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Piazza G. Ermini, 1
06123 Perugia
Prof. Stefano Federici
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+39 347 3769497
Corso di Psicologia Generale 2014–2015
www.cognitivelab.it
Dipartimento di Filosofia, Scienze Sociali,
Umane e della Formazione
L’apprendimento e l’epigenesi
2
› L’apprendimento  una modificazione relativamente
duratura e stabile del comportamento a seguito di
un’esperienza, di solito ripetuta nel tempo.
– Il nostro comportamento è mosso da meccanismi biologici
(gene), già presenti al momento della fecondazione (corredo
genetico) e implicati nei processi automatici di selezione (specie)
e di maturazione (individui);
– l’altro consiste nei dispositivi culturali (apprendimento), fondati
sull’esperienza e riguardanti ciò che è acquisito dopo la nascita.
– Fra geni e ambiente esiste, tuttavia, un intreccio profondo e
continuo studiato dall’epigenetica.
3
› Oggi i neuroscienziati ritengono che il cervello si
sviluppi in gran parte in base ad un programma
genetico, ma che le connessioni specifiche a
livello locale siano attività-dipendenti, cioè il
risultato di una funzione di fattori epigenetici e di
esperienza.
– Sia la natura che la cultura sono importanti, come
qualsiasi genitore attento o un padrone di un animale
domestico può testimoniare.
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› Le regole epigenetiche comprendono una parte innata di
strategie individuali per l’apprendimento della cultura che si
possono così dividere:
› Trasmissione genetica pura
› Trasmissione culturale pura
› Trasmissione genetico-culturale
› Trasmissione genetico-culturale 
– Il termine genetico-culturale, in questo contesto non indica
semplicemente che lo sviluppo umano è influenzato sia dai geni che
dalla cultura. Piuttosto, esso descrive la presenza di regole
epigenetiche il cui sviluppo predisporrebbe a prendere certe specifiche
direzioni in presenza di un certo genere di informazioni culturali.
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› Epigenesi 
– Termine biologico che si riferisce a quel processo totale di interazione tra i
geni e l’ambiente durante lo sviluppo che comporta una graduale
diversificazione e differenziazione di un iniziale entità indifferenziata.
› Si differenzia dalla teoria della preformazione in biologia che sostiene che ogni
cellula germinale contiene l’organismo del proprio genere pienamente formato e
completo in tutte le sue parti e che lo sviluppo coinvolge solamente un aumento di
misura nelle cellule adulte di proporzioni microscopiche.
– Durante l’epigenesi mentale, l’informazione acquisita attraverso la
socializzazione è usata nello sviluppo della mente e dei suoi contenuti,
includendo le strutture della conoscenza disponibili attraverso il richiamo
della memoria. L’informazione codificata nei geni guida e forma lo sviluppo.
– La logica del modo in cui l’informazione genetica opera è spesso descrivibile
nella forma di regole che limitano le varie opzioni o percorsi alternativi nello
sviluppo psicologico.
6
› Molto della cultura umana è sostenuta da un trasmissione
genetico-culturale, piuttosto che da un pura trasmissione
culturale:
– I neonati preferiscono lo zucchero mentre nutrono una profonda avversione
per il sale e per i gusti amari influenzando così l’evoluzione della cucina.
– L’innata discriminazione di 4 colori primari (rosso, giallo, verde e blu) e una
maggiore facilità di apprendere una classificazione dei colori raggruppati in
gruppi di questi primari, influenzano l’evoluzione dei sistemi di
riconoscimento del colore.
– Lo sviluppo di preferenze sessuali nella famiglia influenza il comportamento
di accoppiamento e le strutture sociali.
– La capacità e la velocità operativa della memoria a lungo termine e di quella
a breve termine, influenza le scelte di strategie nella decisione consapevole e
nella soluzione di problemi.
7
› Studi longitudinali sul pedigree e
comparazioni di gemelli etero- e
omozigoti hanno dimostrato
varianze genetiche potenzialmente
in ogni categoria della cognizione
e del comportamento:
– Visione del colore
– Acutezza dell’udito
– Discriminazione del gusto e degli
odori
– Abilità nel contare/numerare
– Fluidità verbale
– Abilità spaziale
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– Memoria
– Tempi di acquisizione del linguaggio
– Ortografia
– Costruzione sintattica
– Capacità percettive
– Capacità psicomotorie
– Estroversione/introversione
– Omosessualità
– Tendenza all’alcolismo
– Età di prima attività sessuale
– Tempi degli stadi evolutivi di Piaget
– Alcune fobie
– Certe forme di neurosi e psicosi
› L’epigenesi attraverso una stabilizzazione di
selezioni sinaptiche nello sviluppo:
– «Contrariamente a quanto di solito ritenuto, il
processo dell’apprendimento può essere
accompagnato non da un aumento ma da una
riduzione nel numero dei contatti sinaptici.
Apprendere è eliminare»
(Changeux)
9
› Una volta che ha avuto luogo la
divisione cellulare, i neuroni iniziano a
creare dei contatti l’un con l’altro
attraverso le estensioni degli assoni e
dendriti.
› Questi contatti tendono a moltiplicarsi
fino a raggiungere uno stadio critico
di massima connettività (limitata dalla
struttura genetica).
– Ciascun neurone invia e riceve un assai
più grande numero di contatti sinaptici di
quanti ne userà nel funzionamento
dell’adulto.
› C’è una ridondanza ma anche una
massima diversità.
10
› A questo punto, secondo il modello epigenetico
interviene la selezione
– Ogni sinapsi nello sviluppo del sistema nervoso si assume
esistere in almeno 3 stadi:
– Labile
– Stabile
– Degenerativo
– Non appena la rete delle connessioni si attiva, sia
spontaneamente sia attraverso l’induzione, viene regolata
differentemente l’evoluzione delle sinapsi labili, stabilizzando
alcune ed eliminando altre.
– Di conseguenza ciascun neurone acquisisce la sua propria
connettività, la sua singolarità.
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› L’apprendimento collegato alle leggi evolutive non
è accumulo di informazioni ma selezione di
informazioni 
– ciò che noi consideriamo culturale, come frutto ed
espressione di selezione e creatività umana, non può
essere considerato semplicemente come punto d’arrivo
dell’accumulazione del sapere quanto piuttosto di una
selezione dei mondi possibili.
12
› Thomas Samuel Kuhn(1922–1996), (1969)
La struttura delle rivoluzioni scientifiche
sostiene che le rivoluzioni scientifiche
sono
–«quegli episodi di sviluppo non cumulativi,
nei quali un vecchio paradigma è
sostituito, completamente o in parte, da
uno nuovo incompatibile con quello».
13
L’apprendimento situato
14
› Ogni apprendimento è esperienziale.
– L’apprendimento è situato, legato al contesto immediato, radicato
nell’organismo.
› Attraverso il nostro corpo impariamo momento per momento in funzione delle
informazioni disponibili in quell’occasione.
– In molti casi procediamo a un apprendimento intenzionale, orientato al
raggiungimento di uno scopo, in grado di promuovere un’elaborazione
accurata delle informazioni.
– In altri casi abbiamo un apprendimento accidentale, connesso non con lo
scopo definito di acquisire qualcosa di nuovo ma dovuto a fattori
imprevedibili. Impariamo per caso.
– Nella maggioranza delle volte, l’apprendimento è contingente.
› La contingenza non è casualità. Essa implica la combinazione fra elementi incidentali
che provengono dall’ambiente (dal basso verso l’alto) e opzioni operate dagli individui
in base ai loro interessi ed esigenze (dall’alto verso il basso).
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› L’apprendimento latente  è una forma di
– apprendimento implicito, poiché impariamo anche senza
accorgercene; e
– apprendimento spontaneo, poiché non ha bisogno di rinforzi.
› Si tratta di un fenomeno già noto ai neocomportamentisti: Tolman e la
mappe cognitive.
– Riveste un’importanza fondamentale nella nostra vita non solo
per ragioni di economia (contiene il dispendio di risorse mentali
e i costi dell’apprendimento già ricordati), ma soprattutto per le
grandi opportunità che ci offre.
› È coinvolto in modo preminente nell’apprendimento delle conoscenze
procedurali e nell’esecuzione delle competenze.
› È il fondamento della conoscenza tacita, che è una conoscenza in pratica,
di solito automatizzata, difficile da esplicitare.
16
›
›
Nel mondo succede una varietà incredibile di fenomeni e noi
dobbiamo imparare i collegamenti degli uni con gli altri e come
rispondervi.
–
Le forme di vita più semplici, grazie al loro patrimonio genetico, ereditano modi e
mezzi per fare fronte all’ambiente.
–
Anche gli organismi umani possiedono dei comportamenti innati, come la chiusura
protettiva delle palpebre
L’uomo e gli animali superiori sono capaci di muoversi
nell’ambiente imparando a fare due tipi fondamentali di previsioni
relative a:
1. quali eventi seguono ad altri eventi nel mondo circostante (rilevare le causalità);
2. quali eventi sono sotto il nostro controllo e sono quindi modificabili dalle nostre
azioni.
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› Anche gli animali sono capaci di cogliere il collegamento tra gli
eventi formando legami associativi
› Pavlov (1849-1926), fisiologo russo, nobel per le sue ricerche sul
sistema digestivo, nota come, mettendo del cibo nella bocca di un
cane, si produca un immediato aumento della salivazione.
– La relazione tra uno stimolo (il cibo) e una risposta (la salivazione) è la conseguenza
di un riflesso
– Riflesso  risposta automatica inscritta geneticamente nel sistema nervoso
dell’animale
› Pavlov nota che i cani salivano di più quando sentono o vedono
eventi che di solito precedono il cibo 
– Si tratta di riflessi condizionati o appresi; questi riflessi non innati hanno destato la
curiosità di Pavlov
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Esperimento di Pavlov
› T1: un cane viene legato con delle cinghie in una stanza
insonorizzata
› T2: ponendo del cibo nella bocca del cane aumenta il flusso di
saliva che viene misurato
– Cibo  stimolo incondizionato (SI)
– Risposta di salivazione  riflesso/risposta incondizionata (RI)
› T3: la somministrazione del cibo viene anticipata dal suono di una
campanella
› T4: in concomitanza del suono della campanella aumenta la
salivazione
– Suono  stimolo condizionato o appreso (SC)
– Aumento salivazione  risposta/riflesso condizionata (RC)
19
Stimolo
Incondizionato
Riflesso
Incondizionato

Stimolo
Condizionato
20
Riflesso
Condizionato
https://www.youtube.com
/watch?v=hhqumfpxuzI
21
› Fase I – Acquisizione 
– Il cane aumenta la risposta di salivazione (RC) grazie a presentazioni ripetute del suono (SC) che precede il
cibo (SI).
– Si forma l’associazione SC+SI
› Fase II – Estinzione 
– Si continua a presentare SC ma non SI: la RI scompare gradualmente.
– Dopo la Fase II, il cane riposa per una notte.
› Fase III – Recupero spontaneo 
– In un ulteriore addestramento di estinzione SC viene presentato da solo.
– Si osserva così che le prime presentazioni di SC, da solo, evocano RC piuttosto forti. Il recupero spontaneo è
caratteristico delle risposte condizionate che hanno subito un processo di estinzione.
› Fase IV – Riacquisizione 
– Se viene presentato nuovamente un rinforzo costituito dalla coppia SC+SI, il riapprendimento è molto rapido.
– Il recupero spontaneo e la riacquisizione dimostrano che è difficile eliminare completamente gli effetti del
condizionamento.
22
› Pavlov studiò la relazione temporale tra SC e SI. Il condizionamento è efficace quando SC
precede di circa mezzo secondo SI, meno buona è la presentazione simultanea.
23
› Generalizzazione dello stimolo 
– quando a un particolare stimolo SC è associata una RC, gli
stimoli simili allo SC tenderanno anch’essi a suscitare la RC
– gradiente di generalizzazione.
› Discriminazione 
– non rispondere a stimoli simili allo SC, pur continuando a
rispondere allo SC
– Attenzione! 
› L’apprendimento non è sempre il risultato di un’associazione che si
instaura grazie a certe condizioni spazio-temporali (vedi esperimento di
Mackintosh).
24
25
› Esperimento di Nicholas Mackintosh(1935)  Condizionamento
all’avversione alimentare (1994)
– Il condizionamento non è riducibile a un accoppiamento tra due eventi
contigui nel tempo
– anche un ratto è capace di scartare le correlazioni casuali e di selezionare le
relazioni causa-effetto interessanti = condizionamento associativo selettivo
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› Il meccanismo della generalizzazione dello stimolo è
indice della capacità di formare categorie
– Perché impariamo a organizzare i fenomeni in alcuni modi e non
in altri e come funzionano questi meccanismi di
raggruppamento?
› La psicologia ingenua 
– Introduce il concetto di somiglianza va al di là del condividere
un elemento comune
– Ma fondare la categorizzazione sulla somiglianza si rivela
un’operazione circolare tipica del senso comune 
si spiega X con Y e Y con X
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› Hull(1884–1952) e gli ideogrammi cinesi 
– molti esemplari appartengono a una stessa categoria
in quanto condividono un elemento comune
› Studiò come progressivamente i soggetti si accorgessero di
questi elementi comuni e riuscissero così a individuare il
concetto corrispondente.
– Egli mostrò che adoperiamo concetti di cui non sempre
siamo in grado di formulare il criterio di
raggruppamento (strategie di organizzazione
inconsapevoli)
28
› Rosch in Principles of categorization (1978) ha evidenziato la Struttura
gerarchica delle categorie 
– Gli oggetti possono essere organizzati a diversi livelli di astrazione ordinati in verticale e
orizzontale. La dimensione verticale è caratterizzata da un livello base che è
cognitivamente privilegiato. Nella dimensione orizzontale si passa da categorie alte a
categorie basse sempre più specifiche, passando per un livello di base.
– La dimensione orizzontale ha dei confini più sfumati e imprecisi (ci sono cani barboni che
sono più barboni di altri); molte categorie si sovrappongono senza essere mutuamente
esclusive; possono quindi coesistere e intrecciarsi più sistemi di categorizzazione
29
› Mentre il livello base in molte categorie è intermedio (e infatti dire che è un cane
è il miglior modo per categorizzare Fido) nelle categorie fondate su uno scopo le
cose non sembrano funzionare così.
– Se peso 95 kg e mi metto a dieta per perdere i 20 kg di sovrappeso, la dieta è tanto più buona
(cioè tanto più «dieta») quanto più permette di avvicinarmi al mio scopo: e cioè, la perdita di
tutto il sovrappeso. In questo caso il livello base, quello che coincide con gli esemplari più tipici,
non è in posizione intermedia ma estrema: una buona dieta è quella che mi riporta al mio peso
ideale.
› Hinton, Rumelhart e McClelland, i pionieri dell’approccio connessionista, hanno
osservato che:
– «Le persone sono capaci di generalizzare le conoscenze nuove. Quando vieni a sapere che gli
scimpanzé amano le cipolle, può darsi che tu assegni una probabilità più alta al fatto che i gorilla
amino le cipolle. In un sistema di input-output che usa nodi e rappresentazioni distribuite,
questo tipo di generalizzazioni è automatico».
30
› Proviamo a schematizzare una semplice situazione associativa in termini di input (una
stimolazione) e output (una risposta)
Esempio 1
› Un bambino produce una risposta (bacio) nei casi in cui riceve una stimolazione
proveniente dalla madre o dalla balia
– L’emissione della risposta bacio è governato da una relazione di disgiunzione inclusiva 
31
›
stimolazione della balia o stimolazione della madre o stimolazione simultanea di entrambe
›
Il bambino non emette un output solo nel caso in cui né la madre né la balia producono un input.
› Sistema in cui due unità di
input possono emettere,
anche insieme, una
stimolazione che attiva
l’output che ha una soglia
di 0,5 e che quindi non
produce risposta solo nel
caso in cui nessuno dei
due input è attivo.
32
Esempio 2
› Un adulto ha imparato a emettere la stessa risposta in presenza della persona A, della
persona B, ma a non emetterla quando sono presenti simultaneamente sia A che B
– In questo caso A+B inibisce, cioè blocca la risposta
– L'adulto ha appreso a rispondere sulla base di una disgiunzione esclusiva “A oppure B, ma non tutte e due”
› Questo esempio mostra come sia insufficiente, per simulare l’apprendimento umano, una
rete pavloviana che associ direttamente stimoli e risposte.
33
› Rete con una unità
nascosta che riconosce
quando l’uno o l’altro ma
non entrambi i suoi input
sono attivi.
– Una unità nascosta è una unità
celata rispetto al legame diretto
tra input ed output ed ha lo scopo
di rappresentare le relazioni tra i
vari input in modo da escludere la
risposta grazie alle sue capacità
inibitoria.
34
› Edward Lee Thorndike(1874–1949) 
– Un gatto posto in una gabbia (problem-box) compiva dei movimenti alla cieca e forniva
› risposte giuste (= premere una leva che consentiva di uscire dalla gabbia)
› risposte errate
– Le risposte corrette tendono a essere ripetute e quelle erronee a essere abbandonate. È
l’apprendimento per prove ed errori.
› Burrhus Frederic Skinner(1904-1990) 
– riprende l’impostazione di Thorndike e quella pavloviana introducendo però la distinzione
tra:
› comportamenti rispondenti, derivati da riflessi innati o appresi tramite il
condizionamento pavloviano
› comportamenti operanti, non derivati da riflessi innati ma emessi spontaneamente
dall’organismo.
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› A sinistra il problem-box impiegato da Thorndike nei suoi studi
sull’apprendimento animale.
› A destra si può vedere una delle prime curve di apprendimento nella
storia delle ricerche sperimentali sul condizionamento. Il tempo
impiegato da uno dei gatti di Thorndike per uscire dalla gabbia
diminuiva gradualmente col passare delle prove.
36
› I comportamenti operanti aumentano o diminuiscono in funzione
del rinforzo, che può essere positivo (cibo o acqua) o negativo
(cessazione di una scossa elettrica o di un forte rumore).
– Rinforzare positivamente una risposta significa renderla più probabile!
› La tecnica del modellaggio.
– Siccome il gatto poteva metterci molto tempo prima di premere per caso la leva che
gli dava un premio (rinforzo positivo), Skinner faceva avere al gatto un po’ di cibo ogni
volta che si avvicinava alla leva.
› Skinner pensava che il modellaggio fosse un meccanismo tanto potente e
universale da poter progettare, sulla carta, una società utopica, priva
assolutamente di conflitti, grazie al modellaggio completo e armonico di tutti gli
attori. Per costruire questa organizzazione sociale non erano necessarie punizioni
ma solo un sapiente dosaggio di premi, da iniziarsi con i bambini appena nati. Di
qui una società utopica, al contempo tirannica, in quanto progettata secondo un
assoluto determinismo da autorità centrali, e apparentemente libertaria, in quanto
priva di costrizioni vissute come tali dagli attori.
37
› Assunti del comportamentismo:
– spiegare ogni comportamento umano tramite condizionamenti;
– tutto è acquisito, nulla è innato;
– l’uomo è governato dagli stessi meccanismi di condizionamento
che agiscono sugli animali.
› Prospettiva empirista  spiegare il complesso tramite la
comprensione del semplice (associazionismo)
– simulazione dell’apprendimento umano
38
› Chomsky (1957) 
39
› L’influenza del lavoro di Chomsky sarà molto profonda e
andrà al di là della critica al modellaggio skinneriano del
linguaggio perché legittimerà un approccio allo studio della
mente come sistema dotato di regole (cognitivismo).
– Imparare la grammatica di una lingua L vuol dire saper
distinguere le sequenze grammaticali, che sono frasi corrette in
L, da quelle che non sono grammaticali, e cioè le frasi scorrette
(quelle che un parlante di L non usa) tramite un meccanismo
che genera, cioè produce, tutte le sequenze grammaticali della
lingua e nessuna sequenza non grammaticale.
› Generare una frase significa saper specificare l’insieme delle
regole attraverso cui si è ottenuta la struttura della frase
stessa.
› Chomsky critica il modello associazionista basato sulla
probabilità 
– Cosa significa la struttura probabilistica di una lingua?
› Un parlante impara, per esempio, con quale probabilità dopo un dato
articolo viene un nome e poi un aggettivo, un verbo e così via.
› L’apprendimento consiste nel conoscere la struttura probabilistica di una
lingua grazie alla continua esposizione a stimoli linguistici (forza
dell’associazione tra parole).
› Il modello associazionista non è capace di rendere
conto della struttura gerarchica di linguaggi naturali
come l’italiano o l’inglese.
40
› Modello della grammatica generativa proposto da
Chomsky.
– Apprendere un linguaggio significa padroneggiare 3
componenti:
1. un vocabolario finito (= lessico di una lingua)
2. un insieme finito di simboli iniziali F (= frasi)
3. un insieme finito di regole
– Partendo dal simbolo F e applicando le diverse regole ai
termini del lessico, si possono derivare tutte le frasi corrette di
una lingua.
41
› Chomsky mostra che un modello associazionista non
è capace di render conto della struttura gerarchica di
linguaggi naturali come l’italiano o l’inglese.
– Per esempio, non riesce a inserire frasi (subordinate)
all’interno di altre frasi (principali).
› Consideriamo la frase «…che devo studiare in estate», da inserirsi
dentro la frase: «L’esame di psicologia generale… rovina le mie
vacanze».
› La probabilità di legare, in termini probabilistici, la parola «estate»
con la parola «rovina» può essere bassissima anche se, nella frase
completa, queste due parole vengono una dopo l’altra.
42
› Il modello chomskiano è stato confermato da esperimenti e da osservazioni
sull’apprendimento del linguaggio.
– In tutte le lingue per le quali si hanno dati relativi al linguaggio infantile, si è constatato come i
bambini tendano a iperregolarizzare alcune forme, per esempio il plurale o i verbi. I bambini
italiani, dicono per esempio: «andano», «diciate», «aprite», e così via.
– Il fatto ancora più interessante, – rilevato negli anni sessanta dalla psicolinguista Ervin (1964) – è
che i bambini, in una prima fase dell’apprendimento, usano le parole corrette, che pur sono delle
eccezioni, e poi, quando hanno imparato a padroneggiare la corrispondente regola
grammaticale, iniziano a compiere gli errori che solo in un terzo tempo tornano a scomparire.
› Questi errori di ipergeneralizzazione e la capacità di applicare le regole della
grammatica a espressioni mai sentite in precedenza sono una definitiva
falsificazione del modello skinneriano se questo pretende essere, come
pretendeva, un modello dell’apprendimento delle lingue naturali.
› Il lavoro di Chomsky segnò il tramonto della tradizione comportamentista.
43
› Alla tradizione associazionista si ricollega l’approccio
connessionista (PDP = parallel distributed processing)
tramite programmi che girano su computer
– Miriadi di unità corrispondenti ai neuroni del cervello (reti
neurali) sono collegate alle altre unità in modo inibitorio o
eccitatorio.
– L’apprendimento dipende dal cambiamento della forza delle
connessioni tra le varie unità.
44
› Sebbene molti dei maggiori contributi delle figure chiave della Gestalt come Max
Wertheimer (1880–1943, psicologo ceco), considerato il suo fondatore, fossero
nell’area della percezione, le loro idee furono estese alla memoria e al problem
solving, attraverso il lavoro di persone come Wolfgang Köhler (1887–1967, psicologo
tedesco) e Karl Duncker (1903–1940, psicologo tedesco).
– I livelli superiori del pensiero sono basati su principi simili a quelli che governano la
percezione.
› Noi all’improvviso vediamo la soluzione dei problemi, spesso dopo aver guardato in un
modo differente, raggiungendo un nuovo insight.
› Il tutto è più della somma delle parti  H2O non è semplicemente due atomi di idrogeno e
uno di ossigeno, ma anche una particolare organizzazione spaziale di questi elementi in una
configurazione che fa una molecola d’acqua.
– «Infatti H1 H2 e H20 hanno tutti proprietà diverse, che non si possono ottenere sommando le
proprietà degli H e degli O» (Koffka, 1935).
– Un’attenzione rivolta sulle relazioni richiama il problema del binding (legame). Il
binding problem è il problema di come l’unità della percezione cosciente è
determinata dalle attività suddivise del sistema nervoso centrale.
45
› Si mettono uno per volta due scimpanzé in una
gabbia, dal cui soffitto pende un’allettante
banana;
– la gabbia è completamente vuota, salvo per il
fatto che contiene una cassa, posta a circa tre
metri dal punto sopra il quale pende l’esca.
› Dopo un tempo più o meno breve, uno degli
animali correrà alla cassa, la trasporterà sotto
il frutto, e, usandola a mo’ di sgabello, si
impadronirà della banana.
– L’altro, meno intelligente, dopo vari salti inutili si
rassegnerà, e alla fine salirà sulla cassa e vi starà
seduto con aria depressa.
› Il comportamento di entrambe le scimmie ha
avuto luogo in un ambiente geografico
contenente una cassa; la situazione stimolo
era identica per entrambe.
46
https://www.youtube.com
/watch?v=FwDhYUlbxiQ
47
› L’ambiente geografico, ovvero la situazione
stimolo, non può essere la causa dei
comportamenti diversi;
– questa diversità si spiega invece subito se
consideriamo gli ambienti comportamentali dei
due animali.
› l’ambiente comportamentale dell’uno conteneva uno
sgabello,
› mentre quello dell’altro conteneva un sedile.
48
› Se due animali si comportano diversamente in condizioni
analoghe di stimolazione, la spiegazione deve trovarsi
negli animali stessi.
› Il comportamento molare (vs. molecolare) è descritto in
modo conforme alla realtà se si dice che una scimmia
usa uno sgabello, l’altra un sedile.
› Certo, i due animali devono essere animali diversi.
– Visto che l’ambiente geografico, o “ambiente geografico che
fornisce lo stimolo”, non può essere la causa immediata dei due
comportamenti.
49
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