LA SOCIETAS ROMANA
PATRICII ET PLEBEII
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Un patrizio romano
mostra i ritratti dei suoi
avi nel cosiddetto “togato
Barberini”
La distinzione sociale fondamentale
nella Roma arcaica riguardò
patricii: i discendenti dei fondatori dello
stato romano, i patres, radunatisi
intorno a Romolo
e
plebeii: i discendenti di coloro che dopo
la vittoria di Roma contro i latini erano
stati deportati a Roma dai re Tullo
Ostilio e Anco Marcio. Dal termine
plebs, “moltitudine”
I PLEBEII SI AFFERMANO
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Familia di patricii
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Familia di plebeii
In età regia e nella prima età repubblicana i
patricii appartenevano a un ceto di cui si era
membri solo per nascita e per questo erano
chiamati cives ingenui (cioè cittadini per
nascita): avevano pieni diritti civili e politici e
esercitarono il potere politico da soli dalla
fondazione di Roma fino alla prima età
repubblicana
I plebeii ottennero la cittadinanza piena sotto
il re Servio Tullio, ma non poterono esercitare
cariche pubbliche fino alla prima età
repubblicana (V secolo a.C.). Il primo console
plebeo, Lucio Sestio, salì al potere solo nel
367 a.C.
Il potere politico non coincideva
necessariamente con la ricchezza: esistevano
patricii poveri e plebeii ricchi.
Spesso i plebeii esercitavano attività
commerciali e finanziarie
LA NOBILITAS
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Il livellamento progressivo tra patricii e plebeii dovuto
anche a motivi economici, (patricii impoveritisi e
plebeii ricchi o benestanti) portò a una mescolanza tra
di essi, spesso per via matrimoniale, e quindi alla
formazione di un nuovo ceto chiamato nobilitas (dal
verbo nosco=“conosco”).
La nobilitas fu costituita da chi aveva almeno un
antenato che avesse esercitato una carica curule (le
cariche più alte di Roma).
I membri della nobilitas si distinguevano perché
adottavano un cognomen ereditario
I TRE ORDINES
Riunione del Senato
(affresco del XIX secolo presso
la camera dei deputati)
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Tra la piena età repubblicana e l’inizio dell’impero di
Augusto, si strutturarono all’interno del populus
Romanus tre o rd ines , cioè tre gruppi sociali
 ordo senatorius
 ordo equestris
 plebs
L’ORDO SENATORIUS
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La Curia Julia era
l’edificio in cui si
riuniva il Senato
(nel Foro romano)
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L’ ordo senatorius nacque di fatto con la
risistemazione degli assetti di potere decisa da
Augusto all’inizio del suo impero (dal 27 a.C.)
Era composto da coloro che erano membri del
Senato e dalle loro famiglie
Augusto stabilì che il Senato fosse composto al
massimo da seicento membri e che ogni anno solo
venti individui potessero iniziare la carriera
senatoria o entrare nel Senato come quaestores
Per essere parte del Senato occorreva avere un
census, cioè un patrimonio minimo[misurato
secondo la possibilità di pagare una certa quantità
di tasse]: 1 milione di sesterzi
Il patrimonio dei membri dell’ordo senatorius
derivava dal possesso di terre, dal prestito di
denaro, dalla vendita di prodotti artigianali e dal
loro stipendio di funzionari imperiali (proconsolato,
propretura, legazione)
L’ORDO EQUESTRIS
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Ordo equestris: in origine era denominato così in quanto i
suoi membri erano coloro che nell’ambito dell’esercito
combattevano su un equus (cavallo)
In età repubblicana l’ordo equestris si strutturò come il
gruppo sociale composto da coloro che praticavano il
commercio, l’artigianato e comunque le attività che i patrizi
consideravano disonorevole praticare, ma che erano
particolarmente redditizie. Tuttavia spesso reinvestivano i
loro guadagni in terre, non solo per motivi economici, ma
anche perché il potere e la considerazione sociale a Roma
erano riservate ai proprietari terrieri.
Gli equites erano il gruppo sociale che controllava e
indirizzava l’economia romana
In età imperiale i vuoti di persone venutisi a creare nel
Senato furono colmati dalla cooptazione in esso di
esponenti dell’ordo equestris. Chi iniziava la sua carriera
politica senza avere alle spalle una famiglia importante
dell’ordo senatorius, era chiamato homo novus
L’eques che entrava a far parte dell’ordo senatorius
abbandonava definitivamente l’ordo equestris
LE FACTIONES
I fratelli Gracchi, che nel II
secolo a.C. tentarono senza
successo riforme a favore dei
piccoli proprietari terrieri. Di
nobili origini, si schierarono
però con i populares
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A Roma non esistevano partiti politici veri e propri, ma
schieramenti che rappresentavano gli interessi dei due ceti più
importanti.
Erano denominati f a c t i o n e s , a esse non si appareteneva per
ceto
La fazione degli o p t i m a te s rappresentava le idee e gli
interessi della nobilitas, legata alla tradizione del mos maiorum
e decisa a mantenere il potere nelle proprie mani
I p o p u l a r e s erano la fazione che rappresentava e sosteneva
gli interessi, le richieste e le rivendicazioni del popolo
LA GENS
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Struttura della gens Iulia
I
singoli
nuclei
famigliari
appartenevano a una gens
La gens era l’insieme dei cives che
ritenevano di discendere da un
antenato comune: nei nomi romani
era identificabile attraverso il nomen
Famoso il caso della gens Iulia (a cui
appartennero Giulio Cesare e
Ottaviano Augusto). I membri della
gens Iulia sostenevano di discendere
da Iulo (Ascanio) , cioè il figlio di
Enea, uno dei pochi a fuggire da
Troia dopo la sua distruzione. Poiché
Enea a sua volta era discendente
della dea Venere, i membri della
gens Iulia vantavano un’origine
divina
I TRIA NOMINA E I NOMI FEMMINILI
L'onomastica dell'antica Roma prevedeva che i nomi maschili tipici contenessero tre
nomi propri (tria nomina) che erano indicati come praenomen (la famiglia in senso
nucleare, all'interno della gens), il nomen (equivalente al nostro cognome ed
individuava la gens, ovvero era il cosiddetto "nome gentilizio") ed il cognomen, che
indicava il nome proprio come intendiamo oggi. Talvolta si aggiungeva un secondo
cognomen, chiamato agnomen. Un uomo che veniva adottato, mostrava nel nome
anche quello di adozione (come nel caso dell'imperatore Augusto). Per i nomi
femminili, c'erano poche differenze.
La società romana non usava attribuire veri e propri nomi personali alle donne, che
venivano conosciute soltanto con il proprio nome gentilizio (nomen), ovviamente declinato
al femminile, talvolta seguito da un aggettivo nel - frequente - caso di omonimia tra donne
appartenenti alla stessa gens (Maior e Minor se le donne erano soltanto due; Prima,
Secunda, Tertia e via dicendo se erano più di due).
Marcus (praenomen) Tullius (nomen) Cicero (cognomen)
STRUTTURA DELLA GENS
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Esistevano in età arcaica
gentes maiores, le più antiche composte solo da patricii
e
gentes minores, i cui membri erano plebeii divenuti
membri della nobilitas
Il gentilis era un membro della gens
Il gentilis di pieno diritto era il civis Romanus
il gentilis subordinato a esso era il servus (schiavo) o il
libertus (schiavo liberato)
I gentiles potevano chiedere il supporto degli altri membri
della gens in caso di prigionia o citazione in giudizio
Le assemblee dei gentiles avevano il diritto di limitare la
libertà dei propri membri rispetto a questioni come il
testamento
CLIENS ET PATRONUS
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I clientes erano cives che godevano della protezione di un patronus,
un uomo più ricco e potente di loro
In età arcaica il cliens doveva sostenere il patronus: difenderlo in
caso di necessità; prestargli denaro per la dote delle figlie o pagare
un riscatto se egli fosse caduto prigioniero
Il patronus aveva verso il cliens obblighi legali: fornire difesa in
tribunale e non testimoniare contro di lui
L’evoluzione dei costumi portò al fatto che i cives più ricchi
diventassero patroni di un gruppo più o meno numeroso di clientes,
che la mattina si presentavano al patronus per la salutatio e che poi
lo accompagnavano in giro per la città durante i suoi negotia (affari e
doveri da sbrigare)
Il patronus li ricompensava con il dono di una sportula, un cesto che
nei tempi più antichi conteneva cibo e poi, dal periodo tardo
repubblicano e imperiale, anche pecunia (denaro)