I padri della teoria
sociale moderna (2)
EMILE DURKHEIM (18581917)
- Nasce in una famiglia (modesta) di
ebrei praticanti, a Épinal, in Alsazia, nel
1858.
- Insegna in diversi licei di provincia, poi
a Bourdeaux (primo corso universitario
in scienze sociali!), dal 1906 alla
Sorbona (dal 1913 “educazione e
sociologia”)
1898: fonda l’Année sociologique
1917: muore di ictus dopo aver perso un figlio in
guerra ed essere stato accusato di insegnare una
«disciplina straniera»
Opere principali
Emile Durkheim
- accademico puro, lontano dall’impegno
politico diretto;
- precursore del FUNZIONALISMO
- critico dell’individualismo E del socialismo
- sottolinea l’importanza dello studio del
DIRITTO per lo studio delle società
antiche e moderne
“La società non è
un semplice
aggregato di
individui, ma ha
un’esistenza che
precede quelli
che oggi la
compongono e
che sopravviverà
a loro” (Schaffle)
“Essa li condiziona più di quanto sia condizionata da loro e
ha una propria vita e coscienza, i propri interessi e
destino” (Durkheim)
• Comune a quasi tutta la
teoria sociale ottocentesca
• Contrapposta alle teorie
del contratto sociale
(Hobbes, Locke) e
all’utilitarismo (Bentham)
• Organismo individuale >>
organismo sociale
494 a.C.: l'apologo di
Menenio Agrippa: «Così
senato e popolo, come
fossero un unico corpo, con la
discordia periscono, con la
concordia rimangono in
salute».
Due posizioni teoriche a confronto
SPENCER:
La società esiste per il
benessere dei suoi
membri, non il contrario
BENTHAM:
Scopo della legislazione
deve essere la massima
felicità per il maggior
numero
DURKHEIM:
L’interesse è la cosa meno
costante del mondo: oggi
mi unisce a voi, domani
farà di me il vostro nemico
COMTE:
Nell’età positiva, non
esistono diritti, ma solo
doveri
Individualismo vs. organicismo
• Le idee possono
esistere soltanto nelle
menti degli individui;
• Il potere politico sorge
dall’accordo di tutti i
cittadini, e trova i suoi
limiti in questo accordo
• Le istituzioni sociali non
sono il frutto di volontà o
interessi individuali
• L’ordine sociale poggia
necessariamente su
alcune regole morali
condivise;
La sociologia di Durkheim
• Coincide con lo studio dei “fatti della vita
morale” (o «FATTI SOCIALI») attraverso il
metodo delle scienze positive
(essenzialmente l'induzione)
• Oggetto e metodo distinguono la sociologia
rispetto alla psicologia e alla filosofia morale
Le regole del metodo sociologico
(1895)
DEFINIZIONE DI FATTO SOCIALE
“è un fatto sociale ogni modo di fare, di pensare o di
sentire, più o meno consolidato, capace di esercitare
sull’individuo una costrizione esterna – ovvero un
modo di fare, di pensare o di sentire che è generale
nell’estensione di una società data, avendo tuttavia
un’esistenza sua propria, indipendente dalle
manifestazioni individuali in cui si esprime”
“OCCORRE TRATTARE I FATTI
SOCIALI COME COSE”
1. “esteriorità” rispetto
all’individuo (non rispetto a
tutti gli individui!);
2. “costrizione” che essi
impongono sull’agire
individuale (visibile nel
momento in cui si oppone
resistenza)
La divisione del lavoro sociale (1893)
Due obiettivi critici
La filosofia individualistica e utilitaristica
(soprattutto Spencer): “l’egoismo non è il punto
di partenza dell’umanità”
Analizzare scientificamente i mutamenti della
“coscienza collettiva” indotti dall’aumento della
divisione del lavoro
La divisione del lavoro come
“fenomeno biologico generale”
La stessa legge presiede all’evoluzione
degli individui e delle società (animali
e umane)
Gli organismi più semplici sono formati
da elementi tutti uguali (i loro organi
hanno un minor grado di
“specializzazione”)
Nelle colonie animali, i singoli individui
«non possono che agire all’unisono»
Società «semplici» o segmentarie
Formate dalla ripetizione di
“aggregati simili” (i clan:
unità familiari e politiche,
composte a loro volta di
“elementi omogenei”)
Es. le tribù di Irochesi, di
ebrei, le gens romane;
- A livello biologico: aumenta il numero di specie e
ogni organismo diventa più complesso;
- A livello sociale, aumenta la differenziazione sia
TRA sia ENTRO le diverse unità, sempre più grandi;
Da unità SIMILI, ISOLATE, AUTOSUFFICIENTI
si passa ad unità DIVERSE, COMUNICANTI,
INTERDIPENDENTI;
Le società «superiori» o «differenziate
funzionalmente»
03/05/11
Le società superiori consentono
l’emersione degli «individui»
- Sempre più
specializzati (UNICI!)
- Sempre meno
autosufficienti
La DIFFERENZIAZIONE FUNZIONALE diventa prevalente,
ma gruppi «segmentari» possono continuare ad
esistere: es. l’esercito
Due modelli di società
Società antiche (o società “semplici” o “inferiori”):
divisione (prevalentemente) segmentaria (clan,
famiglie, centurie)
Società moderne (o società “complesse”, “progredite”,
“superiori”): divisione (prevalentemente) funzionale
Secondo Durkheim, società così diverse devono
reggersi su credenze e valori diversi, ovvero su
DIVERSE FORME DI SOLIDARIETA’
Due forme di solidarietà
SOCIETA' SEMPLICI
SOLIDARIETA'
MECCANICA
SOCIETA'
COMPLESSE
SOLIDARIETA'
ORGANICA
«La divisione del lavoro è dunque un risultato della
lotta per la vita, ma ne è un epilogo addolcito. Grazie a
essa, infatti, i rivali non sono costretti a eliminarsi
reciprocamente, ma possono coesistere gli uni a fianco
degli altri. ...
Presso molti popoli inferiori, ogni organismo malriuscito
doveva fatalmente perire, essendo inutilizzabile per
qualsiasi funzione. Talvolta la legge ... condannava a
morte i neonati malati o deboli, e lo stesso Aristotele
trovava naturale questa usanza. …
…Ben diversamente stanno le cose nelle società più evolute.
Un individuo malaticcio può trovare nei quadri complessi
della nostra organizzazione sociale un posto in cui gli è
possibile essere utile. Se è debole solo fisicamente e il suo
cervello è sano, si dedicherà a lavori di studio, a funzioni
speculative...Parimenti, presso i popoli primitivi, il nemico
vinto è messo a morte; là dove le funzioni industriali sono
separate da quelle militari, continua a vivere a fianco del
vincitore in qualità di schiavo.»
Gli “individui” e il
contratto
La “coscienza collettiva” non è scomparsa
ma ha soltanto mutato forma:
“la massima che ci comanda di specializzarci è
dovunque in qualche modo negata dalla massima
contraria, che ci comanda di realizzare tutti il
medesimo ideale”
Questo nuovo legame sociale non si fonda su
«obbligazioni liberamente stipulate» (SPENCER):
- «non tutto nel contratto è contrattuale»
- è la società a decidere QUALI contratti sono
possibili
Come si misura la solidarietà sociale?
Per studiare “scientificamente” i fatti della vita
morale, occorre trovare delle manifestazioni di
questa evoluzione
Il DIRITTO è per Durkheim il “simbolo
visibile” della solidarietà sociale
Mutamenti nelle forme del diritto possono quindi
confermare o smentire l'ipotesi del passaggio dalla
solidarietà meccanica a quella organica
Durkheim e il diritto
Società
semplici
Solidarietà
meccanica
Diritto a
sanzione
repressiva
Società
complesse
Solidarietà
organica
Diritto a
sanzione
restitutiva
L'evoluzione del diritto
- In origine, ogni azione giudiziaria è un'azione
EX DELICTO (che offende non l'individuo ma il
gruppo, cui spetta l'applicazione della
sanzione)
- Con l'aumento della divisione del lavoro, le
PENE continuano a presidiare il “nucleo” della
coscienza collettiva;
- Aumenta il numero e l'importanza delle
SANZIONI RESTITUTIVE (che non offendono la
società nel suo complesso)
DURKHEIM E L'ANOMIA
Frutto di un rapido aumento della
divisione del lavoro, non
accompagnato dal mutamento
corrispondente della coscienza;
- stato transitorio di alcuni gruppi
sociali;
- attenuabile con lo sviluppo dei «corpi
intermedi»;
- Divisione «coercitiva» del lavoro
La pena come espiazione
«il diritto penale ... non promulga che sanzioni,
ma non dice nulla a proposito degli obblighi cui
esse si riferiscono. Esso non comanda di
rispettare la vita altrui, ma di colpire con la
pena di morte l'assassino. Esso non comincia,
come fa il diritto civile, indicando il dovere ma
dice subito: ecco la pena.»
SULLA PROPORZIONALITA'
TRA PENA E OFFESA:
«Questa gradazione, infatti, non sarebbe necessaria se
la pena fosse soltanto un mezzo di difesa [...]
quand’anche fosse provato che un criminale è
definitivamente incurabile, ci sentiremmo ancora
tenuti a non applicargli un castigo eccessivo. Questo
prova che siamo rimasti fedeli al principio del taglione,
pur intendendolo in un senso più elevato di una volta
[...] La pena è dunque restata per noi ciò che era per i
nostri padri [...] un atto di vendetta.»
Il suicidio (1897)
- Una prima analisi sociologica (QUANTITATIVA)
della devianza
- Il suicidio come sintomo di una “lacuna morale”
nelle società contemporanee
- OGGETTO: non «il» suicidio ma I TASSI DI
SUICIDIO (variazioni diacroniche e sincroniche)
Il suicidio (segue)
- PERCHE'?:
- i protestanti si suicidano più dei cattolici e questi più
degli ebrei?
- avvengono più suicidi in città che in campagna?
- i singles più delle persone sposate?
- quelle con meno figli più di quelle con più figli?
- i contadini meno degli operai e questi meno dei
commercianti?
- i militari più dei civili?
- gli uomini divorziati più delle donne divorziate?
Tre ipotesi teoriche
1. IL SUICIDIO ALTRUISTICO
(es. le donne indiane, i comandanti delle navi, il seppuku
in Giappone)
2. IL SUICIDIO EGOISTICO
(“il suicidio varia in ragione inversa al grado di
integrazione dei gruppi sociali”)
3. IL SUICIDIO ANOMICO
(“non è necessario che le regole vengano osservate da
tutti e sempre”: la società deve permettere il
cambiamento ma non dice QUALI innovazioni saranno
premiate) Es. agricoltura e boom economico
CAUSA / FUNZIONE/SCOPO
1. La spiegazione storica di un fenomeno sociale va
alla ricerca delle sue CAUSE;
L’analisi FUNZIONALE di un fenomeno sociale
richiede invece l’individuazione di una
corrispondenza tra esso e “i bisogni generali
dell’organismo sociale”
Le funzioni non coincidono con le “finalità” di
singoli o di gruppi.
2. Le funzioni non sono sempre positive né
manifeste (DISFUNZIONI / FUNZIONI LATENTI).
3. Il concetto di equilibrio (e le sue critiche)
Esempi
Qual è la funzione del sistema penale?
(D.: riafferma e rafforza la coscienza collettiva)
Della famiglia?
Della religione?
Della democrazia?
Della libertà di contratto?
Una spiegazione opposta: le alte retribuzioni dei
medici (integrazionisti vs. conflittualisti)