ANNO SCOLASTICO 2013/2014 IL NOSTRO ORTO BOTANICO… LABORATORIO ORTO BOTANICO a.s.2013/2014 Il progetto laboratoriale-didattico-naturalistico vede coinvolti gli alunni dell’Istituto Comprensivo “A.M.Ricci”, provenienti da più classi e intende trasmettere loro un atteggiamento più responsabile nei confronti del patrimonio naturale comune. Inoltre si configura a pieno con tutti gli interventi e i progetti che il nostro Istituto mette in atto ai fini di una piena e reale Inclusione. Si articola su più interventi educativi, che si effettueranno all’interno della scuola e propone una rilettura, nonché studio del parco scolastico, il suo utilizzo didattico in campo scientifico-naturalistico, la sua valorizzazione ed il suo rispetto. Durante le fasi della sua realizzazione sono previste lezioni pratiche di giardinaggio (calendario stagionale delle colture, uso degli attrezzi fondamentali, etc). Il progetto prevede anche una collaborazione con l’Istituto Superiore di Agraria di Cittaducale, sia a fini didattici che dell’orientamento. Tale collaborazione consisterà in alcuni incontri, nell’ambito del nostro orto botanico, con allievi ed insegnanti dell’Istituto superiore che terranno lezioni pratiche e teoriche agli alunni coinvolti nel progetto. Saranno, inoltre, organizzate una o due visite, durante l’anno scolastico, alle serre e ai giardini dell’Istituto di Agraria. Al termine dell’anno scolastico sarà allestita una mostra con cartelloni che illustrano il percorso effettuato per la realizzazione del lavoro attraverso le schede sulle piante conosciute e la collaborazione con l’Istituto di Agraria, sarà realizzato anche un piccolo libricino e una presentazione in Power Point che sarà inserita nel sito online della scuola. Il laboratorio prevede due fasi: a) Conoscenza di erbe aromatiche e spezie attraverso il laboratorio informatico di botanica "Le erbe aromatiche" Durante tale fase saranno presentate numerose erbe aromatiche e spezie, alcune più conosciute e già patrimonio del giardino botanico dell’Istituto, altre meno note: l'allievo dopo essere entrato in contatto con la pianta dal vivo, dopo averla osservata, toccata e stropicciata, per poterne sentire il profumo e memorizzare l’aspetto botanico, in aula informatica potrà realizzare delle schede informative grazie alle quali consolidare le proprie conoscenze. Per ciascuna pianta sarà - Ritratto o foto della pianta - Nome volgare - Nome scientifico - Famiglia - Descrizione - Esigenze ambientali - Epoca di raccolta predisposta una scheda di presentazione che riguarderà: -Conservazione o coltivazione - Parti utilizzate - Impiego in cucina - Proprietà medicinali - Curiosità - Ricette b) Laboratorio pratico di botanica "OFFICINA DELLE ERBE” Tale fase sarà essenzialmente pratica, al momento teorico della parte precedente si alternerà un momento di lavoro effettivo, si darà vita ad un piccolo orto in vaso o in terreno presso il giardino botanico della nostra scuola media, attraverso la collocazione, coltivazione e moltiplicazione delle piante aromatiche e di alcuni fiori stagionali. Programma Realizzazione di una piantina in scala della zona destinata all’orto. Allestimento di un piccolo orto in terra o in vaso: preparazione e coltivazione del terreno, cura e manutenzione. Coltivazione delle erbe aromatiche. Materiale utilizzato Zappe- Vanghe - Rastrelli - Carriola Forbici potatrici - Innaffiatoi e nebulizzatori Raffia- legacci Tubo irriguo Guanti (diverse misure ) Terra – vasi - vasetti contenitori per piantine Tempo di realizzazione: ottobre-maggio Classi classi seconde- laboratorio lunedì classi terze – laboratorio venerdì Autori Baldin Gianluca Belfiori Aurora Caloisi Confalone Marika Campogiani Alice Cervelli Martina Chiarinelli Giovanni Cianelli Francesco Ciogli Francesco Davis Celona Semi di papavero Fogo Mattia Lelli Leonardo Manzia Giulia Mattia Dalila Moretti Rachele Panarelli Riccardo Paprica Rocco Patrizio Rossi Sara Spoletini Marica Docenti Petroni Donatella – I quadrimestre Petrangeli Antonietta - II quadrimestre Carone Angela Dineve Francesca INDICE DELLE SPEZIE Anice stellato Cannella Chiodi di garofano Coriandolo Cumino nero Curcuma Finocchio selvatico Ginepro Paprika Pepe nero Peperoncino Senape Semi di papavero Vaniglia Zafferano Zenzero La cannella Nome volgare: Cannella Nome scientifico: Cinnamomum zeylanicum Famiglia: Lauraceae Descrizione: La cannella è un piccolo albero sempreverde alto circa 10–15 m, della famiglia delle Lauraceae. Le foglie sono opposte, di forma ovale e allungata, possono raggiungere i 18 cm di lunghezza e i 5 cm di larghezza. I fiori, bianchi, sono riuniti in infiorescenze. Il frutto è una drupa che contiene un seme privo di albume. Esigenze ambientali: L’albero gradisce temperature miti anche durante le stagioni più fredde, poiché non sostiene bruschi attacchi di freddo o gelate. La cannella, in genere, cresce in maniera selvatica nei boschi e nelle foreste a clima tropicale Epoca di raccolta: viene raccolta due volte l’anno, in autunno e in primavera Conservazione: in barattolini di vetro sigillati e lontani dalla luce e dal calore. Parti utilizzate in cucina: Si utilizza la parte interna della corteccia dei rami più giovani o più frequentemente si taglia la pianta di due anni di età appena sopra il livello del suolo Proprietà medicinali: Questa spezia ha un potere antiossidante tra i più elevati, un indice di valore di circa 62 volte quello della mela. Usata tradizionalmente contro le infreddature e come antibatterico e antispastico,viene oggi riconosciuta scientificamente la sua capacità di abbassare il colesterolo, inoltre esercita una funzione antisettica sui disturbi dell'apparato respiratorio. Curiosità: La cannella vanta una storia millenaria, era già citata nella Bibbia, nel libro dell'Esodo, era usata dagli antichi Egizi per le imbalsamazioni e citata anche nel mondo greco e latino. Importata in occidente con le carovane durante il medioevo, portò gli Olandesi a impiantare un traffico stabile con lo Sri Lanka nella prima metà del 1600, per divenirne i principali importatori d'Europa. Ricette Torta alla cannella Ingredienti:480 g di mandorle, 270 g di zucchero, 2 limoni, farina, uova, cannella, 2 chiodi di garofano, burro Preparazione: Impastate 240 g di mandorle, sbucciate e tritate, con 90 g di zucchero, la scorsa grattugiata di un limone, farina quanto basta e un albume. Con la pasta che si ottiene, e che deve essere abbastanza dura, si fanno due sfoglie; quindi si pestano 240 g di mandorle sbucciate con 180 g di zucchero, la scorza grattugiata di un limone, un pizzico di cannella in polvere, 2 chiodi di garofano pestati e uova: quante ne bastano per ottenere una pasta tenera e chiara. A questo punto si dispone sulla placca del forno imburrata la prima sfoglia, sopra si mette l’impasto di ripieno, poi si ricopre con la seconda sfoglia. Con le dita si premono i bordi delle due sfoglie e si cuoce in forno a temperatura moderata. Lasciata intiepidire, la torta può essere ricoperta con la glassa. Cumino nero Nome volgare: Cumino nero Nome scientifico: Bunium Persicum Famiglia: Ombrellifere Descrizione: il Cumino Nero (Nigella sativa) originario della regione mediterranea del nord Africa, è una pianta annuale, con fusto eretto e foglie pennatosette lunghe circa 5 cm. I fiori, che si sviluppano in estate, sono di colore bianco, con sfumature azzurre, seguiti da frutti rigonfi, contenenti piccoli semi neri. Esigenze ambientali: La nigella si semina a inizio primavera, ha una profondità di non più di 1 cm, direttamente a dimora, con una distanza di impianto di 20-25 cm (la pianta si sviluppa soprattutto in altezza). La pianta cresce fino a circa 40 cm, con graziosi fiori bianchi, larghi 2-3 cm, che diventano azzurri il giorno dopo. Epoca di raccolta: tre-quattro mesi dalla semina. Conservazione: si conservano i semi in bustine di carta. Parti utilizzate in cucina: i semi Proprietà medicinali: Il frutto è una ricca fonte di timolo. Si tratta di uno stimolante, che stimola la diuresi e allevia la flatulenza. Curiosità: In Egitto, al tempo dei Faraoni, rivestiva grande importanza ed era conosciuto come rimedio universale. Era usanza, ad esempio, metterlo in anfore mortuarie (è stato trovato nella tomba del famoso Tutankamon) affinchè lo spirito della persona deceduta potesse portarlo con sé. In Cina e in India l'olio di Cumino nero viene usato come un "antibiotico naturale». Ricette Naan indiani alla nigella e sesamo Ingredienti 200g farina 00 200g farina di grano duro 7g lievito in polvere 150 ml acqua calda 1 cucchiaio di zucchero 1 cucchiaino di sale 1/2 cucchiaino nigella 5 cucchiai di latte 2 cucchiai di yogurt 30ml olio di semi burro semi di nigella e di sesamo Preparazione Sciogliere lo zucchero e il lievito in acqua calda e lasciare riposare 10 minuti. Mescolare le due farine, il sale e la nigella, quindi impastarli con il latte, lo yogurt e l'olio. Unire il composto di lievito, impastare bene e lasciare lievitare per un'ora e mezza in un luogo caldo. Dividere in otto parti e formare con ciascuna una palla. Schiacciarla fino a ottenere un disco di 10 cm di diametro, spennellare con burro fuso e cospargere di semi di nigella e di sesamo. Schiacciare delicatamente i semi, quindi procedere con una nuova palla di impasto. Lasciare riposare per 15 minuti. Scaldare la pietra ollare nel forno a 200°. Poggiarvi due o tre naan, quindi chiudere il forno e fare cuocere 7-8 minuti, finchè non iniziano a dorare in superficie. Nome volgare Chiodi di garofano Nome scientifico Eugenia caryophyllata Famiglia Myrtaceae Descrizione: la chioma è a forma tondeggiante e le foglie sono ovatolanceolate, opposte, di color rossastro da giovani che man mano diventano di una tonalità verde scuro che, se viste in trasparenza, presentano numerosi puntini traslucidi ricchi di olio essenziale. Le infiorescenze a pannocchia sono composte da numerosi fiori ciascuna che variano dal cremisi al giallo Esigenze ambientali: i chiodi di garofano si sono velocemente diffusi in tutti i paesi a clima tropicale. Va innaffiata regolarmente. Epoca di raccolta: i chiodi di garofano sono colti ed essiccati due volte all'anno; sono colti quando sono ancora solo dei boccioli, quando sono ancora immaturi e fatti essiccare al sole. Conservazione: vanno conservati in un barattolo a chiusura ermetica, in un luogo fresco e asciutto. Parti utilizzate in cucina: le parti della pianta utilizzate sono i bottoni floreali o Chiodi. Impiego in cucina: si usano sia nel dolce sia nel salato. Tra i piatti più noti alcuni dolci di frutta, specie di mele, pandolci e panpepati. Proprietà medicinali: l'infuso di chiodi di garofano oggi viene utilizzato per attenuare la nausea, l'indigestione ed i disturbi intestinali. Curiosità: Il nome "chiodi di garofano" deriva dal fatto che una volta essiccati ricordano dei chiodi, mentre la loro essenza ricorda il profumo del garofano comune. .ricette Biscotti di Pan di zenzero Ingredienti Farina 00 350 gr Zucchero 160 gr Burro 150 gr Uova 1 Sale 1 pizzico Miele 150 gr Cannella 2 cucchiaini rasi Noce moscata 1/4 di cucchiaino Zenzero 2 cucchiaini rasi Chiodi di garofano 1/2 cucchiaino Bicarbonato 1/2 cucchiaino Procedimento In un recipiente setacciate la farina e unite tutte le spezie in polvere, il bicarbonato e il sale. In un’altra ciotola invece sbattete il burro con lo zucchero, aggiungendo l’uovo e alla fine il miele. A poco a poco unite a quest’ultimo composto la farina con le spezie. Lavorate per bene l’impasto fino ad ottenere un composto omogeneo. Formate una palla e avvolgetela nella pellicola trasparente. Mettetela a riposare in frigorifero per qualche ora. Trascorso il tempo di riposo, aiutandovi con della farina per non far attaccare l’impasto al piano, stendete la pasta col mattarello fino a formare una sfoglia di 5 mm di altezza. A questo punto siamo pronti per formare i nostri biscotti con le nostre formine ad omino. Una volta tagliati i vostri omini di pasta, infornateli in forno preriscaldato a 180° per circa 8-10 minuti. Devono venire leggermente dorati. FINOCCHIO SELVATICO Nome volgare: Finocchio selvatico Nome scientifico: Foeniculum Vulgare Famiglia: Ombrelliferae Descrizione: Pianta erbacea perenne, a volte biennale, rizomatosa, con fusti eretti, ramificati, alti fino a 150 cm. Le foglie sono 3-4 pennatosette, divise in lacinie quasi capillari. I fiori gialli sono riuniti in ampie ombrelle. Il frutto è un achenio molto aromatico. Epoca di raccolta: Le foglie e i rametti verdi già teneri vanno raccolti in primavera. I semi e i frutti si raccolgono in autunno. Il finocchietto si raccoglie a fine inverno. Conservazione: Tagliare le ombrelle quando i frutti sono quasi maturi e farle essiccare all'ombra. Batterle poi delicatamente per raccogliere i frutti maturi. Parti utilizzate: i frutti (detti semi), i giovani getti e le foglie fresche, la parte tenera del finocchietto selvatico. Impiego in cucina: In cucina, i frutti (detti semi) si abbinano con la porchetta e tutte le carni grasse. I giovani getti e le foglie fresche sono indicate per aromatizzare insalate, piatti di pesce, salse e aceti aromatici. Il finocchietto selvatico (raccolto a fine inverno, utilizzando solo la parte tenera e le foglie filiformi) si usa in Sicilia per la preparazione della pasta con le sarde. Proprietà medicinali: depurative, tonico-aperitive, carminative, antispasmodiche. Curiosità: L’essenza di questa pianta erbacea usata in erboristeria rende gli animali timorosi. Il finocchio era un tempo considerato una pianta erbacea antivelenosa da cinesi e indù ed era usata contro i morsi di serpente, le punture di ragni e scorpioni. Questa pianta erbacea era considerata un eccellente medicamento oftalmico ed era utilizzata come fattore dimagrante. Nei casi di sordità veniva un tempo consigliato di dirigere con un imbuto il vapore del decotto nel condotto uditivo. L’espressione “lasciarsi infinocchiare” deriva dall’abitudine degli osti dell’antichità di “correggere” il vino scadente aromatizzandolo con la base carnosa delle foglie o i frutti o altre parti del finocchio e dal fatto che spesso i frutti del finocchio, assieme ad altre piante aromatiche, venivano usati per conservare e insaporire la carne scadente e un po’ andata, specie quella di maiale ed i salumi da essa prodotti. Ricette: Filetti di merluzzo all'arancia: Ingredienti: 2 filetti di merluzzo(surgelati), olio, sale, finocchietto selvatico, 1 arancia. Preparazione: In una teglia rivestita con carta forno adagiare i filetti di merluzzo ancora surgelati e salare; aggiungere un filo d'olio e mezza arancia spremuta e qualche ciuffetto di finocchietto selvatico; infornare a 160° per 15 minuti circa. Servire il pesce adagiato su fette di arancia (la metà rimasta) e con delle carotine. Spaghetti alle sarde: Ingredienti: 20 sarde, 1 spicchio d'aglio, prezzemolo, finocchietto selvatico, peperoncino, olio d'oliva, 300 gr di spaghetti,sale. Preparazione: Pulire le sarde raschiando le squame e togliendo le pinne, svuotare le interiora praticando un taglio nella pancia, poi staccare la testa assieme alla lisca e alla coda. Lavarle in acqua corrente e raccoglierle in un scolapasta. Mettere a bollire l'acqua per la pasta.Scaldare un dl di olio d'oliva con mezzo spicchio d'aglio tritato in un salta pasta e unire metàsarde tritate finemente. Rosolarle per 3 o 4 minuti poi bagnarle con mezzo bicchiere di vino bianco e continuare la cottura per altri 5 minuti finchè il pesce si sarà spappolato. Tagliare a pezzi le sarde rimaste ed unirle al fondo già preparato aggiungendo un po' di sale e mezzo peperoncino piccante, cuocere ancora per 10'. Lessare gli spaghetti poi scolarli e versarli nel sugo di sardine assieme ad una spolverata di prezzemolo tritato e ad un ciuffo di finocchietto selvatico spezzettato con le mani.Mantecare con un po' di acqua di cottura della pasta, condire con ancora un giro d'olio e servire. LA CURCUMA Nome volgare: Zafferano delle Indie. Nome scientifico: Curcuma longa. Famiglia: Zingiberaceae. Descrizione: Comprende diverse specie erbacee ed arbustive, rizomatose ed aromatiche, originarie dell'Estremo Oriente e dell'Australia. Sono piante caratterizzate da un grosso rizoma, variamente ramificato. Le foglie sono allungate e con i fiori riuniti in infiorescenza a spiga, variamente colorati dal giallo all'arancione, a seconda della specie e della varietà che spuntano da delle vistose brattee. Epoca di raccolta: La raccolta dei suoi rizomi avviene in autunno. Conservazione: Conservare la curcuma in un barattolo a chiusura ermetica per non disperdere l'aroma. Impiego in cucina: Si trova nella composizione del curry (a base di curcuma, coriandolo,cannella, peperoncino, garofano, noce moscata, zenzero). È ampiamente impiegata in molti prodotti alimentari per il colore ed il suo aroma, tra cui i prodotti da forno, carne, condimenti,sottaceti, grassi, olii, riso, zuppe e salse (mostarda). Si impiega come colorante alimentare atossico (giallo), stabile al calore (sigla E-100). Proprietà medicinali: Si ritiene abbia notevoli proprietà antiossidanti. È antiflogistica e antinfiammatoria; digestiva, epatoprotettiva dei tessuti del fegato. Previene le cardiopatie; la curcuma aiuta a ridurre il colesterolo nel sangue e a prevenire la formazione di emboli che determinano attacchi cardiaci ; è antifungina. Curiosità: Il vivace colore giallo della radice polverizzata viene utilizzato come colorante alimentare del tutto innocuo; se ne segnala l'uso anche per i tessuti ma sbiadisce rapidamente.In certe regioni dell'India una radice di curcuma appesa al collo della ragazza fa parte del rito della promessa matrimoniale. Ricette: Risotto con la curcuma Ingredienti: 1 porro (o 1 cipolla), 320 grammi di riso, 1 litro e mezzo di brodo vegetale, panna (o panna vegetale, di soia, avena o riso) 2 cucchiaini di curcuma, olio e pepe Quanto basta. Preparazione: Preparare il brodo vegetale. Soffriggere in una casseruola il porro o la Cipolla conl’olio, poi versare dentro il riso e lasciarlo rosolare per qualche minuto. Versare, piano piano, nella casseruola il brodo vegetale per fare in modo che il riso si cuocia, girandolo ogni tanto. Una volta cotto il riso e asciugato quasi tutto il brodo, aggiungere la panna piacimento e infine spolverare con la curcuma e il pepe. Cracker alla curcuma Ingredienti: 300 g di farina di tipo 1 o 2; 70 ml di olio extra vergine di oliva; 50 ml di acqua; 50 ml di vino (bianco o rosso); 2 cucchiaini di curcuma; 2 prese di sale; 1 pizzico di paprika piccante1 pizzico di pepe; una manciata di semi di sesamo; 2 cucchiaini di erbette miste Mediterranee. Preparazione: in una terrina capiente versare la farina setacciata; aggiungere, l'acqua, l'olio e il vino,mescolare tutti gli ingredienti, quindi aggiungere la curcuma, il sesamo, il sale, la paprika piccante, il pepe e le erbette. Impastare bene, per qualche minuto,quando l’ impasto sarà omogeneo e liscio, coprire la pasta con una pellicola trasparente e lasciarla riposare per 15-20 minuti in un Luogo asciutto e non troppo caldo. Nel frattempo, far riscaldare il forno a 180 gradi, poi Riprendere l'impasto, adagiarlo su un foglio di carta da forno spolverizzato con della farina e – con l'aiuto di un mattarello – stendere l'impasto fino ad ottenere uno strato rettangolare (delle stesse dimensioni della placca da forno) dello spessore di 3-4 millimetri; poi – con una rotella dentellata – tagliare il rettangolo in tanti quadrati o rettangoli, della dimensione preferita, quindi trasferire il foglio sulla placca (facendo attenzione a non far cadere l'impasto) e infornare per 20 minuti. Quando i cracker saranno ben dorati, sfornarli, lasciarli freddare completamente e servirli! Zafferano Nome scientifico: Crocus Sativus / L.. Zafferano. Famiglia: Iridaceae Descrizione: E' una pianta erbacea provvista di un bulbo abbastanza grande di forma sferica, di 3-5 cm di diametro, e circa 2 cm di altezza dal quale spuntano le foglie lunghe, lineari e prive di picciolo, di colore verde molto intenso,raccolte in ciuffi da delle guaine fogliari. I fiori dello zafferano sono di colore violetto, in numero di 3-5 per pianta, con uno stilo fragile, molto lungo di colore giallastro, che termina con uno stimma diviso in alto in tre parti, di colore arancione dai quali si ottiene la tanto preziosa spezia. Fiorisce verso la fine di ottobre, periodo in cui vengono raccolti, rigorosamente a mano, gli stimmi fiorali. Esigenze ambientali: le zone nelle quali si coltiva lo zafferano sono molto diverse tra loro. Non è una pianta particolarmente esigente grazie al fatto che la calura estiva e la siccità sono superate in quanto la pianta è in stasi vegetativa. L'unica cosa che potrebbe disturbarla sono le gelate improvvise e le eccessive piogge autunnali che potrebbero ostacolare la fioritura. Epoca di raccolta: la raccolta avviene la mattina molto presto per un periodo di circa 15 gg., a novembre Conservazione : i fiori si raccolgono ancora chiusi appena liberati dalla spata bianca. Quindi gli stigmi vengono subito recuperati e fatti essiccare su stracci di tela con braci di carbone. Nome volgare: Parti utilizzate in cucina: gli stimmi dei fiori Proprietà medicinali: le sue proprietà sono: stimolante, toniche, sedative, emmenagoghe ed ipnotiche. Curiosità: Lo zafferano, chiamato anche Croco o castagnola, nell'antichità era conosciuto più per le sue proprietà medicamentose che culinarie infatti è citato, nel Cantico dei Cantici, nei papiri egiziani e nell'Iliade. Nel Medioevo e nel Rinascimento era considerato quasi una panacea. Ricetta: LA PASTA ALLA MONZESE Ingredienti Sale q.b. Pasta: penne rigate 350 gr Salsiccia luganega 250 gr Panna fresca liquida 250 ml Zafferano 1 bustina Parmigiano Reggiano grattugiato 60 gr Pepe q.b. • Per preparare la pasta alla monzese, per prima cosa incidete con la punta di un coltello affilato la pelle della salsiccia, ed eliminatela. Sgranate la salsiccia e formate dei bocconcini di eguali dimensioni. In una padella antiaderente preriscaldata su fuoco medio, ponete i bocconcini di salsiccia senza versare olio perchè si cuocerà nel suo grasso . Appena risulterà dorata e ben rosolata, aggiungete direttamente nella padella la panna fresca e fate cuocere per un paio di minuti fino a che la panna non si insaporisca con il grasso della salsiccia . Nel frattempo cuocete le penne in abbondante acqua bollente salata per il tempo indicato sulla confezione . Prelevate un mestolo di acqua di cottura della pasta e scioglietevi dentro lo zafferano quindi aggiungetelo al sugo di panna e salsiccia in padella- Mescolate per amalgamare lo zafferano alla panna; scolate la pasta al dente (circa due minuti prima della normale cottura) tenendo da parte l'acqua di cottura che servirà per "risottare" la pasta, e unitela al sugo. Insaporite con sale se necessario. Fate saltare le penne a fuoco medio per 2 minuti mantecandole con il parmigiano grattugiato e versando a filo acqua di cottura della pasta, quanto basta per non far asciugare il condimento. LA PAPRICA Nome volgare: Paprica Nome scientifico: Paprika Famiglia: Solanacee Descrizione: la paprica è una delle spezie comunemente usate nella preparazione dei cibi. Si ottiene dal peperone fatto seccare, liberato dalla parte interna bianca e macinato. Epoca di raccolta: la raccolta si effettua in estate e in autunno, ad una temperatura sui 25 gradi. Conservazione: la paprica va conservata in contenitori ben chiusi e al buio; va consumata in un tempo molto breve, in quanto tende a scurirsi presto e ad acquistare un sapore sgradevole. Parti utilizzate: si utilizzano la parte interna del peperoncino e i semi. Impiego in cucina: viene comunemente utilizzata con la carne, i formaggi, la panna, il pomodoro, la cipolla, spesso in abbinamento ad altre spezie. Proprietà medicinali: La paprica ha proprietà toniche, stimola l’apparato digerente e facilita la digestione, rinforza l’apparato circolatorio ed è antisettica. Curiosità: Una leggenda dice che una giovane contadina ungherese che era stata costretta con la forza a vivere nell'harem di un pascià turco a Buda, avesse spiato a lungo i giardini del palazzo mentre coltivavano i peperoni e che, una volta liberata, avesse insegnato ai contadini del suo villaggio a coltivarli. Ricette: Una leggera alternativa alle adorate patate fritte. Questa proposta diminuisce i grassi saturi della frittura ma non sacrifica il gusto. Ingredienti: 4 cucchiai d'olio extravergine d'oliva 4 patate grandi 2 cucchiai di pane grattugiato 1 cucchiaino di paprika dolce sale marino q.b. IL PEPE NERO Nome volgare: Pepe nero Nome scientifico: Piper nigrum Famiglia: Piperaceae Descrizione: La pianta del pepe è una liana legnosa perenne che raggiunge i quattro metri di altezza. L'albero del pepe cresce in terreni né troppo secchi né allagati, quindi in terreni umidi e ben concimati con materiali organici. Epoca di raccolta: La raccolta inizia appena una o due bacche alla base del peduncolo diventano rosse e prima che i frutti arrivano a maturazione. I frutti che restano sulla pianta cadono da soli. Le drupe raccolte vengono messe al sole per l’essiccazione e quindi vengono sgranate per estrarre i frutti. Coltivazione: Le piante non devono essere molto folte ma tali da favorire l'ombra e permettere la ventilazione. Le radici vanno coperte di strame ed i germogli vanno potati due volte l'anno. Su suoli secchi le piante devono essere irrigate ogni due giorni, per i primi tre anni, nella stagione calda. Le piante producono frutti dal quarto/quinto anno e continuano a fruttificare per circa sette anni. Parti utilizzate: Germogli, frutti e radici. Impiego in cucina: Serve per aromatizzare gli alimenti e condire. Proprietà medicinali: Il pepe ha la capacità di migliorare la funzione dell'apparato digestivo. Un altro vantaggio del pepe nero è la sua capacità di diminuire la quantità di gas nel tratto intestinale. Inoltre è in grado di aumentare l'acido nello stomaco. Il pepe nero è noto per avere una grande quantità di proprietà antiossidanti. Ha effetti benefici anche contro la proliferazione batterica, in particolare nel tratto intestinale. • • • • • • • • • Curiosità: Il pepe nero è una delle spezie più diffuse, le piccole perle nere sono custodite negli armadietti di tutte le cucine del mondo e compaiono in moltissimi piatti. Ai tempi dell'Impero Romano i grani di pepe nero si pagavano a peso d'oro. Ricette: Ingredienti 4 braciole di maiale . 5 cucchiai di olio d'oliva extra-vergine 200 g di castagne sbollentate pelate . Pepe nero in grani 200 g di patate . Sale 2 cucchiaini di miele . 1 cucchiaio di aceto di vino Salvia Rosmarino Braciole di maiale al pepe nero Alloro 4 chiodi di garofano Lessate le castagne in acqua già bollente, salata, aromatizzata da 1 foglia di alloro. Scolatele quando saranno morbide ma ancora intere. Lessate la patata con la buccia, mettendola in acqua inizialmente fredda, scolatela un poco al dente (per essere certi della cottura, pungete la patata con una forchetta che dovrà penetrare con una certa resistenza), quindi pelatela e tagliatela a tocchetti. Pestate in un mortaio una cucchiaiata di grani di pepe, senza frantumarli eccessivamente. Cospargete le braciole di maiale con il pepe pestato, un pizzico di sale, alcune foglioline di salvia, rametti di rosmarino, i chiodi di garofano, poi fatele rosolare a fuoco vivo in una larga padella con l'olio caldo. Quando saranno ben colorite da ambedue i lati, stemperate nel fondo di cottura il miele, mescolate, spegnete e tenete in caldo.Separatamente, fate insaporire nel restante olio le castagne e i pezzi di patata; condite l'insieme con sale, una macinata di pepe e l'aceto, poi riunite in un unico tegame le braciole di maiale e il contorno.Servite subito ben caldo. Oltre alle patate si accompagnano bene con le castagne le carote o il cavolfiore, verdure che vanno prima leggermente lessate. Nome volgare: Peperoncino Nome scientifico: Capsicum Famiglia: Solanaceae Descrizione: le piante di Capsicum annuum si presentano sotto forma di cespuglio alti da 40 a 80 cm (a seconda della specie) con foglie di colore verde chiaro. I fiori hanno la corolla bianca avente da 5 a 7 petali con stami giallo tenue. Esigenze ambientali: nelle zone del sud può essere coltivato all’aperto, nelle zone più fredde deve essere portato al riparo ai primi di ottobre. In primavera-estate richiede una temperatura compresa tra 15 e 21°C. In autunno-inverno necessita di temperatura al di sopra dei 10 °C. Luce: molta luce diffusa (specie nel periodo della maturazione dei frutti), con esclusione del sole diretto. Le annaffiature dovranno essere moderate, avendo cura di lasciare asciugare la terra tra una somministrazione e l’altra. Substrato: composto a base di terra fibrosa da giardino. Epoca di raccolta: I frutti del peperoncino, le bacche, maturano tra l'estate e l'autunno. Conservazione: Essiccato, sott’olio o in altre modalità, il peperoncino raccolto in estate è in grado di durare per tutto l’inverno e persino oltre. Impiego in cucina: Il suo uso in cucina è noto a tutti. Dosato con saggezza, valorizza numerosissime vivande. Nome volgare: Papavero selvatico Nome scientifico: Papaver rhoeas Famiglia Papaveraceae Descrizione: È una pianta erbacea alta fino a 80 - 90 cm. Il fusto è eretto, coperto di peli rigidi, tagliato emette un liquido bianco. I boccioli sono verdi a forma di oliva e penduli. Il fiore è rosso dai petali delicati e caduchi, spesso macchiato di nero alla base in corrispondenza degli stami di colore nero. Fiorisce in primavera da aprile fino a metà luglio. Le foglie sono pennato partite sparse lungo il fusto. I frutti sono delle capsule ovoidali che contengono i semi che si diffondono in seguito a forti scosse di vento perchè i pori si trovano nella parte alta della capsula che una volta matura non si piega. Esigenze ambientali: In Italia si trova allo stato spontaneo in tutte le zone costiere, collinari e di bassa montagna (fino a 1200 m), spesso infestando le zone dove la terra viene mossa per lavori, è considerato una pianta di natura infestante per la sua ottima capacità di diffondersi molto facilmente, nota per la sua resistenza negli ambienti più ostili. Epoca di raccolta: Periodo di raccolta e pulizia dei semi di papavero : agosto- settembre. Conservazione: Conservare i semi è un lavoro che richiede pazienza, è sicuramente più veloce comprare le buste di semenza, ma non si sarà mai certi della loro provenienza, che invece è sicura se si usano piante coltivate da se stessi, non trattate, con cui si può creare ad una coltivazione quasi biologica nel suo piccolo. Impiego in cucina: I semi di papavero sono utilizzati in pasticceria e per la preparazione di numerose varietà di pane. Dai semi di papavero si estrae anche un olio alimentare. Proprietà medicinali: A scopi medicinali e farmaceutici si usa invece il Papaver somniferum di colore bianco da cui vengono estratte sostanze stupefacenti utili per la produzione dell’oppio e della morfina. * Nome volgare: Vaniglia Nome scientifico: Vanilla planifolia Descrizione: Flessibile e poco ramificata, la liana di vaniglia, anche chiamata vaniller, si sviluppa per crescita del germoglio e forma dei lunghi terminali che si arrampicano all'assalto del loro supporto per più di dieci metri. Se il fusto è rotto, si può eseguire facilmente una talea che permette la moltiplicazione della pianta. Le foglie sono alternate lungo i lati del gambo. Sono piatte, intere, ovali con la punta aguzza, all'incirca tre volte più lunghe rispetto alla larghezza e possono raggiungere la misura di quindici centimetri. Il gambo e le foglie sono verdi, carnosi, contenenti un succo trasparente e irritante che provoca sulla pelle delle scottature e pruriti persistenti. Nelle vicinanze dell'attaccatura delle foglie ci sono spesso delle radici aeree che permettono alla pianta di appendersi al suo appoggio o se necessario ad una talea di radicarsi. I fiori, in gruppi di otto o dieci, formano dei piccoli bouquet. Di colore bianco, verdastro o giallo pallido, hanno una struttura classica di un fiore d'orchidea malgrado un'apparenza molto regolare. Esigenze ambientali: Nelle zone tropicali umide, soprattutto nelle Antille, a Reunion, in Indonesia e in Madagascar. Reperibile nei vivai specializzati in orchidee, si può coltivare in vaso, come le orchidee più comuni. Epoca di raccolta: La prima raccolta avviene tre anni dopo la semina, mentre il culmine si ottiene dopo l’ottavo anno. Le capsule sono pronte per la raccolta quando la pianta da verde diventa gialla. Si staccano con le forbici e si pongono a seccare in luogo ombroso e aerato. Si conservano intere in barattoli di vetro al fresco e al buio. Conservazione: La vaniglia ha bisogno di un clima caldo e umido, di un supporto d'ancoraggio e di una certa ombra. Sono utilizzate principalmente tre tecniche di coltivazione, dalla più estensiva alla più intensiva. Impiego in cucina: Viene utilizzata per aromatizzare i dolci, creme, zucchero, latte cioccolato e liquori. Ginepro Nome volgare: “Ginepro” Nome scientifico: “Juniperus Communis” Famiglia: “Cupressacee” Descrizione: è una conifera comune è alta da 1 a 10 metri Esigenze ambientali (clima,esposizione,terreno,acqua): la coltivazione del ginepro richiede un clima temperato, delle frequenti precipitazioni estive, esposizione a pieno sole o mezz’ombra, suolo ricco ma sabbioso o carsico Epoca di raccolta: Rami e sommità a novembre e i frutti a fine secondo anno Conservazione: sottovuoto Parti utilizzate: coni, tronco e i rami Proprietà medicinali: cura disturbi digestivi, malattie respiratorie, delle vie urinarie e reumatiche ALTRO SUL GINEPRO Curiosità: I frutti sono detti coccole. La pianta è il simbolo di Cristo. Ricette: Gin, Kranewitter, estratto di Ginepro, Gineprata, Tagliolini al salmone e bacche di Ginepro, Branzino al forno con bacche di Ginepro, Straccetti di vitello al Ginepro, Liquore di Ginepro, Cervo al Ginepro, Coniglio al Ginepro, Salmone in crosta profumato all’arancia e Ginepro, Penne al Ginepro. PENNE AL GINEPRO INGREDIENTI: 1 Sedano;1 Carota; 1 Cipolla; Burro; Olive a fettine; Bacche di Ginepro; Marsala; Salsa al Ginepro. Tagliare a pezzetti la costa di sedano, la carota e la cipolla(mondati, lavati e asciugati) e fateli soffriggere in una pentola con il burro unite le olive e le bacche di Ginepro, poi irrorare con Marsala e fate cuocere 20 minuti. Salate leggermente, mettere a cuocere la pasta,condire con salsa di Ginepro e servire caldo. VINO CONSIGLIATO: Pinot Bianco (Trentino). Zenzero Nome volgare: “Zenzero” Nome scientifico: “Zingiber officinale” Famiglia: “Zingiberaceae” Descrizione: Pianta formata da uno o più fusti sterili e cavi che partono dal rizoma. Esigenze ambientali: Clima tropicale o sub tropicale Conservazione: Sottovuoto Parti utilizzate: Rizoma Proprietà medicinali: Cura dissenteria, nausea, raffreddore (se usato con 3-4 foglie di basilico sacro) congestione e tosse. Curiosità: Presso diverse civiltà e in differenti momenti storici, lo zenzero è stato considerato un afrodisiaco. Scalda le viscere, stimola la circolazione e il suo aroma intenso risveglia le ghiandole olfattive. Ricette Salmone con lo zenzero Ingredienti: 2 spicchi Aglio, 2 fette di Lardo, 2 cucchiai Olio di Oliva Extravergine, qb Pomodori Maturi, 4 fette Salmone, 1 pz Zenzero,5 n Cipolla. Preparazione: soffriggi 1 pezzetto di radice di zenzero fresco grattugiato, 2 spicchi d'aglio tritati e 1/2 cipolla tagliata a dadini con 2 cucchiai di olio extravergine di oliva. Unisci 3 pomodori maturi tagliati a cubetti e cuoci per 15 minuti circa. Taglia in 4 parti i filetti di salmone, poi avvolgi ciascuno in 2 fettine sottili di lardo. Cuoci i trancetti di salmone ottenuti sotto il grill del forno per una decina di minuti; poi servili con la salsa di zenzero e pomodoro, a parte. NOME VOLGARE: coriandolo NOME SCIENTIFICO: coriandrumsativum FAMIGLIA : apiceae o umbelliferae DESCRIZIONE:I fiori sono bianchi , uniti in infiorescenze ad ombrello..I frutti sono diacheni aromatici ESIGENZE AMIBENTALI(clima,esposizione,terreno,acqua):necessita di clima mediterraneo,con esposizione a umido e sole,. EPOCA DI RACCOLTA: si raccolgono soprattutto i futti che nascono a giugno e luglio.La raccolta delle ombrelle insieme al gambo deve avvenire al mattino presto quando il coriandolo e’ ancora umido di rugiada CONSERVAZIONE:I frutti si conservano in recipient di vetro e i semi si dovrebbero conservare interi PARTI UTILIZZATE: si utilizzano le foglie fresche ed i semi essiccati IMPIEGO IN CUCINA: Numerosissimi sono gli impieghi culinari del coriandolo. Entra nella preparazione di alcuni salumi, insaporisce carne, pesce e verdure, ma profuma anche birre, biscotti, confettI e il pampepato; i semi vengono utilizzati come spezia. PROPRIETA MEDICINALI: il coriandolo puo essere usato come infuso contro I dolori di stomaco,,e’ consigliato anche per I problemi di aerofagia e emicrania e aiuta la digestione. CURIOSITA: coniosciuto anche come prezzemolo cinese o con il nome spagnolo cilantro e una pianta annuale delle apiceae RICETTA: Il coriandolo è usato nella cucina italiana e in quella internazionale, soprattutto orientale: infatti è un ingrediente del Garam Masala e del Curry, due mix di spezie usati in moltissime ricette orientali, soprattutto indiane, ma anche sud americane. In Italia, il coriandolo è usato nella preparazione di insaccati come la mortadella e alcuni tipi di salsiccia, ma è adoperato anche nelle marinate e in ricette a base di cavoli o legumi; talvolta il coriandolo è usato per insaporire anche carne di maiale, agnello, puré di patate e diversi tipi di zuppe e minestre. Nei paesi anglosassoni, il coriandolo è proposto anche nei dolci, mentre nelle aree balcaniche entra in alcune ricette di pane. Infine, il coriandolo è usato per aromatizzare il gin e la Chartreuse, un liquore. ESPERIENZA CON L’ISTITUTO PROFESSIONALE DI AGRARIA Mercoledì 19 febbraio alle ore 11.00 presso l’Aula Magna del nostro Istituto Comprensivo si è tenuto un incontro didattico con l’Istituto Professionale per l’Agricoltura di Cittaducale. Noi alunni delle classi seconde e terze del laboratorio di “Orto Botanico”abbiamo incontrato alcuni alunni e professori dell’Istituto di Agraria per ascoltare una lezione tecnico-scientifica. Dopo una prima fase di presentazioni, attraverso la lavagna interattiva multimediale, i docenti ci hanno illustrato i seguenti argomenti: - struttura e composizione del suolo - compostaggio e concimazione - riproduzione delle piante per “talea”. Struttura e composizione del suolo Il suolo è formato da 3 strati: humus, parte minerale e roccia madre. Esistono 3 diversi tipi di suolo : argilloso, sabbioso e limoso. Il suolo argilloso è impermeabile all’acqua. L'impermeabilità è un difetto derivante dall'eccessiva microporosità dei terreni argillosi. Il suolo limoso ha il 10% di sabbia,l'80% di limo e il 10% di argilla. Il suo difetto è che ha una forte tendenza a conservarsi allo stato disperso, con effetto addensante. Un terreno sabbioso o leggero o sciolto, è un suolo la cui tessitura è composta da oltre il 60% in sabbia sul totale della terra fine. Compostaggio e concimazione Il compost, detto anche terricciato o composta, è il risultato della decomposizione e dell'umificazione di un misto di materie organiche (come ad esempio residui di potatura, scarti di cucina, letame, liquame o i rifiuti del giardinaggio come foglie ed erba sfalciata) da parte di macro e microrganismi in condizioni particolari: presenza di ossigeno ed equilibrio tra gli elementi chimici della materia coinvolta nella trasformazione. Il compost può essere utilizzato come fertilizzante su prati o prima dell'aratura. Per avere un buon compost, bisogna ricordarsi che sono gli organismi decompositori del suolo a produrlo. Essi, per vivere, hanno bisogno di tre parametri: •nutrienti equilibrati composti da un misto di materie carboniose (brune-dure-secche) e di materie azotate (verdi-molli-umide). •umidità che proviene dalle materie azotate (umide) ed eventualmente dall'acqua piovana o apportata manualmente. •aria che si infiltra attraverso la porosità prodotta dalla presenza delle sostanze carboniose strutturanti (dure). Cumulo all'inizio del processo di compostaggio I residui organici compostabili sono: • rifiuti azotati: scarti vegetali, di giardino (tagli di siepi, erba del prato...), foglie verdi, rifiuti domestici (frazione umida), limitando i residui di origine animale e mischiandoli bene a quelli di origine vegetale. È così possibile diminuire del 30-40 % la quantità di spazzatura; inoltre molti comuni italiani prevedono una riduzione della tassa sui rifiuti per coloro che dimostrano di praticare il compostaggio; • rifiuti carboniosi: rami derivanti dalla potatura (meglio se sminuzzati con un biotrituratore, altrimenti risulteranno poco aggredibili da parte dei microrganismi), foglie secche, paglia (si terranno da parte accuratamente queste materie e le si mischierà man mano ai rifiuti azotati che si produrranno di giorno in giorno); • fondi di caffè, filtri di tè, gusci di uova, gusci di noci; • lettiere biodegradabili di animali erbivori; • carta, evitando quella stampata (anche se oggigiorno i giornali non contengono più sostanze tossiche) e, soprattutto, quella patinata. • pezzi di cartone (fungono anche da rifugio ai lombrichi); • pezzi di tessuti 100% naturali (lana, cotone), ecc. 2 o 3 volte all'anno bisogna rigirare il materiale per riattivare il processo di compostaggio. La riproduzione delle piante per “talea” La talea è il frammento di una pianta appositamente tagliato e sistemato nel terreno o nell'acqua per rigenerare le parti mancanti, dando così vita ad un nuovo esemplare. Il più delle volte si tratta di un rametto destinato a radicarsi. Si tratta di un sistema di riproduzione che sfrutta le enormi proprietà rigenerative dei vegetali, in particolare quella di differenziare il tessuto radicale dal tessuto indifferenziato (meristematico) che si trova in sottilissimi strati sottoepidermici in varie parti della pianta. Infatti la talea può costituirsi a partire da un frammento di foglia, di ramo, di fusto o radice. PIANTARE CONCIMARE CURARE Mercoledì 26 marzo 2014 alle ore 11.30 presso il giardino della scuola A.m. Ricci si è tenuto il 3° incontro con l’Istituto Professionale per l’Agricoltura di Cittaducale. Noi alunni delle classi seconde e terze del laboratorio di “Orto Botanico”abbiamo incontrato il professor Leonardi Orlando che ci ha illustrato come piantare e concimare alcune piante ortive. Abbiamo piantato: basilico, lattuga romana e insalata riccia. Per piantare il basilico abbiamo dovuto: - mettere del terriccio nei plateau, - inserire i semi di basilico e ricoprirli con un leggero strato di terriccio. Per piantare la lattuga romana e insalata riccia abbiamo dovuto: - mettere del terriccio nei plateau, - inserire nei rispettivi contenitori 2 o 3 semi di lattuga romana e insalata riccia, poi ricoprirli con un leggero strato di terriccio. Il professor Leonardi ci ha spiegato che quando sarebbero spuntate le piantine, per permettere loro di crescere, avremmo dovuto sfoltirne alcune. Raggiunta l’altezza di 4-5 cm avremmo dovuto toglierle dai plateau e piantarle in vasetti o nel terreno. Terminato questo lavoro abbiamo posizionato i plateau in un luogo riparato dalle intemperie e dai raggi solari.