Linguaggio non verbale

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IL LINGUAGGIO DEL CORPO
E QUELLO VERBALE
SONO INTERDIPENDENTI.
NELLA COMUNICAZIONE INTERPERSONALE
UN RUOLO FONDAMENTALE È GIOCATO DAL
NON VERBALE
PROF PIERRO
In ogni caso occorre fare molta attenzione perché non tutto quello che viene
comunicato arriva al ricevente.
Anzi, di solito:
Il ricevente
ne sente
50
(anche a causa
dei disturbi
dell’ambiente




È contestuale (avviene sempre in un preciso contesto)
È comunicativa (non si può non comunicare)
È caratterizzata da più comportamenti e gesti
È più credibile
CONTATTO VISIVO: abilità nel cercare il contatto visivo con tutti i partecipanti.
Evitare lo sguardo nel vuoto o diretto solo su alcuni. Esprimere un contatto visivo sicuro.
Concludendo
SORRISO APERTURA: trasmettere una percezione di proiezione verso l’uditorio.
GESTUALITA’: abilità nel dare forza al messaggio con una gestualità spontanea
e disinvolta.
POSTURA E MOVIMENTI: esprimere sicurezza e padronanza d’aula attraverso una
posizione eretta e con movimenti disinvolti. Evitare le posizioni insicure di appoggio e i
movimenti nervosi.
VOLUME E TONO DI VOCE: abilità di usare un volume adeguato e tonalità
variabili. Evitare di parlare sottovoce e con tono monocorde.
PERSONALITA’ - HUMOUR - ENTUSIASMO: esprimere la propria
personalità ed i propri punti di forza senza inibizioni, manifestare entusiasmo in ciò che si dice.
LINGUAGGIO - NON PAROLE - PAUSE: usare un linguaggio semplice, naturale, incisivo e sintetico.
Ricorrere ad aneddoti, esempi, analogie. Evitare le non parole”. Dare forza “al discorso con le pause.
GESTIONE STRESS: abilità nel gestire la propria emozione utilizzandola produttivamente.
Linguaggio non verbale
Linguaggio non verbale: i presupposti principali
Per capire e migliorare il linguaggio del corpo è
necessario diventare più consapevoli. Un
minimo di attenzione a come stiamo seduti,
come cambiamo atteggiamento in contesti
diversi, come agiamo quando si parla con
qualcuno in particolare o come muoviamo le
mani.
La comunicazione non verbale al
colloquio di lavoro
Comunicazione non verbale, i fattori
che la determinano
Tanto per la comunicazione verbale, quanto per quella non verbale, è utile cercare di essere efficaci
nell’interazione, con un dialogo spigliato e ponendo la massima attenzione all’entrata in ufficio, al
saluto e alla stretta di mano, alla postura e all’aspetto esteriore.
Conviene, dunque, ispirarsi all’assertività, tecnica che ci consente di essere socievoli, rispettosi, fermi
sui propri diritti, aperti al confronto: in una parola, sicuri di se. Questo elemento dell’assertività deve
coinvolgere anche la comunicazione non verbale, capace di esprimere e comunicare emozioni, regolare
l’interazione, esprimere atteggiamenti circa l’immagine di sè, aiutare le presentazioni e disperdere
l’ansia.
Di cosa si compone la comunicazione non verbale?
La comunicazione non verbale si compone di mimica facciale, ma anche di gestualità, contatto oculare,
postura e aspetto esteriore. E’ fondamentale per fornirci la prima impressione di un qualsiasi attore
sociale, e anche al colloquio di lavoro è decisiva per ottenere dal selezionatore un parcezione positiva, o
per averne una noi del selezionatore.
Quando la percezione è positiva, il dialogo e l’interazione scorrono in un clima sereno e propizio.
Quando la percezione è negativa si moltiplicano gli stati di disagio e ansia e il dialogo diventa irto di
contrasti, poco costruttivo. Altri fattori della comunicazione non verbale che contribuiscono ad
un’impressione favorevole sono il trucco, i profumi, gli atteggiamenti, gli abiti e gli accessori, con gli
obiettivi di riuscire a gestire il colloquio, controllare le proprie emozioni e sicurezza e apparire affidabile
e motivato grazie anche alla comunicazione non verbale.
Gli occhi, cura il contatto visivo.
Durante una conversazione, le persone si concentrano la
maggior parte delle volte sui tuoi occhi? quanto conta per te uno
sguardo?
Il nostro sguardo ha una certa rilevanza e comunica all’interlocutore il nostro
interesse. Bada bene, sempre con il giusto equilibrio. Perché se mantieni troppo il
contatto visivo, rischi di sembrare ammaliatore. Al contrario, non guardando negli
occhi, potresti sembrare insicuro e disinteressato. Per cui, mantenere il contatto visivo
è una buona abitudine. Se non sei pratico potresti avere difficoltà all’inizio ma pian
piano diventerà un’abitudine.
Usi skype o devi fare un colloquio
tramite webcam?
Il contatto visivo può essere difficile anche quando utilizziamo
dispositivi tecnologici come una webcam. Dal momento che guardare
gli occhi del nostro “esaminatore” non è sempre intuitivo. Occorre
trovare un equilibrio tra l’immagine sullo schermo ed i nostri occhi
verso la webcam. Dobbiamo resistere alla tentazione di cercare o
guardare la nostra immagine in un piccolo quadrato dello schermo.
Altrimenti è come se non mantenessimo lo sguardo in una normale
conversazione.
Il linguaggio del corpo non è importante solo quando sei seduto
dall’altra parte della scrivania del tuo esaminatore, ma anche quando il
datore di lavoro si trova dall’altra parte della webcam.
Linguaggio del corpo in ufficio
Riservare poca attenzione al linguaggio non verbale danneggia la comunicazione e incrina le
relazioni lavorative.
Il linguaggio non verbale svolge un ruolo primario nella comunicazione, anche in ambito
lavorativo. I gesti possono alterare la percezione delle parole, con spiacevoli conseguenze per
quanto riguarda
il rapporto con i colleghi, con i superiori o i clienti.
Se la presenza di rughe sulla fronte è segno di stress, ad esempio, la posizione delle mani indica
apertura (se sono tenute lontane dal corpo) o viceversa necessità di proteggersi (se vicine). Sul
lavoro, tuttavia, prestare attenzione ad alcuni atteggiamenti riveste un'importanza maggiore
che in altri ambiti.
Quando si è impegnati in una conversazione, ad esempio, la posizione del corpo è
fondamentale: non disporsi di fronte a chi parla può denotare una mancanza di interesse così
come qualsiasi movimento nervoso e ripetuto (toccarsi il viso, accavallare le gambe di continuo)
rivela insicurezza.
Molta importanza nella comunicazione rivestono gli occhi e la capacità di mantenere il contatto
visivo con l'interlocutore: secondo gli esperti, infatti, un'ottima strategia per comunicare
interesse consiste nel guardare negli occhi chi parla per almeno il 50% o il 60% del tempo
dell'intero dialogo.
Linguaggio del corpo: il potere della
postura
I vantaggi di una postura studiata a tavolino e alcuni consigli per sfruttare al meglio il linguaggio del
corpo.
Il linguaggio del corpo svolge un ruolo determinante non solo nella ricerca di lavoro ma, più in
generale, nella costruzione di una carriera duratura e caratterizzata da successo e rispetto. Tra i segnali
non verbali la postura rappresenta senza dubbio una notevole risorsa da sfruttare.
Una postura non lasciata al caso, infatti, è in grado di conferire maggiore rilievo alle proprie opinioni e
di far acquisire rispetto, aumentando la fiducia degli altri. Una posizione eretta e dominante potenzia il
controllo di sé e aiuta a tollerare anche uno stress emotivo notevole.
Secondo alcuni studi, inoltre, la postura sarebbe più importante della stessa gerarchia di ruoli:
posizionando se stessi in modo da occupare uno spazio ben preciso aiuta a sottolineare il proprio
ruolo all'interno di un gruppo (è l'effetto creato da chi entra in una stanza dirigendosi direttamente al
centro, ad esempio).
Per sfruttare al meglio la propria postura è bene assumere un atteggiamento espansivo soprattutto
quando si inizia una conversazione, presentandosi in piedi in modo da comunicare agli interlocutori la
propria sicurezza. La postura e lo stesso modo di camminare vengono spesso interpretati come specchi
dell'autostima, basti pensare all'effetto negativo che ha sugli altri un eccessivo gesticolare e la
conseguente perdita di controllo delle mani usate, ad esempio, per toccarsi nervosamente viso e collo.
Il medesimo risultato si ottiene incrociando braccia e gambe nel corso di un incontro.
!
La prima volta che ho incontrato questa parola durante l’adolescenza, ho pensato fosse una
parolaccia :-). Invece, è la scienza che studia lo spazio e le distanze all’interno di una comunicazione.
Mantenere la distanza dovuta e valutare le preferenze dell’interlocutore aiuta a non invadere il
“campo” degli altri e favorisce il dialogo. Fra un po’ capirai ancora di più il significato.
Ti è mai capitato di trovarti vicino ad un estraneo in ascensore o su un mezzo pubblico? Si? Ok.
Avrai notato che in quella situazione cerchi di muoverti con attenzione per non infastidire.
Che cosa fai in genere? Presti maggiore attenzione ai movimenti dei tuoi piedi e delle tue braccia.
Questo succede perché non sei a tuo agio e ti senti privato del tuo spazio. A limite, inizi una
conversazione sulle previsioni meteo… per spezzare la piccola tensione, ma noti che il modo di porsi
è diverso da quando conversi con le giuste distanze. Ad esempio, in un corridoio.
Questo ovviamente varia da persona a persona o quando in ascensore trovi l’amore della tua vita
(non hai problemi di distanza :-)). In ogni caso, renditi conto di quanto la prossemica possa influire la
comunicazione tra due persone. Ogni partecipante al dialogo, deve mantenere la distanza giusta
senza invadere il campo dell’altro interlocutore.
Qual è la distanza giusta?
Un buona regola, è stare almeno a quattro piedi di distanza e valutare se l’altra persona è a suo agio.
Nel caso, ti avvicini o ti allontani di poco.
Tipi di comunicazione non verbale
Il linguaggio del corpo è veramente molto vario. Vediamo insieme alcuni tipi di
comunicazione non verbale su cui è possibile intervenire per rendere più efficace il tuo
modo di comunicare:
Espressione facciale
La parte del corpo più espressiva dell’essere umano è il volto: le espressioni facciali sono
capaci di esprimere infinite emozioni senza bisogno di parole. Inoltre a differenza di altre
forme di comunicazione non verbale, le espressioni del volto sono universali: la mimica
facciale che si usa per esprimere felicità, tristezza, rabbia, sorpresa, paura, disgusto è
uguale per tutti gli uomini in ogni parte del mondo.
Movimenti del corpo e postura
Anche il modo in cui ti muovi è in grado di trasmettere una ricchezza di informazioni
che va ben oltre le parole; questo tipo di comunicazione non verbale comprende la
postura, il portamento, la posizione che assumi rispetto al tuoi interlocutore e i
movimenti del corpo
Gestualità
La gestualità è una componente importante della comunicazione non verbale, in
quanto i movimenti delle mani spesso accompagnano in modo inconsapevole le
parole durante una conversazione. Tuttavia, dato che il significato dei gesti può
essere molto diverso tra le culture e regioni, è importante porre molta attenzione alla
gestualità per evitare errori di interpretazione.
Contatto visivo
La vista è di sicuro fra i sensi più sviluppati nell’uomo, pertanto il contatto visivo è uno
dei tipi di comunicazione non verbale cui bisogna porre la massima attenzione: il
modo in cui guardi qualcuno è in grado di comunicare molte cose, compreso
interesse, affetto, ostilità, attrazione. Il contatto visivo è anche importante per
mantenere il flusso della conversazione e per misurare la risposta dell’altra persona.
Contatto fisico
Gli essere umani comunicano moltissimo attraverso il tatto, pensa a quanti messaggi
sei in grado di dare solo con il toccarsi: una stretta di mano, una toccata di spalla, un
abbraccio, una pacca sulla schiena, un buffetto sulla guancia o una stretta sul braccio.
La lista dei messaggi che puoi dare solo toccando un’altra persona è davvero infinito.
Spazio fisico
Anche la distanza che prendi dal tuo interlocutore quando parli comunica qualcosa: se
ti avvicini troppo, ad esempio, rischi di invadere lo spazio fisico dell’altra persona e
suscitare disagio e ostilità; se invece sei troppo lontano potresti trasmettere rigidità e
freddezza. Non esiste una regola generale circa la distanza giusta da prendere dagli
altri perché molto dipende dalla cultura, dalla situazione e dal tipo di rapporto.
Tono della voce
Non è importante solo quello che dici, ma anche come lo dici: se il tono della tua voce
è monotono, questo potrebbe infastidire chi ti ascolta; se invece saprai usare il ritmo
giusto, alternando le parole a brevi pause o espressioni che trasmettono attenzione e
comprensione, la conversazione sarà più fluida e scorrevole. Il tono della voce è
anche utile a sottolineare il tuo stato d’animo e la tua idea su ciò di cui stai parlando.
La candidatura
Si chiama la “Comunicazione non verbale” o “Linguaggio non verbale”.
Questi gesti, coscienti o incoscienti, che accompagnano il vostro discorso verbale,
possono servirvi ed essere dei fattori valorizzanti per la vostra candidatura.
Possono ugualmente rivelare dei comportamenti che non faranno di voi IL
candidato ideale, allora attenzione!
Da fare
Le attitudini corporali positive
Lo sguardo franco e diretto (non guardate i vostri piedi, mani, la penna o i fogli
durante il colloquio). E sempre preferibile, anche imperativo, guardare il suo
interlocutore (non c’è niente di più fastidioso di una persona in fronte a voi che
guarda di lato o dietro senza incrociare il vostro sguardo). Siete timidi o
impressionati, non è una scusa! Respirate con calma, bevete (nessuno potrà
rimproverarvi di prendere una bottiglietta d’acqua o di chiedere / accettare un
caffè al momento dell’arrivo) e alzate gli occhi! Ovviamente, mantenete
quest’attitudine, anche se il reclutatore non fa lo stesso. Dovete sapere suscitare
l’interesse
La famosa stretta di mano: deve essere ferma e rilassata (sì, è possibile). Allenatevi con
i vostri amici, serata divertente garantita!
Il sorriso: Dopo avere ovviamente controllato la vostra dentatura allo specchio con
eventualmente uno spazzolino da denti, siete pronti per il vostro più bel sorriso.
Ciononostante, nessun bisogno di farne troppo, siate naturali ++ (cioè sorridenti ma non
troppo e soprattutto ai momenti giusti poiché, attenzione, sorridere non significa per
forza ridere). Ancora una volta, tutto è questione di dosaggio.
Sappiate che la vostra tenuta (vestiti / capelli / trucco) è un elemento importante nella
comunicazione non verbale: come sempre, deve adattarsi alla situazione e al posto per
il quale vi presentate. A voi di studiare lo stile dell’azienda e di scegliere la vostra tenuta
in funzione (una tenuta pulita, gradevole da indossare e da guardare, che traduca la
vostra personalità – un piccolo tocco di colore per rallegrare una scelta classica, etc. E
pensate che, se fa caldo, sarete più al vostro aggio in giacca, dunque riflettete bene alla
maglietta da indossare sotto).
Da non fare
Mani e viso: spesso non sapete cosa fare delle vostre mani e con un
po’ di stress, vi ritrovate a metterle in bocca, rimettere una ciocca a
posto, mettersi le mani davanti alla bocca quando si sorride, toccarsi
l’orecchio o il naso. È poco gradevole per il vostro interlocutore
d’assistere a questo genere di mimiche, che vi deconcentrano, anche
se non ve ne rendete conto. Dimenticatele poiché sono delle attitudini
parassiti che, invece di farvi rimanere concentrato sul vostro discorso,
vi fanno perdere energia e persino il filo della frase!
Il clic della penna, la masticazione della gomma (non è necessario
sviluppare, è già chiaro).
Le attitudini invadenti: Siccome non sapete cosa fare delle vostre
mani, potete senza alcun problema appoggiarle sul tavolo, (da evitare
ovviamente i gomiti con la testa appoggiata sopra! Avete il diritto di
essere stanchi o in ammirazione ma non siete in anfiteatro, né davanti
a Brad Pitt!) o servirvene per parlare (con moderazione, non state
recitato per una pubblicità né a l’arbitro di calcio!). Non siate dunque
troppo invadenti. Rimanete nel vostro spazio, evitando di avvicinarvi
troppo con i vostri gesti. Lo stesso vale per i vostri effetti personali:
cappotto, penna, fogli…
Da non fare
Le attitudini familiari: dobbiamo per forza precisare che l’occhiolino e la pacca
sulla schiena non sono i benvenuti ?!
Il colpo d’occhio veloce al vostro orologio o cellulare: riguardo al telefono, è
meglio lasciarlo in tasca, (spento andrebbe meglio! Siete a un colloquio dunque
pensare a comprare del pane per pranzo, cancellare una foto su Facebook o
sapere com’era la famosa festa di ieri, che avete mancato per preparare il
colloquio, non sono nelle vostre priorità).
Sempre riguardo al telefono: Siate attenti alle chiamate effettuate subito dopo
essere usciti dal colloquio, soprattutto se siete ancora nel corridoio o davanti
all’ufficio. I muri e le finestre sono meno spessi di quello che immaginiate e non
sapete chi conosce chi nell’azienda. Sarebbe stupido rovinare tutto proprio ora!
Eccovi pronti ad affrontare con serenità il vostro colloquio! Una buona notte di
sonno il giorno prima, un tic-tac prima di entrare e tocca a voi!
Linguaggio non verbale: stringere la mano nel
modo sbagliato
Ti hanno detto che devi stringere bene la mano
quando incontri una persona. Va bene… ma devi
anche evitare di simulare uno schiaccianoci e far
del male il tuo interlocutore. Altrimenti inizi la
conversazione nel modo errato.
Insomma, usare la forza di Braccio di Ferro serve
a poco, perché la stretta di mano deve essere
adeguata senza ostentare potenza.
Linguaggio non verbale: fiducia e
“power zone”
Quando parli con qualcuno devi lasciare aperte (visibili) la fossetta del collo
(giugulare), l’ombelico e la zona inguinale. Se la nascondiamo, diamo
l’impressione di una persona chiusa, insicura e poco interessata alla
conversazione.
Prova ad osservarti allo specchio e noterai la differenza tra quando cerchi di
coprire le parti di cui abbiamo parlato e nota la differenza quando non lo fai.
Un esempio pratico: se ti trovi in un bar per un aperitivo e stai parlando con
una persona, evita di coprire la “power zone” con il cocktail. Piuttosto
abbassa il braccio col bicchiere e tienilo accanto ad una gamba. Con questo
semplice gesto sarai più “vicino” al tuo interlocutore. E non finisce qui. Tenere
le spalle aperte o esporre i polsi quando parliamo, dimostra la nostra
predisposizione a parlare ed ascoltare gli altri.
Lo stesso vale anche quando parli in pubblico o durante un’interrogazione. La
protezione della zona inguinale stile “calcio di punizione” o la postura
sbagliata, oltre a farti apparire insicuro, ti portano a respirare nel modo
sbagliato. Di conseguenza, aumenta lo stato ansioso.
Linguaggio non verbale: le mani sulla
pancia
Potremmo dire anche le mani sul grembo. Questa particolare abitudine del
nostro linguaggio non verbale è sconsigliata soprattutto in un incontro
lavorativo, come potrebbe essere una riunione in cui dovrai esprimere le tue
idee.
Lo facciamo perché vorremmo evitare di muovere molto le mani quando
parliamo ma, può farci apparire timidi e insicuri. Ricorda questo particolare
anche durante un colloquio, poiché la maggior parte si svolgono da seduti.
Secondo alcuni studiosi quando abbiamo una scrivania davanti è meglio tenere
le braccia sul tavolo, cosi possiamo muovere meglio le mani e condividere la
nostra energia ed entusiasmo quando raccontiamo di noi.
Occorre fare una precisazione perché potresti essere tentato di incrociare le
mani e creare una barriera con il tuo interlocutore. Quindi, tieni le braccia sul
tavolo e nello stesso tempo evita la tentazione di incrociare le mani.
Linguaggio non verbale: spazio, pausa e
movimento
Saper sfruttare i movimenti nello spazio in cui agiamo, rafforza la nostra
comunicazione. Proprio perché gli esseri umani sono attratti naturalmente dal
movimento: se cambiamo posizione, catturiamo l’attenzione.
Questo aspetto è utile soprattutto quando parliamo in pubblico, perché ti
consente di sottolineare i punti chiave del discorso o una pausa. Per farlo, devi
spostarti ad ogni variazione del tuo discorso. Un po’ come mettere un punto ed
andare a capo. Solo che in questo caso lo fai muovendoti nello spazio a
disposizione, invece che sulla carta.
Ad esempio, se devi affrontare tre punti diversi dello stesso argomento, spostati in
una posizione fisica diversa per ciascuno di loro. Se hai buone o cattive notizie,
puoi presentarle nei lati opposti del palco (uno di fronte all’altro).
Muoversi e fare una pausa è fondamentale. A volte, il solo movimento
accompagnato dal silenzio comunica più della parola.
Comunque, nessuno sta dicendo che devi muoverti ogni secondo come una
trottola :-). Anzi, devi dosare i secondi in cui sei fermo con i movimenti. Così sarai
in grado di evidenziare con il linguaggio del corpo, i punti salienti del discorso e
catturare l’attenzione del pubblico.
Linguaggio non verbale: guardare
per aria?
Smettila di guardare “per aria” quando stai parlando a più persone. Lo so bene che
molti consigliano: “Se hai paura di parlare in pubblico, guarda sopra la testa delle
persone per allentare la tensione ed evitare le facce…”.
Solo che nessuno ti ha spiegato che dopo un po’ sembrerai un bambino perso tra i
suoi pensieri mentre guarda le stelle. Se vuoi sentirti più a tuo agio, scegli di
guardare le persone che annuiscono e ti danno riscontri positivi nelle tue prime
battute. E poi, in un secondo momento, distribuisci lo sguardo in modo uniforme in
tutta la stanza.
Aspetta! Non ho finito. Evita di muovere gli occhi alla velocità della luce da una
parte all’altra della stanza perché il risultato è snervante per chi ti guarda. Sembrerai
qualcuno a cui stanno girando gli occhi prima dell’arrivo dell’esorcista… Un buon
equilibrio è mantenere il contatto visivo su una persona per volta ad ogni singolo
pensiero (il tempo di una frase per intenderci).
Linguaggio non verbale: seduzione e
colpo di testa
Il movimento della testa può comunicare empatia, comprensione o sottomissione.
La prossima volta che ti trovi in una conversazione e vuoi incoraggiare qualcuno a
parlare, prova ad annuire con la testa. Perché, secondo alcune ricerche, il tuo
interlocutore è portato a parlare tre o quattro volte più del solito.
Come devi fare?
Sporgendosi in avanti
Fare un piccolo cenno col capo
Inclinare la testa
L’inclinazione della testa è un segnale per far capire se siamo interessati o coinvolti.
Possiamo comunicare empatia e comprensione. Attenzione però, perché la testa
inclinata da un lato può essere recepita anche come segnale di sottomissione (i cani
mostrano il collo in rispetto all’animale più dominante).
Quindi è meglio non usare eccessivamente questo segnale, anche se delle volte è
inconsapevole, soprattutto durante la seduzione. La donna, ad esempio, potrebbe
comunicare interesse o disinteresse al corteggiamento
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