Associazione Italiana Dislessia Sezione di Mantova VISSUTI PSICOLOGICI e DISLESSIA Mantova, 5 maggio 2010 Elena Rubini psicologa 1 L’OMS CLASSIFICA LA DISLESSIA E GLI ALTRI DISTURBI SPECIFICI DI APPRENDIMENTO COME DISABILITÀ, PER CUI NON E’ POSSIBILE APPRENDERE LA LETTURA, LA SCRITTURA O IL CALCOLO ARITMETICO NEI NORMALI TEMPI E CON I NORMALI METODI DI INSEGNAMENTO. (Wikipedia, l’enciclopedia libera) 2 UN PO’ DI STORIA... 3 CRESCERE CON UNA DISABILITÀ INVISIBILE IL FATTO CHE LA DISLESSIA NON SIA LEGATA AD UNA MENOMAZIONE VISIBILE HA DETERMINATO E DETERMINA LA SCARSA TENDENZA A RICONOSCERLA COME DISABILITÀ. 4 …E IN ITALIA? 5 ANALFABETA DEL 2000 FACCIO LA TERZA MEDIA E LA PROF. HA DETTO CHE NON MI PORTA ALL’ESAME PERCHÉ SONO UN ANALFABETA DEL 2000. LEI DICE CHE NON PUO’ CREDERE CHE IO NON RESCA A SCRIVERE E LEGGERE COME GLI ALTRI, NON CI CREDE CHE SONO DISLESSICO, HA DETTO CHE SONO SCUSE E CHE IO HO SOLO POCA VOGLIA DI STUDIARE. PERCHÉ I PROF. NON CREDONO MAI AI RAGAZZI!... (RENATO, 14 anni) Tratto da “Storie di dislessia”, G. Stella, Libri Liberi (2007) 6 I DISTURBI EMOTIVI CAUSANO LA DISLESSIA? 7 LA MAGGIOR PARTE DEI DISLESSICI NEL PERIODO PRESCOLARE E’ FELICE E BENE ADATTATA (Orton, 1925) I DISTURBI EMOTIVI COMPAIONO CON IL PRIMO APPROCCIO ALLA SCUOLA E AUMENTANO CON GLI ANNI, ACCOMPAGNATI DA UN FORTE SENSO DI FRUSTRAZIONE 8 IO SRIVO I PARIGRAFI QUANDO IO SCRIVO E SCRIVO I PARIGRAFI IL MIO CERVELO È CONFUSO E FA MALE E IO TROVO PAROLA GUSTA MA CUANDO SCENDE PER IL MIO BRACIO SPARICSE PRIMA CHE ECSE DALLA MIA MANO E AVOLTE PIANGO. (Alessandro, 7 anni) 9 PERCHÉ LA DISLESSIA È COSÌ SCORAGGIANTE E FRUSTRANTE? 10 INCAPACE DI SODDISFARE LE ASPETTATIVE DEGLI ADULTI (osserva però che la maggior parte dei compagni si inserisce con serenità nelle attività proposte ed ottiene buoni risultati) SENTE SU DI SÉ CONTINUE SOLLECITAZIONI DA PARTE DEGLI ADULTI (“stai più attento!”, ” Impegnati di più!”, “hai bisogno di esercitarti molto”…) 11 METTE IN ATTO COMPORTAMENTI PARTICOLARI PER ATTIRARE LE ATTENZIONI DEI COMPAGNI (ad esempio quello di fare il buffone di classe) per non percepire il proprio disagio, mette in atto meccanismi di difesa che non fanno che aumentare il senso di colpa, come il FORTE DISIMPEGNO (“Non leggo perché non ne ho voglia!”, “Non eseguo il compito perché non mi interessa”…) o l’attacco (aggressività) talvolta il disagio è così elevato da annientare il soggetto ponendolo in una condizione emotiva di forte INIBIZIONE E CHIUSURA 12 LE INCOERENZE DELLA DISLESSIA PONGONO SERIE SFIDE ALLA VITA DEL BAMBINO “EFFETTO MONTAGNE RUSSE” ERRORI INCONSISTENTI ANDAMENTO INTERMITTENTE 13 EMOZIONI…. 14 ANSIA L’ANSIA È IL PIÙ FREQUENTE SINTOMO EMOTIVO RIPORTATO DAI DISLESSICI ADULTI. L’ANSIA FA SÌ CHE GLI ESSERI UMANI EVITINO TUTTO CIÒ CHE LI SPAVENTA. POICHÉ I DISLESSICI HANNO LA TENDENZA AD ANTICIPARE IL FALLIMENTO, VIVERE NUOVE SITUAZIONI PUÒ’ PROVOCARE UNA FORTE ANSIA. SPESSO SI INTERPRETA QUESTO COMPORTAMENTO COME PIGRIZIA. 15 RABBIA LA FRUSTRAZIONE SPERIMENTATA A SCUOLA E A CASA GENERA RABBIA. 16 DEPRESSIONE ANCHE SE MOLTI DISLESSICI NON SONO DEPRESSI, I BAMBINI CON QUESTO TIPO DI DISABILITÀ DI APPRENDIMENTO SONO AD ALTO RISCHIO DI PROVARE INTENSI SENTIMENTI DI DOLORE E SOFFERENZA. 17 TENDENZA AD AVERE UN’IMMAGINE DI SÉ NEGATIVA TENDENZA AD AVERE DIFFICOLTA’ AD IMMAGINARE QUALCOSA DI BUONO NEL FUTURO 18 EMOZIONALITÀ POCO CONTROLLATA L’EMOTIVITÀ PUÒ RISULTARE POCO CONTROLLATA ED ESPRIMERSI CON ALTERAZIONI DELLA CONDOTTA, PASSAGGI ALL'ATTO O CON MANIFESTAZIONI DI ANSIA E/O DI UMORE DEPRESSIVO; SI POSSONO INDIVIDUARE MODALITÀ DI RELAZIONI SOCIALI DESCRIVIBILI COME INIBITE, IPERCONTROLLATE, SUPERFICIALI O TIMOROSE. DI NORMA QUESTI ULTIMI COMPORTAMENTI VENGONO ATTRIBUITI ALLE BAMBINE, MENTRE I MASCHI SONO PIÙ SPESSO DESCRITTI COME RIBELLI, IPERCINETICI E DISTURBANTI. 19 IMMAGINE DI SÈ IMMAGINE GLOBALE: VISIONE COMPLESSIVA, COMBINAZIONE DI GIUDIZI E CONVINZIONI, CHE UNA PERSONA HA SU SÉ STESSA MMAGINI DEL SÉ DIFFERENZIATE PER SPECIFICHE AREE: ASPETTO FISICO CAPACITÀ DI RELAZIONE CON I COETANEI CAPACITÀ SPORTIVE RAPPORTI CON L'ALTRO SESSO LE ABILITÀ SCOLASTICHE - SÉ ACCADEMICO: INSIEME DI CREDENZE E CONVINZIONI SULLE PROPRIE COMPETENZE SCOLASTICHE 20 IMMAGINE DI SÉ… SECONDO LO STUDIOSO ERIK ERIKSON DURANTE I PRIMI ANNI DI SCUOLA OGNI BAMBINO DEVE RISOLVERE I CONFLITTI TRA UN’IMMAGINE DI SÈ POSITIVA E I SENTIMENTI DI INFERIORITÀ. SE I BAMBINI VANNO INCONTRO A INSUCCESSI E FRUSTRAZIONI ESSI SI FANNO L’IDEA DI ESSERE INFERIORI AGLI ALTRI E CHE I LORO SFORZI FACCIANO POCA DIFFERENZA. SI SENTONO INADEGUATI E INCOMPETENTI E ATTRIBUISCONO IL PROPRIO SUCCESSO ALLA FORTUNA. DOPO I 10 ANNI DIVENTA DIFFICILE AIUTARE IL BAMBINO A SVILUPPARE UN’IMMAGINE POSITIVA DI SÉ. 21 UN DISTURBO DI APPRENDIMENTO PUÒ RAPPRESENTARE UNA ESPERIENZA TRAUMATICA IN GRADO DI INDEBOLIRE IL SÉ COGNITIVO, E QUINDI LO SVILUPPO EMOTIVO, INTELLETTIVO, SOCIALE, FAMILIARE. 22 …MI SONO SEMPRE CHIESTO PERCHÉ GLI ADULTI DISLESSICI, ANCHE QUELLI CHE SONO RIUSCITI A RAGGIUNGERE IL SUCCESSO PROFESSIONALE, CONTINUANO A MANTENERE RANCORE VERSO GLI ADULTI DELLA LORO INFANZIA, IN PARTICOLARE GLI INSEGNANTI. LA DISLESSIA, O LA DISORTOGRAFIA, O QUALSIVOGLIA PICCOLO PROBLEMA PUÒ MINACCIARE LA MIA IDENTITÀ, MINARLA NEL PROFONDO, ANCHE SE È MINUSCOLA COME UNA GOCCIA. LA GOCCIA, SE CADE CONTINUAMENTE SULLO STESSO PUNTO, ERODE ANCHE LA ROCCIA. Tratto da “Storie di dislessia”, G. Stella, Libri Liberi (2007) 23 CONDIZIONI PSICOPATOLOGICHE ASPECIFICHE RAPPRESENTANO L'ESPRESSIONE DI UN DISTURBO DEL SÉ COGNITIVO. NELLA PRATICA CLINICA DIAGNOSI NON CATEGORIALE (SINTOMI PSICOPATOLOGICI): TRATTI ANSIOSO-FOBICI, DEMORALIZZAZIONE, DISISTIMA DI SÉ, LEARNEAD HELPLESSNESS, DISAGIO PSICOAFFETTIVO, INIBIZIONE, SOMATIZZAZIONI, TRATTI AGGRESSIVI, OPPOSIVITÀ, ISOLAMENTO SOCIALE, DIFFICOLTÀ RELAZIONALI. 24 LA STORIA DI ALESSANDRO LA NOTTE NON DORMIVA E SPESSO VOMITAVA, AVEVA CONTINUI PROBLEMI DI STIPSI, ANSIA E COSÌ VIA, TANTO CHE LO ABBIAMO DOVUTO SOTTOPORRE A UNA LUNGA SERIE DI ESAMI FRA CUI ANCHE L’ELETTROENCEFALOGRAMMA CON IL RISULTATO CHE AL LIVELLO PATOLOGICO NON C’ERA NIENTE. QUELLO CHE NON CAPIVO ERA PERCHÉ LUI STESSE MALE SOLO DA SETTEMBRE A GIUGNO E NELL’ESTATE I SINTOMI SPARIVANO. UNA VOLTA AFFRONTATO IL PROBLEMA E FATTO CAPIRE AL RAGAZZO DI COSA SI TRATTAVA, SONO CESSATI I DISTURBI FISICI SOPRA DESCRITTI. Tratto da “Storie di dislessia”, G. Stella, Libri Liberi (2007) 25 FUNZIONAMENTO COGNITIVO SUPERFICIALE IL FUNZIONAMENTO COGNITIVO SPESSO VIENE DESCRITTO OPERARE CON UNA MODALITÀ PASSIVA E/O SUPERFICIALE CHE EVIDENZIA UN’IDEA STATICA E NON INCREMENTALE DELLA PROPRIA INTELLIGENZA 26 EVITAMENTO DELLA RIFLESSIONE COGNITIVA L’EVITAMENTO DEL COMPITO E I COMPORTAMENTI DI AUTO SABOTAGGIO SONO MODALITÀ CHE TROVANO RISONANZE NEGATIVE SIA NELL’AMBIENTE FAMIGLIARE CHE IN QUELLO SCOLASTICO 27 BASSA AUTOSTIMA L’AUTOSTIMA RISULTA ABBASSATA E, SPECIE PER QUANTO RIGUARDA IL SÉ ACCADEMICO, VENGONO SPESSO ESPRESSE IDEE NEGATIVE, DI AUTOSVALUTAZIONE E DI INSUCCESSO 28 ERRATO SISTEMA DI ATTRIBUZIONE UNO STUDENTE CHE OTTIENE UN GIUDIZIO POSITIVO POTREBBE ATTRIBUIRE IL SUCCESSO ALL’IMPEGNO PERSONALE, CIOÈ AL FATTO DI AVER STUDIATO, ALLA PROPRIA ABILITÀ, ALLA FACILITÀ DEL COMPITO, AL CASO O AD ALTRE CAUSE ANCORA E ANCHE A PIÙ CAUSE CONTEMPORANEAMENTE. 29 GLI ALUNNI CON DIFFICOLTÀ DI APPRENDIMENTO, HANNO IN GENERE STILI ATTRIBUTIVI ESTERNI (MEAZZINI, 2005), CIOÈ ATTRIBUISCONO L’ESITO DEI RISULTATI NEI COMPITI A FATTORI QUALI IL CASO, LA FORTUNA, LE DIFFICOLTÀ DEL COMPITO, L’AIUTO ESTERNO, TUTTI FATTORI NON DIRETTAMENTE CONTROLLABILI DAL SOGGETTO. TALVOLTA VENGONO UTILIZZATE ANCHE ATTRIBUZIONI INTERNE, DIRETTAMENTE COLLEGATE AL SOGGETTO, COME IL POSSESSO O IL NON POSSESSO DI ABILITÀ “NON RIESCO A FARE IL COMPITO PERCHÉ NON SONO INTELLIGENTE, NON POSSIEDO QUESTA ABILITÀ” 30 OPPURE “SONO TONTO”. IMPOTENZA APPRESA QUANDO LA TENDENZA AD ATTRIBUIRE ALL’ABILITÀ PERSONALE INNATA SIA I SUCCESSI CHE GLI INSUCCESSI DIVENTA UNO STILE ATTRIBUTIVO CONSOLIDATO, IN CASO DI RIPETUTI FALLIMENTI, LA PERSONA PUÒ RISCHIARE DI RITROVARSI IN UNA SITUAZIONE IN CUI, CONVINTA DI NON POSSEDERE LE ABILITÀ NECESSARIE PER RIUSCIRE IN QUELLA DETERMINATA SITUAZIONE O IN ALTRE SIMILI, PENSA CHE NON CE LA FARÀ MAI E CHE QUALUNQUE COSA FACCIA PER RIUSCIRE SARÀ INUTILE. 31 TI DEVI IMPEGNARE DI PIÙ! L’AZIONE DI ORIENTAMENTO DELLO STILE DI ATTRIBUZIONE È IMPORTANTE PER COLLEGARE I RISULTATI DI UNA DETERMINATA PRESTAZIONE AL FATTORE IMPEGNO IMPEGNO INTESO NON COME “TI DEVI IMPEGNARE DI PIÙ” MA COME QUESTIONE DI STRATEGIE 32 I VISSUTI DELLA FAMIGLIA “QUANDO LA DISLESSIA COLPISCE DIFFICILMENTE RISPARMIA, NELLE SUE CONSEGUENZE, ANCHE LA FAMIGLIA” 33 DIVERGENTE LETTURA DELLA SITUAZIONE ALL’INTERNO DELLA COPPIA GENITORIALE IMMAGINE CONFLITTUALE DEL FIGLIO GESTIONE DEI COMPITI A CASA A CASA DIVENTANO MOTIVO DI CONFLITTO PERCHÉ METTONO IN LUCE LE ISTANZE DI AUTONOMIA E DI IDENTITÀ DEL BAMBINO O DEL RAGAZZO E INSIEME QUELLE DI DIPENDENZA, CHE È PROPRIO LA DISLESSIA A DETERMINARE E IMPORRE 34 FATTORI PROTETTIVI 35 UNA IDENTIFICAZIONE PRECOCE DEL PROBLEMA E UN TEMPESTIVO INTERVENTO 36 UN AMBIENTE FAMIGLIARE E MODALITÀ EDUCATIVE CHE RISULTINO ADEGUATI • INSEGNANTI E GENITORI DOVREBBERO OFFRIRE INCORAGGIAMENTO E SOSTEGNO CONTINUI E PRESTARE ATTENZIONE AI LORO SENTIMENTI 37 UN ADEGUATO AMBIENTE DIDATTICO • SALVAGUARDARE L’AUTOSTIMA: OLTRE ALL’INTRODUZIONE DI STRUMENTI TECNOLOGICI, IL BAMBINO PUÒ ESSERE AIUTATO CON RINFORZI DI TIPO EMOTIVO; IL DISLESSICO È INFATTI MOLTO SPESSO UN ALLIEVO DEMOTIVATO, CON SCARSA TOLLERANZA NEI CONFRONTI DEL MINIMO INSUCCESSO, E TENDENZA A GETTARE LA SPUGNA ALLE PRIME AVVISAGLIE DI DIFFICOLTÀ. • ES, POSSIBILITÀ DI FARE DA TUTOR AI COMPAGNI IN ALTRE DISCIPLINE O AI DISLESSICI PIU’ PICCOLI 38 FAR SPERIMENTARE AI RAGAZZI IL SUCCESSO 1. CON L’INSEGNAMENTO DI STRATEGIE: AUSILI INFORMATICI PER “BYPASSARE” LE DIFFICOLTÀ DI DECODIFICA (UTILIZZO DELLA SINTESI VOCALE,…) MODALITÀ DI APPRENDIMENTO ALTERNATIVE (SCHEMI, MAPPE,…) 39 2. PRESENTARE COMPITI SEMPLICI, INCREMENTANDONE GRADUALMENTE LA DIFFICOLTÀ, ED INSTAURANDO RELAZIONI EMPATICHE, CHE ACCRESCANO LA SICUREZZA 3. COSTRUIRE PERCORSI PERSONALIZZATI CHE FACCIANO SPERIMENTARE L’EFFICACIA, IN PARTICOLARE MEDIANTE L’USO DEGLI STRUMENTI COMPENSATIVI E DISPENSATIVI 4. AUMENTARE IL LIVELLO DI FIDUCIA E AUTOSTIMA NELLE PROPRIE CAPACITÀ SPERIMENTANDO UN SUCCESSO IN AUTONOMIA E RISPARMIANDO FATICA 40 AUTONOMIA INDIPENDENZA LIBERTÀ DI AGIRE E DI PENSARE MOTIVAZIONE CURIOSITÀ ….. 41 LEGGERE È UNA VERA E PROPRIA ROTTURA CIAO…MI CHIAMO MARCELLO, MA TUTTI MI CHIAMANO MARCI. ANCH’IO SONO DISLESSICO VI POSSO GIURARE CHE È VERAMENTE COMPLICATO, PERCHÉ PER STUDIARE DUE PAGINE CI METTO UN POMERIGGIO, INVECE LE PERSONE NORMALI CI METTONO CIRCA UN’ORA CIRCA. E POI C’È IL PROBLEMA CHE FACCIO FATICA A LEGGERE E QUESTO COMPORTA CHE QUANDO SONO A SCUOLA E ARRIVA UN PROFESSORE NUOVO DEVO MANDARCI MIA MADRE A DIRGLI CHE FACCIO FATICA A LEGGERE ED È UNA VERA E PROPRIA ROTTURA, PERCHÉ FA AVANTI E INDIETRO DA SCUOLA A CASA. POI I MIEI GENITORI MI STANNO TROPPO ADDOSSO PERCHÉ MI CHIEDONO SEMPRE SE HO STUDIATO, QUANDO STUDIAMO, ECC. IO PENSO CHE LA DISLESSIA SIA UNA BRUTTA MALATTIA E CHE PER CURARLA CI VUOLE MOLTO TEMPO, E IL BRUTTO È CHE NON ESISTONO MEDICINE, PERCHÉ SE ESISTESSERO IO SARAI GIÀ GUARITO. BEH IO HO DETTO LA MIA, E VOI COSA NE PENSATE DELLA DISLESSIA? (MARCELLO, 18 anni) Tratto da “Storie di dislessia”, G. Stella, Libri Liberi (2007) 42 UN BUON EQUILIBRIO PSICOLOGICO UNA BUONA”TENUTA” PSICOLOGICA È IL FRUTTO DI UN PERCORSO EVOLUTIVO CHE NASCE E CRESCE NELLA RELAZIONE E NELL’INTERAZIONE CON GLI ADULTI, IL BAMBINO O RAGAZZO CON DSA DEVE INSERIRE IN QUESTO PROCESSO LE CARATTERISTICHE DEL SUO DISTURBO SENZA PER QUESTO IDENTIFICARSI IN TOTO NEL PROBLEMA 43 VISSUTI EMOTIVI O PSICOPATOLOGIA?? 44 DISLESSIA PROBLEMI AFFETTIVI (PROBLEMATICHE EMOZIONALI EFFETTO DEL DISTURBO): NORMALE SOFFERENZA, SENSAZIONE DOLOROSA, CONFLITTO INELUTTABILE PSICOPATOLOGIA (DISTURBI DELL’UMORE E DEL COMPORTAMENTO): GENERALMENTE SCATENATI, MA NON CAUSATI DAL FALLIMENTO SCOLASTICO, CHE AGISCE SU UNA VULNERABILITÀ SOTTOSTANTE 45 COMORBIDITÀ: PRESENZA CONTEMPORANEA NELLA STESSA PERSONA DI PIÙ PATOLOGIE CHE TRA LORO NON HANNO ALCUN NESSO CAUSALE 46 RAPPORTO BIDIREZIONALE UN DISTURBO DI APPRENDIMENTO PUÒ DETERMINARE (O FAR EMERGERE) UN DISTURBO EMOTIVO (DEPRESSIVO/ANSIOSO) E/O COMPORTAMENTALE UN DISTURBO EMOTIVO E/O COMPORTAMENTALE PUÒ DETERMINARE UNA INTERFERENZA CON I PROCESSI DI APPRENDIMENTO, DETERMINANDO UNA DIFFICOLTÀ DI APPRENDIMENTO SECONDARIO. AD ESEMPIO, UNA PARTE DEI BAMBINI CON DEPRESSIONE PRESENTA PREVALENTEMENTE PROBLEMI SCOLASTICI, IN QUESTO CASO LE DIFFICOLTÀ APPAIONO PERÒ PREVALENTI NEI COMPITI A MAGGIOR INTEGRAZIONE COGNITIVA E NON SONO PRESENTI LE CADUTE NEUROPSICOLOGICHE TIPICHE DEL DSA. 47 DISTURBI PSICOPATOLOGICI SPECIFICI GENERALMENTE SCATENATI, MA NON CAUSATI DAL FALLIMENTO SCOLASTICO, CHE AGISCE SU UNA VULNERABILITÀ SOTTOSTANTE I DISTURBI PSICOPATOLOGICI PIÙ SPESSO ASSOCIATI ALLA DISLESSIA EVOLUTIVA SONO I QUADRI DEPRESSIVI, DISTURBI D’ANSIA, DISTURBI DA DEFICIT DI ATTENZIONE (CON O SENZA IPERATTIVITÀ), I DISTURBI OPPOSITIVOPROVOCATORI E I DISTURBI DELLA CONDOTTA SOPRATTUTTO IL DISTURBO D’ANSIA GENERALIZZATO, L’ANSIA DI SEPARAZIONE E LA FOBIA SCOLARE TENDONO AD ACCOMPAGNARE LE DIFFICOLTÀ DI APPRENDIMENTO. DISTURBI SOMATICI (VOMITO, ALGIE ADDOMINALI, CELALEA TENSIVA, ECC.) INTERPRETABILI ANCHE COME EQUIVALENTI DEPRESSIVI, CIOÈ COME CONDIZIONI LEGATE AD ABBASSAMENTI DEL TONO DELL’UMORE 48 RICERCA… IN UN GRUPPO DI 98 SOGGETTI CON DISLESSIA EVOLUTIVA GIUNTI AL CENTRO REGIONALE DI BOLOGNA DI ETÀ COMPRESA TRA I 7,6 E I 14 ANNI HANNO STUDIATO LA RELAZIONE TRA DISTURBO DI APPRENDIMENTO E PRESENZA DI UN PROBLEMA PSICOPATOLOGICO. ALL’INTERNO DEL CAMPIONE L’OSSERVAZIONE CLINICA HA EVIDENZIATO: 38 SOGGETTI L’ASSENZA DI PROBLEMI PSICOPATOLOGICI 19 SOGGETTI PRESENTAVANO UN PROBLEMA ATTENTIVO (DISTURBO DA DEFICIT DELL’ATTENZIONE), 23 PRESENTAVANO UN QUADRO DEPRESSIVO (10 DEPRESSIONE FRANCA E 12 UNA INIBIZIONE), 10 PRESENTAVANO UN DISTURBO D’ANSIA, 4 UN PROBLEMA DI COMPORTAMENTO (3 DISTURBO OPPOSITIVO PROVOCATORIO, 1 UN DISTURBO DELLA CONDOTTA), 4 PRESENTAVANO BALBUZIE, TIC, ENURESI NOTTURNA 49 GRAZIE PER L’ATTENZIONE 50