SCOMPENSO CARDIACO Stefano Cappelli Unità Operativa di Cardiologia “CARPI” e “MIRANDOLA” - Medolla, 19-12-2015- Premessa Lo scompenso cardiaco è l’unica patologia cardiovascolare la cui incidenza e prevalenza sono in costante aumento nei paesi occidentali, probabilmente a causa di: invecchiamento della popolazione ridotta mortalità per infarto miocardico aumentata sopravvivenza dei pazienti con scompenso LO SCOMPENSO CARDIACO: dimensioni del problema in medicina generale Un medico di medicina generale con 1000 assistiti avrà in media 20 pazienti affetti da scompenso cardiaco The Epidemiology of Heart Failure: The Framingham Study Ho KK et al, J Am Coll Cardiol 1993; 22(Supplement A):6A-13A PREVALENZA 9405 partecipanti (47% maschi) 1948 - 1988 Prevalenza di scompenso cardiaco (per 1000 persone) Età (anni) Uomini Donne 50-59 80-89 Tutte le età 8 66 7.4 8 79 7.7 The Epidemiology of Heart Failure:The Framingham Study Kannel J Clin Epidem 2000;53 :229 INCIDENZA Definizione fisiopatologica È la condizione nella quale il cuore è incapace di distribuire sangue in misura adeguata alle richieste metaboliche dei tessuti Lo scompenso cardiaco è una sindrome ed in quanto tale rappresenta il risultato finale di molteplici processi patologici Definizione fisiopatologica L’incapacità di distribuire sangue in misura adeguata alle richieste metaboliche dei tessuti può derivare da: inefficace funzione di pompa (SCOMPENSO SISTOLICO) inefficace riempimento ventricolare (SCOMPENSO DIASTOLICO) Scompenso sistolico Si verifica quando la capacità di pompa del cuore è ridotta Il cuore non è in grado di spingere una sufficiente quantità di sangue nel sistema circolatorio Cuore normale Scompenso sistolico Ventricolo sinistro Il cuore riesce a pompare in aorta un volume di sangue ridotto Ventricolo sinistro danneggiato e dilatato Cause di scompenso sistolico Alterata funzione contrattile Perdita di tessuto miocardico • • infarto miocardico miocardite Disfunzione contrattile • • cardiomiopatia dilatativa primitiva cardiomiopatie dilatative secondarie - alcolica disendocrina (ipo-/ipertiroidismo, deficit GH, etc…) diabete invecchiamento tossicità chemioterapia deficit nutrizionali (beri beri, kwashiorkor, etc,..) tachicardiomiopatie Cause di scompenso sistolico Sovraccarico di volume Vizi valvolari • • Cardiopatie congenite con shunt • difetto interatriale e interventricolare Fistole AV Sovraccarico di pressione insufficienza mitralica insufficienza aortica ipertensione arteriosa stenosi aortica Combinazione meccanismi precedenti Sequele emodinamiche dello scompenso sistolico Riduzione della portata cardiaca Aumento della pressione di riempimento del ventricolo sinistro Aumento del gradiente artero-venoso in O2 Meccanismi di adattamento nello scompenso sistolico Dilatazione ventricolare sinistra con aumento del precarico e stretching dei miociti per aumentare la gittata (legge di Frank-Starling) Ipertrofia miocardica stimolata da: angiotensina II catecolamine endotelina TNF-alfa Meccanismi di adattamento nello scompenso sistolico Attivazione dei sistemi neuroumorali rilascio di catecolamine dalle terminazioni adrenergiche e dal tessuto surrenalico attivazione sistema renina-angiotensina-aldosterone (RAA) rilascio fattori natriuretici atriale (ANP) e ventricolare (BNP) rilascio endotelina e citochine infiammatorie (TNF-alfa, IL-6, etc..) Meccanismi di adattamento nello scompenso sistolico Possibile rigenerazione miocardica da proliferazione dei miocardiociti (?) da miociti differenziati da cellule staminali del midollo osseo (chimerismo cardiaco nei trapiantati) da cellule staminali cardiache Attivazione neuroumorale nello scompenso cardiaco Serie di meccanismi che l’organismo mette in atto al fine di assicurare la perfusione degli organi vitali (cuore, cervello) Attivazione del sistema nervoso autonomo con rilascio di numerose sostanze che agiscono a livello vascolare, cardiaco e renale Ridotta gittata cardiaca che determina ridotto riempimento del letto vascolare avvertito dai sensori vascolari Innesco dei meccanismi di compenso per fronteggiare la riduzione della portata cardiaca Attivazione neuroumorale nello scompenso cardiaco Scompenso sistolico Bassa gittata Riempimento letto vascolare Attività nervosa simpatica Rilascio non-osmotico di vasopressina Attività sistema renina-angiotensina Vasocostrizione periferica Flusso renale Escrezione di acqua libera Escrezione di sodio Attivazione neuroumorale nello scompenso sistolico L’attivazione neuroumorale rappresenta il meccanismo fisiopatologico dei più comuni sintomi dello scompenso: Bassa gittata Ritenzione idro-salina Catecolamine Catecolamine, Ang II - Facile faticabilità - Dispnea - Edemi declivi - Tachicardia - Vasocostrizione - Oliguria - Pallore Attivazione neuroumorale nello scompenso cardiaco L’attivazione neuroumorale Centro cardioregolatore Afferenze nervo vago e glossofaringeo da barocettori Tronco simpatico Gangli simpatici rappresenta un meccanismo di emergenza atto a preservare la perfusione di alcuni distretti vascolari in condizioni di bassa gittata e richiede l’interazione di vari organi In quanto meccanismo di Vasopressina Aldosterone Nervi simpatici Rilascio Angiotensina II Vasocostrizone periferica Escrezione acqua libera Escrezione sodio emergenza, la sua attivazione è fondamentale nello scompenso acuto, ma persiste nelle condizioni croniche di bassa gittata L’attivazione cronica è tuttavia caratterizzata da una progressiva perdita di efficacia e dalla comparsa di effetti deleteri Attivazione neuroumorale nello scompenso cardiaco EFFICACE NELLA FASE ACUTA DELLO SCOMPENSO CARDIACO INEFFICACE E DANNOSA SE PERSISTE CRONICAMENTE Rimodellamento negativo del ventricolo sinistro dopo infarto miocardico RIMODELLAMENTO NEGATIVO POST- INFARTUALE Infarto miocardico Espansione dell’infarto (ore-giorni) Catecolamine Angiotensina II Aldosterone, etc.. Rimodellamento negativo (giorni-mesi) Beta-bloccanti ACE-inibitori Sartani Spironolattone Peptidi natriuretici Accanto all’attivazione neuroumorale di origine vascolare esiste un’attivazione endocrina del miocardio I tessuti miocardici atriale e ventricolare sono in grado di rilasciare in condizioni fisiologiche, ma soprattutto patologiche, sostanze ad azione endocrina denominate peptidi natriuretici Peptidi natriuretici La famiglia dei peptidi natriuretici comprende tre peptidi: ANP = atrial natriuretic peptide BNP = brain natriuretic peptide (perché descritto primitivamente nel cervello di maiale) CNP = C-type natriuretic peptide Tutti e tre esercitano un’azione natriuretica e vasodilatatrice più o meno forte attraverso 2 recettori; un terzo recettore esercita azione di clearance dei peptidi Modificata da Levin, NEJM 1998 Peptidi natriuretici Il BNP rappresenta il più importante dei peptidi natriuretici: per le sue azioni cardiovascolari per il suo valore diagnostico e prognostico evidenziato da numerosi studi clinici per l’esistenza di farmaci analoghi del BNP e di farmaci che ne riducono la degradazione A differenza delle altre sostanze rilasciate nell’attivazione neuroumorale cronica dello scompenso cardiaco, il BNP per le sue proprietà diuretiche, vasodilatatrici ed anti-fibrotiche è considerato una sostanza “protettiva” Peptidi natriuretici Il BNP viene rilasciato dai miocardiociti ventricolari in risposta a stretch delle cellule e rappresenta quindi un marker indiretto della pressione telediastolica del ventricolo sinistro Alla luce di questa sua caratteristica recenti studi hanno evidenziato l’utilità del BNP nella diagnosi e nel follow-up dello scompenso cardiaco La diagnosi di Scompenso Cardiaco non sempre è facile… • Il quadro clinico può essere contraddittorio: molti pz riferiscono una scarsa tolleranza allo sforzo senza segni di congestione, altri presentano edemi con minima dispnea o affaticamento. • Alcuni sintomi e segni clinici sono comuni ad altre patologie. • I segni clinici hanno bassa sensibilità e specificità e anche cardiologi esperti sono soggetti ad errori di valutazione • L’ RX-Torace (frequentemente eseguito nei pazienti con dispnea o sintomi di congestione) ha una accuratezza limitata nella diagnosi di SC • Un eguale grado di disfunzione miocardica puo’ associarsi a manifestazioni cliniche diverse. • Quasi la metà dei pz con SC ha una funzione sistolica normale. mod da Maisel A et al. J Am Coll Cardiol. 2001;37:379 Accuratezza diagnostica dei sintomi SENSIBILITA' SPECIFICITA' DISPNEA DA SFORZO 75% 50% DISPNEA PAROSSISTICA NOTTURNA 31% 76% ORTOPNEA 21% 81% Cause non Cardache Malattie Polmon. (BPCO - Fibrosi) TEP Sindrom.Nefros. Insuff Ren. Anemia Obesità Ansietà Decondiz. Fisico Harlan WR, et a. Ann Int Med, 1977 ALTRI SINTOMI (bassa sensibilità e specificità, in genere tardivi): Disturbi addominali (gonfiore, nausea, dolore ipocondrio destro, anoressia) Stanchezza e facile stancabilità - Pallore ed altri segni di ipoperfusione periferica - Confusione mentale (anziani) Scompenso Cardiaco Segni • EDEMI DECLIVI Bassa sensibilità (18% - 23%) Bassa specificità (se isolati) Stevenson LW, et al. JAMA 1989 Chakko CS, et al. Am J Med 1991 • Valutare presenza di: Insufficienza venosa Trombosi venosa profonda Ipoalbuminemia Farmaci (calcioantagonisti) Scompenso Cardiaco Segni Terzo tono (S3) Sensibilità : 68% ( per EF < 30%) Specificità : buona se associata ad sintomi o segni superiore al 90% in presenza di spostamento a Sx dell’Itto Limiti : basso accordo fra gli osservatori (<50% nei non specialisti ) Il terzo tono è fisiologico nei giovani < 40 aa, - E’ di comune riscontro nelle sindromi ipercinetiche (anemia, ipertiroidismo) ed in alcune valvulopatie , anche se in buon compenso Joshi N .South Med J 1999 Rantoli polmonari basali Sensibilità: Bassa (37%) - Specificità : Bassa Harlan WR, et al. Ann Int Med, 1977 Anamnesi Patologica Remota STORIA DI : -CARDIOPATIA ISCHEMICA -IPERTENSIONE ARTERIOSA (di lunga durata, non controllata) -VALVULOPATIE RAPPRESENTANO OLTRE IL 90% DELLE CAUSE DI S.C. (la cardiopatia ischemica fra il 60% e 80%) Altre variabili: Diabete Pregressa chemio e/o radioterapia Fibrillazione atriale permanente/persistente Pregresso impianto di pace maker Eziologia dello scompenso cardiaco nello studio di Framingham Ho KK et al, J Am Coll Cardiol 1993; 22(Supplement A):6A-13A MEN 19% WOMEN 7% 11% No HTN or CHD 30% 40% Hypertension alone CHD+HTN CHD alone 15% 40% 37% CHD = coronary heart disease HTN = hypertension Eziologia dello SC prima della coronarografia 29% 42% 9% Non determinata Altre FA Alcolica Malattia valvolare Ipertensione CAD 4% 10% 2% 3% K. F. Fox, European Heart Journal (2001) 22, 228–236 Eziologia dello SC dopo coronarografia 10% 13% 5% 3% 4% 10% 52% 4% Idiopatica Altre FA Alcolica Malattia valvolare Ipertensione CAD Non determinata K. F. Fox, European Heart Journal (2001) 22, 228–236 Indagini di laboratorio nel sospetto diagnostico di SCC PER ESCLUDERE PATOLOGIE CHE POSSONO SIMULARE O ESACERBARE I SINTOMI DI SC ESAME RISULTATI EMOCROMO ANEMIA SC simulato o aggravato dalla ridotta capacità di trasporto di O2 ES URINE PROTEINURIA Sindrome Nefrosica CREATININA AUMENTATA Sovraccarico di volume da insuff. renale ALBUMINA SERICA RIDOTTA Aumento volume extravasale ORMONI TIROIDEI ALTERATI SC simulato o aggravato da Ipo o iper -tiroidismo Radiografia del torace Dovrebbe essere parte della valutazione diagnostica iniziale dei pazienti con sintomi e segni sospetti per scompenso cardiaco Raggiunge un valore predittivo elevato solo se è interpretata in un contesto di valutazione clinica ed ECGrafica E’ utile per escludere patologie respiratorie Aumenta la probabilità di scompenso in presenza di: Segni di congestione del piccolo circolo Cardiomegalia (Rapporto cardiotoracico > 50) ESC Guidelines for CHF, 2012 Criteri di Boston per la diagnosi di SCC (1981) CRITERI E RELATIVO PUNTEGGIO: STORIA CLINICA DISPNEA A RIPOSO 4 ORTOPNEA 4 DISPNEA PAROSS. NOTTURNA 3 DISPNEA CAMMINANDO IN PIANO DISPNEA CAMMINANDO IN SALITA ESAME FISICO FC >90’ < 110’ 1 FC > 110’ 2 GIUGULOSTASI (giug.>6 cm) 2 GIUGULOST +EPATOMEG O EDEMI RANTOLI STRETTAMENTE BASALI RANTOLI OLTRE LE BASI 2 DISPNEA OGGETTIVA (affanno) 3 TERZO TONO 3 2 1 RADIOGRAFIA DEL TORACE EDEMA ALVEOLARE 4 EDEMA INTERSTIZIALE 3 VERSAMENTO PLEURICO BILAT. 3 RAPPORTO CARDIO-TORACICO >0.503 REDISTRIBUZIONE DEL FLUSSO VENOSO 2 DIAGNOSI DI S.C. 3 1 Definita 8-12 punti Possibile 5-7 Improbabile “ <5 “ Diagnosi di scompenso La diagnosi non è sempre così evidente e facile Modificato da Netter Diagnosi di scompenso sistolico Segni e sintomi più comuni di scompenso cardiaco Affanno da sforzo o a riposo, segni di stasi polmonare all’auscultazione o all’RX torace Edemi declivi (peri-malleolari o “a gambaletto”) Incremento ingiustificato del peso corporeo Tachicardia con o senza aritmie Pallore Ridotta tolleranza all’esercizio fisico, astenia Oliguria, nicturia, decubito semi-ortopnoico Inappetenza, difficoltà digestive, senso di congestione epatica Diagnosi di scompenso Esame obiettivo Tachicardia / aritmie Tachipnea Vasocostrizione periferica Elevata pressione giugulare Edemi declivi o congestione epatica Toni aggiunti, ritmo di galoppo Soffi cardiaci Sibili / rantoli polmonari Diagnosi di scompenso Esami di laboratorio e strumentali da richiedere ECG Radiografia torace in due proiezioni Esami di laboratorio esame emocromocitometrico creatininemia albumina serica esame urine esami funzionalità tiroidea (soprattutto se sospetto clinico o > 65 anni o fibrillazione atriale) BNP Visita cardiologica con ecocardiogramma Classificazione in stadi dello scompenso cardiaco Basata sulla gravità dei sintomi La più diffusa è quella in quattro classi funzionali della New York Heart Association (NYHA) Esiste uno specifico questionario, ma l’anamnesi è sufficiente a classificare il paziente scompensato Classificazione dello scompenso cardiaco secondo la New York Heart Association Classe I Nessuna limitazione: l’attività fisica abituale non provoca astenia, dispnea, né palpitazioni Classe II Lieve limitazione dell’attività fisica: benessere a riposo, ma l’attività fisica abituale provoca affaticamento, dispnea, palpitazioni o angina Classe III Grave limitazione dell’attività fisica: benessere a riposo, ma attività fisiche di entità inferiore a quelle abituali provocano sintomi Classe IV Incapacità a svolgere qualsiasi attività senza disturbi: sintomi di scompenso sono presenti anche a riposo, con aumento dei disturbi ad ogni minima attività NB: i pazienti in classe NYHA I devono avere segni obiettivi di disfunzione cardiaca, avere nell’anamnesi sintomi di scompenso ed essere in terapia con farmaci utili per lo scompenso Classificazione in stadi dello scompenso cardiaco Nuova classificazione in stadi basata, oltre che sui sintomi, anche sulla progressione della malattia, paragonando lo scompenso ad altre malattie croniche a elevata mortalità (es. cancro) Su tale classificazione si basano anche le attuali linee guida sul trattamento Classificazione a cura dell’American Heart Association (AHA) e dell’American College of Cardiology (ACC) STADIO A STADIO B STADIO C STADIO D Alto rischio per scompenso ma senza malattia cardiaca strutturale o sintomi di scompenso Pazienti con malattia cardiaca strutturale ma senza sintomi di scompenso Pazienti con malattia cardiaca strutturale e sintomi presenti o passati di scompenso Scompenso refrattario che necessiti di interventi specializzati Sviluppo di patologia cardiaca strutturale Es. pazienti con • ipertensione • cardiopatia ischemica • diabete mellito pazienti con • uso di farmaci cardiotossici • storia familiare di cardiomiopatie Comparsa di sintomi di scompenso cardiaco Es. pazienti con • pregresso IMA • disfunzione sistolica ventricolo sinistro • valvulopatie asintomatiche Sintomi di scompenso cardiaco refrattari a riposo Es. pazienti con • malattia cardiaca strutturale nota • dispnea, fatigabilità, ridotta tolleranza allo sforzo Classificazione AHA/ACC dello scompenso Es. pazienti con sintomi severi nonostante terapia massimale (pazienti con frequenti ospedalizzazioni che richiedono supporto terapeutico speciale) Terapia scompenso sistolico I trial degli ultimi anni hanno dimostrato che la terapia dello scompenso cronico deve includere: ACE-inibitori antagonisti angiotensina II (sartani) beta-bloccanti (carvedilolo) diuretici anti-aldosteronici digitale anche in assenza di FA (non modifica la storia naturale della malattia ma determina un miglioramento della qualità della vita) Trattamento dello scompenso sistolico nella progressione in stadi STADIO C • Danno cardiaco strutturale • Sintomi attuali o precedenti STADIO D • Sintomi refrattari al trattamento • Necessità di interventi speciali Hospice VAD, trapianto STADIO B • Danno cardiaco strutturale • No sintomi STADIO A • Pazienti ad alto rischio • No sintomi Inotropi Trattamento valvulopatie percutaneo Trattamento da team multidisciplinare Rivascolarizzazione, chirurgia mitralica Resincronizzazione cardiaca se blocco branca sn/ ICD Riduzione apporto di sodio, diuretici, ivabradina, digossina ACE-inibitori e beta-bloccanti in tutti i pazienti, antialdosteronici ACE-inibitori e/o sartani, beta-bloccanti in pazienti selezionati Trattare ipertensione, diabete, dislipidemie: ACE-inibitori, sartani Riduzione dei fattori di rischio, educazione del paziente e dei familiari Trattamento dello Scompenso Cardiaco Obiettivi Migliorare sintomi e qualità di vita Prolungare la sopravvivenza Limiti delle evidenze disponibili Dati limitati alla disfunzione sistolica Sottorappresentati anziani e donne nei trial sui quali si basano le raccomandazioni Trattamento dello Scompenso Cardiaco STADIO A STADIO B STADIO C STADIO D Alto rischio Cardiopatia strutturale , asintomatica Cardiopatia strutturale, sintomi attuali o pregressi di scompenso Scompenso refrattario interventi specialistici Terapia Terapia Terapia Assenza di cardiopatia strutturale Terapia • Trattare ipertensione dislipidemia diabete distiroidismo • Tutte le misure dello stadio A • Incoraggiare esercizio fisico • Scoraggiare alcol fumo cocaina • ACE inibitori • Controllo ritmo e frequenza nelle tachiaritmie • ACE inibitori in casi appropriati • Beta-bloccanti in casi appropriati Tutte le misure dello stadio A Tutte le misure dello stadio A,B,C Farmaci: • Assistenza meccanica • Diuretici • ACE inibitori • Beta-bloccanti • Digitale • Ivabradina • Restrizione consumo di sale • Trapianto cardiaco • Infusione continua di inotropi • Cure palliative ACC/AHA Guidelines for the Evaluation and Management of CHF in the Adult, 2001 Prevenzione dello SC Prevenire le possibili cause di danno miocardico (ipertensione fattori di rischio coronarico valvulopatia) Rimuovere le cause della disfunzione ventricolare Rallentare la progressione da disfunzione ventricolare a scompenso Trattamento con ACE-I: a Chi e Quando? INDICAZIONI Potenzialmente tutti i paz con SC Trattamento di prima scelta (assieme con SC NYHA I) ai beta-bloccanti) in paz II-IV classe NYHA e nei paz con disfunzione VS (classe CONTROINDICAZIONI Storia di edema angioneurotico Stenosi bilaterale dell’art. renale CAUTELE Iperkaliemia (K+ >5.0 mmol/L) Disfunzione renale (creatininemia>2,5 mg/dl) Ipotensione sintomatica o severa (PA sistolica< 90 mmHg) INTERAZIONI FARMACOLOGICHE Diuretici risparm. di K+ e suppl. di K+ ; bloccanti recettori aldosterone, sartani, sostituti a basso contenuto di sodio Trattamento con ACE-inibitori: DOVE Nella comunità nella maggioranza dei casi Vedi cautele sopraindicate QUALE ACE-inibitore e a quale dosaggio? Dose iniziale (mg) Dose target (mg Captopril 6,25 x 3 50 x 3 Enalapril 2,5 x 2 10-20x2 Lisinopril 2,5-5 20-35 Ramipril 2,5 5x2 o 10 Trandolapril 0,5 4 Trattamento con ACE-inibitori: COME USARLO Cominciare con dosaggio basso Raddoppiare la dose lentamente, settimane con intervalli non < di 2 Cercare di raggiungere la dose target o la dose massima tollerata In ogni caso un “po’ di ACE-inibitore” è meglio che niente ACE-I Controllare PA, funzione renale e profilo elettrolitico CONSIGLI AL PAZIENTE: spiegare che il farmaco è prescritto per ridurre i sintomi, per prevenire il peggioramento dello SC e le ospedalizzazioni, e per prolungare la sopravvivenza i possibili effetti collaterali di evitare farmaci antinfiammatori non steroidei Trattamento con ACE-inibitori: Problemi (1) IPOTENSIONE ASINTOMATICA Non richiede alcun provvedimento IPOTENSIONE SINTOMATICA In caso di vertigini, pre-lipotimia, calcioantagonisti rivalutare l’usi di nitroderivati, Se non sono evidenti segni di congestione, ridurre la dose del diuretico Se queste misure non sono sufficienti, consultare uno specialista TOSSE La tosse è comune nei paz con SC, in molti dei quali può essere dovuta a problemi respiratori La tosse è segno di congestione polmonare La tosse da ACE-inibitori raramente richiede la sospensione del trattamento Quando la tosse è effettivamente quest’ultimo va sostituito con un ARB dovuta all’ACE-inibitore, Trattamento con ACE-inibitori: Problemi (2) PEGGIORAMENTO DELLA FUNZIONE RENALE Un certo della creatininemia e della potassiemia è da attendersi dopo inizio terapia con ACE-inibitori Un della creatininemia fino a 3 mg/dl o fino al 50% dei valori basali è ancora accettabile Un della potassiemia fino a 5,5 mmol/L è accettabile Se della creatininemia e/o della potassiemia è eccessivo, valutare la sospensione di f. nefrotossici come FANS, spironolattone, amiloride, triamterene e se non vi è congestione ridurre la furosemide Se nonostante le suddette misure persiste deterioramento della funzione renale, dimezzare la dose di ACE-inibitore e rivalutare la funzione renale entro 1-2 settimane Se la creatininemia >100% rispetto ai valori basali e/o la potassiemia >5,5 mmol/L, l’ACE-inibitore va sospeso Trattamento con –bloccanti : a Chi e Quando? INDICAZIONI Potenzialmente tutti i paz con SC stabile di grado lieve moderato; i paz con SC severo debbono essere valutati dallo specialista Trattamento di prima scelta (assieme agli ACE-I) in paz con SC stabile II-III classe NYHA e nei paz con disfunzione VS (classe NYHA I) post-IMA CONTROINDICAZIONI Asma bronchiale CAUTELE (consultare specialista) SC severo (IV classe NYHA) Attuale o recente (< 4 settimane) instabilizazione FC < 60/min o BAV II grado Segni persistenti di congestione periferica e polmonare INTERAZIONI FARMACOLOGICHE Verapamil, diltiazem, amiodarone, digossina Trattamento con –bloccanti DOVE Nella comunità in paz stabili Non in paz instabili ospdalizzati con peggioramento dello SC Altre eccezioni: vedi cautele QUALE –bloccante e a quale dosaggio? Dose iniziale (mg) Dose target (mg Bisoprololo 1,25 10 Carvedilolo 3,25 x 2 25-50 x2 Metoprololo CR Nevibololo 12,5-25 1,25 200 10 Trattamento con –bloccanti : COME USARLO Cominciare con dosaggio basso Raddoppiare la dose lentamente, settimane con intervalli non < di 2 Cercare di raggiungere la dose target o la dose massima tollerata In ogni caso un “po’ di –bloccante” è meglio che niente Controllare PA, FC, stato clinico (segni di congestione, peso) CONSIGLI AL PAZIENTE: spiegare che il farmaco è prescritto per ridurre i sintomi, per prevenire il peggioramento dello SC e le ospedalizzazioni, e per prolungare la sopravvivenza che i benefici si manifestano lentamente in 3-6 mesi che si può manifestare un temporaneo peggioramento durante la titolazione, facilmente superabile con adeguamenti terapeutici di controllare regolarmente il peso corporeo Trattamento con –bloccanti : Problemi (1) PEGGIORAMENTO DEI SINTOMI E DEI SEGNI In caso di peggioramento dei segni di congestone aumentare la dose del diuretico e se questa misura non funziona dimezzare la dose del –bloccante In caso di marcata astenia, bradicardia, dimezzare la dose del –bloccante Se si manifesta un peggioramento significativo, dimezzare la dose del –bloccante o interrompere il trattamento (raramente necessario); consulenza specialistica BRADICARDIA Se FC<50/min ed in caso di peggioramento dei sintomi, dimezzare la dose del –bloccante o interrrompere il trattamento (raramente necessario) Adattare la dose di altri farmaci (digitale, amiodarone etc) Trattamento con –bloccanti : Problemi (2) IPOTENSIONE ASINTOMATICA Non richiede alcun provvedimento IPOTENSIONE SINTOMATICA In caso di vertigini, pre-lipotimia, nitroderivati, calcioantagonisti rivalutare l’uso di Se non sono evidenti segni di congestione, ridurre la dose del diuretico o dell’ACE-inibitore Se queste specialista misure non sono sufficienti, consultare uno NB: i -bloccanti non vanno mai sospesi bruscamente a meno di necessità assoluta Trattamento con ARB: DOVE Nella comunità nella maggioranza dei casi Vedi cautele sopraindicate QUALE ARB e a quale dosaggio? Dose iniziale (mg) Candesartan 4-8 Valsartan 40 x 2 Dose target (mg 32 160x2 COME USARLO Cominciare con dosaggio basso Raddoppiare la dose lentamente, con intervalli non < di 2 settimane Cercare di raggiungere la dose target o la dose massima tollerata In ogni caso “un po’ di ARB” è meglio che niente Controllare PA, funzione renale e profilo elettrolitico Trattamento con ARB: Problemi (1) IPOTENSIONE ASINTOMATICA Non richiede alcun provvedimento IPOTENSIONE SINTOMATICA In caso di vertigini, pre-lipotimia, calcioantagonisti rivalutare l’uso di nitroderivati, In assenza di congestione, ridurre la dose del diuretico PEGGIORAMENTO DELLA FUNZIONE RENALE Un della creatininemia e di K+ è da attendersi dopo inizio terapia (accettabile fino a 3 mg/dl o fino al 50% dei valori basali e fino a 5,5 mmol/L rispettivamente) Se creatininemia e/o di K+ è eccessivo, valutare la sospensione di f. nefrotossici come FANS, spironolattone, amiloride,triamterene e se non vi è congestione ridurre la furosemide Se persiste deterioramento della funzione renale, dimezzare la dose di ARB e rivalutare la funzione renale entro 1-2 settimane Se la creatininemia >100% rispetto ai valori basali e/o K+ >5,5 mmol/L, l’ARB va sospeso Trattamento con diuretici - 1 I pazienti con segni di ritenzione idrosalina (edema periferico, stasi polmonare, elevata pressione giugulare) vanno trattati con diuretici. I diuretici migliorano il sintomo dispnea anche se non vi è evidenza di stasi polmonare. Monitorare la funzione renale e il quadro elettrolitico, poiché la deplezione elettrolitica è frequente Non vanno mai usati da soli nello scompenso Trattamento con diuretici - 2 I diuretici dell’ansa sono più efficaci nei pazienti con insufficienza renale e/o in classe NYHA III-IV. I tiazidici causano iponatriemia più frequentemente dei diuretici dell’ansa. La combinazione diuretici dell’ansa + tiazidici è utile nei pazienti in classe NYHA III-IV con congestione resistente alla monoterapia. Digitale Ha azione inotropa positiva Riduce l’attivazione dei sistemi adrenergico e renina-angiotensina-aldosterone In studi controllati a lungo termine la digitale: • • • • Migliora i sintomi Aumenta la tolleranza allo sforzo Migliora i parametri emodinamici Riduce il rischio di progressione scompenso • Riduce i ricoveri per scompenso acuto • Non migliora la sopravvivenza dello Indicazioni al trattamento con digossina Pazienti con insufficienza cardiaca e fibrillazione atriale a frequenza elevata Pazienti in classe NYHA III-IV: sintomatici nonostante diuretici e ACE-I ospedalizzati per insufficienza cardiaca con grave disfunzione ventricolare sinistra e cardiomegalia Come utilizzare la digossina Dose: 0.250-0.125 mg/die Digossinemia target: 0.75-0.90 ng/ml Dosi e livelli plasmatici più elevati > efficacia sui sintomi ma anche > rischio di tossicità. Controllo digossinemia se scompenso peggiora se funzione renale peggiora se farmaci interferenti se associato amiodarone se sintomi tossicità Sospendere se disfunzione renale tachi o bradi aritmie blocchi AV II-III Antagonisti recettoriali dell’aldosterone In III-IV classe NYHA in associazione con ACE-inibitore e diuretico per migliorare sopravvivenza e morbilità In paz con infarto miocardico complicato da disfunzione ventricolare sinistra e segni e sintomi di SC diabete mellito Iniziare spironolattone 25 mg/die se potassio < 5 mmol/lt e creatininemia <2.5 mg/dl Controllo dopo 4-6 giorni: se potassiemia 5-5,5 mmol/lt dimezzare dose Sospendere se potassiemia >5,5 mmol/lt Sinossi: SCC sintomatico da disfunzione sistolica Mortalità/Morbilità NYHA I Sintomi ACE-I o ARB se intollerante ACEI; antialdosteronico se post IM. Betabloccante se post-IM Interrompere o ridurre diuretico ACE-I trattamento di 1° scelta/ ARB se intollerante agli ACE-I; aggiungere antialdosteronico e beta-bloccante se post-IM Diuretico in funzione del grado di congestione ACE-I o ARB se intollerante ACE-I; betabloccate, antialdosteronico; valutare ivabradina; valutare digossina + diuretico ,+ digossina se sintomatico Continuare ACE-I/ARB, beta-bloccante, antialdosteronico, ivabradina; valutare digossina + diuretici, digossina + supporto inotropo temporaneo NYHA II NYHA III NYHA IV Terapia dello scompenso È necessario ricordare che nell’impostazione della terapia del paziente con scompenso vanno considerate altre due variabili: rischio aritmico • farmaci antiaritmici • defibrillatore impiantabile rischio tromboembolico • terapia antiaggregante • terapia anticoagulante Terapia non farmacologica dello scompenso Come visto precedentemente, oltre al trattamento farmacologico sono oggi disponibili nuove opzioni terapeutiche per casi particolari che richiedono l’impianto e l’utilizzo di dispositivi elettrici e meccanici: terapia di resincronizzazione ventricolare per pazienti con scompenso e blocco di branca sinistra (BBSn) dispositivi di assistenza ventricolare per pazienti con scompenso cardiaco terminale Terapia di resincronizzazione Posizionamento dei cateteri di un PM biventricolare A) Catetere in atrio destro B) Catetere in vena cardiaca posteriore C) Catetere in ventricolo destro Resincronizzazione della contrazione di setto e parete libera del ventricolo sinistro LVAD La cannula per ricevere sangue è inserita nell’apice del ventricolo sinistro, la cannula di uscita dalla pompa è inserita in aorta ascendente La pompa viene posizionata nella parete addominale o nella cavità peritoneale ed è collegata per via percutanea al sistema di controllo elettronico e alla batteria appesi esternamente a una cintura PREVENIAMO LO SCOMPENSO....PER AVER SONNI TRANQUILLI GRAZIE PER L’ATTENZIONE