INCLUSIONE SCOLASTICA DEGLI ALUNNI CON MINORAZIONI UDITIVA La sordità viene definita come “disabilità invisibile” perché non si vede, non è tangibile come un arto mancante, non è evidente come una sedia a rotelle, non è eclatante come un cane guida per i ciechi Cos’è la sordità? Perdita più o meno grave della funzione uditiva, può essere permanente o transitoria, può presentarsi a livello dell’orecchio esterno, medio e/o interno. Occorre sottoporsi ad una serie di esami per determinare il tipo, il grado e la possibile causa della sordità. La perdita uditiva viene suddivisa in 3 forme: IPOACUSIA TRASMISSIVA: problema più comune dell’orecchio esterno e medio. Un’ostruzione del condotto uditivo esterno come l’accumulo di cerume, la secrezione siero mucosa nell’orecchio medio o un difetto dei tre ossicini dell’orecchio medio può causare una perdita uditiva trasmissiva. Questi tipi di patologie sono di solito curabili con una terapia medica o chirurgica. IPOACUSIA NEUROSENSORIALE PERIFERICA: è causata da tutte quelle affezioni che coinvolgono la coclea che rappresenta l’organo deputato alla ricezione dei suoni. Questo tipo di deficit uditivo è permanente, non sensibile al trattamento medico. Può essere prescritto un dispositivo di amplificazione come la protesi acustica. IPOACUSIA NEUROSENSORIALE CENTRALE: è determinata da lesioni del nervo acustico e/o strutture del sistema nervoso centrale deputate alla trasmissione e all’elaborazione dei suoni. Non sono curabili ma comunque sono protesizzabili. IPOACUSIA DI TIPO MISTO: è una perdita neurosensoriale e una perdita trasmissiva che si presentano nello stesso istante. La componente trasmissiva è spesso trattabile con una terapia medica. GRADI DI SORDITÀ UDITO NORMALE, quando la perdita uditiva è inferiore a 20 dB (decibel, quantità di energia emessa dalla sorgente sonora), di conseguenza, non esiste alcuna difficoltà all'apprendimento della lingua parlata; SORDITÀ LIEVE (fino a 40 dB di perdita uditiva), quando non tutti i componenti delle parole d'uso comune sono compresi, anche se l'acquisizione del linguaggio verbale è spontanea ed in tempi normali; SORDITÀ MEDIA (soglia d’udito compresa tra i 40 ed i 70 dB), che, se presente in età precoce, rende molto difficoltosa l'acquisizione spontanea del linguaggio; SORDITÀ GRAVE (tra i 70 ed i 90 dB di perdita di udito), caso in cui non si ha l’acquisizione spontanea del linguaggio verbale; SORDITÀ GRAVISSIMA (soglia uditiva inferiore o uguale a 90 dB) in cui nessuna parola viene percepita. OTTICA MEDICA = dominante negli anni ‘70 – ’80 la base concettuale di quest’ottica era definire nel miglior modo possibile (in termini di gravità, sede ed epoca di insorgenza) e poter intervenire con protesi o impianto cocleare per recuperare la funzionalità uditiva ed avvicinarsi il più possibile alla funzionalità di una persona senza deficit. Accanto alla protesi/impianto cocleare di fondamentale importanza è la riabilitazione logopedica perché tanto più è lunga la deprivazione del sensoriale tanto più sarà difficile il recupero funzionale. OTTICA DI TIPO CULTURALE SOCIO ANTROPOLOGICA = dominante negli ultimi 20/25 anni l’idea di fondo è quella di potenziare i canali sensoriali che funzionano, utilizzare i canali e le modalità comunicative intatte e disponibili. Diffusione della LIS (Lingua italiana dei segni) che permette di entrare in comunicazione con l’altro attraverso il canale visivo e gestuale e di seguire le stesse tappe di acquisizione del linguaggio orale. Attualmente il modello proposto è quello dell’OTTICA INTEGRATA cioè quello del BILINGUISMO. ES. Bambino udente con genitore italiano e uno arabo cresce con bilinguismo simultaneo Nel bambino sordo parleremo di bilinguismo con una modalità visivo gestuale (LIS) + un canale uditivo con protesi/impianto o residuo uditivo + riabilitazione logopedica. Questa visione non è in antitesi con le altre, ma si cerca un’integrazione dei diversi canali sensoriali per raggiungere un buon livello cognitivo – linguistico. FATTORI CHE CONTRIBUISCONO A PRODURRE DIFFERENZE INDIVIDUALI NEI BAMBINI SORDI Gravità della perdita uditiva Epoca di insorgenza dell’ipoacusia Presenza/assenza di altre disabilità Età della diagnosi Precocità e tipo di intervento logopedico Contesto familiare e socio culturale Presenza/assenza di sordità nei genitori Uso precoce della LIS mediante la modalità visivo - gestuale CAUSE DELLA SORDITÀ La sordità può: a) presentarsi alla nascita o successivamente; b) essere ereditaria (genetica); c) essere causata da malattie durante la gravidanza o durante il parto PRIMA DELLA NASCITA Causa genetica: la perdita uditiva è stata determinata dalla combinazione dei geni del padre e della madre e trasmessa al bambino. Alcuni deficit uditivi genetici sono progressivi a lenta evoluzione e il bambino può perdere gradualmente l’udito col tempo. Malattie in gravidanza: infezioni quali il citomegalovirus, toxoplasmosi, rosolia o sifilide possono essere trasmesse dalla mamma al bambino durante la gravidanza causando un danno permanente all’udito. ALLA NASCITA L’uso di determinati farmaci (detto ototossici) necessari per curare gravi malattie alla nascita o complicazioni durante il parto possono danneggiare l’udito. DOPO LA NASCITA Alcuni bambini nascono con un udito normale, ma acquistano la perdita uditiva successivamente nell’infanzia a causa di traumi, malattie o infezioni (meningite, encefalite, parotite epidemica) DIFFERENZA PROTESIZZATO E IMPIANTATO PROTESI IMPIANTO COCLEARE elaboratore di segnali che fornisce un’amplificazione controllata orecchio artificiale elettronico che ripristina la percezione uditiva. Ha la funzione di filtro acustico e di trasduttore del messaggio sonoro. Abbiamo quindi MODALITA’ DI PROCESSAMENTO diverse da cui si hanno APPROCCI, INTERVENTI e RISULTATI DIVERSI. DIFFERENZA PROTESI / IMPIANTO La differenza è sia qualitativa che quantitativa: I tempi di acquisizione del linguaggio sono molto più brevi La modalità di acquisizione in un caso è “normale”nel caso della protesi è “indotta” IL ragazzo impiantato è in grado di seguire la conversazione anche di chi sta alle spalle,nell’altro caso ciò non è mai possibile. Il soggetto impiantato può parlare al telefono, l’altro solo in pochi casi Nel ragazzo protesizzato esiste sempre il problema del lessico ridotto, delle preposizioni, dei verbi, che sono legati al feed-back mancante. L’INGRESSO A SCUOLA E’ uno degli ultimi anelli della catena in ordine di tempo. Per le sordità medie e lievi può essere addirittura il punto di partenza per la diagnosi: I sintomi sono maggiormente rilevabili a scuola: SCUOLA DELL’INFANZIA Non rispondono se chiamati Presentano dislalie Non riescono a seguire un racconto e si distraggono PRIMARIA Chiedono di ripetere le parole dettate Commettono errori di discriminazione D/T , F/V, B/P Non sentono doppie ed accenti Il bambino ipoacusico ha il diritto ad essere inserito nelle classi normali di ogni ordine e grado dalla scuola dell’infanzia fino all’università. L’arrivo a scuola è uno dei momenti più importanti per il bambino, per questo occorre una reale cooperazione e un lavoro comune tra gli alunni e tutto il team docenti. BASE PER UNA FUTURA INTEGRAZIONE NEL LAVORO E NELLA SOCIETÀ Per favorire l’apprendimento del bambino non udente è estremamente importante conoscere il suo livello intellettivo per favorire le sue potenzialità e programmare interventi mirati. Egli sarà “affiancato” da un’insegnante di sostegno specializzato. Per rendere effettivi questi diritti è necessario seguire un percorso: 1. Al momento dell’iscrizione la famiglia deve procurarsi e far pervenire alla scuola la certificazione 104 (effettuata dall’ASL) e la Diagnosi Funzionale (a cura del GOM) 2. La scuola predispone almeno due volte l’anno il GLIC e l’elaborazione del PEI Le tappe più importanti nel percorso educativo sono rappresentate: Scuola dell’infanzia: autonomia, rispetto delle regole, socializzazione, ampliamento del linguaggio, comunicazione, coordinazione oculo – manuale… Scuola primaria: elaborazione della lettura e della scrittura. La lettura per il bambino sordo è la porta di entrata per far acquisire ed interiorizzare il linguaggio pertanto ogni insegnante dovrà approfondire le problematiche presenti e sfruttare le potenzialità di ognuno. Il bambino sordo al suo ingresso a scuola: Con il SUSSIDIO UDITIVO (protesi o impianto cocleare) non sente il 100% delle parole e soprattutto in un ambiente rumoroso la percezione del linguaggio si riduce notevolmente Ancora non parla correttamente Non conosce varie parole anche di uso frequente Produce frasi brevi e scorrette Ha difficoltà di comprensione Spesso non è contento di non riuscire a comunicare come vorrebbe “Devi essere sordo per capire” Che cosa c’è di più terribile che essere un bambino, a scuola, in una stanza vuota di suono con una maestra che parla parla e parla; e quando ti viene vicino si aspetta che tu abbia capito le sue parole? Devi essere sordo per capire. …………………………………….. Riduzione tratta da una poesia di Willard J. Madsen ALCUNI ERRORI CHE A SCUOLA TUTTI SONO AUTORIZZATI A COMPIERE…. MA SENZA PERSEVERARE…. IN ALCUNE SITUAZIONI PUÒ SEMBRARE CHE IL BAMBINO SORDO CON L’AUSILIO SENSORIALE SENTA NORMALMENTE QUINDI SI POTREBBE CREDERE CHE A VOLTE NON CAPISCE PERCHÉ NON È SUFFICIENTEMENTE ATTENTO… L’AULA dovrebbe essere insonorizzata, con pannelli fono assorbenti per limitare il rumore ambientale e fenomeni di riverbero che disturbano tutti, ma in modo particolare il bambino ipoacusico. ATTENZIONE!!! CAPIRE UNA PAROLA ISOLATA O MOLTO NOTA È MOLTO PIÙ SEMPLICE CHE COMPRENDERE UN INTERO DISCORSO È LECITO PENSARE CHE A SCUOLA NON SIA INDISPENSABILE CHE IL BAMBINO IPOACUSICO STIA IN PRIMA FILA PERCHÉ CI VEDE BENE…. Dobbiamo però considerare la difficoltà del bambino a leggere le labbra e tutte le distrazioni visive e uditive. Cercare quindi di evitare rumori acuti, improvvisi e di fondo (sedie, banchi…). Occorre assegnare al bambino una posizione centrale e frontale rispetto all’insegnante. L’insegnante deve scandire le parole consentendo al bambino la possibile lettura labiale quindi NON coprire la bocca con fogli, con la mano e spostarsi di profilo. È importante: tenere un tono di voce sostenuto e chiaro scrivendo alla lavagna, restare frontali alla classe scrivere le informazioni essenziali Rispettare i turni di parola per permettere l’identificazione dell’interlocutore. mediare l’apprendimento per concetti verso quello per immagini Creare memoria semantica: memoria concettuale – rete di concetti Utile sviluppo delle conoscenze per mappe poiché costringe a porre relazioni tra le strutture Sviluppare parallelamente alla lingua italiana la LIS che non inficia l’apprendimento della prima Tutoraggio dei compagni anche attraverso il lavoro di piccolo gruppo Nella valutazione non devono essere penalizzati come errori i fonemi simili (S/D/P/V/F/T) Utile per la facilitazione di tutti i processi è l’uso della LIM. IL BAMBINO IPOACUSICO HA DIRITTO ALL’INSEGNANTE DI SOSTEGNO SPECIALIZZATO E MOLTI PENSANO CHE SAREBBE OPPORTUNO CHE FOSSE AIUTATO IN TUTTE LE MATERIE…. SCUSA MA OGGI NON PUOI FARE GINNASTICA, L’INSEGNANTE DI SOSTEGNO E’ MALATA ! INOLTRE È OPINIONE DIFFUSA CHE NON SIA GIUSTO CHE IL BAMBINO SVOLGA ATTIVITÀ DIFFERENZIATE FUORI DALLA CLASSE PERCHÉ SI SENTIREBBE ESCLUSO DALLA VITA SCOLASTICA …. IL BAMBINO IPOACUSICO SOLITAMENTE È BRAVO IN MATEMATICA QUINDI SI POTREBBE PENSARE CHE A VOLTE NON STUDIA ABBASTANZA. IN MATEMATICA, E NON SOLO, GLI ASPETTI ESECUTIVI SOLITAMENTE NON CREANO GROSSI PROBLEMI. LE DIFFICOLTÀ SI EVIDENZIANO QUANDO ENTRA IN GIOCO LA COMPRENSIONE DEL LINGUAGGIO (ANCHE SE SCRITTO). 2 GRANDI AREE: LETTURA E SCRITTURA La lettura e la comprensione del testo rappresentano uno degli ambiti di maggiore sforzo per il bambino ipoacusico. Per quanto riguarda la lettura, il bambino non presenta grosse difficoltà per gli aspetti strumentali, soprattutto nell’italiano dove c’è corrispondenza precisa tra suono e fonema. L’acquisizione della lettura per un bambino ipoacusico è più semplice utilizzando il metodo fonico sillabico: PARTENZA SI COMBINANO SI FORMANO SINGOLI PER FORMARE LE FONEMA SILLABE PAROLE Per un primo periodo si può optare per l’uso di un singolo carattere di scrittura: LO STAMPATELLO MAIUSCOLO. Al momento dell’approccio alle prime parole è importante che il bambino fin dall’inizio comprenda che la lettura non è un puro esercizio articolatorio, ma è una modalità di acquisizione delle informazioni. Successivamente la lettura sarà giustamente occasione di apprendimento di nuove parole. Stesso criterio di puntare prima di tutto alla comprensione dovrebbe valere per le frasi, occorre sincerarsi che abbia compreso in modo preciso il significato complessivo poiché spesso il bambino ha difficoltà sintattiche. Già a questo punto ci si può rendere conto di quanto le proposte didattiche debbano essere differenziate rispetto al gruppo classe e personalizzate sulla base del patrimonio linguistico del bambino. Altro aspetto complesso è la SCELTA DEI TESTI perché la difficoltà più grande risiede nella comprensione globale: il bambino ipoacusico decifra adeguatamente le parole e qualche frase ma NON il senso complessivo di ciò che legge. I contenuti proposti possono essere quelli del resto della classe, ma l’insegnante di sostegno potrà/dovrà, in accordo con il team docenti, manipolare il testo non riducendolo nella lunghezza quanto nella forma. All’inizio proporre testi molto brevi, con trama chiara, ben caratterizzata da personaggi con precisa collocazione spazio temporale, culturalmente vicini ad esperienze e conoscenze del bambino per aiutarlo nella comprensione. Successivamente si può passare a testi più ricchi dal punto di vista linguistico e del contenuto. CARATTERISTICHE DI UN TESTO SEMPLICE Lessico parole brevi, ad alta frequenza d’uso, concrete, note al bambino; Grammatica: frasi brevi a struttura SVO + verbi all’indicativo presente (solo successivamente passato e futuro) + frasi prevalentemente coordinate: evitare uso di pronomi e parti sottointese Organizzazione contenuti: ridondanza esplicita dei passaggi di argomento, uso del punto a capo per dividere il testo in parti ognuna delle quali deve essere compresa prima di andare avanti Titoli e immagini esplicativi come rinforzo alla comprensione del testo Altro accorgimento utile può essere quello di anticipare a casa, tramite l’insegnante di sostegno e la famiglia, i contenuti che verranno trattati il giorno successivo. Per quanto riguarda la SCRITTURA, il bambino apprende facilmente la trascrizione fonema – grafema, ma può avere difficoltà a gestire quei suoni che pronuncia in modo difettoso. Tali difficoltà si risolvono, di solito, quando impara la corretta scrittura delle parole generalmente dopo la seconda elementare. Nella scrittura si evidenziano gli stessi errori morfologici e sintattici presenti nel linguaggio orale che devono essere corretti, ma non deve essere penalizzato. Per trascrivere correttamente frasi e brevi testi può essere aiutato con schemi e domande guida. PUNTARE AD UN’ESPRESSIONE SCRITTA SUCCINTA; MA CORRETTA!!!!!