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I PERSIANI
Dai tempi di Ciro il Grande gli spazi di libertà politica dei popoli sottomessi si ridussero, per l’interferenza
dei satrapi, che favorivano le oligarchie filopersiane
Ciro il Grande sottomise la Tracia e si impadronì delle isole Cicladi
Nel 492 a.C la Persia inviò in Grecia suoi ambasciatori per chiedere la sottomissione delle città greche,
però solo alcune si sottomisero.
Grazie a Milziade i Persiani ebbero la meglio sulle città greche in un duro scontro a Maratona.
Dopo Dario I, l’impero persiano passò al figlio Serse che organizzò una grande spedizione di terra e di
mare contro la Grecia, per sottometterla definitivamente.
Le città greche costituirono una coalizione militare il cui comando fu attribuito agli spartani. Questi
ultimi volevano affrontare l’esercito persiano a Corinto. Alla fine si inviò uno dei re di Sparta, Leonida, a
sbarrare la strada ai nemici alle Termopili e lo scontro avvenne nell’estate del 480 a.C dove però ebbero
la meglio i greci.
LA GUERRA DEL PELOPONNESO
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Dopo la guerra contri i persiani e la vittoria delle città greche, alcune azioni di Atena portarono alla
rottura dell’accordo di pace con Sparta
Nel 433 a.C. Atene intervenne in appoggio a Corcira che era alleata di Sparta, iniziò una lunga fase di
guerra e di rivalità tra le due maggiori città stato della Grecia.
Nel 432 a.C. scoppiò il caso di Potidea, che assediata ed occupata dagli ateniesi fu costretta ad
abbattere la cinta di mura e ad accogliere gli ateniesi
Una assemblea di Sparta stabilì che Atene aveva violato la pace trentennale e chiese il ritiro degli
ateniesi dalla città occupata. Atene rifiutò di ritirarsi da Potidea, quindi Sparta dichiarò guerra.
Nel Peloponneso ci sono state due fasi del conflitto: una prima va dal 432 al 421 a.C. , la seconda dal
413 al 404 a.C.
Atene alla fine risultò interamente sconfitta e perse il suo impero
Nel Peloponneso la guerra si definì totale, perché furono coinvolte la maggior parte delle città greche
alleate con Sparta oppure con la rivale Atene.
La guerra fu descritta interamente dallo storico amico di Pericle di nome Tucidide, egli conosceva bene i
fatti e aveva accesso alla documentazione ( atti ufficiali, memorie degli ufficiali…)
Appena cominciato il conflitto con Sparta Pericle adottò una strategia di attesa, consolidando le truppe
in mare, consapevole della sua inferiorità nel combattimento terrestre.
Alla fine del primo anno di guerra Atene ebbe la meglio ma Pericle dovette contare numerosi caduti in
guerra
Nell’estate del 430 a.C. ad Atene scoppiò un epidemia di peste che provocò la morte di un terzo degli
abitanti.
Nel 429 a.C. Pericle viene denunciato per aver dilapidato il patrimonio pubblico e fu costretto ad
abbandonare la sua carica. Egli morì in seguito per l’epidemia che aveva colpito Atene.
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Dopo la morte di Pericle la guida della parte democratica fu presa da Cleone, un ricco artigiano
Gli Spartani assediarono Platea e la guerra si concluse con la vittoria degli Spartani.
Sparta allora stipulò una pace che sarebbe dovuta durare 50 anni e che fu detta pace di Nicia, che però fu
violata da Atene, che voleva proseguire la sua politica espansionistica ed imperiale.
All’inizio del 413 a.C. l’ateniese Alcibiade decise di spostare la guerra in Sicilia, occupando le città sotto il
controllo di Sparta e attaccò in particolare la città di Siracusa. I Siracusani riuscirono a distruggere la
flotta Ateniese e a circondare l’esercito in fuga, la maggior parte degli ateniesi venne uccisa mentre i
sopravvissuti furono gettati nelle cave di pietra della città.
Sempre nello stesso anno gli Spartani invasero l’Attica e occuparono la roccaforte di Decelea a 20 km da
Atene (posizione strategica che permetteva di bloccare qualsiasi attività dell’attica).
La potenza ateniese nel giro di pochi anni crollò miseramente e anche le sue istituzioni democratiche
entrarono in crisi.
Per la prima volta furono posti dei limiti al potere decisionale della Bulè, con la creazione di una
commissione di 10 consiglieri che aveva il compito di vagliare le decisioni dell’ assemblea.
L’IMPERO UNIVERSALE DI ALESSANDRO MAGNO
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Dell’indebolimento di tutte le città greche , causato dalla guerra totale del Peloponneso approfittò la
Macedonia, una regione a Nord della Grecia. Alessandro Magno salì al trono macedone dopo
l’assassinio del padre Filippo II .
Alessandro ancora giovanissimo, fece uccidere i possibili concorrenti al trono e si recò sul confine
settentrionale per respingere le popolazioni illiriche.
Sottomise definitivamente le città greche e si fece proclamare Capo della Lega di Corinto. Iniziò poi la
grande guerra contro i Persiani.
Appena ebbe attraversato l’Ellesponto, Alessandro compì un atto simbolico ( si recò a Troia per rendere
omaggio alla tomba di Achille e si proclamo erede della grande civiltà greca).
Il primo scontro ebbe luogo sul fiume Granico nel 334 a.C. e si risolse con la vittoria macedone, subito
dopo Alessandro prese il controllo dell’Anatolia.
Nel 333 a.C. egli compì a Gordio un altro atto simbolico( con la spada tranciò un nodo che univa un carro
al suo giogo).
Proseguì la marcia verso sud e si scontrò per la prima volta con l’esercito di Dario III a Isso, il quale
venne pesantemente sconfitto dandosi alla fuga.
La marcia di Alessandro proseguì verso l’Egitto, dove fondò Alessandria d’Egitto, successivamente egli
affrontò il viaggio attraverso il deserto libico fino all’oasi di Siwa.
Lo scontro finale contro Dario III ebbe luogo a Gaugamela nel 331 a.C. e si risolse in una nuova disfatta
per i Persiani. Alessandro s’impossessò così di Babilonia, Susa e Persepoli. Ormai era nel cuore della
Persia.
Al posto di Dario III salì al comando Besso che si era diretto a Battriana. Alessandro lo inseguì e appena
lo trovò lo fece subito giustiziare.
Fra il 327 e il 325 a.C. Alessandro proseguì verso l’Indo e sconfisse il re indiano Poro, riuscendo a
costruire una serie di regni nel Punjab.
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Fu costruita una grande flotta per trasportare l’esercito fino alla foce dell’Indo, questo esercito si divise
in due parti: una parte andò via maree fu guidata da Nearco e un’altra si spostò via terra, guidata dallo
stesso Alessandro, quest’ultimo dovette attraversare il deserto della Gedrosia.
Alessandro giunse a Susa nel 324 a.C. e si accinse ad organizzare il suo impero, che doveva però
rispettare le tradizioni locali, cioè mantenere il sistema delle satrapie.
Nel 323 a.C. la capitale dell’Impero macedone fu trasferita da Susa a Babilonia e là Alessandro ricevette
ambascerie di vari stati del Mediterraneo occidentale.
Sempre nello stesso anno egli morì improvvisamente per una misteriosa malattia e salì al trono il
generale Perdicca, al quale prima di morire Alessandro aveva dato l’anello imperiale.
GLI ETRUSCHI
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Gli Etruschi, la cui origine è per molti studiosi incerta, possedevano miniere di ferro, piombo e stagno ed
è anche per questo che diventarono un popolo florido e potente e costituirono una grande civiltà
nell’Italia centro settentrionale, assorbendo anche la civiltà villanoviana presente in quei luoghi.
Essi erano abili navigatori e infatti mantennero a lungo il controllo del mar Tirreno, impedendo ai Greci
di fondare colonie sulle coste.
Gli Etruschi non costituirono mai uno stato unitario ma restarono divisi in città-stato, collegate in una
lega. Le principali erano 12( dodecapoli etrusca): Veio, Caere, Tarquinia, Vulci, Volsinii, Roselle, Vetulonia,
Chiusi, Perugia, Cortona, Arezzo e Volterra. Tutte queste erano governate dai re( lucumoni).
Gli Etruschi regnarono su Roma, Lazio meridionale e gran parte della Campania, fondarono Felsina,
Modena, Parma e Mantova.
Alla metà del VI secolo gli Etruschi furono coinvolti nel conflitto fra Greci e Cartaginesi, quest’ultima
strinse un patto con gli Etruschi per sconfiggere i Greci, loro rivali nel commercio del Meditrraneo.
Nel 504 a.C. ad Ariccia, i Cumani sconfissero il re di Chiusi, Porsenna e così posero fine all’influenza
etrusca su Roma e il Lazio meridionale.
Tra il 480 a.C. e il 474 a.C. la potenza etrusca si sgretolò. I Celti anche a nord travolsero i centri
dell’Etruria.
Nel 396 a.C., dopo una lunga guerra contro i romani cadde Veio e così Roma ampliò il suo territorio su
buona parte dell’Etruria, che divenne romana.