indicatori disagio scolastico

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Un alunno è in situazione di disagio quando:
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non apprende come gli altri;
non è inserito bene;
l’ambiente di provenienza presenta una qualche forma di condizionamento che può
essere di natura affettivo-relazionale, economica, culturale, ecc.;
non si integra adeguatamente nel gruppo-allievi.
Per quanto riguarda poi l’alunno extracomunitario in condizione di disagio sono state identificati tre
tipi di problematiche che emergono con sistematicità nelle ricerche di settore:
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Problemi di disagio collegati all’apprendimento scolastico;
Problemi di disagio emotivo – comportamentale;
Problemi di linguaggio.
La conoscenza delle cause del disagio scolastico è utile per agire in maniera mirata e soprattutto per
comprendere meglio le problematiche che l’alunno presenta e conseguentemente sostenerlo con
cognizione di causa.
Gli indicatori di disagio scolastico in classe sono:
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Iperattività.
Mutismo.
Introversione.
Attenzione labile
Svogliatezza.
Aggressività.
Assenza di concentrazione.
Esibizionismo.
Lentezza nell’apprendimento.
Scarso possesso delle abilità strumentali.
Apatia.
Scarsa disponibilità a relazionarsi con gli altri.
Scarse capacità comunicative a livello linguistico.
Difficoltà nella comprensione dei testi.
Difficoltà di lettura e/o scrittura.
Disturbi a livello di coordinazione motoria.
Disturbi non-verbali.
Per quanto riguarda gli strumenti e le procedure per la rilevazione del disagio scolastico sono:
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l’osservazione intenzionale e sistematica (cosa, quando, perché osservare);
il colloquio con l’allievo e la famiglia, con amici della famiglia,con operatori professionali
etc..;
l’indagine relativa all’ambiente diprovenienza attraverso strumenti e forme di rilevazione
adoperati anche a livellointeristituzionale.
L’osservazione intenzionale e sistematica è composta dalle seguenti fasi:
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“quando” bisogna costruire le occasioni in maniera calibrata, proponendo, ad esempio,
lavori di gruppo o giochi che richiedano particolari prestazioni da parte dell’allievo
per rilevarne la presenza/assenza;
“quando” è funzionale al “cosa”, giacché ogni attività organizzata ha come
presupposto il fatto che il docente vuole rendersi conto se sussistono determinate
conoscenze, abilità e competenze nell’allievo (o negli allievi).
L’osservazione non può prescindere dall’utilizzazione di uno strumento di registrazione, costruito
dal docente per il monitoraggio dei comportamenti dell’alunno (lo strumento più in uso è un
“prospetto” in cui registrare le date di osservazione e la presenza/assenza/intensità/ripetitività di
quel determinato comportamento o prestazione.
Infine tramite il colloquio con l’allievo che avviene mediante l’uso di una check-list mentale
adoperata dal docente nell’ambito di un’occasione apparentemente informale e, magari, impostata
non a livello dualico bensì durante l’espletamento di altre attività, onde evitare che la cosa possa
essere vissuta dall’allievo come un interrogatorio, chiaramente le domande devono essere poche e
ben camuffate.
Anche attraverso il disegno, con l’aiuto e la consulenza di esperti in psicologia scolastica, si
possono conoscere le diverse tipologie di test adoperabili medianteil disegno e saper leggere
effettivamente i risultati. Spesso infatti i docenti presumono di saper interpretare elementi di matrice
psicoanalitica presenti nel disegno, la qualcosa, invece, richiede una particolare competenza
professionale.
In una realtà in cui i problemi dell’insuccesso e del disagio scolastico si presentano in tutta la loro
evidenza, è più che mai necessario fornire risposte didattiche e pedagogiche originali, efficaci,
creative e flessibili, che rispondano ai reali bisogni degli alunni, prendendo in considerazione anche
l’intero sistema: gruppo classe, scuola, famiglia, extrascuola.
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