Comunicato n. 3 5 gennaio 2007 Ministero della Salute UFFICIO STAMPA Igiene e infezioni in ospedale. I Nas da stamattina al Policlinico Umberto I. Dal 10 ottobre è già attivo il primo Progetto nazionale cure sicure per prevenire ed evitare le infezioni ospedaliere. Nelle prossime settimane partirà un’indagine nazionale sull’igiene negli ospedali Le denuncie apparse oggi sulla stampa riferite da un lato alla situazione di alcuni reparti e servizi del Policlinico Umberto I di Roma e più in generale alla problematica delle infezioni contratte dai pazienti durante il ricovero in ospedale, meritano la dovuta attenzione da parte delle Istituzioni nazionali e regionali preposte, ognuna per le proprie competenze, a garantire l’efficienza dei servizi e la qualità delle cure ai cittadini. Esse, pur se riferite a singoli casi che non rispecchiano la realtà della stragrande maggioranza delle strutture sanitarie pubbliche italiane che offrono prestazioni e servizi di ottimo livello, confermano in ogni caso la necessità di un’azione forte e immediata di verifica del rispetto delle indicazioni nazionali per la prevenzione delle infezioni ospedaliere e, più in generale, per l’adozione di metodologie e protocolli che garantiscano la sicurezza delle cure in ogni fase dell’intervento clinico. Sul caso Policlinico il Ministro Livia Turco ha ricevuto stamattina il Presidente della Regione Piero Marrazzo e l’Assessore alla Sanità Augusto Battaglia per verificare lo stato di avanzamento del piano di ristrutturazione dell’ospedale romano, che nel frattempo è oggetto in queste ore di un’accurata ispezione dei Nas prontamente intervenuti su segnalazione della Magistratura. Nell’incontro è stato convenuto di attivare un tavolo con il Governo al fine di velocizzare l’attuazione del piano di ristrutturazione con il coinvolgimento dei Ministeri dell’Economia, dei Beni Culturali e della Salute. Per quanto riguarda in particolare le infezioni ospedaliere è bene sottolineare che esse sono da anni costantemente sotto osservazione nel nostro Paese che ha da tempo adottato linee guida molto dettagliate per far sì che si possano ridurre al minimo i rischi di contrarre un’infezione durante le fasi del ricovero. Il numero di infezioni ospedaliere in Italia appare da anni in linea con i dati registrati negli altri Paesi europei con un’incidenza media tra il 4,5 e il 7% dei ricoveri (pari a circa 450.000/700.000 casi, con una mortalità dell’1%) a fronte del 3,6% della Germania e del 13% della Svizzera. E’ bene tuttavia sottolineare che solo il 30% delle infezioni ospedaliere è facilmente evitabile con l’adozione di semplici regole igieniche che vanno dal lavaggio delle mani al rispetto di norme per la cura delle ferite e la pulizia del paziente durante l’assistenza. Mentre il restante 70% delle infezioni è legato alle condizioni cliniche del paziente e alla sempre maggiore incidenza di batteri resistenti agli antibiotici. Per contrastare tali fattori sono stati messi a punto dall’Istituto Superiore di Sanità appositi strumenti di controllo dell’antibiotico-resistenza, presente soprattutto in alcuni ceppi di batteri quali il Pseudomonas aeruginosa, lo Stafilococco aureus, l’Enterobacter, lo Stenotrophomonas maltophilia e l’Acinetobacter. Anche al fine di ottimizzare tali interventi lo scorso 10 ottobre è stato attivato il “Progetto nazionale per le cure sicure” varato in accordo con le Regioni dal Ministero della Salute e attivo attualmente in 14 Regioni in attesa di estenderlo in tutta Italia. Esso prevede: 1. di sviluppare un sistema di segnalazione rapida di eventi sentinella ed epidemie; 2. di sviluppare sistemi di monitoraggio delle infezioni associate alle diverse forme di assistenza sanitaria e socio-sanitaria residenziale e domiciliare e costruire un quadro epidemiologico delle infezioni associate all’assistenza sanitaria a livello nazionale; 3. di definire requisiti per l’autorizzazione e l’accreditamento delle strutture sanitarie e sociosanitarie, relativi alla prevenzione e controllo delle infezioni; 4. di promuovere l’adesione di pratiche assistenziali basate su valide e convalidate conoscenze scientifiche (“evidence-based”) attraverso: a) la diffusione di Linee Guida; b) la definizione di programmi formativi per il personale addetto al controllo delle infezioni associate all’assistenza sanitaria e socio-sanitaria. 5. di realizzare programmi di comunicazione e gestione del rischio relativamente alle infezioni in strutture sanitarie e socio-sanitarie e nei programmi di assistenza domiciliare. Il Ministro Livia Turco ha infine stabilito di avviare d’intesa con le Regioni, già a partire dalle prossime settimane, una nuova indagine conoscitiva sul rispetto delle regole e dei protocolli di sicurezza e igiene in tutti gli ospedali italiani per confrontare dati ed esperienze rispetto ad un’analoga indagine effettuata nel 1998. 2