POLITIKON ZOON La nascita della polis CRONOLOGIA E PERIODIZZAZIONE • • • • Dark Age: XII – IX sec. Età arcaica: VIII – VI sec. Età classica: V – parte del IV sec. Ellenismo: fine IV sec. (323 a. C. morte di Alessandro Magno) – fine I sec. (31 a. C. definitiva conquista da parte dei Romani dell’Egitto, ultimo regno ellenistico indipendente) Caratteri della Dark Age • • • • • • • • I palazzi fortificati e le acropoli vennero abbandonate La scrittura scomparve e l’arte assunse stili più primtivi La cremazione sostituì l’inumazione Si estero le terre incolte a scapito dell’agricoltura Si privilegiavano coltivazioni spontanee, come l’olivo Calo demografico Contrazione sensibile degli scambi e delle importazioni Diversificazione linguistica: dorico, ionico-attico, eolico, arcado-ciprico • In questa recessione c’è, però, un’importante novità: Introduzione del ferro e delle tecnologie connesse alla sua lavorazione. A partire dal IX secolo… Si registra un’inversione di tendenza: • Ritorno ad un’economia agraria • Ripresa dei traffici • Crescita demografica • Comparsa della scrittura • Nella frantumazione sociale e politica seguita al crollo della civiltà micenea, incominciarono a farsi strada nuove forme di convivenza civile e organizzazione del potere da cui si avviò il processo di formazione della polis. Dal IX al VI secolo – Età della sperimentazione La Grecia dal IX al VI secolo fu un laboratorio di esperienze a lungo raggio nella quale la polis fu il fulcro. Questa accelerazione non si capirebbe se, oltre ai mutamenti sociali ed economici, non si facesse riferimento al ruolo dei centri di culto locali e regionali, nel promuovere processi di aggregazione intorno al tempio di una divinità che gli abitanti avevano scelto come divinità protettrice. Come Atena per Atene. Questo avvenne però senza dimenticare altri luoghi sacri per tutte le esperienze della grecità. Dalla regalità alle aristocrazie (1) La storia della polis in tutta l’età arcaica crebbe tra le tensioni che opposero il demos, composto da piccoli e medi proprietari terrieri, ad un’aristocrazia nelle cui mani si concentrava la proprietà della terra e che deteneva il potere. Dalla regalità alle aristocrazie (2) Fine dark Age e inizio arcaismo: 1. Figura di un basileus, un primus inter pares, affiancato da un consiglio di anziani, espressione dell’aristocrazia. Gli antropologi parlano di un bigman riconosciuto per doti e caratteristiche personali. 2. I capi dei ghene aristocratici affiancavano il re nell’esecuzione dei suoi compiti. Si autodefinivano aristoi, i migliori. Si distinguevano per l’allevamento e il possesso del cavallo. (tracce dell’appartenenza all’aristocrazia nei nomi con prefisso o suffisso –ippo) Dalla crisi delle aristocrazie alla nascita della polis vera e propria (1) Il cammino verso la formazione della polis propriamente detta ebbe una forte accelerazione per una serie di fattori: 1. Crisi agraria: la terra finì per concentrarsi nelle mani di poche famiglie, a causa delle dure leggi sui debiti e dello strapotere dei nobili. 2. Malcontento dei ceti emergenti come artigiani e commercianti 3. Rivalità interne tra gruppi nobiliari 4. Oplitismo L’oplitismo (1) • Il combattimento eroico tra campioni che confrontavano la loro forza e il loro coraggio in un duello fu sostituito dal combattimento di massa sostenuto dai cittadini che si armavano per difendere la patria quando era necessario. • Cambiava la scala dei valori: alle prodezze individuali subentrarono la disciplina, la solidarietà di corpo, virtù necessarie ad assicurare l’efficienza della falange oplitica, un esercito di massa. L’oplitismo (2) • Nacque il cittadino-soldato ( vedi libro di testo p. 125) per cui combattere era un dovere, ma anche un privilegio. Armarsi a proprie spese significava stabilire per la comunità un confine più largo rispetto alla città aristocratica, ma comunque chiuso ai ceti più bassi, privi di mezzi per acquistare l’armatura. • Il cittadino-soldato era l’oplita (tà òpla – “le armi”) con un equipaggiamento standardizzato, secondo i parametri di uguaglianza militare speculare all’uguaglianza politica. L’oplita Dalla crisi delle aristocrazie alla nascita della polis vera e propria (2) Conseguenze dei problemi prima esposti sono tre fenomeni che accomunano diverse zone della Grecia: 1. Colonizzazione 2. Tirannide 3. Legislazioni Colonizzazione • La cosiddetta seconda colonizzazione consistette in un flusso migratorio da parte di alcuni gruppi di abitanti di poleis verso nuovi insediamenti sparsi in tutto il bacino del mediterraneo, in particolare in Italia e Francia Meridionale. • Tale flusso fu molto intenso e durò dall’VIII al VI secolo a. C. • Le nuove colonie erano città completamente indipendenti e autonome, ma non spezzarono mai i legami religiosi e cultuali che le legavano alla metropolis, la città-madre da cui i coloni erano partiti. • Le società coloniali furono un laboratorio di esperienze politiche e culturali. La “seconda colonizzazione” (VIII-VI sec. a.C.) La Magna Grecia Tirannide Tre fattori: • Lo squilibrio tra un’elite aristocratica esclusiva detentrice del potere e la fascia degli esclusi tra i quali particolarmente vivaci erano i piccoli proprietari terrieri • Il processo di impoverimento dei piccoli proprietari terrieri • Concentrazione delle terre nelle mani dei grandi proprietari portarono a gravi tensioni sociali per uscire dalle quali le forme furono essenzialmente due: la tirannide e un percorso pacifico di riforme. Chi era il tiranno • Il tiranno era un esponente dell’aristocrazia entrato in contrasto con con gli appartenenti al suo stesso ceto, che governò con il consenso di quella parte della cittadinanza che aveva interesse a spezzare il primato degli aristocratici • La tirannide è un sistema di governo autocratico, ma il termine tyrannos, all’inizio di questo fenomeno, non aveva quella connotazione negativa che avrà in seguito. Le legislazioni • Risposta non traumatica alla crisi fu la legislazione, ed in particolare la nomografia, la legislazione scritta. • Nasceva dalla progressiva acquisizione della consapevolezza da parte di tutti coloro che formavano la comunità civica del loro ruolo di cittadini, con doveri e diritti uguali, che era imperativo riconoscere come fondamenti di ogni ordinamento che si proponesse di regolare la convivenza. Le legislazioni (2) • Le prime legislazioni scritte si affermarono in Magna Grecia nella prima metà del VI secolo a. C. • Ad Atene il primo nomoteta fu Dracone, ma fu Solone (arconte nel 594) a dare il codice che avrebbe costituito la base della legislazione ateniese. • A Sparta avremo la costituzione di Licurgo (chiamata retra) Sintesi: la nascita della polis Dai rivolgimenti socio-politici prima esposti abbiamo alla fine del VI secolo la formazione di un nuovo modo di organizzare la vita comunitaria, un organismo originale che i Greci difenderanno in tutta la loro storia e i cui valori e presupposti saranno ereditati dalle moderne democrazie occidentali. Era necessario stabilire alcune regole che permettessero ai più deboli economicamente un minimo di garanzia contro il rischio di ingiustizie . Che cos’è la polis (1) Per rispondere a queste esigenze si formò una forma politica nuova. La polis era uno stato del tutto indipendente e al suo interno la sovranità non spettava ad un individuo solo o ad un ristretto gruppo, ma a tutti i membri della polis stessa, vale a dire i cittadini. Dalla Politica di Aristotele 1253a] L’uomo è per natura un animale politico e chi vive fuori dalla comunità civile, per sua natura e non per qualche caso, o è un abietto o è superiore all’uomo […] ed è tale per natura e nello stesso tempo desideroso di guerra in quanto è isolato come una pedina tra le pedine. Chi non è in grado di fare parte di una comunità civile o non ha bisogno di nulla perché basta a se stesso, non è parte dello stato. Quindi o è una bestia o è un dio. Che cos’è la polis (2) La polis nella sua dimensione di città-stato risulta dalla complementarietà tra l’insediamento urbano (asty) e una porzione di suolo ad esso afferente (chora). Il centro urbano dava il nome all’intero stato e ai suoi cittadini. La polis di Atene includeva l’intera regione dell’Attica e la sua popolazione costituiva l’insieme degli Ateniesi. Sparta si estendeva sulla Laconia e dal VII secolo sulla Messenia. Morfologia della polis (1) • L’estensione media oscillava dai 25 ai 100 kmq. Eccezioni erano Atene (2500 kmq), Sparta (8500 kmq) e Tebe (1000 kmq). • All’interno dell’asty gli spazi più rappresentativi erano l’agorà e l’acropoli: 1. Agorà: assorbiva molteplici funzioni riguardanti l’economico, il politico, il legislativo. Era il luogo della parola (politica e cultura), il luogo del mercato, il luogo intercomunitario per eccellenza. 2. Acropoli: era la sede del culto: vi campeggiava il tempio della divinità protettrice e altri edifici sacri. Un esempio: l’acropoli di Atene Ricostruzione L’agorà di Atene Modello ricostruito di polis Morfologia della polis (2) • Tra le componenti del paesaggio urbano si iscrivono anche le mura (eccezione di Sparta e Lunghe Mura di Atene) • L’asty sorgeva al centro della chora. Sulle chorai delle poleis insistevano insediamenti rurali che costituivano i centri residenziali per la popolazione contadina. Forma di stato e governo La polis era uno stato perché attraverso le sue leggi e i suoi ordinamenti, esercitava un potere sovrano. Parola chiave era autonomìa. L’autonomìa dei Greci si riferiva alla facoltà dei cittadini delle poleis di autogovernarsi con le leggi che tutte insieme decidevano di darsi per disciplinare la convivenza, e senza riconoscere alcuna istanza superiore alla polis. Autonomìa si coniugò con eleutherìa e il binomio consolidò l’immagine della libertà e dell’indipendenza quali fondamenti costituitivi della polis. Ad ogni polis una politèia Il complesso degli ordinamenti che componevano il governo della polis era chiamato politèia, che si riferisce dunque al regime politico che reggeva la città. I regimi prevalenti si ispirarono prevalentemente a due forme: 1. Oligarchia 2. Democrazia La polis come sistema economico La base economica della polis era fondamentalmente la terra. La chòra doveva essere in grado di assicurare l’autarcheia, vale a dire l’autosufficienza della sua comunità, solo raramente realizzatasi. Grande importanza, poi, per alcune poleis come Atene, fu la flotta, strumento primario della talassocrazia. La società della polis La polis coincideva con la comunità dei suoi cittadini. Per indicare la polis non si usava l’indicazione geografica, ma la definizione dell’intero corpo civico. “le poleis non sono pietre, opere lignee, abilità di carpentieri, ma dove ci sono uomini capaci di provvedere alla propria salvezza , qui ci sono le mura e le città” Alceo, fr. 426 LP Koinonìa ton politòn Aristotele (IV sec.) elaborerà la visione della polis come comunità di cittadini, tappa finale di una riflessione sulla felicità dell’individuo, per arrivare a concludere che questa condizione non può essere raggiunta che in una vita di comunità poiché l’uomo è per sua natura un “animale politico” e la forma più alta di koinonìa si raggiunge nella polis. Ancora Aristotele… Perciò, che l’uomo sia un essere più socievole di qualunque ape e di qualunque animale da gregge, è chiaro. Perché la natura, come diciamo, non fa niente senza ragione e l’uomo è l’unico essere ad avere la parola. La voce è espressione di dolore e di piacere, perciò la posseggono anche gli altri animali […], invece la parola serve a comunicare ciò che è utile e ciò che è nocivo, e quindi anche ciò che è giusto e ciò che è ingiusto; questo infatti è proprio dell’uomo rispetto agli altri animali, l’avere egli solo, la percezione del bene e del male, del giusto e dell’ingiusto e delle altre cose; e l’avere in comune tutto questo costituisce la famiglia e lo stato […]. La condizione di cittadino • La qualifica di cittadino fu riservata a un numero di individui limitato rispetto alla totalità della comunità residente nella polis. • Essere cittadino comportava l’ammissione a certi diritti e l’obbligo di certi doveri. Tra i primi il diritto di voto e il monopolio dell’attività fondiaria, tra i secondi gli obblighi militari e fiscali. La categoria dei residenti liberi • Quella di cittadino non era l’unico componente della società poliadica: esistevano anche i residenti liberi. • Erano privi di diritti politici in una gamma di statuti personalmente estremamente variegata • Ad Atene i meteci erano stranieri autorizzati al domicilio sotto particolari condizioni, a Sparta i perieci erano privi di diritti politici ma assimilati ai cittadini per gli obblighi militari. La condizione di schiavitù Alla società della polis appartiene anche una fascia molto numerosa di individui in condizione di schiavitù. La fascia servile era la più numerosa della popolazione cittadina. Una condizione peculiare di schiavitù era quella degli iloti a Sparta La condizione della donna (1) • L’uomo realizzava la sua esistenza nella fruizione della libertà declinata tramite la pienezza dei diritti politici. • La donna invece non godeva di alcun diritto politico e il suo statuto legale e sociale era mediato dalla figura maschile, chiamato kyrios (signore) che era il tramite per la sua presenza all’interno della comunità. La condizione della donna (2) • L’intero universo della donna si racchiudeva nella casa, all’interno della quale esistevano ambienti a lei riservati, il gineceo (gynè, donna). • Alla donna di famiglia era vietato partecipare a banchetti e simposi, esporsi in pubblico. • Il principale dovere, familiare e civico, consisteva nella procreazione, perché assicurava la perpetuazione dell’oikos, ma anche della comunità dei cittadini. La condizione della donna (3) La condizione della donna ha alcune peculiarità a Sparta, dove lo stato esercitò sempre un fortissimo controllo biologico della società. Le giovani donne erano incoraggiate a curare la loro forza e sanità fisica e si autorizzò la pratica della poliandria consentendo l’unione di una donna con più uomini per incrementare le nascite. Le principali esperienze poliadiche • ATENE: l’uguaglianza quantitativa • SPARTA: l’uguaglianza selettiva Convenzionalmente si parla di polis democratica per Atene e polis oligarchica per Sparta