Associato a Université Européenne Jean Monnet – A.I.S.B.L. Bruxelles Programma Scuole di specializzazione in: Scienze Criminologiche, Counselling, Musicoterapia, Arte Terapia e Psicotecnologie Dott. Giorgio Manfré. Ricercatore di “Sociologia dei processi culturali e comunicativi” (SPS/08) presso la Facoltà di Sociologia dell’Università di Urbino “Carlo Bo”. Nella stessa università insegna Teoria sociologica, Teoria della società e Struttura di società e semantica. Fra le sue pubblicazioni: :: Oltre la Comunità. Studio multidisciplinare di ritenzione in trattamento e follow-up su ex residenti di San Patrignano (curato insieme a Giuliano Piazzi e Aldo Polettini), FrancoAngeli, Milano, 2005; :: Eros e società-mondo. QuattroVenti, Urbino 2004; Luhmann/Marx Freud, :: Ambiente umano e valore di scambio, QuattroVenti, Urbino, 2000. La nuova forma della normalità Abstract Con la scomparsa di ogni spazio di identificazione collettivo oggi la condizione umana si ritrova a dover fronteggiare un carico emozionale molto potente, senza però avere più a disposizione spazi adeguati di riflessione o di contenimento. In tal senso si potrebbe parlare di una transizione da una società delle appartenenze in cui l’individuo costruisce la propria identità all’interno di un rapporto organico, ad una società iper-complessa rispetto alla quale l’individuo costituisce il suo ambiente. Si tratta di un mutamento molto profondo: ciò che oggi per il sociale può avere senso non lo ha, invece, per l’individuo e per la costruzione del Sé dell’individuo medesimo. Non sembra, dunque, che ci siano motivi per dubitare del fatto che le forme di disagio odierne siano in qualche modo peculiari alla moderna società complessa. Ma in cosa consiste tale peculiarità? Oggi – dicono le ricerche – sempre più di frequente il disagio assume forme socialmente asintomatiche, le quali possono difficilmente essere osservate utilizzando le distinzioni più usuali in ambito sociologico (sano/malato, normale/deviante, ecc.). Il problema, non solo teorico, è che mentre un numero crescente di individui fa esperienza della sofferenza psico-fisica (depressione, anoressia, bulimia, uso e abuso di vecchie e soprattutto nuove droghe), i sintomi sociali del disagio si fanno sempre meno visibili. Queste forme di disagio – così si dice – esprimono un malessere che si consuma prevalentemente all’interno delle singole esperienze individuali, senza che a tale disagio corrispondano poi sintomi sociali particolarmente significativi. Proprio in ragione di questa intrasparenza sociale del disagio, può allora essere fruttuoso riproblematizzare – se non addirittura ribaltare – la classica distinzione sociale salute/malattia (normale/deviante, agio/disagio, ecc.). E ciò perché, questo è il punto, il precario equilibrio tra il corpo e la mente dell’individuo non e più la sindrome di una minoranza deviante, ma lo stile di vita di un’intera generazione di giovani e meno giovani. La nuova forma di normalità della condizione umana nella modernità ormai pienamente dispiegata. Metodologia di lavoro Lezione frontale. Bibliografia di riferimento Dispense a cura del docente disponibili sul sistema E-learning (FAD) dell’Istituto per gli iscritti accreditati. Via Elia Rainusso, 144 - 41100 Modena Tel. 347-3785609 E-mail [email protected] - Portale: www.istituto-meme.it 2