CHIMICA ISTITUTO PASCAL Moduli • Atomi, elementi e composti; la materia e i suoi stati di aggregazione • La tavola periodica • I legami chimici; le reazioni chimiche • Le soluzioni; acidi e basi • La pila e l’elettrolisi • La chimica organica o del carbonio e i composti • Le biomolecole Atomi, elementi e composti Nei secoli scorsi, con il termine atomo si indicava la più piccola parte di un elemento chimico che non poteva essere scissa ulteriormente. Un elemento chimico contiene solamente una specie di atomo. Studi recenti hanno invece dimostrato che l’atomo può essere diviso ulteriormente e la sua struttura è simile a quella del sistema solare (il sole al centro dell’universo e i pianeti che ruotano attorno al sole occupando orbite ellittiche ben definite da determinate leggi onde impedire che si urtino tra di loro). Struttura dell’atomo Parlando della struttura atomica, si ricorda che in un atomo sono presenti i protoni, gli elettroni e i neutroni. I protoni e i neutroni sono contenuti nel nucleo mentre gli elettroni ruotano attorno al nucleo percorrendo orbite ellittiche ben definite. I protoni hanno carica elettrica positiva, gli elettroni hanno carica elettrica negativa e i neutroni hanno carica elettrica neutra. Un atomo è caratterizzato da un numero atomico (A) che indica il numero dei protoni e da un numero di massa (Z) che indica la somma dei protoni e dei neutroni presenti in un atomo. Il numero dei protoni è identico a quello degli elettroni mentre quello dei neutroni può variare. Questa caratteristica ha introdotto il termine di isotopi. Gli isotopi di un atomo hanno lo stesso numero di protoni ed elettroni e diverso numero dei neutroni. Un esempio è rappresentato dal carbonio. Il carbonio possiede 6 protoni e 6 elettroni, mentre i neutroni possono essere 6 oppure 7 oppure 8 e si parla di carbonio 12, carbonio 13 e di carbonio 14. Configurazione elettronica La configurazione elettronica rappresenta la modalità tramite la quale gli elettroni si dispongono attorno al nucleo , percorrendo orbite ellittiche ben definite e caratterizzate da livelli energetici minimi. Il primo livello energetico (più vicino al nucleo) contiene solamente 2 elettroni mentre il secondo ne contiene 8. I livelli energetici sono indicati con le lettere minuscole: s, p, d. f. Per esempio, l’atomo di ossigeno (O) contiene 8 elettroni e la sua configurazione è scritta in questo modo: 1s2 2s2 2p4 , 2 elettroni nel primo livello e 6 nel secondo. Il potassio (K) ha 19 elettroni e la sua configurazione è scritta così: 1s2 2s2 2p6 3s2 3p6 4s1 cioè 2 elettroni nel primo livello, 8 nel secondo e nel terzo, 1 nel quarto. Il numero degli elettroni presenti nel livello energetico più esterno è conosciuto come numero di valenza. Il numero di valenza indica quanti elettroni sono disponibili per un determinato atomo per formare legami chimici con altri elementi. Tutti gli elementi con lo stesso numero di valenza sono disposti nello stesso gruppo della tavola periodica. I composti chimici sono sostanze formate da due o più elementi chimici quando gli atomi di elementi diversi sono uniti tramite legami chimici; per esempio 2 atomi di idrogeno (H) si legano a un atomo di ossigeno e danno origine all’acqua. Un miscuglio è formato da due o più sostanze mischiate tra di loro, ma che non sono unite da legami chimici. Gli stati di aggregazione della materia e i passaggi di stato La materia si presenta in tre stati di aggregazione: stato solido (la materia possiede una propria forma e un proprio volume); stato liquido (la materia ha un proprio volume e la forma del recipiente in cui è contenuta): stato gassoso (la materia non ha né forma né volume). Questi tre stati sono intercambiabili: somministrando calore a un solido, in modo da spezzare le forze che tengono uniti gli elementi, la materia passa dallo stato solido allo stato liquido (fusione) e dallo stato liquido a quello gassoso (evaporazione). Sottraendo calore a un gas, in modo da favorire l’instaurarsi di forze che tengono uniti gli elementi, si passa dallo stato gassoso a quello liquido (liquefazione) e dallo stato liquido a quello solido (solidificazione). La materia può passare dallo stato solido a quello gassoso senza la fase intermedia rappresentata dallo stato liquido (esempio la naftalina) e viceversa. La tavola periodica La tavola periodica rappresenta una modalità utilizzata per rappresentare graficamente gli elementi chimici in base al numero dei protoni (p)) presenti. Il numero dei protoni presenti è identico a quello degli elettroni (e). Il numero degli elettroni determina le proprietà degli atomi. Gli elementi con proprietà simili sono disposti verticalmente nella stessa colonna, definita gruppo. Gli elementi dello stesso gruppo hanno la stessa valenza. Nella tavola periodica gli elementi con la stessa configurazione elettronica nel livello energetico interno sono disposti in senso orizzontale e formano i periodi. A sinistra sono presenti i metalli sono malleabili, duttili, buoni conduttori di calore ed elettricità), al centro i metalli di transizione (presentano proprietà dei metalli e dei non-metalli in base alla valenza considerata; da ricordare che alcuni elementi come il ferro dal simbolo Fe e il rame dal simbolo Cu hanno diversi valori di valenza), a destra i non-metalli (una linea li separa dai metalli), infine gli alogeni (fluoro, cloro, bromo , iodio: elementi biatomici, formati dall’unione di due atomi) e i gas nobili (estremamente poco reattivi in quanto hanno valenza 0 poiché nel livello energetico più esterno contengono 8 elettroni raggiungendo una configurazione energetica stabile). I composti chimici I metalli si legano con l’ossigeno dando origine agli ossidi basici (esempio, CaO o ossido di calcio) che, diluiti in acqua, producono le basi (esempio, idrossido di calcio avente formula Ca(OH)2]. I non.metalli si legano con l’ossigeno dando origine agli ossidi acidi, chiamati anche anidridi (esempio, lo zolfo dal simbolo S si lega con l’O e può produrre due composti: SO2 o anidride solforosa e SO3 o anidride solforica). Queste anidridi diluite in acqua producono l’acido solforoso (H2SO3) e l’acido solforico (H2SO4). Questi acidi sono detti ossiacidi. Quando il non-metallo è presente nel suo stato di valenza inferiore, si usa il suffisso –oso, quando è presente nel suo stato di valenza superiore si usa il suffisso –ico. Quando un non-metallo possiede più stati di valenza, il composto in cui il non-metallo è presente nello stato di valenza minimo, si indica in questo modo: acido ipocloroso; quando è presente nello stato di valenza massimo, il composto si indica così: acido perclorico. L’idrogeno si lega con gli alogeni (F, Cl, Br, I) per dare origine a composti binari chiamati idracidi (acido fluoridrico dalla formula HF, acido bromidrico dalla formula HBr, acido cloridrico dalla formula HCl, acido iodidrico dalla formula HI(. I legami chimici Gli atomi possono stabilire tra di loro dei legami e formare dei composti. Durante la formazione di un legame, gli elettroni presenti nel livello energetico più esterno (chiamato anche guscio) possono essere trasferiti da un atomo a un altro atomo (diverso dal primo) oppure essere equamente condivisi tra due atomi della stessa specie (vedi gli alogeni). Per comprendere la natura di un legame, è necessario introdurre il concetto di elettronegatività. Con tale termine, si indica la tendenza di un atomo ad attirare nella propria orbita gli elettroni impegnati nella formazione del legame. In un periodo aumenta da sinistra a destra e , quando la differenza tra due diversi elementi è uguale o supera il valore 1,37 si parla di legame ionico; invece quando è inferiore si parla di legame covalente. Il legame ionico si stabilisce tra due atomi quando gli elettroni di un atomo sono trasferiti a un atomo diverso (esempio, il cloruro di sodio o NaCl). Il legame covalente si forma in genere tra due non-metalli e gli elettroni sono equamente condivisi (vedi gli alogeni, l’ossigeno e l’idrogeno). Legami chimici si possono stabilire anche tra due composti: ricordiamo il legame a idrogeno in cui due atomi di idrogeno appartenenti a due diverse molecole d’acqua stabiliscono un ponte tra loro. Questo legame è tipico delle biomolecole. Le reazioni chimiche Le reazioni chimiche possono essere: 1. Sintesi (due o più elementi si uniscono e danno origine a un composto; esempio l’H e L’O formano l’acqua dalla formula H2O) 2. Decomposizione ( gli elementi presenti nel compostosi separano; esempio, il monossido di carbonio dalla formula CO si scinde in C e O) 3. Semplice scambio (quando due sostanze si scambiano un elemento; esempio, nella reazione tra Fe e acido solforico dalla formula H2SO4 si forma la molecola biatomica di H2 e solfato di ferro la cui formula è Fe2SO4) 4. Doppio scambio (quando due sostanze si scambiano alcune componenti; esempio, l’acido cloridrico dalla formula HCl e l’idrossido di sodio dalla formula NaOH reagiscono tra loro e formano il cloruro di sodio dalla formula NaCl e H2O) 5. Ossifdoriduzioni (quando gli elettroni sono trasferiti da un atomo di una sostanza a un atomo di un’altra sostanza) La formula empirica indica quali atomi sono presenti in un composto. La formula molecolare quanti atomi di un elemento sono presenti in una molecola o in una sostanza. La molecola è la parte più piccola di una sostanza. Le soluzioni Le soluzioni sono miscugli omogenei formati da un solido e un liquido oppure da due liquidi miscelati tra loro. Quando si parla di soluzioni, si introducono i concetti di : solvente, soluto, crioscopia, ebullioscopia. Il solvente è la sostanza che diluisce, il soluto la sostanza che è diluita. La crioscopia consiste nella diminuzione del punto di fusione, l’ebullioscopia nell’aumento del punto di ebollizione. Un esempio di soluzione è rappresentato dal sale da cucina (NaCl o cloruro di sodio) sciolto in acqua. Aggiungendo un cucchiaio di sale all’acqua, il cloruro di sodio si scinde nei componenti iniziali Na e Cl. Sia il sodio sia il cloro stabiliscono dei rapporti con le molecole d’acqua in modo che ogni atomo di sodio e ogni atomo di cloro siano circondati da molecole d’acqua. In questo processo, il sodio e il cloro sono presenti sotto forma di ioni: il sodio ha una carica elettrica positiva, il cloro una carica elettrica negativa. Entrambi si legano all’acqua con la parte avente carica elettrica opposta ( il Na con il polo negativo della molecola d’acqua, il Cl con il polo positivo9, per cui si parla di ioni solvatati. Quando il sale aggiunto supera una determinata concentrazione, la quantità eccedente non entra in soluzione, ma si deposita come corpo di fondo. In questo caso, si dice che la soluzione è satura. Il pH; acidi e basi La scala pH rappresenta una scala che va da 0 a 14 punti e serve a determinare il gradiente di acidità o di basicità di una soluzione. Valori inferiori a 7 corrispondono all’acidità della soluzione, il valore 7 è neutro, valori superiori a 7 indicano che la soluzione è basica. Quando un acido è diluito in H2O, libera ioni H+ aventi carica elettrica positiva in quanto hanno perso un elettrone. Gli ioni H+ liberati conferiscono il grado di acidità. Tanto più elevata è la concentrazione di ioni H+ liberati, maggiore è la forza dell’acido. Gli acidi forti hanno valori di pH minimi e sono completamente dissociati nei componenti iniziali (esempio l’acido cloridrico avente formula HCl totalmente dissociato in ioni H+ e ioni Cl-). Un acido può essere definito un donatore di ioni H+; una base può essere definita come un accettore di ioni H+. Quando una base è diluita in H2O, libera ioni idrossido (OH). La forza di una base è direttamente proporzionale alla concentrazione di ioni idrossido liberati: tanto più elevata è la loro concentrazione, maggiore sarà la forza della base (esempio l’idrossido di sodio avente formula NaOH completamente dissociato in ioni Na+ e ioni OH-). Un acido può reagire con una base e produrre un sale e acqua. Questo processo si chiama neutralizzazione: gli ioni H+ dell’acido sono neutralizzati dagli ioni OH- della base. La pila e l’elettrolisi La pila è un dispositivo ottenuto tramite l’utilizzo di energia chimica convertita in energia elettrica (durante le reazioni di ossido-riduzione, il flusso di elettroni che si crea, migrando da una specie atomica a una diversa, genera un campo elettrico sfruttato per esempio per il funzionamento degli apparecchi elettrici come lettori di CD, orologi e cellulari). L’elettrolisi (rottura con la corrente elettrica) consiste nel procedimento opposto: è un processo di decomposizione tramite il quale le sostanze sono decomposte ricorrendo al passaggio dell’energia elettrica. Quando si parla di elettrolisi, si introducono i concetti di: elettroliti (sostanze chimiche che sono in grado di condurre la corrente elettrica e possono essere decomposte durante l’elettrolisi), elettrodi (dispositivi in carbonio o grafite attraversati dalla corrente elettrica o che rilasciano gli elettroliti), catodo (elettrodo carico negativamente), anodo (elettrodo carico positivamente). Durante l’elettrolisi, il flusso di elettroni migra dalla batteria al catodo. In una soluzione, gli ioni carichi positivamente migrano al catodo, quelli carichi negativamente all’anodo. Gli ioni carichi positivamente acquisiscono elettroni dal catodo con conseguente produzione di metalli o di idrogeno. Chimica organica La chimica organica si occupa dei composti del carbonio. L’atomo di C è in grado di formare forti legami covalenti in modo da dare origine a varie molecole caratterizzate da catene più o meno lunghe di atomi di carbonio legati tra loro. I composti derivati dall’unione di atomi di C e di H sono chiamati idrocarburi. Gli idrocarburi si classificano in alifatici (catene lineari di atomi di C legati tra loro) e aromatici (catene chiuse di atomi di C legati tra loro in cui gli elettroni di legame non sono assegnati con precisione a determinati atomi ma sono delocalizzati e liberi di muoversi in tutta la molecola). Lo ”scheletro„ degli idrocarburi è costituito da una catena di atomi di carbonio legati tra loro. Gli idrocarburi possono essere saturi (presenza di legami singoli tra gli atomi di carbonio) e insaturi (presenza di un doppio o di un triplo legame tra due atomi di C). Per denominare i composti in chimica organica si ricorre alla nomenclatura IUPAC: si individua la catena carboniosa più lunga, a cui si aggiungono le ramificazioni assegnando dei numeri e seguendo l’ordine alfabetico (esempio:2,3dietil,5-metil-dodecano). Gli idrocarburi alifatici Gli idrocarburi alifatici (dallo scheletro carbonioso lineare) si classificano in: alcani (saturi), alcheni (insaturi; presenza di un doppio legame tra due atomi di C: C=C) e alchini (insaturi; presenza di un triplo legame tra due atomi di C: C≡C). Gli alcani hanno formula generica CnH2n+2 , sono poco reattivi e, in presenza di una elevata concentrazione di O2, danno luogo alla combustione con produzione di CO2 e H2O. Quando l’O2 scarseggia, si produce il monossido di carbonio (CO) dalle conseguenze spesso letali per chi lo respira. L’alcano più semplice è il metano dalla formula CH4. Gli alcani possono perdere un atomo di H trasformandosi nei relativi radicali alchilici. Gli alcheni hanno formula generica CnH2n e sono molto reattivi rispetto agli alcani. Le reazioni a cui danno luogo comportano la saturazione del doppio legame con formazione di un legame semplice; le reazioni consistono nell’aggiunta di una molecola di H2 oppure di una molecola di un alogeno o di una molecola di un acido alogenidrico o di una molecola di H2O con la formazione dei relativi prodotti. Gli alchini hanno formula generica CnH2n-2, sono meno reattivi degli alcheni e le reazioni sono le stesse viste precedentemente. È possibile aggiungere una o due molecole delle sostanze già note in modo da convertire il triplo legame in un doppio legame o in un legame semplice. Gli idrocarburi aromatici Gli idrocarburi aromatici, dalla struttura carboniosa chiusa, hanno formula generica CnH2n, come gli alcheni ma, a differenza di questi ultimi in cui è possibile localizzare con certezza il doppio legame tra due atomi di C, negli idrocarburi aromatici i doppi legami inerenti gli elettroni in esame a formare i legami studiati non sono posizionati con certezza tra due atomi ben determinati. Questi elettroni sono liberi di muoversi in tutta la molecola, per cui danno origine a una nuvola di elettroni e si parla di elettroni delocalizzati. In gergo tecnico, si parla di risonanza: gli elettroni risuonano da un punto all’altro della molecola. Il capostipite degli idrocarburi aromatici è il benzene, componente della benzina, rappresentato con un poligono esagonale e un cerchio nel centro che raffigura la nuvola elettronica. Le reazioni a cui può dare luogo il benzene consistono nel sostituire un atomo di H con un alogeno, con un gruppo nitrico, con un gruppo solfonico, con un radicale alchilico. Una curiosità: questi idrocarburi sono detti aromatici a causa della nuvola elettronica che conferisce il tipico odore avvertito. Alcooli, aldeidi, chetoni, eteri, acidi carbossilici, ammine Gli alcooli sono composti caratterizzati dalla presenza di un gruppo alcoolico -OH e possono reagire con gli acidi carbossilici (composti contrassegnati dalla presenza di un gruppo carbossilico -COOH) dando luogo agli esteri. Le aldeidi hanno come gruppo funzionale il gruppo -CHO e gli atomi di C e O sono legati da un doppio legame C=O. I chetoni sono composti in cui è presente il gruppo carbonilico C=O. Gli eteri sono contrassegnati dalla presenza di un atomo di O tra due radicali alchilici, tra due radicali arilici (derivati dalla perdita di un atomo di H da parte del benzene) o tra un radicale alchilico e uno arilico. I fenoli sono alcooli di origine aromatica. Le ammine sono contrassegnate dalla presenza di un radicale amminico–NH2.Per denominare questi composti, si fa riferimento all’alcano corrispondente, si toglie la desinenza -ano e si aggiunge la desinenza -olo per gli alcooli, la desinenza -ale per le aldeidi, la desinenza -one per i chetoni,la desinenza -oico per gli acidi carbossilici. Le biomolecole Le biomolecole sono composti di natura organica presenti nelle forme vitali. Sono classificate in: glucidi, lipidi, protidi, vitamine, sali minerali, DNA e RNA. I glucidi sono sostanze ternarie, formate dall’unione di atomi di C, H e O. Il glucide più semplice è il glucosio, responsabile della glicemia ematica (i valori normali rientrano in un range compreso tra 70 e 110 oppure tra 79 e 115 mg/dl; dipende dal kit utilizzato). La formula del glucosio è la seguente: C6H12O6. I glucidi, chiamati anche carboidrati, o saccaridi o zuccheri, si divido in semplici e complessi. I glucidi semplici, a loro volta si classificano in monosaccaridi (formati da una sola molecola; sono il glucosio, il fruttosio presente nella frutta e il galattosio presente nel latte), e disaccaridi, formati dall’unione di due molecole; sono il saccarosio (lo zucchero da tavola derivato dall’unione di glucosio e fruttosio), il lattosio (presente nel latte e formato da glucosio e galattosio) e il maltosio (presente nei cereali e derivato dall’un ione di due molecole di glucosio). I glucidi complessi o polisaccaridi derivano dall’unione di molte molecole di glucosio e sono: l’amido (presente nei cereali e nei tuberi), il glicogeno (presente nei muscoli e nel fegato) e la cellulosa (presente nei vegetali, avente funzione nutritiva per gli erbivori, ma non per l’uomo poiché sprovvisto dell’enzima necessario per la digestione). I glucidi svolgono azione energetica, in modo principale; il loro eccesso può essere causa di obesità, di diabete o di carie dentaria. la loro carenza può causare chetosi (accumulo di sostanze tossiche nell’organismo) e problemi psicologici. Le biomolecole I lipidi sono sostanze ternarie, formate dall’unione di atomi di C, H e O (l’O è presente in concentrazione inferiore rispetto ai glucidi). I lipidi sono dotati di uno scheletro carbonioso: gli atomi di C sono legati tra loro e formano una catena più o meno lunga a cui si uniscono gli atomi di H e O. Sono classificati in: lipidi saturi (presenza di singoli legami tra gli atomi di C; i lipidi saturi sono tipici del mondo animale e sono presenti nelle carni, nel latte e nei latticini, nel burro, nello strutto, nei salumi e nei prodotti di origine industriale) e in lipidi insaturi (presenza di un doppio legame o più doppi legami tra alcuni atomi di C; sono presenti negli oli, nel pesce e nella frutta secca). Le funzioni svolte dai lipidi sono di riserva energetica e di facilitare l’assorbimento delle vitamine liposolubili ( A, D, E e K). Un loro eccesso è causa di obesità e di malattie cardio-vascolari; la loro carenza è causa di magrezza, di perdita di capelli, di secchezza cutanea e di deficit vitaminici. I protidi o proteine sono sostanze quaternarie, formate dall’unione di atomi di C, H, O e N (possono essere presenti anche S e P). Sono costituite da aminoacidi, unità funzionali contrassegnate dalla presenza di un gruppo carbossilico -COOH e di un gruppo aminico -NH2; il gruppo -COOH di un aminoacido si lega al gruppo -NH2 di un altro aminoacido formando un legame peptidico e eliminando una molecola di H2O. Le funzioni svolte dalle proteine sono varie: di difesa, di trasporto, regolatrice, energetica, anabolica, ecc. Un loro eccesso può causare problemi renali, un loro deficit può favorire infezioni, edemi declivi (gonfiori ai piedi) e, in Africai, una particolare malattia chiamata kwashiorkor caratterizzata da arresto della crescita, ventre rigonfio, edemi, alterazioni della pigmentazione della cute e dei capelli (kwashiorkor significa infatti ”ragazzo rosso„), ritardo mentale e irritabilità. Le vitamine e i sali minerali Le vitamine sono composti di natura organica essenziali per la vita, he non possono essere sintetizzate dal nostro organismo (esclusa la vitamina D che può essere sintetizzata in una certa misura dalla flora batterica intestinale) e, di conseguenza, vanno introdotte con gli alimenti. Si classificano in: idrosolubili (assorbite in ambiente acquoso, sono le vit. Del gruppo B e la vit. C) e liposolubili (assorbite in presenza di lipidi, sono le vitamine A, D, E e K). Le funzioni svolte sono numerose (la vit. A protegge la cute, la cornea e la retina; la vit. D rinforza le ossa e i denti; la vit. E ha azione anti-sterilità; la vit. K facilita la coagulazione del sangue, la vit. C protegge dalle infezioni; le vit. Del gruppo B proteggono il tessuto nervoso, la cute e gli annessi cutanei, i globuli rossi). Le vit. liposolubili, se assunte in eccesso, possono creare vari problemi di salute: esempio, la vit. A assunta come medicinale da una donna gravida può causare seri problemi al feto. I sali minerali, reperibili nel mondo animale e vegetale svolgono varie funzioni: esempio, il sodio e il potassio agiscono sulla pressione arteriosa, il calcio favorisce la contrazione muscolare, il ferro favorisce il trasporto di O da parte dell’emoglobina contenuta nei globuli rossi, lo iodio favorisce la funzionalità tiroidea, ecc. Gli acidi nucleici (DNA e RNA) Gli acidi nucleici sono i depositari delle informazioni genetiche. Sono costituiti da una sequenza di nucleotidi. Ogni nucleotide è costituito da: uno zucchero, un gruppo fosfato e da una base azotata. Nel DNA lo zucchero è il desossiribosio, nel RNA è il ribosio. Nel DNA le basi azotate sono: adenina, timina, guanina e citosina. Nella catena di RNA le basi azotate sono: uracile, timina, guanina e citosina. Gli acidi nucleici sono indispensabili per la riproduzione e per la conservazione delle specie. Grazie alla presenza concomitante di DNA e RNA , un organismo è in grado di sintetizzare le proteine indispensabili per la riproduzione.