BOLDI, BIANCONI, MAURO, ADERENTI, MARAVENTANO, RIZZI, GERMONTANI,
VICARI, GALLONE, RIZZOTTI, BAIO, BASSOLI, BIONDELLI, ARMATO, ANTEZZA - Il
Senato,
premesso che:
le lesioni ostetriche del plesso brachiale comunemente conosciute con il termine di paralisi
ostetrica, rappresentano una varietà di paralisi dell'arto superiore causate dalla lesione delle vie
nervose che provvedono all'innervazione motoria e sensitiva dell'arto;
le lesioni nervose del plesso brachiale si presentano in seguito ad un trauma subito dal neonato
durante il meccanismo del parto sia esso naturale o cesareo, eutocico o distocico, dovuto ad
un'associazione di forze di trazione a forze di compressione;
l'incidenza delle paralisi ostetriche ha subito numerose variazioni nel corso degli anni, il
miglioramento delle tecniche di assistenza del parto hanno certamente ridotto, ma non annullato, il
numero di nuovi casi che continuano a presentarsi con relativa frequenza;
attualmente nei Paesi industrializzati la percentuale d'incidenza varia dallo 0,38 al 3 per mille dei
nati vivi, la distocia di spalla è la causa principale dell'insorgenza della paralisi ostetrica e tale
condizione compare nello 0.6 per cento di tutti i parti vaginali, in Italia l'incidenza è stimata intorno
all'uno per mille;
considerato che:
sono presenti dei fattori predisponenti sia materni (viziature pelviche muscolo scheletriche, bassa
statura, obesità, fibromi uterini, diabete gestazionale non trattato o mal trattato) che fetali
(macrosomia fetale, ipotonia da asfissia, gemellarità, presentazione podalica);
in particolare una delle cause più frequenti di questa patologia è dovuta alla macrosomia fetale
inattesa, causata sia dall'errore tecnico degli ecografi nel calcolare il peso del feto, sia dal fatto che
il Servizio Sanitario Nazionale prevede soltanto tre ecografie che terminano all'ottavo mese di
gravidanza, quando invece spesso al nono mese si presenta un incremento ponderale massivo ed
imprevisto del feto;
fondamentale è, per i neonati colpiti dalla paralisi ostetrica, il tempestivo ricorso alla fisioterapia,
che deve essere eseguita quotidianamente sin dai primi giorni di vita e per i successivi quattro mesi,
nei quali è possibile riscontrare una risposta spontanea, in quanto questa terapia favorisce la
corticalizzazione dell'arto, riduce la decalcificazione, impedisce la rigidità articolare e l'atrofia
muscolare secondaria;
in mancanza di ripresa dell'attività motoria si procede alla riparazione delle lesioni nervose del
plesso con tecniche microchirurgiche, ossia con interventi di innesto e riparazione dei nervi lesi con
tecniche e strumentazione altamente sofisticate, questo sempre entro i primi quattro mesi di vita
altrimenti si rischia la cicatrizzazione nervosa che non garantirebbe in seguito la riuscita
dell'intervento, causando deficit funzionali gravissimi,
impegna il Governo:
affinché presso il Ministero del lavoro, salute e politiche sociali venga creato un Osservatorio
epidemiologico che, attraverso un comitato tecnico-scientifico, formato da esperti del settore, di
nomina ministeriale, raccolga dati inerenti alla casistica di tali eventi, analizzando il percorso
clinico che li ha accompagnati, per realizzare le linee guida operative che offrano strumenti
gestionali atti a prevenire il loro accadimento, anche attraverso la previsione sistemica e la
formazione obbligatoria;
a stilare linee guida preventive finalizzate all'abbattimento delle percentuali di rischio in merito al
verificarsi della patologia, inserendo nei protocolli della preparazione al parto, come rientranti nei
livelli essenziali di assistenza (LEA), accertamenti diagnostici non invasivi, obbligatori, finalizzati
all'accertamento delle proporzioni fetopelviche del nascituro, prevedendo anche la possibilità di una
quarta ecografia al nono mese di gravidanza. Questi dati devono essere necessariamente inseriti
nella cartella clinica della partoriente e devono essere conosciuti dal personale di assistenza al
parto, che in presenza di macrosomia del nascituro deve optare per il parto cesareo, secondo quanto
raccomandato dall'Organizzazione mondiale della sanità;
affinché l'Istituto superiore della sanità avvii, nell'ambito del Sistema nazionale linee guida, la
realizzazione di linee guida inerenti alla terapia chirurgica della paralisi ostetrica, definendo un
protocollo terapeutico chirurgico, specificando le indicazioni d'intervento, le tempistiche consigliate
ed il protocollo fisioterapeutico compatibile con i diversi trattamenti, assicurando il massimo grado
di appropriatezza e la tempestività degli interventi.
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