Associazione Italiana Dislessia
Sezione di Mantova
VISSUTI PSICOLOGICI e
DISLESSIA
Mantova, 5 maggio 2010
Elena Rubini psicologa
1
L’OMS CLASSIFICA LA DISLESSIA E GLI ALTRI
DISTURBI SPECIFICI DI APPRENDIMENTO
COME DISABILITÀ, PER CUI NON E’ POSSIBILE
APPRENDERE LA LETTURA, LA SCRITTURA O IL
CALCOLO ARITMETICO NEI NORMALI TEMPI E CON
I NORMALI METODI DI INSEGNAMENTO.
(Wikipedia, l’enciclopedia libera)
2
UN PO’ DI
STORIA...
3
CRESCERE CON UNA
DISABILITÀ INVISIBILE
IL FATTO CHE LA DISLESSIA NON SIA
LEGATA AD UNA MENOMAZIONE VISIBILE
HA DETERMINATO E DETERMINA LA
SCARSA TENDENZA A RICONOSCERLA
COME DISABILITÀ.
4
…E IN ITALIA?
5
ANALFABETA DEL 2000
FACCIO LA TERZA MEDIA E LA PROF. HA DETTO
CHE NON MI PORTA ALL’ESAME PERCHÉ SONO UN
ANALFABETA DEL 2000.
LEI DICE CHE NON PUO’ CREDERE CHE IO NON
RESCA A SCRIVERE E LEGGERE COME GLI ALTRI,
NON CI CREDE CHE SONO DISLESSICO, HA DETTO
CHE SONO SCUSE E CHE IO HO SOLO POCA
VOGLIA DI STUDIARE.
PERCHÉ I PROF. NON CREDONO MAI AI
RAGAZZI!... (RENATO, 14 anni)
Tratto da “Storie di dislessia”, G. Stella, Libri Liberi
(2007)
6
I DISTURBI EMOTIVI
CAUSANO LA
DISLESSIA?
7
LA MAGGIOR PARTE DEI
DISLESSICI NEL PERIODO
PRESCOLARE E’ FELICE E
BENE ADATTATA
(Orton, 1925)
I DISTURBI EMOTIVI
COMPAIONO CON IL PRIMO
APPROCCIO ALLA SCUOLA E
AUMENTANO CON GLI
ANNI, ACCOMPAGNATI DA UN
FORTE SENSO DI
FRUSTRAZIONE
8
IO SRIVO I PARIGRAFI
QUANDO IO SCRIVO E SCRIVO I
PARIGRAFI IL MIO CERVELO È
CONFUSO E FA MALE E IO TROVO
PAROLA GUSTA MA CUANDO
SCENDE PER IL MIO BRACIO
SPARICSE PRIMA CHE ECSE DALLA
MIA MANO E AVOLTE PIANGO.
(Alessandro, 7 anni)
9
PERCHÉ LA
DISLESSIA È COSÌ
SCORAGGIANTE E
FRUSTRANTE?
10

INCAPACE DI SODDISFARE LE
ASPETTATIVE DEGLI ADULTI
(osserva però che la maggior parte
dei compagni si inserisce con
serenità nelle attività proposte ed
ottiene buoni risultati)

SENTE SU DI SÉ CONTINUE
SOLLECITAZIONI DA PARTE
DEGLI ADULTI (“stai più attento!”, ”
Impegnati di più!”, “hai bisogno di
esercitarti molto”…)
11



METTE IN ATTO COMPORTAMENTI
PARTICOLARI PER ATTIRARE LE
ATTENZIONI DEI COMPAGNI (ad
esempio quello di fare il buffone di
classe)
per non percepire il proprio disagio,
mette in atto meccanismi di difesa che
non fanno che aumentare il senso di
colpa, come il FORTE DISIMPEGNO
(“Non leggo perché non ne ho voglia!”,
“Non eseguo il compito perché non mi
interessa”…) o l’attacco (aggressività)
talvolta il disagio è così elevato da
annientare il soggetto ponendolo in
una condizione emotiva di forte
INIBIZIONE E CHIUSURA
12
LE INCOERENZE DELLA
DISLESSIA PONGONO SERIE
SFIDE ALLA VITA DEL BAMBINO

“EFFETTO MONTAGNE
RUSSE”

ERRORI INCONSISTENTI

ANDAMENTO
INTERMITTENTE
13
EMOZIONI….
14
ANSIA
L’ANSIA È IL PIÙ FREQUENTE SINTOMO
EMOTIVO RIPORTATO DAI DISLESSICI
ADULTI.
L’ANSIA FA SÌ CHE GLI ESSERI UMANI
EVITINO TUTTO CIÒ CHE LI SPAVENTA.
POICHÉ I DISLESSICI HANNO LA
TENDENZA AD ANTICIPARE IL
FALLIMENTO, VIVERE NUOVE
SITUAZIONI PUÒ’ PROVOCARE UNA
FORTE ANSIA.
SPESSO SI INTERPRETA QUESTO
COMPORTAMENTO COME PIGRIZIA.
15
RABBIA
LA FRUSTRAZIONE
SPERIMENTATA A SCUOLA E
A CASA GENERA RABBIA.
16
DEPRESSIONE
ANCHE SE MOLTI DISLESSICI
NON SONO DEPRESSI, I
BAMBINI CON QUESTO TIPO
DI DISABILITÀ DI
APPRENDIMENTO SONO AD
ALTO RISCHIO DI PROVARE
INTENSI SENTIMENTI DI
DOLORE E SOFFERENZA.
17


TENDENZA AD AVERE
UN’IMMAGINE DI SÉ
NEGATIVA
TENDENZA AD AVERE
DIFFICOLTA’ AD IMMAGINARE
QUALCOSA DI BUONO NEL
FUTURO
18
EMOZIONALITÀ POCO
CONTROLLATA

L’EMOTIVITÀ PUÒ RISULTARE POCO
CONTROLLATA ED ESPRIMERSI CON
ALTERAZIONI DELLA CONDOTTA, PASSAGGI
ALL'ATTO O CON MANIFESTAZIONI DI ANSIA E/O
DI UMORE DEPRESSIVO;

SI POSSONO INDIVIDUARE MODALITÀ DI
RELAZIONI SOCIALI DESCRIVIBILI COME INIBITE,
IPERCONTROLLATE, SUPERFICIALI O TIMOROSE.

DI NORMA QUESTI ULTIMI COMPORTAMENTI
VENGONO ATTRIBUITI ALLE BAMBINE, MENTRE I
MASCHI SONO PIÙ SPESSO DESCRITTI COME
RIBELLI, IPERCINETICI E DISTURBANTI.
19
IMMAGINE DI SÈ
IMMAGINE GLOBALE: VISIONE COMPLESSIVA,
COMBINAZIONE DI GIUDIZI E CONVINZIONI, CHE UNA
PERSONA HA SU SÉ STESSA
MMAGINI DEL SÉ DIFFERENZIATE PER SPECIFICHE
AREE:

ASPETTO FISICO

CAPACITÀ DI RELAZIONE CON I COETANEI

CAPACITÀ SPORTIVE

RAPPORTI CON L'ALTRO SESSO

LE ABILITÀ SCOLASTICHE - SÉ ACCADEMICO:
INSIEME DI CREDENZE E CONVINZIONI SULLE
PROPRIE COMPETENZE SCOLASTICHE
20
IMMAGINE DI SÉ…

SECONDO LO STUDIOSO ERIK ERIKSON
DURANTE I PRIMI ANNI DI SCUOLA OGNI
BAMBINO DEVE RISOLVERE I CONFLITTI TRA
UN’IMMAGINE DI SÈ POSITIVA E I SENTIMENTI DI
INFERIORITÀ. SE I BAMBINI VANNO INCONTRO A
INSUCCESSI E FRUSTRAZIONI ESSI SI FANNO
L’IDEA DI ESSERE INFERIORI AGLI ALTRI E CHE I
LORO SFORZI FACCIANO POCA DIFFERENZA. SI
SENTONO INADEGUATI E INCOMPETENTI E
ATTRIBUISCONO IL PROPRIO SUCCESSO ALLA
FORTUNA.

DOPO I 10 ANNI DIVENTA DIFFICILE AIUTARE IL
BAMBINO A SVILUPPARE UN’IMMAGINE POSITIVA
DI SÉ.
21
UN DISTURBO DI APPRENDIMENTO PUÒ
RAPPRESENTARE UNA ESPERIENZA
TRAUMATICA IN GRADO DI INDEBOLIRE
IL SÉ COGNITIVO, E QUINDI LO
SVILUPPO EMOTIVO, INTELLETTIVO,
SOCIALE, FAMILIARE.
22

…MI SONO SEMPRE CHIESTO PERCHÉ GLI ADULTI
DISLESSICI, ANCHE QUELLI CHE SONO RIUSCITI A
RAGGIUNGERE IL SUCCESSO PROFESSIONALE,
CONTINUANO A MANTENERE RANCORE VERSO GLI
ADULTI DELLA LORO INFANZIA, IN PARTICOLARE
GLI INSEGNANTI. LA DISLESSIA, O LA
DISORTOGRAFIA, O QUALSIVOGLIA PICCOLO
PROBLEMA PUÒ MINACCIARE LA MIA IDENTITÀ,
MINARLA NEL PROFONDO, ANCHE SE È MINUSCOLA
COME UNA GOCCIA. LA GOCCIA, SE CADE
CONTINUAMENTE SULLO STESSO PUNTO, ERODE
ANCHE LA ROCCIA. Tratto da “Storie di dislessia”, G. Stella, Libri Liberi
(2007)
23
CONDIZIONI
PSICOPATOLOGICHE
ASPECIFICHE
RAPPRESENTANO L'ESPRESSIONE DI UN
DISTURBO DEL SÉ COGNITIVO. NELLA
PRATICA CLINICA DIAGNOSI NON
CATEGORIALE (SINTOMI PSICOPATOLOGICI):
TRATTI ANSIOSO-FOBICI,
DEMORALIZZAZIONE, DISISTIMA DI SÉ,
LEARNEAD HELPLESSNESS, DISAGIO PSICOAFFETTIVO, INIBIZIONE, SOMATIZZAZIONI,
TRATTI AGGRESSIVI, OPPOSIVITÀ,
ISOLAMENTO SOCIALE, DIFFICOLTÀ
RELAZIONALI.
24
LA STORIA DI ALESSANDRO
LA NOTTE NON DORMIVA E SPESSO VOMITAVA, AVEVA
CONTINUI PROBLEMI DI STIPSI, ANSIA E COSÌ VIA, TANTO
CHE LO ABBIAMO DOVUTO SOTTOPORRE A UNA LUNGA
SERIE DI ESAMI FRA CUI ANCHE
L’ELETTROENCEFALOGRAMMA CON IL RISULTATO CHE AL
LIVELLO PATOLOGICO NON C’ERA NIENTE. QUELLO CHE
NON CAPIVO ERA PERCHÉ LUI STESSE MALE SOLO DA
SETTEMBRE A GIUGNO E NELL’ESTATE I SINTOMI
SPARIVANO.
UNA VOLTA AFFRONTATO IL PROBLEMA E FATTO CAPIRE
AL RAGAZZO DI COSA SI TRATTAVA, SONO CESSATI I
DISTURBI FISICI SOPRA DESCRITTI. Tratto da “Storie di
dislessia”, G. Stella, Libri Liberi (2007)
25
FUNZIONAMENTO
COGNITIVO SUPERFICIALE

IL FUNZIONAMENTO COGNITIVO
SPESSO VIENE DESCRITTO
OPERARE CON UNA MODALITÀ
PASSIVA E/O SUPERFICIALE CHE
EVIDENZIA UN’IDEA STATICA E
NON INCREMENTALE DELLA
PROPRIA INTELLIGENZA
26
EVITAMENTO DELLA
RIFLESSIONE COGNITIVA

L’EVITAMENTO DEL COMPITO E I
COMPORTAMENTI DI AUTO
SABOTAGGIO SONO MODALITÀ
CHE TROVANO RISONANZE
NEGATIVE SIA NELL’AMBIENTE
FAMIGLIARE CHE IN QUELLO
SCOLASTICO
27
BASSA AUTOSTIMA

L’AUTOSTIMA RISULTA
ABBASSATA E, SPECIE PER
QUANTO RIGUARDA IL SÉ
ACCADEMICO, VENGONO
SPESSO ESPRESSE IDEE
NEGATIVE, DI
AUTOSVALUTAZIONE E DI
INSUCCESSO
28
ERRATO SISTEMA DI
ATTRIBUZIONE
UNO STUDENTE CHE OTTIENE UN GIUDIZIO POSITIVO
POTREBBE ATTRIBUIRE IL SUCCESSO ALL’IMPEGNO
PERSONALE, CIOÈ AL FATTO DI AVER STUDIATO,
ALLA PROPRIA ABILITÀ, ALLA FACILITÀ DEL
COMPITO, AL CASO O AD ALTRE CAUSE ANCORA E
ANCHE A PIÙ CAUSE CONTEMPORANEAMENTE.
29
GLI ALUNNI CON DIFFICOLTÀ DI
APPRENDIMENTO, HANNO IN GENERE STILI
ATTRIBUTIVI ESTERNI (MEAZZINI, 2005), CIOÈ
ATTRIBUISCONO L’ESITO DEI RISULTATI NEI
COMPITI A FATTORI QUALI IL CASO, LA
FORTUNA, LE DIFFICOLTÀ DEL COMPITO,
L’AIUTO ESTERNO, TUTTI FATTORI NON
DIRETTAMENTE CONTROLLABILI DAL
SOGGETTO.
TALVOLTA VENGONO UTILIZZATE ANCHE
ATTRIBUZIONI INTERNE, DIRETTAMENTE
COLLEGATE AL SOGGETTO, COME IL POSSESSO
O IL NON POSSESSO DI ABILITÀ “NON RIESCO A
FARE IL COMPITO PERCHÉ NON SONO
INTELLIGENTE, NON POSSIEDO QUESTA ABILITÀ”
30
OPPURE “SONO TONTO”.
IMPOTENZA APPRESA
QUANDO LA TENDENZA AD ATTRIBUIRE
ALL’ABILITÀ PERSONALE INNATA SIA I
SUCCESSI CHE GLI INSUCCESSI DIVENTA
UNO STILE ATTRIBUTIVO CONSOLIDATO, IN
CASO DI RIPETUTI FALLIMENTI, LA PERSONA
PUÒ RISCHIARE DI RITROVARSI IN UNA
SITUAZIONE IN CUI, CONVINTA DI NON
POSSEDERE LE ABILITÀ NECESSARIE PER
RIUSCIRE IN QUELLA DETERMINATA
SITUAZIONE O IN ALTRE SIMILI, PENSA CHE
NON CE LA FARÀ MAI E CHE QUALUNQUE
COSA FACCIA PER RIUSCIRE SARÀ INUTILE.
31
TI DEVI IMPEGNARE DI PIÙ!

L’AZIONE DI ORIENTAMENTO DELLO STILE
DI ATTRIBUZIONE È IMPORTANTE PER
COLLEGARE I RISULTATI DI UNA
DETERMINATA PRESTAZIONE AL FATTORE
IMPEGNO

IMPEGNO INTESO NON COME “TI DEVI
IMPEGNARE DI PIÙ” MA COME QUESTIONE
DI STRATEGIE
32
I VISSUTI DELLA FAMIGLIA
“QUANDO LA DISLESSIA COLPISCE
DIFFICILMENTE RISPARMIA, NELLE
SUE CONSEGUENZE, ANCHE LA
FAMIGLIA”
33

DIVERGENTE LETTURA DELLA
SITUAZIONE ALL’INTERNO DELLA
COPPIA GENITORIALE

IMMAGINE CONFLITTUALE DEL FIGLIO

GESTIONE DEI COMPITI A CASA A
CASA DIVENTANO MOTIVO DI
CONFLITTO PERCHÉ METTONO IN
LUCE LE ISTANZE DI AUTONOMIA E DI
IDENTITÀ DEL BAMBINO O DEL
RAGAZZO E INSIEME QUELLE DI
DIPENDENZA, CHE È PROPRIO LA
DISLESSIA A DETERMINARE E
IMPORRE
34
FATTORI PROTETTIVI
35
UNA IDENTIFICAZIONE
PRECOCE DEL
PROBLEMA E UN
TEMPESTIVO
INTERVENTO
36
UN AMBIENTE FAMIGLIARE E
MODALITÀ EDUCATIVE CHE
RISULTINO ADEGUATI
•
INSEGNANTI E GENITORI
DOVREBBERO OFFRIRE
INCORAGGIAMENTO E SOSTEGNO
CONTINUI E PRESTARE ATTENZIONE
AI LORO SENTIMENTI
37
UN ADEGUATO
AMBIENTE DIDATTICO
•
SALVAGUARDARE
L’AUTOSTIMA: OLTRE ALL’INTRODUZIONE DI
STRUMENTI TECNOLOGICI, IL BAMBINO PUÒ ESSERE
AIUTATO CON RINFORZI DI TIPO EMOTIVO; IL
DISLESSICO È INFATTI MOLTO SPESSO UN ALLIEVO
DEMOTIVATO, CON SCARSA TOLLERANZA NEI
CONFRONTI DEL MINIMO INSUCCESSO, E TENDENZA A
GETTARE LA SPUGNA ALLE PRIME AVVISAGLIE DI
DIFFICOLTÀ.
•
ES, POSSIBILITÀ DI FARE DA TUTOR AI COMPAGNI IN
ALTRE DISCIPLINE O AI DISLESSICI PIU’ PICCOLI
38
FAR SPERIMENTARE AI
RAGAZZI IL SUCCESSO
1.
CON L’INSEGNAMENTO DI
STRATEGIE:


AUSILI INFORMATICI PER
“BYPASSARE” LE DIFFICOLTÀ DI
DECODIFICA (UTILIZZO DELLA
SINTESI VOCALE,…)
MODALITÀ DI APPRENDIMENTO
ALTERNATIVE (SCHEMI,
MAPPE,…)
39
2.
PRESENTARE COMPITI SEMPLICI,
INCREMENTANDONE GRADUALMENTE LA
DIFFICOLTÀ, ED INSTAURANDO RELAZIONI
EMPATICHE, CHE ACCRESCANO LA
SICUREZZA
3.
COSTRUIRE PERCORSI PERSONALIZZATI
CHE FACCIANO SPERIMENTARE
L’EFFICACIA, IN PARTICOLARE MEDIANTE
L’USO DEGLI STRUMENTI COMPENSATIVI E
DISPENSATIVI
4.
AUMENTARE IL LIVELLO DI FIDUCIA E
AUTOSTIMA NELLE PROPRIE CAPACITÀ
SPERIMENTANDO UN SUCCESSO IN
AUTONOMIA E RISPARMIANDO FATICA
40
AUTONOMIA
INDIPENDENZA
 LIBERTÀ DI AGIRE E DI
PENSARE
 MOTIVAZIONE
 CURIOSITÀ
 …..

41
LEGGERE È UNA VERA E
PROPRIA ROTTURA
CIAO…MI CHIAMO MARCELLO, MA TUTTI MI CHIAMANO MARCI. ANCH’IO
SONO DISLESSICO VI POSSO GIURARE CHE È VERAMENTE COMPLICATO,
PERCHÉ PER STUDIARE DUE PAGINE CI METTO UN POMERIGGIO, INVECE
LE PERSONE NORMALI CI METTONO CIRCA UN’ORA CIRCA. E POI C’È IL
PROBLEMA CHE FACCIO FATICA A LEGGERE E QUESTO COMPORTA CHE
QUANDO SONO A SCUOLA E ARRIVA UN PROFESSORE NUOVO DEVO
MANDARCI MIA MADRE A DIRGLI CHE FACCIO FATICA A LEGGERE ED È
UNA VERA E PROPRIA ROTTURA, PERCHÉ FA AVANTI E INDIETRO DA
SCUOLA A CASA. POI I MIEI GENITORI MI STANNO TROPPO ADDOSSO
PERCHÉ MI CHIEDONO SEMPRE SE HO STUDIATO, QUANDO STUDIAMO,
ECC.
IO PENSO CHE LA DISLESSIA SIA UNA BRUTTA MALATTIA E CHE PER
CURARLA CI VUOLE MOLTO TEMPO, E IL BRUTTO È CHE NON ESISTONO
MEDICINE, PERCHÉ SE ESISTESSERO IO SARAI GIÀ GUARITO. BEH IO HO
DETTO LA MIA, E VOI COSA NE PENSATE DELLA DISLESSIA? (MARCELLO,
18 anni)
Tratto da “Storie di dislessia”, G. Stella, Libri Liberi (2007)
42
UN BUON EQUILIBRIO
PSICOLOGICO
UNA BUONA”TENUTA” PSICOLOGICA È IL
FRUTTO DI UN PERCORSO EVOLUTIVO CHE
NASCE E CRESCE NELLA RELAZIONE E
NELL’INTERAZIONE CON GLI ADULTI, IL
BAMBINO O RAGAZZO CON DSA DEVE INSERIRE
IN QUESTO PROCESSO LE CARATTERISTICHE
DEL SUO DISTURBO SENZA PER QUESTO
IDENTIFICARSI IN TOTO NEL PROBLEMA
43
VISSUTI EMOTIVI O
PSICOPATOLOGIA??
44
DISLESSIA
PROBLEMI AFFETTIVI
(PROBLEMATICHE EMOZIONALI
EFFETTO DEL DISTURBO):
NORMALE SOFFERENZA,
SENSAZIONE DOLOROSA,
CONFLITTO INELUTTABILE
PSICOPATOLOGIA
(DISTURBI DELL’UMORE E
DEL COMPORTAMENTO):
GENERALMENTE
SCATENATI, MA NON CAUSATI DAL
FALLIMENTO SCOLASTICO,
CHE AGISCE SU UNA
VULNERABILITÀ SOTTOSTANTE
45
COMORBIDITÀ:
PRESENZA CONTEMPORANEA
NELLA STESSA PERSONA DI PIÙ
PATOLOGIE CHE TRA LORO NON
HANNO ALCUN NESSO CAUSALE
46
RAPPORTO BIDIREZIONALE

UN DISTURBO DI APPRENDIMENTO PUÒ
DETERMINARE (O FAR EMERGERE) UN DISTURBO
EMOTIVO (DEPRESSIVO/ANSIOSO) E/O
COMPORTAMENTALE

UN DISTURBO EMOTIVO E/O COMPORTAMENTALE PUÒ
DETERMINARE UNA INTERFERENZA CON I PROCESSI
DI APPRENDIMENTO, DETERMINANDO UNA
DIFFICOLTÀ DI APPRENDIMENTO SECONDARIO.

AD ESEMPIO, UNA PARTE DEI BAMBINI CON
DEPRESSIONE PRESENTA PREVALENTEMENTE
PROBLEMI SCOLASTICI, IN QUESTO CASO LE
DIFFICOLTÀ APPAIONO PERÒ PREVALENTI NEI
COMPITI A MAGGIOR INTEGRAZIONE COGNITIVA E
NON SONO PRESENTI LE CADUTE
NEUROPSICOLOGICHE TIPICHE DEL DSA.
47
DISTURBI PSICOPATOLOGICI
SPECIFICI

GENERALMENTE SCATENATI, MA NON CAUSATI DAL
FALLIMENTO SCOLASTICO, CHE AGISCE SU UNA
VULNERABILITÀ SOTTOSTANTE

I DISTURBI PSICOPATOLOGICI PIÙ SPESSO
ASSOCIATI ALLA DISLESSIA EVOLUTIVA SONO I
QUADRI DEPRESSIVI, DISTURBI D’ANSIA, DISTURBI
DA DEFICIT DI ATTENZIONE (CON O SENZA
IPERATTIVITÀ), I DISTURBI OPPOSITIVOPROVOCATORI E I DISTURBI DELLA CONDOTTA

SOPRATTUTTO IL DISTURBO D’ANSIA
GENERALIZZATO, L’ANSIA DI SEPARAZIONE E LA
FOBIA SCOLARE TENDONO AD ACCOMPAGNARE LE
DIFFICOLTÀ DI APPRENDIMENTO. DISTURBI SOMATICI
(VOMITO, ALGIE ADDOMINALI, CELALEA TENSIVA,
ECC.) INTERPRETABILI ANCHE COME EQUIVALENTI
DEPRESSIVI, CIOÈ COME CONDIZIONI LEGATE AD
ABBASSAMENTI DEL TONO DELL’UMORE
48
RICERCA…

IN UN GRUPPO DI 98 SOGGETTI CON DISLESSIA EVOLUTIVA
GIUNTI AL CENTRO REGIONALE DI BOLOGNA DI ETÀ
COMPRESA TRA I 7,6 E I 14 ANNI HANNO STUDIATO LA
RELAZIONE TRA DISTURBO DI APPRENDIMENTO E
PRESENZA DI UN PROBLEMA PSICOPATOLOGICO.

ALL’INTERNO DEL CAMPIONE L’OSSERVAZIONE CLINICA HA
EVIDENZIATO:

38 SOGGETTI L’ASSENZA DI PROBLEMI PSICOPATOLOGICI

19 SOGGETTI PRESENTAVANO UN PROBLEMA ATTENTIVO
(DISTURBO DA DEFICIT DELL’ATTENZIONE),

23 PRESENTAVANO UN QUADRO DEPRESSIVO (10
DEPRESSIONE FRANCA E 12 UNA INIBIZIONE),

10 PRESENTAVANO UN DISTURBO D’ANSIA,

4 UN PROBLEMA DI COMPORTAMENTO (3 DISTURBO
OPPOSITIVO PROVOCATORIO, 1 UN DISTURBO DELLA
CONDOTTA),

4 PRESENTAVANO BALBUZIE, TIC, ENURESI NOTTURNA
49
GRAZIE PER
L’ATTENZIONE
50