Microeconomia
Ferrario Chiara
1 capitolo
Economia = studio del modo in cui le società utilizzano risorse scarse per produrre beni utili e di
come tali beni vengono distribuiti tra i diversi soggetti. Due dunque sono i concetti fondamentali
che se ne ricavano:
• scarsità  i beni sono limitati rispetto ai desideri, altrimenti potendo disporre di tutto quello di
cui abbiamo bisogno non dovremmo preoccuparci di amministrare il nostro reddito, le imprese non
dovrebbero crucciarsi per il costo de lavoro o l’assistenza sanitaria, i governi non dovrebbero
affaccendarsi con le imposte e la spesa pubblica perché tutto ciò non interesserebbe i cittadini.
• efficienza = è anche importante che il sistema economico utilizzi al meglio le proprie risorse
limitate al fine di soddisfare i bisogni e i desideri degli individui.
Si dice che un sistema economico produce in modo efficiente
quando non è in grado di migliorare le condizioni economiche di
un individuo senza peggiorare quelle di un altro.



Errore del post hoc  si verifica quando supponiamo che, siccome un fenomeno si è
verificato prima di un altro, il primo abbia provocato il secondo.
Errore del ceteris paribus  consiste nell’ignorare l’ipotesi di parità delle altre condizioni.
Per non commettere errori occorre ricordare che tutti i fattori tranne quello considerato
vanno mantenuti uguali o costanti.
Errore di aggregazione  consiste nel supporre che ciò che vale per una parte del sistema
sia valido anche per l’intero sistema. Ma il tutto ≠ dalla somma delle parti !
MICROECONOMIA  Adam Smith ne è il fondatore
E’ la branca della dell’economia che oggi si
occupa del comportamento di singole entità, quali i
mercati, le imprese e le famiglia
Diversi tipi di sistemi
economici
MACROECONOMIA  branca dell’economia che si occupa
dell’andamento complessivo di un sistema economico. Non
esisteva nella sua forma moderna fino al 1936, anno in cui
Keynes pubblicò «General Theory of Employment, Interest
and Money». Si occupa oggi di un’ampia gamma di settori:
determinazione dell'investimento e del consumo totali, della
gestione della moneta, dei tassi d’interesse delle banche
centrali, delle cause delle crisi finanziarie internazionali..
1) Economia pianificata = Stato prende la maggior parte delle decisioni economiche e coloro che sono al vertice
della gerarchia impartiscono le direttive economiche ai soggetti situati più in basso.
2) Economia di mercato = le decisioni vengono prese dai mercati sui quali gli individui o le imprese accettano di
scambiare input e output, di solito tramite pagamenti in denaro.
3) Economia mista = comprendono alcuni elementi delle economie di mercato e altri delle economie pianificate.
La maggior parte delle società contemporanee sono caratterizzate da un’economia di questo tipo.
La frontiera delle possibilità produttive (o
FPP) indica le quantità massime di
produzione ottenibili da un sistema
economico, date la conoscenza tecnologica
e la quantità di input di cui dispone.
Rappresenta dunque le scelte a
disposizione della società.
Punto U  punto di inefficienza = non si
usano tutte le capacità produttive
Punto I  punto inattuabile e impossibile
Tutti i punti sulla curva  indicano le
possibilità di produzione, in base alle quali la
società può decidere di sostituire i cannoni
al burro, per dato livello di tecnologia e data
quantità di input.

La vita comporta numerose scelte. Poiché le risorse sono scarse dobbiamo sempre stabilire
come spendere il tempo o i redditi limitati di cui disponiamo.
Si definisce dunque costo opportunità il costo della migliore alternativa alla quale abbiamo
rinunciato, dunque è un insito nella decisione.
 Quando le risorse dell’economia vengono utilizzate al meglio per
soddisfare i bisogni e i desideri degli individui si parla di efficienza.
L’efficienza produttiva si ha dunque quando la società NON può
aumentare l’output di un bene senza ridurre quello di un altro. Un
sistema economico efficiente si trova dunque sulla frontiera delle
possibilità produttive.
2 capitolo
Economica di mercato = un complesso meccanismo
che coordina individui, attività e imprese tramite un
sistema di prezzi e mercati e senza alcuna direzione o
programmazione centralizzata risolve problemi di
produzione e distribuzione. Nessuno ha progettato il
mercato, eppure funziona benissimo.
In un’economia di mercato nessun singolo individuo o
organizzazione è responsabile di produzione, consumo,
distribuzione e determinazione dei prezzi.
In senso generale, i mercati sono luoghi in cui acquirenti
e venditori interagiscono per fissare i prezzi e
scambiarsi beni e servizi.
I prezzi = coordinano le decisioni dei produttori e dei consumatori in un mercato.
Prezzi più elevati  tendono a ridurre gli acquisti dei consumatori e a incoraggiare la produzione Prezzi più
bassi  incoraggiano il consumo e frenano la produzione.
Fungono dunque anche da segnali per i produttori e consumatori e da equilibranti.
L’ equilibrio di mercato
E’ il punto in cui la quantità offerta dai venditori = quantità richiesta dai comprati.
Il mercato individua il prezzo di equilibrio che soddisfa sia i desideri degli acquirenti sia quelli dei venditori. I
prezzi ai quali gli acquirenti desiderano comprare esattamente la quantità che i venditori desiderano offrire
assicurano l’equilibrio tra domanda e offerta.
i consumatori acquistano beni e vendono fattori di produzione
le imprese vendono beni e acquistano fattori di produzione,
I consumatori utilizzano il reddito proveniente dalla vendita di lavoro e di altri
input per acquistare beni dalle imprese
le imprese basano i prezzi dei loro beni sui costi di lavoro e altri fattori.
I prezzi nei mercati dei prodotti sono fissati in modo da bilanciare la domanda
dei consumatori e l’offerta delle imprese ≠ nei mercati dei fattori i prezzi
sono invece fissati in modo da bilanciare l’offerta delle famiglie e la domanda
delle imprese
L’ordine del sistema di mercato fu individuato per la prima volta
da Adam Smith: in uno dei brani più famosi dell’economica,
tratto da the Wealth of Nations .
L’individuo, dice Smith, agisce esclusivamente per la propria sicurezza e il proprio tornaconto, in questo è
guidato da una mano invisibile che lo porta a perseguire un fine estraneo alle proprie intenzioni. Nel fare i
propri interessi spesso promuove anche quelli della società in maniera molto più efficace di quando si
propone di promuoverli realmente.
Smith sosteneva che nel migliore dei mondi possibili l’interferenza dello Stato nel mercato concorrenziale
sarebbe stata quasi sicuramente dannosa. In realtà data che la perfezione non è di questo mondo non
sempre l’economia funziona in modo ottimale: esistono i cosiddetti “fallimenti di mercato” = quando i
mercati non garantiscono risultati ottimali.
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

scambi = un’economia moderna è caratterizzata da una complessa rete di scambi tra individui e Stati,
basata su un elevato livello di specializzazione e una complessa divisione del lavoro.
L’idea dei vantaggi degli scambi è una delle principali intuizioni dell’economia. Gli scambi arricchiscono tutti
gli Stati e migliorano le condizioni di vita di ogni individuo.
specializzazione = quando gli individui concentrano i propri sforzi su un particolare insieme di attività
affinché ogni individuo o Paese possa utilizzare al meglio le proprie capacità. Anche capitale e terra sono
altamente specializzati e spesso richiedono molti anni per raggiungere il libello di specializzazione
necessario.
divisione del lavoro = è una certezza della vita economica. Invece di far sì che tutti sappiano fare tutto in
modo mediocre, è preferibile adottare la divisione del lavoro, ovvero suddividere la produzione in
numerose fasi o compiti specializzati.
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
capitale = un’economia industriale avanzata utilizza un’enorme quantità di edifici, macchinari,
computer.. Questi sono i fattori di produzione denominati capitale = strumenti di produzione a loro
volta prodotti, input durevoli che sono allo stesso tempo un output del sistema economico.
E’ uno dei tre principali fattori di produzione, insieme al lavoro e alla terra che sono detti fattori di
produzione primari, il che significa che la loro offerta è in gran parte determinata da fattori non
economici, come fertilità e geografia del Paese.
moneta = è la linfa degli scambi, permette agli individui di scambiare gli output specializzati che
producono per ottenere la vasta gamma di beni e servizi prodotti da altri.
sacrificio del consumo presente = se gli individui sono pronti a risparmiare, a sacrificare cioè il
consumo presente a favore del consumo futuro, la società può destinare le proprie risorse a nuovo
capitale.
Una riserva di capitale maggiore determina una più rapida crescita dell’economia spingendo la
frontiera delle possibilità produttive verso l’esterno.
in sostanza lo Stato in un’economia di mercato esercita 3 funzioni economiche
fondamentali:
1) aumenta l’efficienza favorendo la concorrenza, limitando esternalità come l’inquinamento e
fornendo beni pubblici;
2) promuove l’equità utilizzando le imposte e i programmi di spesa per ridistribuire il reddito tra
determinate categorie di popolazione
3) favorisce la stabilità e la crescita macroeconomica, riducendo la disoccupazione e l’inflazione e
incoraggiando contemporaneamente la crescita economica mediante la politica fiscale e la
regolamentazione monetaria.
3 capitolo
LA TEORIA DELLA DOMANDA E DELL’OFFERTA
La teoria della domanda e dell’offerta = principio di base è che preferenze dei consumatori determinano
la domanda di consumo dei beni, mentre i costi sostenuti dalle imprese sono alla base dell’offerta dei beni.
Vale per tutti i mercati = variazioni di domanda e offerta determinano variazioni di produzione e prezzi.
PRINCIPIO FONDAMENTALE = la quantità acquista di un bene
dipende dal suo prezzo.
- A parità di ogni condizione (ceteris paribus)
PREZZO >  < DOMANDA
PREZZO <  > DOMANDA
PREZZO E QUANITA’ = RELAZIONE INVERSA  Q sale quando P
scende
PREZZO = elemento, meccanismo regolatore.
Esiste una precisa relazione tra il prezzo di mercato di un bene e
quantità richiesta, a condizione che tutti gli altri elementi siano
costanti: tale relazione si dice scheda di domanda o curva di
domanda.
In particolare la curva di domanda = rappresentazione grafica
della scheda di domanda.
Importante proprietà = legge di domanda con pendenza negativa e
si basa sul senso comune sia sulla teoria economica ed è stata
provata e verificata empiricamente pressoché con tutti i beni.
DETERMINANTI DELLA DOMANDA: serie di fattori che determinano quale sarà la quantità domandata a
un dato prezzo.
1) reddito medio dei consumatori = se reddito aumenta  tendenza ad acquistare maggiori quantità di beni, anche se prezzo non
subisce variazioni.
2) dimensioni del mercato = supponendo che esse dipendano dal numero di abitanti. Es i 4 milioni di abitanti dell’Emilia Romagna
tendenzialmente comprano un quantità di mele o automobili 10 volte superiore rispetto agli abitanti 400.000 persone del Molise.
3) i prezzi e la disponibilità di beni correlati o complementari = un relazione particolarmente importante si ha tra i beni sostitutivi=
beni cioè che tendenzialmente hanno la stessa funzione e che quindi possono essere sostituiti nell’utilizzo da parte del consumatore. Es.
fiocchi di mais e d’avena, penne e matite, macchina grande o piccola, petrolio e gas naturale, treno e aereo. La domanda del bene A tende
ad essere limitata se il prezzo del prodotto sostitutivo B è basso e viceversa.
4) elementi soggettivi, come gusti o preferenze = i gusti esprimono una varietà di influenze culturali e storiche; possono riflettere
reali bisogni con fondamento psicologico o fisiologico (cibo, acqua, affetto), oppure possono includere desideri creati artificialmente
(sigarette, stupefacenti, automobili sportive); infine sono influenzati da elementi tradizionali o religiosi ( consumo di carne di manzo
normale in Europa ma sacrilegio in India)
5) influenze particolari = domanda di ombrelli più elevata nelle zone o nelle stagioni piovose, quelle di
condizionatori d’aria sale se il caldo è torrido, quella di auto ridotta in città i cui trasporti pubblici sono buoni e il
parcheggio un incubo.
6) aspettative sulle condizioni economiche = possono avere un notevole influsso sulla domanda
SPOSTAMENTI DELLA DOMANDA:
- spostamenti di domanda = variazioni di fattori diversi dal presso di un bene che influiscono sulla quantità
acquistata che fanno si che la domanda aumenti ( o diminuisca ) quando aumenta (o diminuisce ) la quantità
richiesta a ciascun livello di prezzo.
- non confondere spostamenti delle curve e spostamenti sulle curve !
cambiamento prezzo = fa muovere lungo la curva, quindi sulla curva
altri elementi come il reddito per es = fa muovere la curva, spostamento della curva = si sposta l’intercetta
-scheda di offerta come la sua
rappresentazione grafica, la curva di
offerta = mette in relazione la quantità
offerta di un bene e il suo prezzo di
mercato, mantenendo invariati altri
elementi quali costi di produzione, prezzi
dei beni correlati e le politiche governative.
- grafico = curva di offerta con pendenza
positiva, perché sono direttamente
proporzionali.
- offerta del mercato = somma di tutte le
offerte individuali, di ogni impresa a ogni
livello di prezzo.
DETERMINANTI DELL’OFFERTA:
1) costi di produzione = se i costi di produzione di un bene sono bassi rispetto al suo prezzo di mercato, è vantaggioso
produrne in grandi quantità; se invece i costi di produzione sono elevati rispetto al prezzo, le imprese riducono la
produzione, si orientano su prodotti diversi semplicemente vengono espulse dal mercato. A loro volta i costi di produzione
sono determinati soprattutto dai prezzi dei fattori produttivi (lavoro, energia, macchinari hanno una notevole influenza
infatti sul costo sostenuto per produrre un dato livello di output) e dal progresso tecnologico
(Includono scoperte scientifiche, migliore applicazione delle tecnologie già esistenti o semplice organizzazione del lavoro)
2) prezzi dei beni correlati = in particolare quei beni che nel processo produttivo rappresentano output facilmente
sostituibili l’uno con l’altro. Se cresce la richiesta di un bene, il prezzo del bene aumenta, l’offerta di un suo bene
sostitutivo diminuisce.
3) politiche governative = hanno una notevole influenza sulla curva di offerta.
Esempio considerazioni di carattere ambientale e sanitario determinano i tipi di tecnologie da utilizzare. Se per esempio si
decide di abbassare il livello d’inquinamento, questo riguarda l’autorità pubblica che nella tutela dei cittadini fa regole che
ricadono sulle imprese. Se si decide di ridurre le componenti chimiche nelle pitture = aumento costi produzione per le
aziende che devono trovare dei componenti non chimici che costano di più.
4) influenze particolari = condizioni atmosferiche per esempio esercitano una forte influenza sull’agricoltura e
sull’industria degli sport invernali; l’industria informatica influenzata da un forte spirito innovativo che ha
determinato un flusso continuo di nuovi prodotti.
5) struttura mercato, aspettative riguardo al futuro andamento dei prezzi = hanno una effetto spesso
rilevante sulle decisioni di offerta.
SPOSTAMENTI dell’OFFERTA:
-variazioni dell’offerta = le variazioni di fattori
diversi dal prezzo di un bene che influiscono sulla
quantità offerta. Offerta aumenta ( o diminuisce )
quando aumenta ( o diminuisce ) la quantità
offerta a ciascun livello di prezzo di mercato.
spostamenti sulla curva = prezzo ≠ della curva =
variazioni della curva.
EQUILIBRIO DI DOMANDA E
OFFERTA
Domanda e offerta interagiscono per
produrre un prezzo e una quantità di
equilibrio, ossia l’equilibrio di mercato.
Al prezzo di equilibrio la quantità che i
consumatori desiderano acquistare è = alla
quantità che i produttori desiderano vendere.
Tale situazione è definita di equilibrio in
quanto quando la domanda e offerta si
eguagliano non vi sono motivi per un rialzo o
abbasso dei prezzi, a condizione che gli altri
elementi rimangano invariati.
Elasticità della domanda rispetto al prezzo = elasticità rispetto al prezzo = variazione percentuale della quantità
domandata divisa per la variazione percentuale del prezzo. Δ Q / Δ P = in %

Formula = Ed variazione percentuale della quantità domandata
variazione percentuale del prezzo
domanda elastica rispetto al
prezzo = Ed > 1
domanda anelastica rispetto al
prezzo =. Ed < 1

elasticità rispetto al prezzo può essere rappresentata anche in forma grafica.
domanda elastica unitaria = Ed = 1
- domanda perfettamente anelastica = curva di domanda verticale
- domanda infinitamente elastica = curva di domanda orizzontale.
- calcolo dell’elasticità su grafico = elasticità e pendenza = mentre nei casi estremi di domanda perfettamente elastica e
domanda perfettamente anelastica possono essere individuati unicamente dalla pendenza delle curve di domanda, nei casi interm edi,
che interessano praticamente tutti i beni per calcolare infatti l’elasticità di una retta in un determinato punto = rapporto tra la
lunghezza del segmento sotto il punto e quella del segmento sopra il punto preso in considerazione. Oppure si può tracciare la retta
tangente alla curva nel punto desiderato, calcolare Ed della retta in quel punto. Così si ottiene l’elasticità della curva nel punto.
ELASTICITA’ E RICAVO:
Un aumento del prezzo aumenta o diminuisce i ricavi? Siccome la spesa per il consumatore rappresenta il ricavo del
venditore questa è una domanda di vitale importanza per molte imprese.
ricavo totale = prezzo per quantità (PxQ)
- se domanda anelastica rispetto al prezzo = diminuzione prezzo riduce il ricavo totale
- se domanda elastica rispetto al prezzo = diminuzione prezzo aumenta il ricavo totale
- se domanda è elastica unitaria = diminuzione prezzo non modifica il ricavo totale
L’elasticità è utile per spiegare uno dei più famosi paradossi
dell’economia: il paradosso del raccolto abbondante.
Immaginiamo un anno in cui il clima sia particolarmente favorevole per
l’agricoltura. Alla fine dell’anno gli agricoltori scopriranno che i loro ricavi
sono diminuiti. Come può succedere? La risposta risiede nell’elasticità della
domanda dei generi alimentari. I mercati dei generi alimentari di prima
necessità come grano e mais tendono a essere anelastici, perché il consumo
di tali beni non varia sensibilmente in relazione al prezzo. Questo perché
l’aumento dell’offerta tende ad abbassare il prezzo, ma la diminuzione del
prezzo non influisce molto sulla quantità domandata: la scarsa elasticità
rispetto al prezzo dei generi alimentari significa che raccolti abbondanti
(valore elevato di Q) tendono ad essere associati a ricavi modesti ( basso
valore di PxQ)

elasticità dell’offerta rispetto al prezzo = variazione percentuale della quantità
offerta divisa per la variazione percentuale del prezzo. ΔQ/ΔP
offerta perfettamente anelastica = curva verticale = es la quantità offerta sia
fissa come nel caso di beni deperibili come pesce fresco che viene portato al
mercato per essere venduto a qualsiasi prezzo si possa ottenere. Curva verticale

offerta infinitamente/perfettamente elastica = estremo opposto.
Supponiamo che una riduzione minima del prezzo faccia precipitare a zero
la quantità offerta e che, al contrario, un aumento minimo determini
un’offerta indefinitamente ampia. In questo caso il rapporto tra la variazione
percentuale della quantità offerta e la variazione percentuale
del prezzo è estremamente elevato e dà origine a una curva di offerta orizzontale.
Curva orizzontale
offerta a elasticità unitaria = l’elasticità dell’offerta
rispetto al prezzo è pari a 1, l’aumento % della quantità
offerta è = all’aumento % del prezzo. Linea retta
LE DEFINIZIONI DI ELASTICITA’
DELL’OFFERTA RISPETT OAL
PREZZO SONO UGUALI A QUELLE
DELL’ELASTICITA’ DELLA
DOMANDA RISPETTO AL PREZZO.
L’UNICA DIFFERENZA = per
l’offerta la risposta
quantitativa alle variazione del
prezzo è positiva, mentre per
domanda è negativa, anche se
poi si considerano entrambi
positive per comodità.
Fattori che determinano l’elasticità dell’offerta:
1) se input sono facilmente reperibili ai prezzi di mercato correnti (es
industria tessile) è possibile incrementare considerevolmente l’output
con un aumento limitato dei prezzi. In questo caso l’elasticità
dell’offerta è relativamente elevata. Se invece capacità produttiva è
strettamente limitata ( es miniere d’oro Sud Africa) anche un aumento
rilevante del prezzo dell’ora non produrrà grosse variazioni della
produzione. In questo caso offerta è anelastica.
2) il periodo di tempo preso in considerazione.
Man mano che tempo aumenta a disposizione dei produttori per far
fronte a tale cambiamento = variazione di prezzo tende ad avere un
effetto maggiore sulla quantità offerta.
In seguito ad un aumento di prezzi nel breve periodo le imprese
potrebbero non essere in grado di aumentare gli input di lavoro,
materiali e capitali, per cui l’offerta sarà particolarmente anelastica
rispetto al prezzo. Con il passare del tempo le imprese potranno invece
assumere più personale, costruire nuovi stabilimenti e aumentare la
propria capacità produttiva determinando in tal modo un aumento
dell’elasticità dell’offerta.
4 capitolo
UTILITA’
UTILITA’
MARGINALE
Incremento di utilità per il consumatore = unità
aggiuntiva apportata dall’ultima unità consumata
di bene. In economia l’espressione marginale
viene sempre usata con il significato di
“aggiuntivo”.
Legge dell’utilità marginale decrescente = legge
che afferma che l’utilità marginale, o aggiuntiva,
diminuisce se un individuo consuma quantità sempre
maggiori di un determinato bene. In altre parole in
base a questa legge se si consumano quantità sempre
maggiori di un bene, l’utilità totale cresce sempre più
lentamente, perché l’utilità marginale diminuisce
all’aumentare del consumo del bene. L’utilità
marginale decrescente deriva dal fatto che il
soddisfacimento procurato dal consumo del bene
diminuisce all’aumentare della quantità consumata.
Dunque riassumendo = all’aumentare del consumo di
un bene l’utilità marginale di quel bene tende a
diminuire.



Nella teoria della domanda si dice che gli individui
massimizzano la propria utilità.
Ma come spiegare la massimizzazione dell’utilità
utilizzando il concetto di utilità marginale?
Col principio secondo cui un individuo deve effettuare le
proprie scelte di consumo in modo che ogni singolo bene
fornisca la stessa utilità marginale per euro di spesa. Se
ciò avviene = massimo soddisfacimento, ossia la massima
utilità dagli acquisti effettuati. La condizione essenziale
per ottenere dunque la massima soddisfazione o utilità è
che di fronte ai prezzi di mercato dei beni, un
consumatore con un dato reddito ottenga il massimo
soddisfacimento quando l’utilità marginale dell’ultimo euro
speso per un bene è esattamente uguale all’utilità
marginale dell’ultimo euro speso per qualsiasi altro bene.
Allocazione ottimale del tempo
Secondo questa teoria ogni individuo deve sapere distribuire il proprio tempo così come ripartisce
le proprie finanze. Non si tratta di una scelta economica ma di una legge di scelta razionale.
Tale compito non è affatto semplice in quanto tutti noi disponiamo solo di 24 ore al giorno.
Quale è il modo migliore di distribuire il tempo?
Se per esempio vogliamo massimizzare la nostra conoscenza delle materie studiate all’università, ma disponiate di un
tempo limitato, non è consigliabile dedicare lo stesso tempo a tutte le materie, perché ci accorgeremmo che dedicando
lo stesso tempo allo studio di economia, storia, linguistica italiana non otterremmo la stessa quantità di conoscenza
nell’ultimo minuto di studio di ciascuna delle tre materie.
Se l’ultimo minuto produce una maggiore conoscenza marginale in economica piuttosto che in storia, potrete accrescere
la vostra conoscenza totale dedicando minuti aggiuntivi allo studio in economia e riducendo i minuti dedicati alla storia,
proseguendo in questo modo fino a quando l’ultimo minuto produrrà la medesima conoscenza marginale in ciascuna
materia.
Perché l’obiettivo è proprio questo = utilità marginale dell’ultimo minuto ( = euro speso ) di una materia
(= di una bene ) deve essere uguale a quella della altre materie (= degli altri beni)
La curva dell’indifferenza
Un secolo fa l’economista Vilfredo Pareto scoprì che tutti gli
elementi importanti della teoria della domanda potevano
essere analizzati senza ricorrere al concetto dell’utilità.
Pareto sviluppò quelle che oggi vengono definite curve
d’indifferenza.
Supponiamo che un consumatore acquisti combinazioni
diverse di beni, che definiamo paniere (es generi alimentari
e vestiario) a prezzi dati e supponiamo gli sia
indifferente ottenere il primo o il secondo, e consideriamo
ulteriori panieri riguardo ai quali il consumatore è
ugualmente indifferente.
Le combinazioni generi alimentari-vestiario che procurano
lo stello livello di soddisfacimento sono rappresentate da un
curva d’indifferenza continua.
Supponiamo che il consumatore
disponga di un reddito fisso.
Supponiamo possa spendere 6 euro
al giorno e che il prezzo di ciascuna
unità di generi alimentari e 1 euro
per il vestiario. E’ chiaro che il
consumatore potrebbe spendere il
proprio denaro per acquistare una
qualsiasi delle numerose
combinazioni alternative di generi
alimentari e vestiario e la retta di
bilancio nel grafico riassume tutte le
possibili combinazioni dei due beni
che esauriscono il reddito del
consumatore. La pendenza della
retta è il rapporto tra il prezzo dei
generi alimentali e quello del
vestiario. La retta è dunque la
retta di bilancio o vincolo di
bilancio.
Un consumatore infatti acquista meno per due motivi: o prezzi aumentano o il suo reddito reale diminuisce.
Gli effetti di reddito e di sostituzione si combinano per determinare le caratteristiche principali dei diversi beni.
effetto di sostituzione Se il prezzo del caffè sale la domanda di caffè diminuisce e il consumo di prodotto che
possono sostituirlo in qualche modo aumenta: es te. Dunque per l’effetto di sostituzione quando il prezzo di un
bene aumenta i consumatori tendono a sostituire il bene diventato più costoso con altri beni, per soddisfare i
propri bisogni in modo più economico.
effetto di reddito = indica l’impatto di una variazione di prezzo sulla quantità domandata di un bene risultante
dall’effetto che si genere sui redditi reali dei consumatori in conseguenza della variazione del prezzo. Poiché il
reddito reale inferiore in genere determina una riduzione del consumo, di norma l’effetto reddito rafforza l’effetto
di sostituzione, contribuendo a far sì che la curva di domanda abbia pendenza negativa.
PICCOLO TEST = collega le definizioni di beni alle
immagini giuste
- beni inferiori = il cui consumo può diminuire all’aumentare del reddito in
quanto possono essere sostituiti con altri beni più apprezzati e più costosi.
- beni sostitutivi = se aumenta il prezzo del bene A questo determina una
maggiore domanda e quantità acquistata del bene B.
- beni complementari = un aumento del prezzo del ben A provoca una
diminuzione della domanda del bene complementare B.
- beni indipendenti = una variazione del prezzo di un bene non ha effetti sulla
domanda dell’altro bene.
E
E
5 capitolo
Prodotto marginale = prodotto aggiuntivo o output aggiunto da 1 unità addizionale di quel tipo di input, mentre tutti gli altri
input sono mantenuti costanti.
Prodotto totale = quantità totale di output prodotto in unità fisiche
Prodotto medio = misura l’output totale diviso per le unità totali di input
Legge dei rendimenti decrescenti:
 Le funzioni di produzione sono utili per capire questa legge 
Questa legge afferma che aggiungendo quantità addizionali di un input e mantenendo costanti tutti gli altri si otterranno
quantità aggiuntive di output sempre minori.
RENDIMENTI DI SCALA
EFFETTI DEGLI INCREMENTI DI SCALA DEGLI INPUT SULLA QUANTITA’ PRODOTTA. RIFLETTONO CUNQUE LA REAZIONE
DEL PRODOTTO TOTALE QUANDO TUTTI I FATTORI AUMENTANO PROPORZIONALENTE. VI SONON TRE CASI IMPORTANTI
- rendimenti di scala costanti = una variazione di tutti gli input porta ad una variazione proporzionale dell’output
- rendimenti di scala crescenti (=economie di scala ) = una variazione di tutti gli input produce un aumento più che
proporzionale del livello di output
-rendimenti di scala decrescenti = un aumento proporzionale di tutti gli input porta ad un incremento meno che
proporzionale dell’output totale.
La produzione non richiede solo lavoro e terra, ma
anche TEMPO!
Nella produzione si distinguono:
- breve periodo = quello in cui le imprese possono
variare la produzione modificando i fattori variabili,
come materiali e lavoro, ma non i fattori fissi come
il capitale
- lungo periodo = quello in cui le imprese hanno la
possibilità di variare tutti i fattori, incluso il capitale.
E PER QUANTO RIGUARDA L’INNOVAZIONE…
- innovazione di processo = quando migliorano o
vengono introdotte tecniche produttive
- innovazioni di prodotto = quando vengono
introdotti nuovi prodotti o prodotti migliori sul
mercato
6 capitolo
I COSTI
- Costo totale = costo minimo totale necessario per produrre ciascun livello di output q e aumenta al crescere di q
Costo totale = Costo variabile + costo fisso
- Costo fisso ( o generale o non recuperabile ) = spesa totale che deve essere sostenuta anche se non viene prodotto
nulla e non è influenzato dalle variazioni della quantità di output. E’ costituito da elementi come canoni d’affitto di una
fabbrica o di un ufficio, gli oneri contrattuali per le attrezzature, i pagamenti degli interessi sui debiti..
- Costo variabile = spese che variano al variare del livello di output(compresi salari, materie prime, carburante) e include
tutti i costi diversi da quelli fissi.
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

costo marginale = costo aggiuntivo sostenuto per produrre 1 unità addizionale di output
Costo totale medio ( o unitario ) = costo totale / output
Può essere fisso = costo fisso / output
o variabile = costo variabile / output
RELAZIONE FRA COSTO MARGINALE E COSTO MEDIO/UNITARIO:
- costo marginale < costo totale unitario = il primo spinge il secondo verso il basso
- costo marginale = costo totale unitario = quest’ultimo non sale e non scende e si trova al livello minimo
- costo marginale > costo totale unitario = il primo spinge il secondo verso l’alto.
REGOLA DEL COSTO MINIMO  per produrre un dato livello di output al costo minimo, un’impresa deve
acquistare i diversi input fino a quando il prodotto marginale per euro speso per ciascun input è uguale.
Una conseguenza delle regola del costo minimo è la REGOLA DELLA SOSTITUZIONE = se il prezzo di un fattore
diminuisce e quello degli altri rimangono costanti un’impresa sostituirà il fattore divenuto meno caro con
altri fattori.
7 capitolo
1) l’impresa concorrenziale massimizza i profitti
2) la concorrenza perfetta è un mondo di imprese atomistiche che accettano i prezzi, dunque le imprese
sono talmente piccole che non possono influenzare il prezzo di vendita del prodotto (pricetaker)
3) assenza di barriere all’ingresso dell’industria
4) il mercato è trasparente = informazione libera e gratuita
5) un’impresa perfettamente concorrenziale vende un prodotto omogeneo ovvero un prodotto identico a
quello venduto dai suoi concorrenti
6) per l’impresa concorrenziale la curva di domanda (dd) è perfettamente orizzontale
7) il ricavo aggiuntivo derivante dalla vendita di ciascuna unità supplementare è pertanto pari al prezzo di
mercato.

COSTO MARGINALE = PREZZO
Regola dell’offerta di un’impresa in concorrenza perfetta = un’impresa che mira a massimizzare i profitti
stabilisce un livello di produzione al quale il costo marginale è uguale al prezzo. Questo perché l’impresa può
incrementare i profitti fino a quando il prezzo supera il costo marginale dell’ultima unità. Il profitto totale raggiunge
il punto massimo quando vendendo quantità aggiuntive di output non si ottengono profitti aggiuntivi. Nel punto di
massimo profitto l’ultima unità prodotta garantisce un ricavo uguale al costo di quella unità. Il ricavo aggiuntivo è il
prezzo per unità mentre il costo aggiuntivo è il costo marginale.
 Graficamente questo vuol dire che la curva del costo marginale = curva di offerta



Punto di profitto economico zero = livello di produzione al quale i profitti economici dell’impresa sono pari a
zero.
Punto di chiusura = il livello critico del prezzo di mercato al quale i ricavi corrispondono esattamente al costo
variabile (o al quale le perdite sono uguali ai costi fissi). Se i prezzi sono superiori al punto di chiusura, il livello di
produzione verrà mantenuto sulla curva del costo marginale, in quanto anche se l’impresa fosse in perdita, tale
perdita aumenterebbe se si interrompesse l’attività. Se i prezzi sono inferiori al punto di chiusura, l’impresa
cesserà di produrre perché in tal modo perderebbe solo i costi fissi.
Equilibrio nel breve periodo = quando l’aumento o la diminuzione dell’output non comporta
variazioni delle quantità fisse di impianti e attrezzature
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Equilibrio nel lungo periodo = quando tutti i fattori sono variabili, per cui nuove imprese
possono entrare nell’industria o vecchie imprese possono uscirne
Esiste un punto di pareggio critico al di sotto del quale il prezzo nel lungo periodo non può
perdurare senza che le imprese siano costrette a interrompere l’attività. In altre parole il
prezzo nel lungo periodo deve coprire i costi vivi ( lavoro, materiali, attrezzature e imposte) e i
costi - opportunità. Per poter continuare a produrre un’impresa deve presentare profitti
economici pari a zero o positivi che cioè tengano conto sia dei costi monetari sia dei costi –
opportunità. Il prezzo nel lungo periodo deve dunque essere uguale o maggiore del costo totale
unitario.
P=CM=CU nel lungo periodo = prezzo di pareggio
8 capitolo
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Concorrenza imperfetta = monopolio + oligopolio + concorrenza monopolistica. Tutte sono situazioni di
mercato in cui, con varia intensità, l’impresa riesce a controllare il prezzo di vendita del prodotto sul mercato.
Esse di definiscono concorrenza imperfetta e hanno in comune un risultato = dato un certo livello di tecnologia i
prezzi sono superiori e l’output è inferiore rispetto alla concorrenza perfetta.
La concorrenza imperfetta prevale in un’industria quando i singoli venditori hanno un determinato controllo sul
prezzo del loro prodotto.
Infine la differenza tra concorrenza imperfetta e perfetta può anche essere analizzata in termini di elasticità
rispetto al prezzo= in concorrenza perfetta la domanda per un’impresa è perfettamente elastica, in concorrenza
imperfetta essa risente di una elasticità limitata.
Monopolio = caso estremo di concorrenza imperfetta, dove un unico venditore ha il totale controllo di
un’industria ed è l’unico produttore nella sua industria. Esempi odierni sono rari: società farmaceutica che
scopre un nuovo farmaco miracoloso e riceve un brevetto che le garantisce l’esclusiva delle vendite per un
determinato numero di anni oppure concessioni di servizio locali come l’acqua, dove il servizio è offerto da un
unico venditore. Uno dei rari esempi di monopolio senza concessioni statali è Microsoft Windows
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Le industrie tendono a essere caratterizzare da pochi venditori in presenza di importanti economie di
produzione su vasta scala e di costi decrescenti.
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I mercati tendono inoltre alla concorrenza imperfetta quando l’ingresso di nuovi concorrenti nell’industria è
ostacolato. Le cosiddette barriere all’ingresso.
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Barriere d’ingresso più comuni  economie di scala
 restrizioni legali
 elevati costi d’ingresso
 pubblicità
 differenziazione dei prodotti
Ricavo marginale e prezzo = il ricavo marginale (RM) è l’incremento
del ricavo totale derivante dalla vendita di un’unità aggiuntiva.
Il ricavo marginale può essere sia positivo che negativo.
Se è negativo = domanda è anelastica e per vendere unità aggiuntive
l’impresa deve diminuire il
prezzo delle unità precedenti.
Se è positivo = la domanda è elastica
Se è nullo = la domanda è a elasticità unitaria
9 capitolo
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Oligopolio = mercati composti da un piccolo numero di imprese tra loro concorrenti. Significa «pochi venditori» Da 2 a
15 imprese circa. Ma soprattutto queste imprese possono influire sul prezzo di mercato. Sono abbastanza numerose
Potere di mercato = grado di controllo esercitato da una singola impresa o da un numero limitato di imprese sul
prezzo e sulle decisioni relative alla produzione in un’industria. Se il controllo è assoluto ci troviamo nel caso del
monopolio, se assente in concorrenza perfetta.
Rapporto di concentrazione di un’industria = misura più comune del potere di mercato. Quello su quattro imprese
viene definito come la percentuale del prodotto totale dell’industria dovuta alle quattro maggiori imprese e
analogamente il rapporto di concentrazione su otto imprese è la percentuale di prodotto fornita dalle otto imprese
principali.
In un monopolio il rapporto sarebbe pari a 100%, mentre in concorrenza perfetta sarebbe vicino allo zero.
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Alternativa al rapporto di concentrazione di un’industria è l’indice di concentrazione Herfindahl- Hirschman che
secondo alcuni economisti rileverebbe meglio il ruolo dominante delle imprese. Esso è data dalla somma del quadrato
delle quote di mercato di tutte le imprese operanti sul mercato e in situazione di concorrenza perfetta sarebbe vicino a
zero mentre in monopolio assoluto sarebbe 10.000.
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Oligopolio collusivo = le imprese possono decidere di cooperare o non cooperare. Le imprese che non
cooperano quando agiscono per proprio conto senza alcun accordo con altre imprese spesso iniziano una vera e
propria guerra dei prezzi. Le imprese cooperano quando cercano di ridurre al minimo la concorrenza: si parla
dunque di collusione. Due o più imprese dunque fissano di comune accordo i livelli di prezzo e di produzione, si
suddividono il mercato e prendono congiuntamente altre decisioni.
Quando gli oligopolisti possono colludere per massimizzare i profitti comuni generano prezzi, quantità e profitti
di monopolio.
Il mondo degli affari è ricco di interazioni strategiche tra i concorrenti e per analizzarne i risultati gli economisti
si basano su un’affascinante area della teoria economica chiamata teoria dei giochi.
Di seguito alcune affermazioni riguardo questa teoria:
all’aumentare del numero di oligopolisti non cooperativi il prezzo e la quantità dell’industria tendono ad
avvicinarsi alla situazione del mercato perfettamente concorrenziale
- se le imprese decidono di colludere piuttosto che competere, il prezzo e la quantità del mercato saranno simili
a quelli del monopolio
- spesso l’equilibrio nell’oligopolio non è stabile. L’interazione strategica può condurre a
risultati instabili quando le imprese minacciano e scatenano guerre dei prezzi, si arrendono
di fronte alle imprese più forti, puniscono rivali più deboli, palesano le loro
intenzioni o escono dal mercato.
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Strategia dominante  caso più semplice. Questa situazione si verifica quando un giocatore dispone di
una strategia migliore indipendentemente dalla strategia dell’altro. Se tutti i giocatori dispongono di una
strategia dominante si ottiene l’equilibrio dominante.
Equilibrio di Nash o equilibrio non cooperativo = non si ha una collusione nemmeno una cooperazione e
ogni parte sceglie la strategia più adatta alle proprie esigenze senza tener conto degli altri giocatori o del
benessere della società.
L’equilibrio di Nash è un equilibrio perfettamente concorrenziale in cui ciascuna imprese e ciascun
consumatore prendono le proprie decisioni considerando come dati i prezzi fissati da altri, ma può essere
inefficiente per entrambi i giocatori.
Un esempio evidente lo si ha con il dilemma del prigioniero.
Non importa quello che fa
l’altro: in questo caso è
sempre meglio confessare e
agire egoisticamente
ottenendo una condanna più
lunga di quanto otterrebbero
agendo in modo collusivo o
altruistico
10
capitolo
MOLTI VENDITORI CHE OFFRONO PRODOTTI DIFFERENZIATI
= ALLA CONCORRENZA PERFETTA  venditori sono numerosi
nessuno possiede una quota di mercato
≠ DALLA CONCORRENZA PERFETTA  differenziazione dei prodotti
( qualità e posizione dei prodotti)
Significa che ciascun venditore può alzare o abbassare i prezzi più di quanto non accada in un
mercato perfettamente concorrenziale.
- Il modello della concorrenza monopolistica consente di capire meglio un aspetto del capitalismo
moderno: il tasso di profitto nel lungo periodo tende a zero man mano che nuove imprese fanno
ingresso nell’industria con nuovi prodotto differenziati. In concorrenza monopolistica l’equilibrio di
lungo periodo è caratterizzato da prezzi superiori ai costi marginali, ma anche da profitti economici
ridotti a zero.
12
capitolo
 La misura in genere utilizzata per indicare il «prezzo» del lavoro dagli
economisti è il salario medio reale che rappresenta il potere d’acquisto di
un’ora di lavoro, ossia
 Il salario monetario / il costo della vita.
 DOMANDA DI LAVORO  RIFLETTE LA PRODUZIONE MARGINALE DI QUEL TIPO DI
OUTPIUT
Dunque … quando aumenta la produttività
marginale?
1) quando i lavoratori interagiscono con maggiori quantità o migliori quantità di
beni capitali
2) quando i lavoratori sono più esperti o istruiti rispetto a lavoratori con
minori quantità di capitale umano
3) maggiore progresso tecnologico
4) qualità di input del lavoro
Questo spiega anche perché i livelli salariali sono tanto diversi da Stato a
Stato.
 OFFERTA DI LAVORO = numero di ore che la popolazione desidera dedicare ad
attività remunerative in fabbriche, fattorie, imprese, enti pubblici o
organizzazioni senza fine di lucro. I tre elementi chiave dell’offerta di lavoro
sono le ore lavorative, la partecipazione alla forza lavoro e
l’immigrazione.
POPOLAZIONE
E LIMITAZIONE
DELLE RISORSE
Teoria malthusiana della crescita demografica. Si
basa sulla legge dei rendimenti decrescenti, in
base alla quale Malthus sosteneva che la
popolazione sarebbe cresciuta secondo una
professione esponenziale, raddoppiando
pressappoco ogni generazione, mentre a ciascun
membro della popolazione in aumento sarebbero
corrisposte quantità sempre minori di terra e
risorse naturali. L’output sarebbe diminuito fino a
giungere ad un livello di sussistenza vicino alla
fame.
Critiche  Ignorava la possibilità del progresso
tecnologico e l’importanza del controllo delle nascite
quale strumento per ridurre la crescita della
popolazione
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Le risorse naturali sono non rinnovabili se la loro offerta è essenzialmente fissa e non si
rigenerano rapidamente. Le risorse rinnovabili si rigenerano regolarmente e, se gestite
adeguatamente, possono produrre servizi utili per un tempo indeterminato.
Risorse naturali appropriabili = quando le imprese o i consumatori possono ricavarne la totalità
del benefici. Es. petrolio, gas, carbone
≠ inappropriabili = quando i costo o i benefici che ne derivano non si ripercuotono sui proprietari,
dunque comportano esternalità.
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Uno dei principali fallimenti del mercato = l’aumento delle esternalità = quando i costi ( o benefici ) si
ripercuotono su altri individui senza che questi ricevano un pagamento (o paghino) per costi(o benefici)
sostenuti ( o ricevuti ).
Esempio più evidente = beni pubblici come la Difesa nazionale il cui consumo viene ripartito equamente tra
gli individui di gruppo, nessuno dei quali può esserne escluso. Altri esempi sono la sanità pubblica, le
invenzioni, i parchi, le dighe.
Un’economia di mercato non regolamentata invece produce eccessive quantità di inquinamento e riduzioni
insufficienti. Lo Stato dispone di vari strumenti con i quali correggere le inefficienze derivanti dalle
esternalità, tra cui negoziazioni e regole di responsabilità civile, standard di emissione di sostanze
inquinanti e imposte sulle emissioni.
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La teoria della distribuzione riguarda la questione essenziale  per chi devono
essere prodotti i beni economici. Nell’esaminare come si determinano i prezzi sul
mercato dei diversi fattori di produzione la teoria della distribuzione considera in
che modo la domanda e l’offerta di tali fattori sono interconnesse e come
determinano tutti i tipi di salari, rendite, tassi di interesse e profitti.
Reddito = entrate totali incassate da un individuo o famiglia in un determinato
periodo di tempo( un anno solitamente) ed è costituito da redditi da lavoro,
redditi da capitale e trasferimenti pubblici.
Patrimonio = valore monetario netto delle attività possedute in un certo momento.
Si accumula mentre il reddito è un flusso per unità temporale.
Reddito nazionale = redditi da lavoro e dai redditi da capitale generati da un
sistema economico in un anno. Lo Stato riceve una parte del reddito nazionale
sotto forma di imposte e restituisce parte dell’incasso tramite i trasferimenti.
Reddito personale al netto delle imposte di un individuo = rendimenti di tutti i
fattori di produzione di sua proprietà(lavoro e capitale), più i trasferimenti
pubblici, meno le imposte
La teoria della distribuzione del reddito basata sulla produttività marginale
analizza il modo in cui il reddito nazionale viene distribuito tra i diversi fattori. La
concorrenza di numerosi proprietari terrieri e lavoratori fa sì che i prezzi dei
fattori eguaglino i rispettivi prodotto marginali e tale processo consente di
distribuire esattamente il 100% del prodotto.
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La curva di Lorenz = strumento utile per misurare le disparità
nella distribuzione del reddito. Essa indica la percentuale del
reddito totale destinata al più povero 1% della popolazione, al
più povero 10%, al più povero 95% e così via.
Il concetto di povertà è relativo. Negli Stati Uniti la povertà è
stata definita in termini di spesa adeguata per un consumo di
sussistenza; anche il concetto di sussistenza, d’altra parte, è
legato al contesto storico-sociale
Per spiegare la disuguaglianza nella distribuzione del reddito
occorre considerare separatamente il reddito da lavoro, che
variano in base alle differenze di capacità, ritmi di lavoro e
differenti retribuzioni, e il reddito da capitale, che è distribuito
in modo più disuguale rispetto al reddito di lavoro. L’eredità
aiuta i figli delle famiglie abbienti a partire avvantaggiati
rispetto a un individuo medio.
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Tre tipi di equità = uguaglianza di diritti politici, come quello al voto
parità di opportunità
equità dei risultati
L’assistenza sanitaria = è uno dei settori più vasti in rapida evoluzione del sistema economico. Questo
settore è caratterizzato da numerosi fallimenti del mercato che rendono necessario il massiccio
intervento pubblico. I sistemi sanitari presentano esternalità importanti che includo la prevenzione delle
malattie infettive e le scoperte biomediche. Esistono inoltre asimmetrie del mercato come le informazioni
asimmetriche tra medici e pazienti e tra pazienti e compagnie assicurative.
Data l’importanza della salute per il benessere degli individui e per la produttività di lavoro, i governi si
sforzano di garantire alla popolazione un livello minimo di assistenza sanitaria