LA SECONDA REPUBBLICA FRANCESE E LA PRIMA GUERRA D’ INDIPENDENZA IN ITALIA Borghesia: vuole aumentare la propria azione economica e la propria partecipazione politica. Causa scatenante di nuove rivolte: crisi economica Cattivo raccolto aumento prezzi degli alimentari i salari sono utilizzati quasi solo per acquistare alimenti minor richiesta di beni di consumo prodotti invenduti varie fabbriche chiudono disoccupazione Luigi Filippo accusato di non aver effettuato le riforme promesse Rivolta a Parigi: il re costretto alla fuga Seconda Repubblica Francese Il Governo Provvisorio vara alcune riforme: suffragio universale maschile, libertà di stampa, giornata lavorativa a 10 ore, opifici nazionali, tassazione proporzionale. Nelle elezioni successive, prevalgono le forze conservatrici: abolita la riduzione a 10 ore e gli opifici nazionali. Eletto Presidente della Repubblica Luigi Napoleone Bonaparte. Rivolte nell’Impero d’Austria: - Vienna Costituzione - Budapest Parlamento Nazionale - Praga indipendenza della Boemia Rivolte in Prussia per la Costituzione, in Italia e nei Balcani. Non ci sono rivolte in Inghilterra (c’erano già Parlamento e Costituzione), né in Spagna e Russia (borghesia e proletariato quasi assenti). Moti repressi ovunque dagli eserciti, ma restano le idee di indipendenza nei popoli. Politica: Italia divisa in tanti stati Economica: al sud prevalgono i latifondi, al nord ci sono anche aziende agricole moderne, filande, stabilimenti siderurgici e meccanici. Due correnti di pensiero, unite nello scopo di ottenere l’unificazione nazionale: - Democratici (Ferrari, Cattaneo) stato federale repubblicano. Non si esclude il ricorso alla rivoluzione. - Moderati no rivoluzione violenta ma riforme graduali. Due diversi schieramenti: 1) neoguelfi (Gioberti): federazione di stati guidati dal papa 2) laici (M. d’Azeglio, C. Balbo): stato unificato sotto la guida dei Savoia. 1846: diventa papa Pio IX, liberale. Attua delle riforme (Consulta, amnistia, lega doganale con Piemonte e Toscana) Speranze per i patrioti italiani 1848: insurrezione a Palermo, il re concede la Costituzione. Anche Leopoldo II di Toscana, Carlo Alberto di Savoia e Pio IX concedono degli Statuti. Dopo i moti a Vienna, insurrezioni antiaustriache a Venezia ( proclamata la Repubblica di san Marco con a capo Daniele Manin) e a Milano (“Cinque Giornate”: i milanesi cacciano il generale Radetzky). Rivolte anche a Parma e a Modena. Alcuni degli insorti di Milano, di tendenza moderata, chiamano in aiuto Carlo Alberto di Savoia, che dichiara guerra all’Austria. Aiuto anche da Regno delle Due Sicilie, Granducato di Toscana e Stato della Chiesa 28/3/1848: Prima Guerra d’Indipendenza Plebiscito per unire la Lombardia al regno sabaudo gli altri re e il papa temono che Carlo Alberto voglia solo rafforzare se stesso abbandonano l’impresa Successi piemontesi a Curtatone, Montanara, Goito, Peschiera, ma sconfitta a Custoza armistizio di Salasco: Lombardia torna all’Austria, resiste solo Venezia. Iniziativa dei democratici a Firenze e a Roma (il papa fugge, il potere è in mano al triunvirato di Mazzini, Armellini, Saffi). Carlo Alberto riprende la guerra contro l’Austria (1849) ma è sconfitto a Novara Abdica in favore del figlio Vittorio Emanuele II, che firma un armistizio con l’Austria. Ultima insurrezione antiaustriaca a Brescia, costretta alla resa dopo 10 giorni. Dopo le Cinque Giornate di Milano, l’esercito austriaco si ritirò nel Quadrilatero, un sistema difensivo compreso tra Peschiera, Mantova, Legnago e Verona. Proprio in questa zona furono combattute le principali battaglie della Prima Guerra d’Indipendenza. Leopoldo II ritorna a Firenze con l’aiuto degli austriaci Pio IX, con l’aiuto dei francesi e dei borbone, torna a Roma Venezia si arrende (bombardamenti dalla flotta austriaca, fame, colera) Tutte le Costituzioni del 1848 sono abolite tranne quella del Piemonte, lo Statuto Albertino.