Congresso Silcea, Riccione 2010 saluto di Stefano Beverini Care colleghe, cari colleghi, amiche ed amici, non potevo esimermi dal porgerVi un cenno di saluto e di augurio per la buona riuscita dei lavori. Ci conosciamo poco, nonostante i miei quasi venticinque anni di attività sindacale: prima di confluire, qualche anno fa, nel Silcea, ho rivestito cariche di responsabilità nel sindacato Cisnal, poi UGL. Ho partecipato attivamente, tra l'altro, ai lavori del primo Congresso Confederale che ha sancito la nascita dell'UGL, nel novembre 1996, in Roma. Tuttavia in me, nel tempo, si faceva strada l'idea cha la confederazione disperda risorse ed energie, che possono essere più proficuamente finalizzate in un contesto federale e di categoria; inoltre una fattiva collaborazione con sindacalisti Silcea nell'allora Secondo Tavolo in SanpaoloImi, che sfociò anche in amicizia con alcuni di Voi, mi fece propendere ad optare per un impegno esclusivamente di categoria, portando il mio contributo e parte della mia struttura nel sindacato Silcea, con mia totale soddisfazione, e spero anche con soddisfazione del sindacato. Nello svolgere il mio impegno sindacale ho sempre ritenuto che esso debba coincidere con l'impegno morale: mi riferisco ad alcuni principi fondamentali dell'essere umano in quanto tale, e del lavoratore in quanto 1 soggetto di diritti. Si tratta, nella sostanza e in estrema sintesi, di avere una coscienza precisa di quello che è positivo, in contrasto con il concetto di "produttività" fine a se stessa, strettamente connessa all'utile economico riservato a una ristretta minoranza, e non a una estesa partecipazione agli utili e alla gestione dell'azienda da parte di tutti i lavoratori. Inoltre da molti anni ormai è del tutto evidente come l'unico mezzo sindacale di difesa e conquista di diritti non sia più quello del conflitto, bensì quello della concertazione sui tavoli sindacali. E quindi appare pleonastico evidenziare come ogni conquista presente e futura altro non possa essere se non la conseguenza di trattative e quindi di mediazione tra le parti. Tuttavia il carattere più visibile dell'epoca moderna è il bisogno di un'agitazione incessante, di un mutamento continuo, di una velocità sempre crescente... E' la dispersione nel molteplice, in un molteplice non più unificato dalla coscienza di un qualche superiore principio. Nel nostro settore, per esempio, accorpamenti, fusioni, o al contrario scorpori e cessioni di rami d'azienda, creano nuove realtà difficilmente controllabili, che tendono a utilizzare i lavoratori con la massima libertà di gestione talvolta vanificando decenni di conquiste sindacali. Perciò il difficile compito che ci attende sarà proprio quello di dover decidere come dare continuità al nostro potere concertativo, come conservare l'identità del nostro sindacato Silcea, senza rinunciare alla scelta di agire seguendo quello che riteniamo sia positivo, ma senza farci fagocitare dalla "dispersione nel molteplice". 2