la moda nell* antichita - Archivio Didattico del Liceo Aristosseno

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LA MODA NELL’ ANTICHITA’
Sfilate uomo- donna
In Magna Graecia
La filosofia della moda
Il corpo modellava l’abito
Non erano cuciti
Assicuravano libertà di
movimento
Riflettevano l’eleganza e
la personalità di chi li
indossava, creando così uno
stile.
La moda cambiava in
relazione a:
qualità del tessuto
ornamento
decorazione
Un capo d’alta moda
il PEPLO
Veste femminile per eccellenza, il peplo
si realizzava con un pezzo di stoffa
rettangolare in lana che si metteva
intorno alla persona piegato in due,
come un foglio di carta, con la costola in
corrispondenza di un fianco, cosicché
esso doveva essere fissato alle spalle e
chiuso nel lato scoperto con fibbie.
Veniva indossato senza nulla sotto
lasciando scoperto le braccia e scendeva
fino a toccare terra, oppure lasciava
scoperte le belle caviglie. Spesso le
fanciulle “ dalla vita di vespa”
stringevano ai fianchi una cintura.
Il peplo di color zafferano, rosso, blu,
era ornato con fantasiosi disegni
ricamati a colori e a motivi vari, così
come la cintura, spesso fornita di
numerose frange.
PEPLO DI ETA’ CLASSICA
L’orlo superiore è ripiegato in modo da
dare l’impressione di una tunichetta
sovrapposta (apoptygma) che scende
davanti e di dietro sino alla cintura.
Sulle spalle è allacciato con fibbie e così
pure sul fianco destro, dove la stoffa
cade in drappeggi fino ai piedi.
L’apoptygma poteva servire anche da
velo e, allacciata con fibbie sulle spalle,
poteva fare pure da manichetta.
Nel V sec. è frequente il peplo con la
cucitura ionica dal fianco fino ai piedi,
allacciato sulla spalla destra. Questo
modello comporta la cintura, che stringe
il peplo alla vita e che sostiene una parte
del tessuto, in modo da formare una
rimboccatura , detta kolpos.
IL CHITONE IONICO VII SEC
A.C.
La moda ionica di Mileto, che importava
le novità orientali, introdusse sul
mercato il chitone ionico di lino, di lana
leggera in seguito ad uno strano
episodio tramandatoci da Erodoto.
Era formato da un rettangolo di stoffa,
molto più lungo e largo della persona,
cucito su un fianco e fissato alle spalle
con bottoni formati da due parti, come i
nostri gemelli, o con piccole spille; altre
spille venivano applicate sul braccio
formando delle maniche fino al gomito.
La parte eccedente la lunghezza della
persona veniva ripiegata e sostenuta da
una cintura stretta alla vita in modo che
la tunica ricadeva ai piedi. Era un abito
molto elegante. I Greci prediligevano
tinte forti: violetto, porpora, zafferano e
bianco.
Abiti per “tutti i giorni”: la
tunica spartana
In casa le donne indossavano abiti più
pratici; tuniche dritte senza cintura, più
aderenti al corpo, o tuniche lunghe fino
ai piedi senza strascico e pieghe
ingombranti .
Chitonia
pratiche e seducenti che
arrivavano fino al ginocchio e lasciavano
scoperta la maggior parte delle gambe.
Potevano essere anche trasparenti . Le
donne
spartane,
camminando,
mostravano le gambe; indossavano
come soprabito il peplo impudicamente
aperto oppure una veste corta e leggera
fissata sulle spalle, senza cintura. Queste
tunichette servivano anche camicie da
notte. Famose nell’antichità erano le
tunichette di stoffa fine di Amorgo,
talvolta trasparenti.
Va in scena l’IMATION
Si indossava come sopravveste, era il
mantello per eccellenza. Il suo uso si
diffuse nel VII sec a.C. E’ costituito da
un rettangolo di stoffa, di lana piegato in
due, di vario colore, ricamato a fiori,
ornato talvolta di frange. Poteva essere
indossato secondo fogge diverse:
facendolo passare sotto un’ascella, lo si
appoggiava sulla spalla opposta in modo
che ricadesse asimmetricamente,
oppure lo si posava su entrambe le
spalle serrandolo variamente intorno
alla persona e, spesso serviva per
avvolgere il capo. Nelle stagioni più miti
si usavano mantelline di lana più leggere
e di dimensioni più ridotte, quasi scialli
per coprire le spalle.
Le FIBULAE
Fibulae di bronzo dalla
Macedonia
Le FIBULAE
Fibule in oro e in
argento
IL CHITONE
Il Chitone maschile
amfimascalos
La veste per eccellenza degli uomini
greci era il chitone, usato fin dai tempi
omerici e sulla quale veniva indossato
un mantello di lana semplice o doppio.
Tale veste cadde in disuso e fu sostituito
da un chitone più corto di cui esistevano
due varietà principali: amfimascalos e
eteromascalos. Il chitone giungeva poco
sopra il ginocchio, era cucito su un
fianco e tenuto stretto alla vita da una
cintura; amfimascalos era attaccato sulle
spalle con bottoncini o cuciture in modo
da coprire entrambe le ascelle.
Diventava cheiridotos quando vi si
applicavano le maniche ed era il vestito
portato dagli uomini liberi.
CHITONE eteromascolos e
Exomis
Era appeso ad una spalla e copriva
un’ascella sola, lasciando libera metà del
petto e l’altra ascella. Questo modello
era usato dagli schiavi e da coloro che
lavoravano.
L’exomis, stretta ai finachi da una
cintura e allacciata o annodata sulla
spalla sinistra, in modo da lasciare
scoperta la metà destra del busto,
mentre sul fianco destro rimaneva
aperta. Era la veste anche degli attori
comici.
IMATION maschile
Il mantello, indossato sopra la tunica o
direttamente sulla pelle, era formato da
un rettangolo di stoffa che arrivava sotto
il ginocchio e sopra il polpaccio (
mantello
lungo
era
segno
di
effeminatezza). Il modo di indossarlo
indicava lo status sociale.
I liberi, di condizione elevata, posavano
il mantello sulla spalla sinistra e lo
avvolgevano intorno al corpo gettando il
lembo destro sulla spalla sinistra , o
sostenendolo sul braccio sinistro; gli
schiavi e coloro di bassa condizione
sociale drappeggiavano in senso inverso
la parte sinistra del mantello. Ad Atene
gli oratori coprivano col mantello
entrambe le braccia.
SPARTA
• Era usato un mantello corto e di stoffa ruvida
detto tribon, che fu importato anche ad Atene e
diventò la veste tipica dei filosofi stoici e cinici,
indossato senza tunica
Himation
Kylix VI sec. A. C.
I due personaggi rappresentati su una
lussuosa kline accanto ad una tavola
imbandita, sono avvolti in sontuosi
manti violacei che coprono, nel caso di
uno dei due tutto il corpo ed entrambe le
spalle, nell’altro le gambe e il busto,
lasciando scoperto il braccio sinistro,
impegnato a suonare il flauto
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