l`impero persiano

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SPARTA E ATENE
Sparta e Atene erano due città greche molto diverse tra loro per organizzazione, modi di vivere e
abitudini. Sparta era governata dall’aristocrazia (governo dei nobili), che era chiusa alle
innovazioni, e potente dal punto di vista militare.
Atene era invece una ricca città commerciale e marittima, che si basava su di una nuova forma di
governo: la democrazia (governo del popolo).
A Sparta esistevano tre classi sociali: gli spartiati, che godevano dei diritti civili e partecipavano al
governo della città; i perièci, che vivevano nelle zone periferiche, avevano la libertà personale e del
lavoro (potevano possedere terre e schiavi e pagavano le tasse), ma non partecipavano alla vita
politica, e gli ilòti, che vivevano nelle campagne ma erano schiavi. Essi non avevano libertà e non
godevano dei diritti politici.
A Sparta governavano due re (diarchìa), che erano capi religiosi e militari allo stesso tempo.
Attraverso un’assemblea di anziani venivano prese le decisioni per la città. La decadenza degli
spartani fu causata dall’incapacità di ricambio e di rinnovamento della classe dirigente. Infatti gli
spartiati rifiutavano i matrimoni con persone di altre classi sociali, avevano pochi figli, e solo il loro
primogenito riceveva la terra. Gli spartiati disprezzavano le attività pratiche e il lavoro manuale.
Tutti gli spartani dovevano sostenere il servizio militare, dai 7 anni ai 60, e si dedicavano
costantemente alla guerra. I guerrieri spartani erano considerati i più valorosi in battaglia. Coloro i
quali non morivano sul campo di battaglia venivano disprezzati, e i bambini nati con malformazioni
venivano gettati dalla rupe più alta della città. La severità dei costumi era improntata alla rinuncia ai
lussi, a tutto ciò che poteva corrompere o distogliere i giovani dal combattimento. La rigidità della
mentalità spartana fu però alla base del suo indebolimento rispetto ad altre città della Grecia.
La città di Atene si trovava in una posizione geografica molto favorevole, affacciata sul Mar Egeo.
In questa città crebbero le attività economiche (commercio, agricoltura, artigianato) e culturali.
FASI DEL TIPO DI GOVERNO AD ATENE
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MONARCHIA (GOVERNO DEL RE)
OLIGARCHIA (GOVERNO DI POCHI)
DEMOCRAZIA (GOVERNO DEL POPOLO)
Dal governo e dalla vita politica però erano esclusi gli schiavi e le donne. La democrazia che
esisteva ad Atene era perciò differente da quella presente in Italia al giorno d’oggi, in quanto non
tutti godevano del diritti politici e civili. Dal punto di vista culturale Atene fu la culla della filosofia,
che cercava le risposte a domande che riguardavano l’uomo e la sua origine.
Atene ebbe un grande sviluppo anche nel campo teatrale, nella tragedia (con Sofocle, Euripide) e
nella commedia (con Aristofane). Le arti raggiunsero il loro massimo sviluppo. La città era aperta e
ricca, a differenza della città di Sparta i cittadini non dedicavano la propria vita alla guerra ma alla
cultura, al commercio e alle attività artigianali.
Le città greche furono chiamate poleìs (al singolare pòlis), città-stato, e furono sempre divise tra
loro. Ciò rappresentò un elemento di debolezza per la Grecia.
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L’IMPERO PERSIANO
L’impero persiano divenne potente sotto il regno di Ciro il Grande, nel 500 a.C. Dopo di lui fu
l’imperatore Dario I che suddivise l’impero in tante zone, chiamate satrapìe perché erano governate
da funzionari detti sàtrapi. I Satrapi erano chiamati “gli occhi e le orecchie del re” perché
controllavano il territorio e riferivano tutto al sovrano. L’imperatore Dario I fu tollerante con le
popolazioni sconfitte, in quanto permetteva loro di mantenere la religione praticata. Alle
popolazioni vinte impose il pagamento dei tributi e la leva obbligatoria. Fece costruire strade e
potenziò la comunicazione fluviale. Dario I coniò una nuova moneta, detta “Darico” dal suo nome.
L’impero persiano conquistò le colonie greche dell’Asia Minore. Vi furono diverse guerre contro la
Grecia. Nella prima vi fu la vittoria di Atene. La seconda fu guidata dall’imperatore Serse. Le città
greche, per la prima volta, si unirono in una lega per riuscire a respingere i nemici. Anche le città di
Sparta e quella di Atene, nemiche da sempre, si unirono per combattere i Persiani. Gli Spartani (i
famosi “300”) combatterono eroicamente alle Termòpili, e la loro morte spinse i Greci a resistere ai
nemici. Atene fu abbandonata, e i Persiani sconfitti nella battaglia navale di Salamina, nel 480 a.C.
La Grecia era riuscita a difendere al sua libertà. Un piccolo gruppo di città aveva sconfitto un
grande impero.
L’IMPERO MACEDONE
La città di Sparta rimase potente fino al 394 a.C., fino a quando dovette subire una grave sconfitta
che la sottomise al governo dei Persiani. La città greca di Tebe si scontrò con Sparta e la ridusse ad
un piccolo centro. Anche il predominio tebano però fu di breve durata, e la Grecia scivolò in un
periodo di continue guerre civili. La popolazione diminuì e si impoverì. L’indipendenza delle pòleis
(città-stato) era stata anche la causa della loro decadenza.
Nella regione Macedone, a nord della Grecia e in una zona montagnosa, si parlava uno dei tanti
dialetti greci. I Macedoni erano però considerati barbari dalle altre città greche, cioè stranieri.
Fu il re Filippo II a rafforzare l’esercito Macedone, e a renderlo famoso per la FALANGE,
composta da soldati dotati di piccoli scudi e di lance lunghe fino a 7 metri. Il re Filippo II propose
un’alleanza tra la sua terra, la Macedonia, e le città della Grecia, comprese Sparta, Atene e Tebe.
Un famoso ateniese di nome Demostene però affermò che quello di Filippo era solo uno
stratagemma per impossessarsi delle città greche e per sottometterle definitivamente. Atene e Tebe
decisero di allearsi, e si scontrarono così con i Macedoni. Il figlio di Filippo II, il diciottenne
Alessandro, sconfisse la città di Tebe. Si formò in seguito la Lega di Corinto, che riuniva i
Macedoni e le città greche sconfitte. A capo di esse fu posto il re Filippo II. Dopo la morte di
Filippo, forse avvelenato per una congiura di corte, salì al trono Alessandro, che fu detto MAGNO,
cioè “GRANDE” per le sue imprese memorabili. Alessandro, appena saputo della ribellione della
città di Tebe, la assediò, la rase al suolo, e fece deportare tutti i suoi cittadini come schiavi, affinché
questo fosse di esempio per tutte le città greche che avessero osato ribellarsi. Questo evento segnò
la fine della civiltà delle città-stato greche.
Alessandro Magno si scontrò con i Persiani, capeggiati da Dario III, in Siria (Medio Oriente), e li
sconfisse facendo prigionieri anche i membri della famiglia reale. In seguito Alessandro conquistò
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la Palestina, l’Egitto, dove fondò la città di Alessandria, e si spinse fino all’India. Il sogno di
Alessandro era di costituire un impero universale, unendo i popoli conquistati grazie all’uso della
lingua comune, il greco, e delle cultura greca. Per questo sposò la principessa persiana Rossane,
figlia dell’imperatore Dario III. Alessandro si adeguò alle tradizioni orientali, facendosi venerare
come un dio alla maniera dei faraoni egiziani e dei re persiani. All’età di 33 anni egli fu colto da
febbre altissima, e morì nel 323 a.C.
I successori di Alessandro formarono i regni Ellenistici, caratterizzati da una grande prosperità
economica e culturale. La cultura e la lingua greca si diffusero in Asia Minore, in Egitto,e la città di
Alessandria divenne famosa per la sua biblioteca, ricca di testi di tutta l’antichità. La città divenne
inoltre un importante centro commerciale. Ad Alessandria elaborarono le loro teorie Euclide,
Archimede, Aristarco di Samo, che intuì molto prima di Copernico che era la terra a girare attorno
al sole e non viceversa. Si diffusero, inoltre, dei culti religiosi chiamati misterici, legati ad Orfeo,
Mitra e Iside. Questo mescolamento di diverse credenze religiose è chiamato SINCRETISMO.
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