CORSO DI FORMAZIONE “AUTISMO A SCUOLA: METODOLOGIE DI INTERVENTO” COMPORTAMENTO VERBALE. LA COMUNICAZIONE AUMENTATIVA ALTERNATIVA Brindisi, 21 marzo 2017 Dott.ssa Annachiara Rosato Psicologa Psicoterapeuta [email protected] 1 In rispetto delle leggi sulla privacy e la gestione dei dati personali, la relatrice vieta qualunque tipo di registrazione e diffusione del materiale presentato. La partecipazione a questa singola lezione non garantisce la capacita’ di applicazione fedele delle procedure illustrate e non offre alcun tipo di qualifica nell’ambito dell’analisi del comportamento applicata. Comunicazione SPEAKER LISTENER COMUNICAZIONE Scambio intenzionale di messaggi tra due o piu’ persone Processo di codifica, trasmissione e decodifica di segnali finalizzati allo scambio di informazioni e idee tra i partecipanti A cosa serve comunicare? La comunicazione è un fenomeno sociale Creare legami, stabilire e intrattenere rapporti interpersonali Divertirsi, giocare, essere gratificati Imparare, insegnare, acquisire nuove conoscenze Aiutare, consigliare, essere aiutati Influenzare, dominare, manipolare, dirigere, indirizzare, convincere, andare d’accordo LINGUAGGIO «E' un codice o un sistema socialmente condiviso per la rappresentazione di concetti mediante l'uso di simboli governati da regole» Il codice condiviso può essere verbale, gestuale o di altro tipo LA COMUNICAZIONE È UNA FUNZIONE PRIMARIA DEL LINGUAGGIO La comunicazione e il linguaggio nei bambini con Asd La funzione “linguaggio” e la funzione “comunicazione” risultano entrambe sempre compromesse COMUNICAZIONE E AUTISMO Esiste una stretta correlazione tra capacità comunicative ed emissione di comportamenti problema: individui con ritardi evolutivi tendono a sviluppare richieste problematiche. Per prevenire quest’ultime è necessario insegnare la modalità comunicativa corretta, sia per soggetti che parlano che no. Disturbo dello spettro autistico . Deficit persistente nella comunicazione sociale e nell’interazione sociale in diversi contesti, non spiegabile attraverso un ritardo generalizzato dello sviluppo, e manifestato da tutti e 3 i seguenti punti: 1. Deficit nella reciprocità socio-emotiva: approccio sociale anormale e fallimento nella normale conversazione e/o ridotto interesse nella condivisione degli interessi e/o mancanza di iniziativa nell’interazione sociale. 2. Deficit nei comportamenti comunicativi non verbali usati per l’interazione sociale 3. Deficit nello sviluppo e mantenimento di relazioni, appropriate al livello di sviluppo (non comprese quelle con i genitori e caregiver). Proprietà del linguaggio Forma: la topografia della risposta (fonemi, morfemi, lessico, sintassi, grammatica, semantica, verbi, nomi, aggettivi, avverbi) Funzione: le cause della risposta Verbal Behavior È l’aspetto del comportamento umano più socialmente significativo L’acquisizione del linguaggio, l’interazione sociale, la capacità di comprensione, di problem solving, le abilità accademiche, ecc.. sono attinenti al comportamento verbale e giocano un ruolo centrale nella vita delle persone Linguaggio: analisi di Skinner Nel 1957 nel libro “Verbal Behavior” Skinner fornisce un’interpretazione comportamentale per spiegare lo sviluppo del linguaggio nella specie umana Sostiene che il linguaggio è un comportamento verbale, che può essere ben spiegato dalle stesse variabili ambientali che spiegano anche i comportamenti non verbali Principi fondamentali A (antecedente) B (COMPORTAMENTO) C (conseguenza) Controllo dello stimolo MO Forma della risposta Rinforzo Fa aumentare il comportamento Estinzione Punizione Fanno diminuire il comportamento Analisi del comportamento e linguaggio Il linguaggio, in quanto comportamento, viene studiato sulla base: • di stimoli antecedenti e conseguenze come motivazione, controllo dello stimolo, rinforzo, estinzione e punizione • della funzione e non solo della forma Comportamento verbale (Verbal Behavior) «Comportamento operante rinforzato attraverso la mediazione di un’altra persona indipendentemente dal modo e dalla forma» Il comportamento verbale Verbal Behavior, Skinner(1957 DEFINIZIONE DI VERBAL BEHAVIOR Skinner, 1957 Il linguaggio e’ un comportamento appreso e viene acquisito, esteso e mantenuto dalle stesse variabili ambientali e i principi che controllano qualsiasi altro comportamento. MEDIAZIONE DI UN’ALTRA PERSONA DEFINIZIONE IN BASE ALLA FUNZIONE, INDIPENDENTEMENTE DALLA FORMA CHI STA COMUNICANDO? Giovanna è casa da sola, si versa un gran bicchiere d’acqua, lo beve tutto d’un fiato e dice: “Proprio quello che ci voleva!” Silvia, 15 mesi, indica alla mamma il biberon vuoto sul tavolo. La mamma sorridendo lo riempie d’acqua e lo consegna a Silvia che felice tira grandi sorsate. 18 Caratteristiche: verbale vs. vocale Secondo la definizione di Skinner, qualsiasi forma di risposta può essere verbale (verbale non equivale a vocale) E’ un comportamento selezionato e mantenuto dalle conseguenze Vocale: parlare Non vocale: indicare, fare gesti, segni, scrivere, scambio di immagini Verbale non significa Vocale Vocale Verbale Non-verbale Non-vocale Parlare: Emettere suoni Scrivere, fare gesti, attraverso l’apparato indicare, fare segni, vocale la cui probabilità di usare figure/foto. emissione futura è dettata Comportamenti non da come gli altri vocali la cui probabilità di rispondono. emissione futura è dettata da come gli altri rispondono Tossire, sbadigliare, emettere suoni con l’apparato vocale come il masticare. Camminare, andare al lavoro, bere, raccogliere fragole 20 Linguaggio o comportamento verbale? VOCALE VERBALE Presuppone controllo sulla muscolatura dell’apparato vocale Può essere mantenuto da rinforzo automatico Gesti, segni o scambio di immagini oltre che parole Per definizione mantenuto da rinforzo socialmente mediato Comportamento verbale? Esempi Martina, va in cucina, vede i biscotti nella scatola sopra al frigo, va dalla mamma e dice: “Dammi un biscotto”. La mamma prende un biscotto dalla scatola e lo consegna a Martina. Martina mangia il biscotto. Lucia indica alla mamma il bicchiere sul tavolo. La mamma consegna il bicchiere a Lucia e la bambina beve un grosso sorso d’acqua. Maria apre il frigo e prende il succo di frutta. Beve il succo soddisfatta. Caratteristiche: forma vs. funzione Forma: topografia della risposta verbale (segni, selezione di immagine, parola, frase). Funzione: si riferisce alla relazione tra stimoli antecedenti, risposta verbale e conseguenze Nell’analisi comportamentale del linguaggio una “parola” non è definita dalla forma, ma dalla funzione La funzione degli operanti verbali Operante verbale Descrizione generale rinforzo MAND Richieste, domande, istruzioni … Specifico TACT Denominare oggetti, persone, azioni, caratteristiche…. Sociale INTRAVERBAL Risposta a domande, conversazione Sociale ECHOIC Ripetizione Sociale Insegnare la funzione ANTECEDENTE COMPORTAMNETO CONSEGUENZA MAND/RICHIESTA motivazione «cioccolata» Ottenere cioccolata TACT/DENOMINA ZIONE Vedere cioccolata «cioccolata» Sr+ sociale ECOIC0 Sentire «cioccolata» «cioccolata» Sr + sociale INTRAVERBALE «l’uovo di Pasqua è di …» «cioccolata» Sr + sociale Mand: esempi Sono le richieste. «Vieni» «Voglio la mamma» «Vai via» «che cos’è?» «dove si trova via …?» Tact: esempi Etichettare, nominare un oggetto, un’azione o le proprietà di un oggetto che è presente. Dire o segnare ciò che viene visto, annusato, toccato…cioè percepito attraverso i sensi. Esempi: «che cos’è’» (il bimbo dice il nome dell’oggetto) «cosa sta facendo?» (il bimbo denomina l’azione) «che caldo!» «c’è un aereo» Intraverbale: esempi Rispondere a domande o avere una conversazione Parlare di cose non presenti Le risposte sono controllate dalla risposta verbale di un’altra persona Esempi «la mucca fa…» «stella stellina…» «come fa il gatto?» «cos’hai fatto a scuola ieri?» «quanti anni hai?» Conversazione Mands, tacts e intraverbali contribuiscono alla conversazione Il repertorio di mand permette al parlante di fare domande Il repertorio di tact permette un comportamento verbale riguardo oggetti/eventi presenti Il repertorio intraverbale permette al parlante di rispondere a domande e di parlare di oggetti/eventi NON presenti Ecoico: esempi E’ l’imitazione vocale, cioè la ripetizione di suoni, parole, frasi. E’ importante per insegnare altre forme di comportamento verbale Esempio: L’educatore dice «cioccolata» Il bambino ripete «cioccolata» Bimbi piccoli a sviluppo tipico ripetono parole e in poche prove passano al tact. Negli adulti viene usato ad es. per ripetersi le indicazioni stradali, un numero di telefono (autoecoico) Ricettivo Risposta NON verbale al comportamento verbale dell’interlocutore: uno stimolo discriminativo verbale evoca una risposta NON verbale Seguire istruzioni, collaborare alle richieste di un’altra persona, selezionare un item dopo che se ne è sentito il nome Esempi: «alzati» «dammi il sale» «tocca il gatto» «indica la mamma» COMUNICAZIONE E AUTISMO INTERAZIONE SOCIALE COMUNICAZIONE COMPORTAMENTI E INTERESSI ANOMALI E STEREOTIPATI SGUARDO, GESTI, MIMICA, POSTURA RITADO O ASSENZA DI LINGUAGGIO PARLATO. LING. STEREOTIPATO MANIERISMI MOTORI, RITUALI SPECIFICI MANCANZA DI GIOCHI COMPROMISSIONE DI IMITAZIONE CONVERSAZIONE SOCIALE ECCESSIVO INTERESSE PER PARTI DI OGGETTI Perché gli studenti con autismo hanno difficoltà a comunicare? I bambini con autismo non hanno le stesse capacità dei bambini a sviluppo tipico di acquisire le abilità di base della comunicazione: 1- abilità di mantenere l’attenzione 2- abilità di spostare l’attenzione 3- abilità di assumere la prospettiva altrui 4- abilità di discriminare efficacemente gli stimoli uditivi 5- Abilità di imitazione 6- Maggiore attenzione selettiva 7- Usare le esperienze passate per cimentarsi in nuove esperienze 8- Abilità di pensiero astratto National Academy of Sciences (National Research Council, 1999, 2001) Dichiara che un obiettivo prioritario del programmi educativi per i bambini con autismo dovrebbe essere lo sviluppo della comunicazione funzionale spontanea, poiché tale competenza è predittrice di esiti positivi per le persone con DSA (Garfin e Lord, 1986; McEachin et al., 1993). Le migliori prassi e tecniche descritte in letteratura, basate sulla ricerca, di insegnamento sia del linguaggio verbale sia di altre forme di comunicazione funzionale, dovrebbero essere regolarmente usate in tutti i contesti e ambienti naturali della persona con autismo. in pratica?… Insegnare ai nostri studenti a reagire appropriatamente agli stimoli verbali prodotti dagli altri (ruolo di listener) e comportarsi verbalmente come speaker, influenzando il comportamento degli altri ottenendo rinforzi dall’ambiente. FARE RICHIESTE L’IMPORTANZA DELLE RICHIESTE L’unico operante che beneficia direttamente il parlante La prima forma di comportamento verbale acquisita negli umani Individui con ritardi evolutivi tendono a sviluppare richieste problematiche Quando siamo di fronte a comportamenti problema molto gravi la prima cosa da fare è insegnare a chiedere (quello che già fanno) in modo alternativo 37 ASSESSMENT DELLE ABILITA’ DI RICHIESTA In che modo vi fa capire cosa vuole? A: motivazione B: richiesta C: rinforzo (cosa richiesta) SCELTA DELLA TOPOGRAFIA DELLA RICHIESTA Nel caso in cui l’individuo sia in grado di imitare vocalmente (ecoico) parole, si potrá procedere con le richieste vocali; altrimenti si dovrá considerare un sistema di comunicazione alternativa ed aumentativa da inserire in un programma di comunicazione totale. VOCALE CAA 39 RICHIESTE (mand) Operante verbale che specifica il proprio rinforzo ed è controllato dall’attuale MOTIVAZIONE. Variabili che controllano le richieste: - Ascoltatore - motivazione 40 Repertorio comunicativo/esempio Il repertorio di richieste è limitato e generico: richieste quasi assenti strappa gli oggetti urla dice “dammi" Obiettivi: •Insegnare richieste specifiche •Ampliare il vocabolario utilizzato come richieste •Estinguere le richieste con aggressione verso gli altri •Estinguere le richieste con urlo Prima di insegnare la richiesta Identificare oggetti/cibo/attività (rinforzatori) preferiti dal bambino Consegnarli solo in presenza dell’educatore (PAIRING) 1.L’educatore diventa un rinforzo condizionato 2.Quando il bambino/ragazzo sta volentieri in prossimità dell’educatore si inizia l’insegnamento della richiesta La forma della richiesta Scegliere il sistema di comunicazione adeguato alle competenze vocali del bambino: •Vocale: quando il bambino/ragazzo ripete le parole •Con segno o con immagini: quando il bambino/ragazzo non è in grado di usare il linguaggio parlato o non è comprensibile La richiesta: come si insegna ANTECEDENTE COMPORTAMENTO CONSEGUENZA Identificare oggetti/attività che piacciono al bambino/ragazzo Il bambino/ragazzo dice la parola (richiesta vocale), fa il segno (richiesta con segno), scambia l’immagine richiesta con scambio di immagini) L’educatore consegna ciò che il bambino/ragazzo ha richiesto L’educatore trattiene il gioco o blocca l’attività per aspettare che il bambino/ragazzo mostri interesse Immediatamente viene dato il suggerimento per la richiesta La richiesta vocale Il bambino/ragazzo mostra interesse per un oggetto/cibo/attività L’insegnante dà il prompt ecoico Il bambino/Ragazzo ripete la parola L’insegnante consegna ciò che il bambino/ragazzo ha chiesto La richiesta con i segni Il bambino mostra interesse per un oggetto/cibo/ Attività Presenza dell’oggetto Prompt: modello o guida fisica Il bambino fa il segno L’insegnante consegna quello che ha chiesto La richiesta con pecs Il bambino mostra interesse per un oggetto/cibo/ Attività Presenza dell’oggetto Prompt: guida fisica per consegnare la carta Il bambino consegna la carta L’insegnante consegna ciò che il bambino ha chiesto dicendone il nome Linee guida Non vengono usati suggerimenti verbali Il partner comunicativo non deve chiedere: "Lo vuoi?" ; "Cosa vuoi?" o "Dammi la carta Deve allettare mostrando l'oggetto e aprire la mano quando il bimbo si allunga vs il rinforzo L'obiettivo è quello di incoraggiare l'iniziativa del bambino Il prompter fisico, dà il prompt mano sulla mano ma non prende l'iniziativa: aspetta che il bambino cominci l'azione e la corregge se necessario Elimina i prompt gradualmente dalla fine: rilascio, allungamento, presa Le prime richieste Parole collegate ad una forte MOTIVAZIONE Parole collegate ad item che permettono prove multiple (ad es. caramelle, patatine, puzzle, lego) Non insegnare: Parole aspecifiche: “è mio”, “dammi”, “ancora”, “per favore”, “si”. Parole che si riferiscono a categorie generali “mangiare”, “bere”, gioco”. Manipolare la motivazione Modificare vari aspetti dell’ambiente e inserire variazioni per aumentare il valore motivante dell’oggetto/attività Identificare almeno 4 variazione per chiedere un determinato item (CMO-T) Il controllo dell’istruzione: prerequisiti Il bambino sta volentieri con l’educatore L’educatore conosce le sue attività/giochi/cibo preferiti e sa manipolare la motivazione del bambino Il bambino è in grado di chiedere ciò che desidera Il controllo sull’istruzione: insegnamento Il bambino fa la richiesta •L’insegnante mostra ma non consegna •L’insegnante dà l’istruzione •Il bambino esegue l’istruzione •L’insegnante consegna ciò che il bambino ha chiesto Richiesta vs. Istruzione Richiesta del bambino Il rinforzatore è specifico Richiesta dell’adulto al bambino Il rinforzatore è generalizzato Esempio: «versa l’acqua», «voglio patatina» Esempio: «fai il puzzle», «fai come me», «dammi il cucchiaio La comunicazione aumentativa ed alternativa Insieme di simboli ed apparecchiature per la compensazione parziale o totale, temporanea o permanente, di gravi difficoltá nell’emissione di linguaggio parlato 54 Comunicazione Aumentativa e Alternativa (CAA) • Aumentativa: qualunque apparecchio , metodo o sistema usato in aggiunta al linguaggio quando questo non è sufficiente • Alternativa: qualunque apparecchio, metodo o sistema usato per la comunicazione quando il linguaggio non si è sviluppato o si è perso Perché usare la CAA • Regola del rinforzo?...se continuo a rinforzare un bambino per il fatto che non sta parlando/comunicando in qualunque modo, verrà rinforzato il silenzio. • Riduce la frustrazione e quindi l’emissione di CP • Utilizzata per insegnare abilità di comunicazione funzionale spontanea • Fornisce maggiori opportunità di partecipazione Perché usare la CAA • Produce effetti positivi nel come gli altri vedono lo studente • Può aumentare la capacità di comprensione dell’ambiente • Può portare allo sviluppo del linguaggio parlato Esempi: Maria una bambina di 3 anni con ASD, vuole guardare il suo DVD dei Teletubbies. Se però la mamma vede che Maria va avanti e indietro vicino alla televisione e le chiede “Cosa vuoi?” e Maria risponde con la foto dei “Teletubbies”. Fabio sta incontrando difficoltà nello svolgimento di un compito, così si avvicina alla sua insegnante e le fa il segno di “Aiuto”. A chi è rivolta? • Qualsiasi persona con deficit a livello comunicativo • Indipendentemente dall’età – lo sviluppo di una comunicazione migliore è un obiettivo sempre attuale e a lungo termine per tutti gli esseri umani- • Indipendentemente dal tipo di diagnosi e dalla gravità Due forme di CAA Per Topografia Il movimento di risposta varia per ogni “parola”. Linguaggio vocale, linguaggio con segni, scrivere. Per Selezione Il movimento di risposta non cambia. Comunicazione ad immagini (PECS) o parole scritte 60 Picture Exchange Communication System Frost e Bondy, 1994 E’ un approccio che comporta insegnare a comunicare attraverso lo scambio di immagini/simboli con l’oggetto desiderato. 61 FASI DEL PECS: 1. Scambio 2. Distanza e Persistenza 3. Discriminazione 4. Struttura della frase 5. Rispondere 6. Commentare Prima fase: come comunicare • • • • • • • • 2 adulti: partner comunicativo e facilitatore Posizione: IB è seduto di fronte al PC e il F è dietro di lui C’è una sola immagine alla volta sul tavolo Obiettivo: INIZIATIVA COMUNICATIVA (il PC mostra il SR+ al B, non appena IB mostra iniziativa verso l’oggetto tentando di afferrarlo, il F guiderà IB a prendere l’immagine , ad allungarsi verso il PC e a rilasciarla) 30-40 occasioni al giorno per richiedere Usare diversi tipi di SR+ Prompt fisico da dietro Concatenamento retrogrado (si parte a sfumare dal rilascio) Fase 1: scambio •Prendere la carta •Allungarsi verso l'adulto (interlocutore) •Rilasciare la carta nella sua mano •L'adulto consegna ciò che il bambino ha chiesto dicendone il nome Fase 2: distanza Dirigersi verso il quaderno Staccare la carta Andare dall'adulto (interlocutore) e rilasciare la carta nella sua mano L'adulto consegna ciò che il bambino ha chiesto dicendone il nome Fase 2 : insegnamento L'interlocutore si distanzia da bambino e il secondo adulto aiuta, silenziosamente, il bambino a muoversi •Distanziare anche il bambino dal libro •Insegnare l'insistenza: l'interlocutore dà la schiena al bambino) e il bambino dà in mano all'interlocutore la carta Fase 3: discriminazione Dirigersi verso il quaderno Selezionare la carta fra altre carte Consegnarla all’adulto L'adulto consegna ciò che il bambino ha chiesto dicendone il nome Fase 3: insegnamento Step1: usate come distrattore una carta neutra, ad esempio un simbolo o foto di un oggetto molto diverso dal target Step2: usate come distrattore una carte di un altro oggetto, possibilmente all'inizio non tra i preferiti Step3: aggiungere più distrattori, prima 2 poi 3, 4, ecc... Fase 3: insegnamento In questa fase è importante cambiare la posizione delle carte sul supporto finché la discriminazione non è padroneggiata Se sbaglia, cioè prende la carta sbagliata mettere le mani in posizione neutra per 2 secondi (cioè mani a posto) e dare subito il prompt indicandola carta giusta subito il prompt indicandola carta giusta Controllare periodicamente la corrispondenza fra carta scelta e oggetto desiderato nel modo seguente: Il bambino dà la carta-simbolo. L'adulto offre entrambi gli oggetti, dicendo: "Prendi!" ACCORGIMENTI • Se il SR+ non è consumatorio, c’è il problema della riconsegna si parte da rinforzo meno gradito e si fa la riconsegna con lo scambio di uno più gradito oppure si insegna precedentemente la riconsegna del R+ • Cambiare immagine quando cambi il SR+ (anche se non viene richiesta la discriminazione) • Se IB gioca con la carta assicurati che non lo faccia e individuare un SR+ più potente • Cambiare prima che si sia saziato di quel SR+ • Da svolgere in qualunque ambiente, non solo strutturato, con diversi insegnanti, “Fermati, molla tutto e parla” con qls carta GENERALIZZAZIONE Responsabilità PC • • • • Tenere l’oggetto in mano Stare in silenzio, non muoversi Consegna il SR+ entro ½ sec e dice il nome dell’oggetto Nel momento in cui cerca di afferrare l’oggetto, mostra la mano (l’ultimo prompt che si sfuma) • Rimettere l’immagine sul tavolo dopo che ha consegnato il SR+ • Le immagini devono essere messe in posizioni diverse • Comincia il nuovo scambio riprendendo l’oggetto e attirando di nuovo IB, o offrendo un nuovo oggetto Responsabilità Facilitatore • Aspetta che IB prenda l’iniziativa • Con prompt fisici aiuta a prendere l’immagine, allungarsi e rilasciare l’immagine • Non interviene col B (né fisico, né verbale, né sguardo) • Corregge qualsiasi cosa che IB fa con l’immagine e che non sia l’azione della richiesta • Elimina i prompt in senso retrogredo: rilascioallungamento-presa dell’immagine e alla fine si sfumerà la mano aperta del PC • Prenderà i dati Praticare lo scambio delle immagini MOTIVAZIONE SETE PRENDE PRENDE LA FOTO RAGGIUNGE RAGGIUNGE LA MANO RILASCIA FOTO SUL PALMO DELLA MANO CONSEGNO L’ACQUA RILASCIA CONSEGNA SR+ 73 Cosa comporta? • Le persone che vivono quotidianamente con il soggetto devono essere COINVOLTE e FORMATE all’uso del sistema di comunicazione che si vuole condividere. • Organizzare l’ambiente quotidiano in modo da favorire la motivazione e la comunicazione spontanea del bambino Trattandosi di “linguaggio” e non di un sostituto, la sequenza è la stessa che per la parola, con differenze nelle tecniche di suggerimento. FASI PER I SEGNI • Procurarsi un dizionario dei segni • Selezionare i primi 5 segni da insegnare: diversi e semplici • Sistema per condividere i segni tra tutti gli adulti • MODELLO-GUIDO-CONSEGNO ripeto la parola 3 volte e sfumo il prompt fisico • Non è un prerequisito sapere imitare Praticare l’insegnamento della richiesta col segno MOTIVAZIONE SETE MODELLO MOSTRO IL SEGNO “ACQUA” PROMPT FISICO PER IL SEGNO CONSEGNO L’ACQUA GUIDO CONSEGNA SR+ 77 Insegnare il linguaggio dei segni a persone con autismo o altre disabilità dello sviluppo non interferisce con l’acquisizione del linguaggio parlato Le scansioni PET, che misurano le quantità di attività cerebrale nel cervello in determinate situazioni, mostrano che la stessa area del cervello viene attivata quando si parla e quando si segna Vantaggi e svantaggi PORTABILITA’ PECS SEGNI INTELLEGGIBILITA’ LINGUAGGIO SEMPLICITA’ 79 Riassumiamo… come si insegna la richiesta ANTECEDENTE COMPORTAMENTO Identificare i possibili La persona chiede rinforzatori. vocalmente/ fa il segno/ scambia Mostrarli e bloccarne l’immagine della l’accesso per cosa che vuole accertarsi della motivazione Dare il prompt per la richiesta CONSEGUENZA Riceve esattamente ciò che ha chiesto Esercitazione Dividetevi in piccoli gruppi (max 5-6 persone) Esercitatevi ad insegnare un mand (una richiesta) con pecs, segno e richiesta vocal COMPORTAMENTO DELL’ASCOLTATORE Oltre ad insegnare abilità di speaker è necessario insegnare anche abilità di listener che gli consentano di rispondere in maniera adeguata al comportamento verbale degli altri. CONCLUSIONI Se non viene insegnato un sistema di comunicazione le possibilità di apprendimento risultano limitate e rimane lontana la possibilità di un’integrazione sociale con conseguenti ricadute negative non solo a livello cognitivo, ma più in generale adattivo (Visconti, Peroni e Ciceri, 2007). NON E’ MAI TROPPO TARDI PER INSEGNARE A COMUNICARE…… Grazie a voi per l’ascolto e alla Dott.ssa Giovanna Di Carlo- BCBA per la condivisione del materiale utilizzato e per il prezioso contributo alla mia formazione Annachiara Rosato Psicologa Psicoterapeuta [email protected]