CONSIGLIO REGIONALE DEL VENETO NONA LEGISLATURA INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA N. 114 DENOSUMAB: PIÙ ATTENZIONE PER I MALATI DI OSTEOPOROSI E PER I MEDICI SPECIALISTI presentata il 14 marzo 2013 dai Consiglieri Bond, Padrin e Toniolo Premesso che: - il Denosumab, nome commerciale Prolia, è un anticorpo monoclonale completamente umano indicato per il trattamento dell’osteoporosi postmenopausale che riduce significativamente il rischio di fratture vertebrali e che risulta utile da studi internazionali nel prevenire la distruzione ossea causata da artrite reumatoide o da tumori metastatici; - con determinazione dell’8 agosto 2011 pubblicata nella GU n. 198 del 26 agosto 2011, l’Aifa ha stabilito i criteri di vendita al pubblico e di rimborsabilità di tale farmaco, affermando che è soggetto a prescrizione medica limitativa da rinnovare volta per volta su prescrizione di centri ospedalieri o di specialisti quali l’internista, l’ortopedico, il reumatologo, il fisiatra, il geriatra e l’endocrinologo; - in una nota successiva del 27 dicembre 2011, la numero 601117, la Regione Veneto ha informato che la Commissione per il PTORV, esprimendo parere favorevole al suo inserimento nel Prontuario limitatamente all’indicazione osteoporosi post-menopausale, ha stabilito che la prescrizione venga limitata ai soli centri autorizzati per la prescrizione dei farmaci teriparatide e ormone paratiroideo ad oggi individuati dalla Regione Veneto, reputando necessario che la dispensazione venga effettuata in via esclusiva dalle farmacie ospedaliere. E questo per “un più stretto monitoraggio dei pazienti in trattamento con Denosumab e una riduzione dei costi di trattamento”. Considerato che: - operando in tale maniera la Regione Veneto ha introdotto una restrizione alle indicazioni generali dell’Aifa, che già aveva imposto drastici limiti alla rimborsabilità del farmaco (quali la coesistenza di fratture vertebrali e/o femorali in aggiunta a una età superiore ai 70 anni e a una serie di altri fattori di rischio); - tali limiti imposti dalla Regione non consentono a molti specialisti (a questo abilitati dai dettami AIFA) operanti sul territorio di prescrivere tale farmaco ritenuto molto efficace dalla letteratura medica e di comprovata sicurezza per la salute; - tale farmaco si differenzia profondamente da altri farmaci bio-tecnologici per i costi e rispetto ad altri farmaci per il trattamento dell’osteoporosi ha un costo nettamente inferiore al farmaco di riferimento per il trattamento dell’osteoporosi complicata severa (inferiore di oltre 10 volte) e un costo assimilabile o addirittura inferiore al costo annuale di una terapia con un farmaco concesso dal SSN (ranelato di stronzio); - che la dispensazione del farmaco tramite le farmacie ospedaliere non richiede obbligatoriamente una prescrizione di un Centro regionale autorizzato; - in termini pratici, questo limite sancito dalla Commissione PTORV - anziché produrre risparmi - raddoppia iter e costi. Di fronte infatti a una cronicità trattabile con il Denosumab lo specialista (che da AIFA sarebbe autorizzato alla prescrizione) è invece obbligato a ricorrere ai Centri previsti dalla Regione, comportando questo una doppia visita, una doppia consulenza specialistica e una doppia prescrizione. I sottoscritti Consiglieri regionali interroga la Giunta regionale e in particolare l’Assessore alla sanità per sapere: 1) le motivazioni per le quali la Regione del Veneto ha introdotto tale limitazione che allo stato dell’arte sta provocando più disagi che benefici sia tra i pazienti che tra gli specialisti, che si vedono sviliti nelle loro funzioni, non giustificandosi a nostra conoscenza né con motivi di carattere economico né di carattere scientifico; 2) se non sia il caso di uniformare la pratica veneta alle linee nazionali prescritte dall’Aifa essendo a conoscenza che tale richiesta è già pervenuta da associazioni di malati e organismi autorevoli del settore. 2