CORSO DI FORMAZIONE
“AUTISMO A SCUOLA: METODOLOGIE DI
INTERVENTO”
COMPORTAMENTO VERBALE.
LA COMUNICAZIONE AUMENTATIVA
ALTERNATIVA
Brindisi, 21 marzo 2017
Dott.ssa Annachiara Rosato
Psicologa Psicoterapeuta
[email protected]
1
In rispetto delle leggi sulla privacy e la gestione dei dati personali, la
relatrice vieta qualunque tipo di registrazione e diffusione del materiale
presentato.
La partecipazione a questa singola lezione non garantisce la capacita’ di
applicazione fedele delle procedure illustrate e non offre alcun tipo di
qualifica nell’ambito dell’analisi del comportamento applicata.
Comunicazione
SPEAKER
LISTENER
COMUNICAZIONE
Scambio intenzionale di messaggi tra due o
piu’ persone
Processo di codifica, trasmissione e decodifica
di segnali finalizzati allo scambio di
informazioni e idee tra i partecipanti
A cosa serve comunicare?
La comunicazione è un fenomeno sociale
Creare
legami, stabilire e intrattenere rapporti interpersonali
Divertirsi,
giocare, essere gratificati
Imparare,
insegnare, acquisire nuove conoscenze
Aiutare,
consigliare, essere aiutati
Influenzare,
dominare, manipolare, dirigere, indirizzare,
convincere, andare d’accordo
LINGUAGGIO
«E' un codice o un sistema socialmente condiviso per la
rappresentazione di concetti mediante l'uso di simboli governati
da regole»
Il codice condiviso può essere verbale,
gestuale o di altro tipo
LA COMUNICAZIONE È UNA
FUNZIONE PRIMARIA DEL LINGUAGGIO
La comunicazione e il linguaggio nei
bambini con Asd
La funzione “linguaggio” e
la funzione “comunicazione” risultano
entrambe sempre compromesse
COMUNICAZIONE E
AUTISMO
Esiste una stretta correlazione tra capacità
comunicative ed emissione di comportamenti
problema: individui con ritardi evolutivi
tendono a sviluppare richieste problematiche.
Per prevenire quest’ultime è necessario
insegnare la modalità comunicativa corretta,
sia per soggetti che parlano che no.
Disturbo dello spettro autistico
. Deficit persistente nella comunicazione sociale e nell’interazione
sociale in diversi contesti, non spiegabile attraverso un ritardo generalizzato
dello sviluppo, e manifestato da tutti e 3 i seguenti punti:
1. Deficit nella reciprocità socio-emotiva: approccio sociale anormale e
fallimento nella normale conversazione e/o ridotto interesse nella condivisione
degli interessi e/o mancanza di iniziativa nell’interazione sociale.
2. Deficit nei comportamenti comunicativi non verbali usati per l’interazione
sociale
3. Deficit nello sviluppo e mantenimento di relazioni, appropriate al livello di
sviluppo (non comprese quelle con i genitori e caregiver).
Proprietà del linguaggio
Forma: la topografia della risposta (fonemi,
morfemi, lessico, sintassi, grammatica, semantica,
verbi, nomi, aggettivi, avverbi)
Funzione: le cause della risposta
Verbal Behavior
È l’aspetto del comportamento umano più
socialmente significativo
L’acquisizione del linguaggio, l’interazione sociale,
la capacità di comprensione, di problem solving, le
abilità accademiche, ecc.. sono attinenti al
comportamento verbale e giocano un ruolo
centrale nella vita delle persone
Linguaggio: analisi di Skinner
Nel 1957 nel libro “Verbal Behavior” Skinner
fornisce un’interpretazione comportamentale per
spiegare lo sviluppo del linguaggio nella specie
umana
Sostiene che il linguaggio è un comportamento
verbale, che può essere ben spiegato dalle stesse
variabili ambientali che spiegano anche i
comportamenti non verbali
Principi fondamentali
A (antecedente)
B (COMPORTAMENTO)
C (conseguenza)
Controllo dello stimolo
MO
Forma della risposta
Rinforzo Fa aumentare il
comportamento
Estinzione Punizione
Fanno diminuire il
comportamento
Analisi del comportamento e
linguaggio
Il linguaggio, in quanto comportamento, viene
studiato sulla base:
• di stimoli antecedenti e conseguenze come
motivazione, controllo dello stimolo, rinforzo,
estinzione e punizione
• della funzione e non solo della forma
Comportamento verbale
(Verbal Behavior)
«Comportamento operante rinforzato attraverso la
mediazione di un’altra persona indipendentemente
dal modo e dalla forma»
Il comportamento verbale
Verbal Behavior, Skinner(1957
DEFINIZIONE DI VERBAL BEHAVIOR
Skinner, 1957
Il linguaggio e’ un comportamento appreso e
viene acquisito, esteso e mantenuto dalle stesse
variabili ambientali e i principi che controllano
qualsiasi altro comportamento.
MEDIAZIONE DI
UN’ALTRA PERSONA
DEFINIZIONE IN BASE
ALLA FUNZIONE,
INDIPENDENTEMENTE
DALLA FORMA
CHI STA COMUNICANDO?
 Giovanna è casa da
sola, si versa un
gran bicchiere
d’acqua, lo beve
tutto d’un fiato e
dice: “Proprio
quello che ci
voleva!”
 Silvia, 15 mesi,
indica alla mamma
il biberon vuoto sul
tavolo. La mamma
sorridendo lo
riempie d’acqua e
lo consegna a Silvia
che felice tira
grandi sorsate.
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Caratteristiche: verbale vs. vocale
Secondo la definizione di Skinner, qualsiasi forma di risposta può essere
verbale (verbale non equivale a vocale)
E’ un comportamento selezionato e mantenuto dalle conseguenze
Vocale: parlare
Non vocale: indicare, fare gesti, segni, scrivere, scambio di immagini
Verbale non significa Vocale
Vocale
Verbale
Non-verbale
Non-vocale
Parlare: Emettere suoni
Scrivere, fare gesti,
attraverso l’apparato
indicare, fare segni,
vocale la cui probabilità di
usare figure/foto.
emissione futura è dettata
Comportamenti non
da come gli altri
vocali la cui probabilità di
rispondono.
emissione futura è
dettata da come gli altri
rispondono
Tossire, sbadigliare,
emettere suoni con
l’apparato vocale come il
masticare.
Camminare, andare al
lavoro, bere, raccogliere
fragole
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Linguaggio o comportamento verbale?
VOCALE
VERBALE
Presuppone controllo sulla
muscolatura dell’apparato vocale
Può essere mantenuto da rinforzo
automatico
Gesti, segni o scambio di immagini
oltre che parole
Per definizione mantenuto da
rinforzo socialmente mediato
Comportamento verbale? Esempi
Martina, va in cucina, vede i biscotti nella scatola sopra al frigo,
va dalla mamma e dice: “Dammi un biscotto”. La mamma prende
un biscotto dalla scatola e lo consegna a Martina. Martina
mangia il biscotto.
Lucia indica alla mamma il bicchiere sul tavolo. La mamma
consegna il bicchiere a Lucia e la bambina beve un grosso sorso
d’acqua.
Maria apre il frigo e prende il succo di frutta. Beve il succo
soddisfatta.
Caratteristiche: forma vs. funzione
Forma: topografia della risposta verbale
(segni, selezione di immagine, parola, frase).
Funzione: si riferisce alla relazione tra
stimoli antecedenti, risposta verbale e
conseguenze
Nell’analisi comportamentale del linguaggio
una “parola” non è definita dalla forma, ma
dalla funzione
La funzione degli operanti verbali
Operante verbale
Descrizione generale
rinforzo
MAND
Richieste, domande,
istruzioni …
Specifico
TACT
Denominare oggetti,
persone, azioni,
caratteristiche….
Sociale
INTRAVERBAL
Risposta a domande,
conversazione
Sociale
ECHOIC
Ripetizione
Sociale
Insegnare la funzione
ANTECEDENTE
COMPORTAMNETO
CONSEGUENZA
MAND/RICHIESTA
motivazione
«cioccolata»
Ottenere
cioccolata
TACT/DENOMINA
ZIONE
Vedere
cioccolata
«cioccolata»
Sr+ sociale
ECOIC0
Sentire
«cioccolata»
«cioccolata»
Sr + sociale
INTRAVERBALE
«l’uovo di
Pasqua è di …»
«cioccolata»
Sr + sociale
Mand: esempi
Sono le richieste.
«Vieni»
«Voglio la mamma»
«Vai via»
«che cos’è?»
«dove si trova via …?»
Tact: esempi
Etichettare, nominare un oggetto, un’azione o le proprietà
di un oggetto che è presente. Dire o segnare ciò che viene
visto, annusato, toccato…cioè percepito attraverso i sensi.
Esempi:
«che cos’è’» (il bimbo dice il nome dell’oggetto)
«cosa sta facendo?» (il bimbo denomina l’azione)
«che caldo!»
«c’è un aereo»
Intraverbale: esempi
Rispondere a domande o avere una conversazione
Parlare di cose non presenti
Le risposte sono controllate dalla risposta verbale di un’altra
persona
Esempi
«la mucca fa…»
«stella stellina…»
«come fa il gatto?»
«cos’hai fatto a scuola ieri?»
«quanti anni hai?»
Conversazione
Mands, tacts e intraverbali contribuiscono alla
conversazione
Il repertorio di mand permette al parlante di fare domande
Il repertorio di tact permette un comportamento verbale
riguardo oggetti/eventi presenti
Il repertorio intraverbale permette al parlante di rispondere
a domande e di parlare di oggetti/eventi NON presenti
Ecoico: esempi
E’ l’imitazione vocale, cioè la ripetizione di suoni, parole,
frasi. E’ importante per insegnare altre forme di
comportamento verbale
Esempio:
L’educatore dice «cioccolata» Il bambino ripete «cioccolata»
Bimbi piccoli a sviluppo tipico ripetono parole e in poche prove passano
al tact. Negli adulti viene usato ad es. per ripetersi le indicazioni stradali,
un numero di telefono (autoecoico)
Ricettivo
Risposta NON verbale al comportamento verbale
dell’interlocutore: uno stimolo discriminativo verbale evoca una
risposta NON verbale Seguire istruzioni, collaborare alle richieste
di un’altra persona, selezionare un item dopo che se ne è sentito
il nome
Esempi:
«alzati»
«dammi il sale»
«tocca il gatto»
«indica la mamma»
COMUNICAZIONE E AUTISMO
INTERAZIONE
SOCIALE
COMUNICAZIONE
COMPORTAMENTI
E INTERESSI
ANOMALI E
STEREOTIPATI
SGUARDO, GESTI,
MIMICA, POSTURA
RITADO O ASSENZA DI
LINGUAGGIO PARLATO.
LING. STEREOTIPATO
MANIERISMI MOTORI,
RITUALI SPECIFICI
MANCANZA DI GIOCHI COMPROMISSIONE
DI IMITAZIONE
CONVERSAZIONE
SOCIALE
ECCESSIVO
INTERESSE PER PARTI
DI OGGETTI
Perché gli studenti con autismo
hanno difficoltà a comunicare?
I bambini con autismo non hanno le stesse
capacità dei bambini a sviluppo tipico di
acquisire le abilità di base della
comunicazione:
1- abilità di mantenere l’attenzione
2- abilità di spostare l’attenzione
3- abilità di assumere la prospettiva altrui
4- abilità di discriminare efficacemente gli
stimoli uditivi
5- Abilità di imitazione
6- Maggiore attenzione selettiva
7- Usare le esperienze passate per
cimentarsi in nuove esperienze
8- Abilità di pensiero astratto
National Academy of Sciences
(National Research Council, 1999, 2001)
Dichiara che un obiettivo prioritario del programmi educativi per i
bambini con autismo dovrebbe essere lo sviluppo della
comunicazione funzionale spontanea, poiché tale competenza è
predittrice di esiti positivi per le persone con DSA (Garfin e Lord,
1986; McEachin et al., 1993).
Le migliori prassi e tecniche descritte in letteratura, basate sulla
ricerca, di insegnamento sia del linguaggio verbale sia di altre
forme di comunicazione funzionale, dovrebbero essere
regolarmente usate in tutti i contesti e ambienti naturali della
persona con autismo.
in pratica?…
Insegnare ai nostri studenti a reagire
appropriatamente agli stimoli verbali
prodotti dagli altri (ruolo di listener) e
comportarsi verbalmente come
speaker, influenzando il
comportamento degli altri ottenendo
rinforzi dall’ambiente.
FARE
RICHIESTE
L’IMPORTANZA DELLE RICHIESTE
 L’unico operante che beneficia direttamente il
parlante
 La prima forma di comportamento verbale acquisita
negli umani
 Individui con ritardi evolutivi tendono a sviluppare
richieste problematiche
 Quando siamo di fronte a comportamenti problema
molto gravi la prima cosa da fare è insegnare a
chiedere (quello che già fanno) in modo alternativo
37
ASSESSMENT DELLE ABILITA’ DI
RICHIESTA
In che modo vi fa capire cosa vuole?
A: motivazione
B: richiesta
C: rinforzo (cosa richiesta)
SCELTA DELLA TOPOGRAFIA DELLA
RICHIESTA
Nel caso in cui l’individuo sia in grado di imitare
vocalmente (ecoico) parole, si potrá procedere
con le richieste vocali; altrimenti si dovrá
considerare un sistema di comunicazione
alternativa ed aumentativa da inserire in un
programma di comunicazione totale.
VOCALE
CAA
39
RICHIESTE (mand)
Operante verbale che specifica il
proprio rinforzo ed è controllato
dall’attuale MOTIVAZIONE.
Variabili che controllano le richieste:
- Ascoltatore
- motivazione
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Repertorio
comunicativo/esempio
Il repertorio di richieste è limitato e generico:
richieste quasi assenti strappa gli oggetti urla dice “dammi"
Obiettivi:
•Insegnare richieste specifiche
•Ampliare il vocabolario utilizzato come richieste
•Estinguere le richieste con aggressione verso gli altri
•Estinguere le richieste con urlo
Prima di insegnare la richiesta
Identificare oggetti/cibo/attività (rinforzatori)
preferiti dal bambino
Consegnarli solo in presenza dell’educatore
(PAIRING)
1.L’educatore diventa un rinforzo condizionato
2.Quando il bambino/ragazzo sta volentieri in
prossimità dell’educatore si inizia l’insegnamento
della richiesta
La forma della richiesta
Scegliere il sistema di comunicazione adeguato alle
competenze vocali del bambino:
•Vocale: quando il bambino/ragazzo ripete le parole
•Con segno o con immagini: quando il
bambino/ragazzo non è in grado di usare il
linguaggio parlato o non è comprensibile
La richiesta: come si insegna
ANTECEDENTE
COMPORTAMENTO
CONSEGUENZA
Identificare
oggetti/attività che
piacciono al
bambino/ragazzo
Il bambino/ragazzo dice
la parola (richiesta
vocale), fa il segno
(richiesta con segno),
scambia l’immagine
richiesta con scambio di
immagini)
L’educatore consegna ciò
che il bambino/ragazzo
ha richiesto
L’educatore trattiene il
gioco o blocca l’attività
per aspettare che il
bambino/ragazzo mostri
interesse
Immediatamente viene
dato il suggerimento per
la richiesta
La richiesta vocale
Il bambino/ragazzo mostra
interesse per un
oggetto/cibo/attività
L’insegnante dà il prompt
ecoico
Il bambino/Ragazzo ripete
la parola
L’insegnante consegna ciò
che il bambino/ragazzo ha
chiesto
La richiesta con i segni
Il bambino mostra
interesse per un
oggetto/cibo/ Attività
Presenza dell’oggetto
Prompt: modello o guida
fisica
Il bambino fa il segno
L’insegnante consegna
quello che ha chiesto
La richiesta con pecs
Il bambino mostra
interesse per un
oggetto/cibo/ Attività
Presenza dell’oggetto
Prompt: guida fisica per
consegnare la carta
Il bambino consegna la
carta
L’insegnante consegna
ciò che il bambino ha
chiesto dicendone il
nome
Linee guida
Non vengono usati suggerimenti verbali
Il partner comunicativo non deve chiedere: "Lo vuoi?" ; "Cosa vuoi?" o
"Dammi la carta
Deve allettare mostrando l'oggetto e aprire la mano quando il bimbo si
allunga vs il rinforzo
L'obiettivo è quello di incoraggiare l'iniziativa del bambino
Il prompter fisico, dà il prompt mano sulla mano ma non prende l'iniziativa:
aspetta che il bambino cominci l'azione e la corregge se necessario
Elimina i prompt gradualmente dalla fine: rilascio, allungamento, presa
Le prime richieste
Parole collegate ad una forte MOTIVAZIONE
Parole collegate ad item che permettono prove
multiple (ad es. caramelle, patatine, puzzle, lego)
Non insegnare: Parole aspecifiche: “è mio”,
“dammi”, “ancora”, “per favore”, “si”. Parole che si
riferiscono a categorie generali “mangiare”, “bere”,
gioco”.
Manipolare la motivazione
Modificare vari aspetti dell’ambiente e
inserire variazioni per aumentare il valore
motivante dell’oggetto/attività
Identificare almeno 4 variazione per
chiedere un determinato item (CMO-T)
Il controllo dell’istruzione:
prerequisiti
Il bambino sta volentieri con l’educatore
L’educatore conosce le sue attività/giochi/cibo
preferiti e sa manipolare la motivazione del
bambino
Il bambino è in grado di chiedere ciò che desidera
Il controllo sull’istruzione:
insegnamento
Il bambino fa la richiesta
•L’insegnante mostra ma non consegna
•L’insegnante dà l’istruzione
•Il bambino esegue l’istruzione
•L’insegnante consegna ciò che il bambino ha chiesto
Richiesta vs. Istruzione
Richiesta del bambino
Il rinforzatore è specifico
Richiesta dell’adulto al bambino
Il rinforzatore è generalizzato
Esempio: «versa l’acqua», «voglio patatina»
Esempio: «fai il puzzle», «fai come me», «dammi il cucchiaio
La comunicazione
aumentativa ed alternativa
Insieme di simboli ed apparecchiature per
la compensazione parziale o totale,
temporanea o permanente, di gravi
difficoltá nell’emissione di linguaggio
parlato
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Comunicazione Aumentativa
e Alternativa (CAA)
• Aumentativa: qualunque apparecchio ,
metodo o sistema usato in aggiunta al
linguaggio quando questo non è sufficiente
• Alternativa: qualunque apparecchio, metodo
o sistema usato per la comunicazione quando
il linguaggio non si è sviluppato o si è perso
Perché usare la CAA
• Regola del rinforzo?...se continuo a rinforzare un
bambino per il fatto che non sta
parlando/comunicando in qualunque modo, verrà
rinforzato il silenzio.
• Riduce la frustrazione e quindi l’emissione di CP
• Utilizzata per insegnare abilità di comunicazione
funzionale spontanea
• Fornisce maggiori opportunità di partecipazione
Perché usare la CAA
• Produce effetti positivi nel come gli altri
vedono lo studente
• Può aumentare la capacità di comprensione
dell’ambiente
• Può portare allo sviluppo del linguaggio
parlato
Esempi:
Maria una bambina di 3 anni
con ASD, vuole guardare il
suo DVD dei Teletubbies.
Se però la mamma vede
che Maria va avanti e
indietro vicino alla
televisione e le chiede
“Cosa vuoi?” e Maria
risponde con la foto dei
“Teletubbies”.
Fabio sta incontrando
difficoltà nello
svolgimento di un
compito, così si
avvicina alla sua
insegnante e le fa il
segno di “Aiuto”.
A chi è rivolta?
• Qualsiasi persona con deficit a livello
comunicativo
• Indipendentemente dall’età – lo
sviluppo di una comunicazione migliore è
un obiettivo sempre attuale e a lungo
termine per tutti gli esseri umani-
• Indipendentemente dal tipo di
diagnosi e dalla gravità
Due forme di CAA
Per Topografia
Il movimento di
risposta varia per
ogni “parola”.
Linguaggio
vocale,
linguaggio con
segni, scrivere.
Per Selezione
Il movimento di
risposta non
cambia.
Comunicazione
ad immagini
(PECS) o parole
scritte
60
Picture Exchange Communication System
Frost e Bondy, 1994
E’ un approccio che comporta insegnare a
comunicare attraverso lo scambio di
immagini/simboli con l’oggetto desiderato.
61
FASI DEL PECS:
1. Scambio
2. Distanza e Persistenza
3. Discriminazione
4. Struttura della frase
5. Rispondere
6. Commentare
Prima fase: come comunicare
•
•
•
•
•
•
•
•
2 adulti: partner comunicativo e facilitatore
Posizione: IB è seduto di fronte al PC e il F è dietro di lui
C’è una sola immagine alla volta sul tavolo
Obiettivo: INIZIATIVA COMUNICATIVA (il PC mostra il SR+
al B, non appena IB mostra iniziativa verso l’oggetto
tentando di afferrarlo, il F guiderà IB a prendere
l’immagine , ad allungarsi verso il PC e a rilasciarla)
30-40 occasioni al giorno per richiedere
Usare diversi tipi di SR+
Prompt fisico da dietro
Concatenamento retrogrado (si parte a sfumare dal
rilascio)
Fase 1: scambio
•Prendere
la carta
•Allungarsi verso l'adulto (interlocutore)
•Rilasciare la carta nella sua mano
•L'adulto consegna ciò che il bambino ha chiesto
dicendone il nome
Fase 2: distanza
Dirigersi verso il quaderno
Staccare la carta
Andare dall'adulto (interlocutore) e rilasciare la
carta nella sua mano
L'adulto consegna ciò che il bambino ha chiesto
dicendone il nome
Fase 2 : insegnamento
L'interlocutore si distanzia da bambino e il secondo
adulto aiuta, silenziosamente, il bambino a
muoversi
•Distanziare anche il bambino dal libro
•Insegnare l'insistenza: l'interlocutore dà la schiena
al bambino) e il bambino dà in mano
all'interlocutore la carta
Fase 3: discriminazione
Dirigersi verso il quaderno
Selezionare la carta fra altre carte
Consegnarla all’adulto
L'adulto consegna ciò che il bambino ha chiesto
dicendone il nome
Fase 3: insegnamento
Step1: usate come distrattore una carta neutra, ad
esempio un simbolo o foto di un oggetto molto
diverso dal target
Step2: usate come distrattore una carte di un altro
oggetto, possibilmente all'inizio non tra i preferiti
Step3: aggiungere più distrattori, prima 2 poi 3, 4,
ecc...
Fase 3: insegnamento
In questa fase è importante cambiare la posizione delle carte sul
supporto finché la discriminazione non è padroneggiata
Se sbaglia, cioè prende la carta sbagliata mettere le mani in posizione
neutra per 2 secondi (cioè mani a posto) e dare subito il prompt
indicandola carta giusta subito il prompt indicandola carta giusta
Controllare periodicamente la corrispondenza fra carta scelta e oggetto
desiderato nel modo seguente:
Il bambino dà la carta-simbolo. L'adulto offre entrambi gli oggetti,
dicendo: "Prendi!"
ACCORGIMENTI
• Se il SR+ non è consumatorio, c’è il problema
della riconsegna  si parte da rinforzo meno
gradito e si fa la riconsegna con lo scambio di
uno più gradito oppure si insegna
precedentemente la riconsegna del R+
• Cambiare immagine quando cambi il SR+
(anche se non viene richiesta la
discriminazione)
• Se IB gioca con la carta assicurati che non lo
faccia e individuare un SR+ più potente
• Cambiare prima che si sia saziato di quel SR+
• Da svolgere in qualunque ambiente, non solo
strutturato, con diversi insegnanti, “Fermati,
molla tutto e parla” con qls carta
GENERALIZZAZIONE
Responsabilità PC
•
•
•
•
Tenere l’oggetto in mano
Stare in silenzio, non muoversi
Consegna il SR+ entro ½ sec e dice il nome dell’oggetto
Nel momento in cui cerca di afferrare l’oggetto, mostra la
mano (l’ultimo prompt che si sfuma)
• Rimettere l’immagine sul tavolo dopo che ha consegnato il SR+
• Le immagini devono essere messe in posizioni diverse
• Comincia il nuovo scambio riprendendo l’oggetto e attirando di
nuovo IB, o offrendo un nuovo oggetto
Responsabilità Facilitatore
• Aspetta che IB prenda l’iniziativa
• Con prompt fisici aiuta a prendere l’immagine,
allungarsi e rilasciare l’immagine
• Non interviene col B (né fisico, né verbale, né sguardo)
• Corregge qualsiasi cosa che IB fa con l’immagine e che
non sia l’azione della richiesta
• Elimina i prompt in senso retrogredo: rilascioallungamento-presa dell’immagine e alla fine si
sfumerà la mano aperta del PC
• Prenderà i dati
Praticare lo scambio delle immagini
MOTIVAZIONE
SETE
PRENDE
PRENDE LA FOTO
RAGGIUNGE
RAGGIUNGE LA
MANO
RILASCIA FOTO SUL
PALMO DELLA MANO
CONSEGNO L’ACQUA
RILASCIA
CONSEGNA SR+
73
Cosa comporta?
• Le persone che vivono
quotidianamente con il soggetto
devono essere COINVOLTE e FORMATE
all’uso del sistema di comunicazione
che si vuole condividere.
• Organizzare l’ambiente quotidiano in
modo da favorire la motivazione e la
comunicazione spontanea del bambino
Trattandosi di “linguaggio” e non di un
sostituto, la sequenza è la stessa che
per la parola, con differenze nelle
tecniche di suggerimento.
FASI PER I SEGNI
• Procurarsi un dizionario dei segni
• Selezionare i primi 5 segni da insegnare: diversi
e semplici
• Sistema per condividere i segni tra tutti gli
adulti
• MODELLO-GUIDO-CONSEGNO ripeto la parola
3 volte e sfumo il prompt fisico
• Non è un prerequisito sapere imitare
Praticare l’insegnamento della
richiesta col segno
MOTIVAZIONE
SETE
MODELLO
MOSTRO IL SEGNO
“ACQUA”
PROMPT FISICO
PER IL SEGNO
CONSEGNO
L’ACQUA
GUIDO
CONSEGNA SR+
77
Insegnare il linguaggio dei segni a persone con
autismo o altre disabilità dello sviluppo non
interferisce con l’acquisizione del linguaggio parlato
Le scansioni PET, che misurano le quantità di attività
cerebrale nel cervello in determinate situazioni,
mostrano che la stessa area del cervello viene
attivata quando si parla e quando si segna
Vantaggi e svantaggi
PORTABILITA’

PECS
SEGNI
INTELLEGGIBILITA’

LINGUAGGIO


SEMPLICITA’

79
Riassumiamo…
come si insegna la richiesta
ANTECEDENTE
COMPORTAMENTO
Identificare i possibili La persona chiede
rinforzatori.
vocalmente/ fa il
segno/ scambia
Mostrarli e bloccarne l’immagine della
l’accesso per
cosa che vuole
accertarsi della
motivazione
Dare il prompt per la
richiesta
CONSEGUENZA
Riceve esattamente
ciò che ha chiesto
Esercitazione
Dividetevi in piccoli gruppi (max 5-6 persone)
Esercitatevi ad insegnare un mand (una
richiesta) con pecs, segno e richiesta vocal
COMPORTAMENTO DELL’ASCOLTATORE
 Oltre
ad insegnare abilità di speaker è
necessario insegnare anche abilità di
listener che gli consentano di
rispondere in maniera adeguata al
comportamento verbale degli altri.
CONCLUSIONI
Se non viene insegnato un sistema
di comunicazione le possibilità di
apprendimento risultano limitate e
rimane lontana la possibilità di
un’integrazione
sociale
con
conseguenti ricadute negative non
solo a livello cognitivo, ma più in
generale adattivo (Visconti, Peroni e
Ciceri, 2007).
NON E’ MAI TROPPO TARDI PER
INSEGNARE A COMUNICARE……
Grazie a voi per l’ascolto e alla Dott.ssa Giovanna Di
Carlo- BCBA per la condivisione del materiale
utilizzato e per il prezioso contributo alla mia
formazione
Annachiara Rosato
Psicologa Psicoterapeuta
[email protected]