale esercizio di stile con il quale il prode spadaccino risponde
all’incauto di turno, reo di aver osato soffermarsi sul suo naso.
Sul suo enorme, sproporzionato, anormale naso, impossibile da ignorare, soprattutto per chi
privilegia ciò che l’occhio vede, a scapito delle solo cose degne di nota.
Degne di nota, come le infinite diversità che rendono ognuno di noi unico.
Per vedere il trailer dello spettacolo: http://www.youtube.com/watch?v=xCBH-T7uvuo
Altre informazioni:
www.alessandroghebreigziabiher.it - www.narrazioneinterculturale.org
Ufficio stampa e prevendite:
Cecilia Moreschi
Tel: 340.0666175
Email: [email protected]
Sulla Casa dei diritti sociali:
Vent’anni di attività per lo Sportello CDS all'Esquilino (Roma):
La sede CDS di Esquilino opera da quasi 20 anni, ed è il più antico ed anche il più
polifunzionale degli interventi messi in campo dall’associazione per la promozione dei diritti
dei cittadini emarginati, come i migranti, i rom, i rifugiati o richiedenti asilo, le persone senza
dimora, le vittime di tratta. Nel corso degli anni si sono qui consolidati una serie di servizi
“storici”: grazie alle attività di informazione e orientamento, al poliambulatorio medico, al
servizio legale, ai corsi di italiano per migranti. E’ un esperimento nato e andato avanti in
questi anni non perché qualcuno ce lo abbia chiesto e commissionato, ma perché un gruppo
autoorganizzato e autogestito composto da “romani” provenienti da molte regioni italiane e da
molte nazionalità ha voluto regalare alla città la possibilità di molti non romani di diventare
anche loro cittadini.
In tutti questi anni oltre 20.000 persone (23.038 al 21.04.06) hanno utilizzato la sede di
Esquilino; solo nel 2005 ci sono stati circa 800 nuovi utenti che hanno usufruito dell’assistenza
legale, dell’ambulatorio medico, della mediazione sociale e culturale e dell’orientamento.
- Dati di Attività:
Sono in corso le elaborazioni statistiche circa l’attività svolta nell’anno 2006: gli utenti che
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hanno utilizzato i nostri servizi sono stati 1.629, le pratiche legali sono state 753, di cui 439 di
tipologia penale, 165 civile, e 139 di lavoro. Le visite mediche sono state 156, di cui 123 per la sola
ginecologia, 29 di medicina generale e 4 di psichiatria. Interessanti anche i dati circa le
residenze anagrafiche, che vengono date—presso la sede di Esquilino—agli italiani senza
dimora, a chi deve richiedere il riconoscimento della cittadinanza italiana (Brasile—
Argentina), e ad alcune tipologie di permesso di soggiorno, rinnovo per asilo anche a carattere
umanitario.
Referenti:
Carla Baiocchi: [email protected]
Cosa è la Casa dei Diritti Sociali – FOCUS:
Casa dei Diritti Sociali FOCUS è una associazione laica di volontariato nata nel 1989 e che
promuove i diritti delle persone più vulnerabili ispirandosi ai principi della solidarietà, della
giustizia sociale e dell’equità nei rapporti tra i popoli. Crede nell’importanza dell’autogestione e si sforza di mettere in atto pratiche avanzate di partecipazione e democrazia
interna.
In questi anni l’associazione ha lavorato e lavora a:
- Progetti per la promozione dell’autonomia sociale delle persone più escluse e i cui diritti sono
costantemente violati, come immigrati, rom, rifugiati, persone senza dimora, anziani soli o a
basso reddito, minori stranieri non accompagnati, vittime di tratta, vittime di tortura.
- Campagne per la promozione dei diritti umani, della multiculturalità, dello sviluppo
sostenibile, dell’antifascismo.
CDS FOCUS oggi opera sul territorio dei Municipi I, III, IX, XI, XIV e XV del Comune di
Roma e conta su circa 100 volontari.
Rimandiamo al sito web www.dirittisociali.org per ulteriori informazioni sull’associazione.
Il laboratorio interculturale di narrazione teatrale: Il dono della diversità
Perché “Il dono della diversità”?
Semplice. Perché crediamo fermamente che la diversità debba essere celebrata ogni giorno,
ora, attimo della nostra vita come un regalo.
Un regalo da conquistare, un naturale presente che non è mai dovuto, un dono che non
finiamo mai di scartarne la confezione, fortunatamente.
Sì, perché la conoscenza di sé è un’avventura straordinaria, che riguarda tutti indistintamente,
sia chi viene accolto ed anche, sottolineo, anche chi desideri accogliere.
Perché solo conoscendo noi stessi scopriamo e comprendiamo gli altri e viceversa.
Perché narrazione teatrale?
E quale modo migliore esiste di raccontare ed ascoltare storie per incontrarci tutti?
Il manifesto:
Intercultura vuol dire confronto, interscambio e comunicazione tra culture diverse, in un’ottica
di apertura e dialogo tra le differenze, contro ogni discriminazione.
Tuttavia, talvolta, privilegiando l’interesse per l’origine, i costumi e le tradizioni della persona che
incontriamo – per quanto ricche ed interessanti – e che normalmente consideriamo un diverso, rischiamo
di trascurare la vera unicità di chi abbiamo davanti, forse molto più importante: la sua storia e non
quella del suo paese, la sua esperienza e non quella del suo popolo, le sue emozioni e i suoi sentimenti e
non quelli della sua razza. In certi casi, paradossalmente, accade perfino di cadere nell’errore di
sottolineare una rassicurante uguaglianza anziché l’imprevedibile diversità. Ed è così che si può costruire
un’immagine falsa quanto debole ed artefatta, una mascherata, dove le persone interpretano solo dei
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ruoli: l’africano, il cinese, l’arabo e così via.
Le parole sono importanti e, quando i concetti ad esse collegati assumono un valore fondamentale nella
nostra vita, non sono possibili contraddizioni.
Siamo uguali o diversi? Non possiamo essere entrambi. Vi chiediamo di scegliere, di prendere posizione.
Se credete che siamo tutti uguali questo laboratorio non fa per voi. Altrimenti, se pensate che siamo tutti
diversi, allora, forse, sarete d’accordo con l’idea alla base di questo progetto: non c’è modo più potente,
significativo e rivoluzionario per fare intercultura, cioè per sottolineare l’importanza delle differenze e
della ricchezza insita nella propria unicità, che mostrare la diversità di coloro che spesso si ritengono
uguali (piuttosto che elogiare l'uguaglianza dei cosiddetti diversi...), di far vedere quanto essi siano
interessanti da ascoltare quando raccontano loro stessi e quanto tutto ciò sia meraviglioso se hanno il
coraggio di mescolarsi tra loro.
La storia:
Il Laboratorio interculturale di narrazione teatrale, nella sua prima edizione, inizia il suo
viaggio nel novembre del 2005, presso il Centro Culturale Libreria Bibli, a Roma. Al termine
di un percorso di circa otto mesi, il primo gruppo partecipante si trasforma in una compagnia:
“I diversi, quasi uguali, ma diversi”, che ha debuttato nel giugno ’06 con lo spettacolo: “Storie
allo specchio”, scritto in larga parte dagli attori.
Nel novembre ’06, sempre al Centro Bibli, ha iniziato il suo viaggio la seconda edizione del
laboratorio, con un gruppo tutto nuovo, mentre la neonata compagnia si è spostata nel
quartiere San Lorenzo, presso il teatro Casa Libre, e si è lanciata nel suo secondo anno di
lavoro.
All’insegna di un’idea di intercultura dove sono le persone e le loro storie ad incontrarsi e non
i paesi da dove provengono, come è nella natura delle cose, nel 2007 si è svolta la prima
edizione della Rassegna interculturale di narrazione teatrale, ovviamente con il titolo “Il dono
della diversità”.
La seconda Edizione:
Nel 2008, a maggio, avrà luogo la nuova edizione della rassegna.
La prima uscita, ideata come la numero zero, è servita per gettare le basi, per iniziare il
viaggio, per aprire il diario di bordo ed iniziare a scrivere questa storia.
Fatte le premesse di rito, scritto il prologo di questa narrazione collettiva, il prossimo anno
cercheremo di portare in scena con maggiore precisione la nostra idea di intercultura.
All’interno di una consapevolezza della diversità come dono, artisti o gruppi, stranieri o
nostrani, veramente a prescindere da dove essi provengano, racconteranno ognuno una storia,
ciascuno con il proprio linguaggio, qualunque esso sia, come dal messaggio del bando:
Il “Laboratorio interculturale di narrazione teatrale” cerca spettacoli per la II Edizione della Rassegna
"Il dono della diversità", a Roma, da Maggio a Giugno 2008. Romanesco, Arabo, Napoletano, Tigrino,
Calabrese, Inglese, Siciliano, qualunque sia la vostra lingua essa sarà ben accetta, anzi!!! L'unico vincolo
sarà quello di raccontare una storia, necessariamente, una storia vera...
The “Intercultural theatre storytelling laboratory” is looking for performances to join the II edition of
the festival "The gift of diversity", in Rome, May and June 2008. Dialect, English, slang, French,
Italian, Spanish, Arab, every Language will be accepted!!! You just have to tell us a story, A true
story…
Er “Laboratorio interculturale de narrazione teatrale” sta a cerca’ spettacoli pe’ la II Edizione de’ la
Rassegna "Er dono de’ la diversità", a Roma, da maggio a giugno 2008. Romanesco, Arabo, Napoletano,
Tigrino, Calabrese, Inglese, Siciliano, qualunque sia ‘a vostra lingua essa sarà ben accetta, anzi!!!
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L'unico vincolo sarà quello de’ racconta’ ‘na storia, necessariamente, ‘na storia vera...
‘O “Laboratorio interculturale di narrazione teatrale” cerca spettacoli pe’ ‘a II Edizione de ‘a Rassegna
"’O dono de ‘a diversità", a Roma, da maggio a giugno 2008. Romanesco, Arabo, Napulitane, Tigrino,
Calabrese, Inglese, Siciliano, qualunque sia ‘a vostra lingua, issa sarà ben accetta, anzi!!! ‘O vincolo
sarà sule chelle de racconta’ una storia, necessariamente, una storia vera...
Eccetera…
Il progetto porterà in scena dieci spettacoli da tutta Italia. L’obiettivo è quello di creare uno
spazio in cui, grazie alla narrazione teatrale, l’intercultura diventi cultura a tutti gli effetti, senza
correre il rischio di paradossali etichette, e che attori e spettatori si uniscano nell’idea che,
forse, le nostre società sono sempre state multiformi e variopinte, a prescindere da chi arrivi e
da chi parta.
Il gruppo:
Il Laboratorio interculturale di narrazione teatrale è un’idea di Alessandro Ghebreigziabiher.
Alessandro, teatro-terapeuta e narratore, dal '93 è impegnato nell’area educativa e terapeutica,
tra scuole e centri sociali, comunità di recupero, centri di salute mentale ed organizzazioni del
terzo settore. Dal ’94 collabora con il Centro Italiano di Solidarietà (CE.I.S.) e da anni
conduce laboratori formativi per docenti, educatori ed animatori a livello nazionale. E' autore
di narrativa e di teatro. Ricordiamo il libro “Tramonto”, edito da Lapis Edizioni di Roma ed
uscito alla fine del 2002, che durante l'anno seguente ha ricevuto alcuni importanti
riconoscimenti internazionali (White Ravens, 2003, Unesco, Parole senza frontiere, 2004). Dopo
numerose pubblicazioni di racconti in riviste letterarie, nel marzo 2006 ne è uscita una raccolta
dal titolo “Mondo giovane”, per i tipi della casa editrice La Ginestra. Nel settembre 2006 esce il
romanzo “Il poeta, il santo e il navigatore” con l’editore Fermento, di Roma. Nella primavera del
2007 esce “Lo scrigno cosmopolita”, un’antologia di storie e giochi dal mondo e dall’Europa, edita
da La Ginestra Editrice. Nell’aprile 2008 uscirà il libro “Tra la terra e l’acqua” (Zampanera
Editore). Dal 2003 al 2006 ha collaborato con la rivista settimanale Carta, di Roma, attraverso
testi con attenzione a tematiche sociali. Come narratore orale si ricordano le sue partecipazioni
nel 2004 in occasione della rassegna di letteratura orale Evocamondi, organizzata dalla rivista
El-Ghibli in collaborazione con la Provincia di Bologna e la Regione Emilia Romagna, nel 2005
nella rassegna “Voci afro-italiane”, organizzata dal Circolo Gianni Bosio e dal Comune di
Roma, e nello stesso anno nell’ambito della quarta edizione del Convegno nazionale “Culture e
letterature della migrazione” organizzato dal CIES e dal Comune di Ferrara. Nel 2005 ha ideato e
messo su il Laboratorio interculturale di narrazione teatrale, che ha debuttato nel 2006 con la
compagnia “I diversi, quasi uguali, ma diversi” nello spettacolo, da lui diretto, “Storie allo
specchio”. Tra il 2006 ed il 2007 partecipa alla messa in scena de “Il poeta, il santo e il navigatore”,
da lui stesso scritto e diretto. Ghebreigziabiher ha partecipato alla rassegna anche come regista
dello spettacolo de “I diversi…” e come narratore, in coppia con Paolo Parnasi, nella pièce “Se
una sera d’estate due narratori”, con il quale – insieme a Cecilia Moreschi – ha portato in scena a
novembre 2007 lo spettacolo “Fine” (altre informazioni: www.alessandroghebreigziabiher.it).
Prezioso compagno di viaggio in questa avventura è Paolo Parnasi. Giornalista professionista
dal 1989, attualmente è Vice capo redattore alla redazione politico-economica del TG de La7.
Per 13 anni ha svolto il suo lavoro alla redazione sportiva, prima di Tmc e poi de La7, seguendo
molti avvenimenti internazionali tra cui le Olimpiadi di Barcellona nel ‘92 e i mondiali
brasiliani di pallavolo nel ‘90 dove l'Italia è diventata per la prima volta campione del mondo.
Come attore esordisce nell’estate 2001 con la compagnia “Chi è di scena” con lo spettacolo “La
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squola” liberamente tratto da “Sottobanco” e “Comitato di valutazione”, di Domenico
Starnone, regia di Marina Vitolo (varie repliche). Nel dicembre 2001 interpreta “La buona
novella”, musica e parole, tratto da Fabrizio De Andrè, regia di Marina Vitolo. Nel 2002 e nel
2003 compie importanti esperienze di teatro di strada, lavorando su testi e personaggi come
“Cyrano de Bergerac, Pulcinella, “Romeo e Giulietta” e “Senza Sipario”, regia di Marina
Vitolo. Sempre nel 2002 partecipa a “Andare a teatro”, tratto da Tingeltangel, di Karl
Valentine, regia di Marina Vitolo. Nel 2004, interpreta al Teatro Manzoni, di Roma, “Un’altra
strada”, regia di Marina Vitolo, uno spettacolo teatrale originale sui meccanismi della
costruzione sociale dell’handicap e delle modalità di esclusione (varie repliche in teatri della
provincia di Rieti). Nel 2004 frequenta il Seminario “La costruzione del personaggio comico”,
tenuto da Caterina Casini, nell’ambito della manifestazione “Festival Fontanonestate”, con
spettacolo finale (le storie rappresentate sono state scritte dagli attori). Nel 2005 segue il
Laboratorio teatrale e di scrittura creativa di Benedetto Tudino e nello stesso anno interpreta
“In due si può”, regia di quest’ultimo, nell’ambito della manifestazione “Borgo Festival” di
Fiano Romano ( il lavoro è stato scritto dagli attori). Nel 2006, al Teatro Colosseo di Roma, fa
parte del cast di “Occupati di Amelia”, di Georges Feydeau, regia di Lucia Modugno. Ancora
nel 2006, segue il Laboratorio interculturale di narrazione teatrale, “Il dono della diversità”,
tenuto da Ghebreigziabiher, e nello stesso anno, con la compagnia teatrale “I diversi, quasi
uguali ma diversi”, presenta “Storie allo specchio” regia di Ghebreigziabiher, presso il Centro
culturale Libreria Bibli (le storie rappresentate sono state scritte dagli attori). Tra il 2006 ed il
2007 partecipa alla messa in scena de “Il poeta, il santo e il navigatore”, scritto e diretto da
Ghebreigziabiher. Nel marzo 2007 recita nello spettacolo di narrazione teatrale “Le voci da
dentro”, regia di Enrica Mormile, presentato dall’Associazione culturale La Filonirica. Sempre
tra marzo e maggio dello stesso anno, recita ne “La Marcolfa”, di Dario Fo, ancora regia di E.
Mormile (Compagnia Teatrale “La Filonirica”).
The last but not the least, ecco a voi Cecilia Moreschi. Nel 1995 si laurea in lettere, discipline
dello spettacolo, presso l’Università “La Sapienza” di Roma. In seguito arricchisce la sua
formazione teatrale con: Diploma di attrice presso la scuola “Gropius”, Laboratorio di teatro
corale tenuto da Tiziana Lucattini e Laboratorio sulla favola e l’arte del racconto, presso la
Coop. Teatrale Ruotalibera, Corso di dizione presso l’Upter, Seminario di psicodramma
tenuto da Ferruccio Gori, Stage sull’arte del clown e del teatro di strada tenuto da Maurizio
Fabbri e Stage sull’arte del clown diretto da Gaston Troiano, entrambi della “Scuola
Internazionale di Lecoq”, Stage di recitazione su Biomeccanica e teatro sociale diretto da Gary
Bracket, del “Living Theatre”, Stage di Teatro – Danza condotto da Patrizia Picano. Dal ’96
al ‘01 collabora con il gruppo teatrale “Kairos”, specializzato in spettacoli per ragazzi e dallo
stesso anno ad oggi conduce numerosi corsi di recitazione in scuole ed istituti. In particolare,
dal ’97 è responsabile di laboratori di teatro-integrato presso il “Centro Audio Fono
Logopedia” di Roma, con ragazzi non udenti e diversamente abili. Come regista teatrale,
ricordiamo, dal ’96: “La favola dei saltimbanchi”, di Michael Ende e “Liberi Liberi”, di Tonino
Lascomi, “Giò e Na”, dei Barabba’s Clown, “I vestiti dell’imperatore”, di Gianni Rodari,
“Occhiali per vederci”, di Luis Coquard, “Sogno o son desto?”, di Vittorio Chiari, “Vite
sommerse-sussurri e grida”, drammaturgia originale, “Biancaneve e i sette nani”, adattamento
dalla fiaba dei F.lli Grimm, “Un mostruoso giorno di prove”, libero adattamento de “Il
fantasma di Canterville”, di Oscar Wilde, “Variazioni sulla follia”, drammaturgia originale,
“Pene d’amor perdute”, di William Shakespeare, “Pinocchio”, riadattamento della fiaba di
Collodi, “Romeo e Giulietta”, riadattamento dal testo di W. Shakespeare, “L’orso” e “La
proposta di matrimonio”, atti unici di A. Cechov, “Il fantasma di Canterville”, adattamento
teatrale dal racconto di O. Wilde, “Sogno o son desto?”, commedia musicale di Vittorio
Chiari, “La favola dei saltimbanchi”, di Michael Ende, “Novecento”, di Alessandro Baricco,
“…e diteci sempre sì”, adattamento da un racconto di M. Ende, “Tante storie per giocare”, di
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Gianni Rodari, “Alice nel Paese delle Meraviglie”, adattamento dal testo di L. Carroll, “La
Locandiera”, di Carlo Soldoni, “Cenerentola”, dalla fiaba dei F.lli Grimm, “Cappuccetto
Rosso”, dalla fiaba dei F.lli Grimm, “Francesco, Francesco!”, opera originale, “Il canto di
Natale”, adattamento dal testo di C. Dickens, “Cappuccetto Rosso e…”, rielaborazione della
fiaba dei F.lli Grimm, “Filastrocche in cielo e in terra”, di G. Rodari, “XI: Siate folli”, opera
originale, “Flanagan e il fantasma del palcoscenico”, opera originale, “Neanderthal Boy”, di L.
Malmusi, “Amleto”, adattamento dal testo di W. Shakespeare, “L'isola del tempo perso”,
drammaturgia originale, “La storia del teatro vista da noi”, opera originale, “La grammatica è
una canzone dolce”, libero adattamento di E. Orsenna, “Il piccolo principe”, libero
adattamento del testo di A. de Saint-Exupery, “Il cuoco prigioniero”, di Roberto Gandini,
“Artù e i cavalieri della favola gioconda”, libero adattamento, “Le quattro stagioni: ricordi,
sogni e canzoni”, drammaturgia originale, “Biancaneve”, lavoro drammaturgico di attori e
burattini, “Cenerentola”, lavoro drammaturgico di attori e burattini. Come interprete, dal
1994: “La favola del soldatino di stagno”, dalla fiaba dei F.lli Grimm, “Sparatrap”, di Gian
Franco Mazzoni, “Se gli impressionisti fossero stati dentisti”, di Woody Allen, “Le troiane a
Sarajevo”, adattamento di G. F. Mazzoni da Euripide, “Quei tre quarti in fondo al mare”, di
Paolo Bovini, “Carnanimal”, di Marino Galdiero, “Quel che resta”, di Marino Galdiero,
“Aspettando Godot”, di Samuel Beckett, “Giò e Na”, dei Barabba’s Clown, “Not in my
name”, di Judith Malina del Living Theatre, “La dama di Chez Maxim”, di G. Feydeau, “La
favola dei saltimbanchi”, di M. Ende. Nel 2005, al termine di un laboratorio con circa ottanta
bambini del VII Circolo Montessori di Roma, dirige insieme alla collega Alessandra Sartori lo
spettacolo “Se ci fosse stata la pace”, drammaturgia da lei stessa realizzata, all’insegna di un
messaggio critico verso ogni tipo di guerra. Nell’occasione è intervenuto il sindaco di Roma
Walter Veltroni. Nello stesso anno il testo è stato pubblicato dalle Edizioni Corsare, di
Perugia, corredato dalla prefazione dello stesso sindaco. Nel 2006 ha creato con alcune colleghe
il laboratorio culturale Artedaparte (www.artedaparte.org). Tra il 2006 ed il 2007 partecipa alla
messa in scena de “Il poeta, il santo e il navigatore”, scritto e diretto da Ghebreigziabiher. Nel
2007, sempre con le Edizioni Corsare, esce il suo libro “La storia del teatro va in scena”.
Da "Se una sera d'estate due narratori", luglio ’07, Centro Culturale Libreria Bibli,
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Roma:
Cecilia Moreschi:
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