L`uomo non è più il peccatore condannato ad una vita di espiazione

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Umanesimo
Le premesse di una cultura portatrice di valori innovativi, già evidenti alla fine del
Trecento nell’opera di F. Petrarca, giungono a pieno compimento nel corso del XV
secolo, con l’affermazione delle humanae litterae (grammatica, retorica, poesia
storia, filosofia ed inizio di una nuova scienza: filologia)in contrapposizione alle
divinae litterae che caratterizzano il Medioevo
Un celebre disegno di Leonardo Da
Vinci conservato nel cosiddetto Codice
Atlantico, ritrae iscritta in un cerchio,
una figura umana, che per la simmetria
e per le perfette proporzioni
simboleggia la concezione umanistica
della centralità dell’uomo nell’ universo
e del suo essere misura di tutte le cose.
L’uomo non è più il peccatore condannato ad una vita di espiazione come tendeva
ad essere considerato nella dottrina altomedioevale, ma il figlio prediletto di Dio,
creatura destinata a dominare il suo tempo, dotato da Dio della luce
dell’intelligenza.
Questa definizione è assai generica e non pretende di spiegare un periodo che in
realtà è assai complesso. Come tutti i periodi storici anche l’età dell’umanesimo
presenta contraddizioni profonde
Per esempio proprio a Firenze che fu la culla dell’Umanesimo, nascerà la violenta
polemica antiumanistica di fra’ Girolamo Savonarola.
Tuttavia i valori
dell’Umanesimo si impongono e si trasformano da cultura d’élite (riservata a pochi)
a cultura diffusa in strati sempre più larghi della società.
Rinascimento
Il termine Rinascimento ha un’origine relativamente recente: esso fu coniato dallo
storico francese Jules Michelet intorno alla metà dell’ottocento. La nozione di
Rinascimento definisce un periodo compreso tra la fine del Quattrocento e il
Cinquecento. E’ evidente che il concetto di rinascita, così come si è diffuso a fine
ottocento, implicava il concetto di “morte” che si riteneva avesse caratterizzato il
Medioevo.
Dopo i cosiddetti secoli bui si assiste ad un recupero di quei valori che sembrano
dimenticati.
Questa interpretazione viene oggi respinta dagli storici che hanno rivalutato il
Medioevo come un’epoca ricchissima di fermenti culturali e di conquiste del
pensiero. Tuttavia il termine è rimasto e si è universalmente diffuso.
Se è vero che fra ‘400 e ‘500 si pone molta attenzione ai valori della classicità è
anche vero che quei valori non erano mai morti del tutto
Le grandi personalità di Petrarca e Boccaccio hanno tradotto su un piano letterario
questo impegno che, fino ad allora, era presente sul piano della riflessione filosofica.
Nel Rinascimento emerge la netta convinzione che gli antichi fossero superiori ai
moderni, nello stesso tempo gli studiosi si propongono di ricercare le origini di tale
superiorità
La coscienza della centralità dell’uomo produce come conseguenza una fiducia nello
strumento che caratterizza l’uomo stesso e lo solleva al di sopra delle altre creature:
la ragione.
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