Il concetto di Dio dopo Auschwitz

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Il concetto di Dio dopo
Auschwitz
Andrea Galimberti
Guido Bonioli
Classe VA
Presentazione di filosofia
Liceo “ G.Erba”
Il concetto di Dio
dopo Auschwitz
 Libro di Hans Jonas
 In questo saggio si tratta di
una problematica teologica
legata al tema del male e alla
sua manifestazione concreta
bei campi di sterminio
nazista.
 Testo scritto nel 1987
 Opere : Il principio di
responsabilità. Ricerca di
un’etica per la civiltà
tecnologica (1979). Una voce
ebraica (1984).
Chi era Hans Jonas ? (1903-1993)
Nato in Germania nel 1903
Ebreo, filosofo tedesco
Costretto dal nazismo ad emigrare in Inghilterra,Palestina e USA.
I suoi interessi,si orientano sulle questioni religiose ( cristianesimo antico e
filosofia ellenistica)
 Muore a New York nel 1993.
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 Genocidio, messo in atto dai
Nazisti.
 Jonas reagisce fornendo una
risposta teologica
 Emigrò nel 1933 riuscendo ad
evitare la Shoah, che invece
travolse sua madre.
 Si dedica allo studio dello
Gnosticismo e i suoi trattati di
etica.
 Partecipò come volontario alla
II guerra mondiale
 Partecipò alla geurra di
indipendenza israeliana del
1948
 Studia filosofia e teologia
seguendo i corsi di
Husserl,Heidegger e
Bultmann.
« Concedendo all'uomo la libertà, Dio ha
rinunziato alla sua potenza »
Il concetto di Dio dopo Auschwitz, affronta il tema del
male nel mondo – esemplificato da Auschwitz –
rimettendo in discussione il concetto stesso di Dio, un
dio che non può più essere compreso secondo ciò che
la tradizione ci ha tramandato. Parlare di Auschwitz
significa collocarlo tra gli eventi cosmico-storici, perché
chiama in causa Dio rimettendone in questione il
concetto stesso. Non resta quindi che abbandonare il
concetto di onnipotenza, ammettere che Dio non è
intervenuto ad impedire Auschwitz “ non perché non
lo volle, ma perché non fu in condizione di farlo”.
I tre condannati salirono insieme sulle loro seggiole. I tre colli vennero introdotti
contemporaneamente nei nodi scorsoi.
Viva la libertà! – gridarono i due adulti.
Il piccolo,lui,taceva.
Dov’è il buon Dio? Dov’è ? – domadò qualcuno dietro di me.
-
A un cenno del capo del campo le tre seggiole vennero tolte.
Silenzio assoluto. All’orizzonte il sole tramontava.
-
Scopritevi! – urlò il capo del campo. La sua voce era rauca.
Quanto a noi, noi piangevamo.
-
Copritevi!
Poi cominciò la sfilata. I due adulti non vivevano più. La lingua
pendula,ingrossata,bluastra. Ma la terza corda non era immobile : anche se
lievemente il bambino viveva ancora…
Più di mezz’ora restò cosi, a lottare fra la vita e la morte, agonizzando
sotto i nostri occhi.
E noi dovevamo guardarlo bene in faccia . Era ancora vivo quando gli
passai davanti. La lingua era ancora rossa, gli occhi non erano spenti.
Dietro di me udii il solito uomo domandare :
-
Dov’è dunque Dio?
e io sentivo in me una voce che gli rispondeva :
- Dov’è ? Eccolo : è appeso li, a quella forca…
Foto situata a Budapest
Dunque
dov’era Dio ?
 È muto = “ ma Dio tacque…”
 Rinuncia alla sua
potenza,concedendo all’uomo
la libertà
 “ fare se stesso a immagine e
somiglianza della infinita
bontà di Dio – e non della
sua presunta onnipotenza –
l’umanità potrà salvarsi dalla
soluzione finale del problema
umano.”
Quale Dio, ha
potuto permettere
ciò che accadde ad
Auschwitz ?
 La riflessione deve assumere

1)
2)
3)
la forma del “ balbettio”
utilizzando il linguaggio del
mito che passa attraverso la
nostra immaginazione.
Il testo = Tre parti
fondamentali :
Il mito
La figura della divinità
Il concetto di Dio.
La figura di Giobbe…
 Giobbe è un patriarca biblico, rappresenta l’immagine
dell’uomo giusto la cui fede è messa in discussione da Dio

il popolo di Abramo è stato messo alla prova da un male
che viene dall’uomo stesso, da un’ideologia che sacrifica
ogni sentimento di compassione e pietà
 Dov’è la sua forza? Perché ha abbandonato il suo popolo?
 Perché salvare l’uomo da se stesso in ogni momento se la
natura è costantemente votata alla perdita del bene?
 La risposta : “anche Dio soffre.”
“Dopo essersi affidato totalmente al divenire del mondo, Dio non ha più niente da
dare; ora tocca all’uomo dare”
Tutto ciò offre
un qualche
spazio ad una
relazione con
Dio ?
Fine
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