I volti della
responsabilità sociale
d’impresa
• di Guido Lazzarini
L’ETICA
L’espressione
“etica” deriva da Aristotele e
significa scienza dell’ethos: per ethos si intende il
costume di un popolo, il modo del sentire
comune, relativo alla condotta umana,
normalmente espresso nelle leggi della polis e
della sua costituzione. In altre parole, l’etica è
l’indicazione del modo di agire cioè la norma che
suggerisce criteri di valore e di giudizio per i
comportamenti pratici.
L’etica
è l’insieme dei valori e delle norme che
ispirano il comportamento dell’agire umano e del
giudicare il bene e il male. È riferibile ad un
insieme di precetti naturali ( si distingue dalla
morale che si ispira a contenuti religiosi) ed è una
dimensione oggettiva, pubblica e sociale.
…
Da qualche tempo è in atto in occidente un
processo di riabilitazione dell’etica, che torna ad
essere al centro del dibattito culturale.
1
RESPONSABILITA’ SOCIALE D’IMPRESA
“ETICA E PROFITTO”
Globalizzazione e ruolo delle multinazionali
E’ necessario definire un modello di comportamento
esemplare secondo codici di comportamento e di
responsabilità.
O.N.G.
IMPRESE RESPONSABILI
bilanci
etichette ambientali
sociali
investimenti
socialmente
standard
internazio responsabili
nali
2
bilanci
sociali
codici
etici
La responsabilità sociale
d’impresa; una risorsa
multidimensionale
 Responsabilità sociale dell’impresa: l’impresa si
impegna a contribuire al miglioramento della società e
al rispetto dell’ambiente in cui è inserita.
 Le infrazioni più frequenti riguardano il lavoro
minorile, il lavoro forzato, le condizioni nocive,
malsane e pericolose dei luoghi di lavoro, i salari
insufficienti alla sopravvivenza per l’eccessivo costo
della vita.
 Un esempio eclatante fu quello del comportamento
della multinazionale Chicco. In una fabbrica di
giocattoli Hong Kong, nel novembre del 1993,
morirono ottanta ragazzine su duecento a causa di un
incendio: le uscite di sicurezza non erano agibili. La
fabbrica si chiamava Zhili e apparteneva da una società
di Hong Kong, che fabbricava giocattoli per la Chicco.
Il risarcimento alle vittime non fu mai erogato.
3
 Le cause delle infrazioni si possono individuare nel
risparmio sui costi ottenuto con la delocalizzazione e la
terziarizzazione produttiva, ma la situazione è anche
aggravata dagli stati ospitanti che, spesso, non tutelano
né il loro ambiente né la loro popolazione.
 Il funzionamento dell’economia mondiale è
condizionato dalle multinazionali che rappresentano
circa il 70 % del commercio mondiale; le più grandi
hanno fatturati annuali che superano il PIL di molti
paesi e sono in grado di influenzare accordi
internazionali sugli investimenti.
 Sull’attività delle multinazionali sono presenti
sostanzialmente due correnti di pensiero contrapposte
…
 Sarebbe necessario definire un modello di
comportamento esemplare secondo codici di
comportamento e di responsabilità.

4
L’impresa responsabile:



Le imprese condizionano sia l’ambiente circostante sia la
vita sociale delle persone che, direttamente o
indirettamente, interagiscono.
Anche l’azienda si colloca come possibile protagonista
responsabile della società civile, nonostante sia, in primo
luogo, un attore economico volto alla massimizzazione
del profitto; essa si pone come ‘non etica’, ma lo diviene
se rispetta la persona umana e il bene comune
La responsabilità dell’impresa è pluridimensionale
perché riguarda diverse dimensioni:
economica
politica
culturale
ambientale.

Il bene dell’impresa (inteso come capacità di reddito,
sopravvivenza e sviluppo) e il bene della società sono in
stretto legame.

5

La responsabilità economica fa riferimento al
massimizzare i profitti, migliorare la produttività,
rispettare i fornitori, creare posti di lavoro, pagare
giuste retribuzioni, servire il cliente.

La responsabilità sociale riguarda le relazioni tra
impresa e ambiente e si riferisce al sistema politico
e culturale, ovvero al rispetto delle leggi, dei
costumi sociali e culturali.

La responsabilità ambientale prende le mosse dal
legame indiscusso tra impresa e ambiente in
ragione del fatto che ogni scelta ricade sulla
natura.
6
 Nel luglio del 2001 la Commissione Europea
pubblica il Libro Verde ‘‘Promuovere un quadro
europeo per la Responsabilità Sociale delle
Imprese’’.
Il documento riconosce la responsabilità sociale come
un contributo spontaneo che le imprese danno al
progresso sociale e alla tutela dell’ambiente.
 La responsabilità in senso ampio non si impone ma
si sceglie
 Molte imprese si stanno convincendo del fatto che
la responsabilità sociale può rappresentare un
valore aggiunto, un investimento strategico: i
benefici che si ottengono da una condotta etica
riguardano principalmente il miglioramento
d’immagine dell’impresa.
7
 La reputazione che un’impresa responsabile dà
di sè permette di recuperare nel medio termine
il vantaggio che un’azienda non etica ha
ottenuto dalla competizione sleale.
 Nell’era della globalizzazione, la
considerazione dell’inconciliabilità della diade
etica-affari necessita di un superamento che
permetta di ritenere che le due componenti
siano indispensabili l’una all’altra.
 Nel libro verde dell’Unione europea sono
individuati diversi processi e indicate modalità
comportamentali:
La gestione delle risorse umane
Salute e sicurezza nel lavoro
Adattamento alle trasformazioni
Gestione degli effetti sull’ambiente e delle risorse
naturali
8
 Assumere l’impegno di una condotta
responsabile dell’azienda spetta a coloro che la
presiedono.
 L’agire secondo principi etici aumenta la
fiducia dei consumatori orientati alla scelta di
prodotti e servizi in base all’immagine che
l’azienda offre di se stessa.
 ogni scelta di acquisto è un atto di giustizia
economica che avvantaggia le aziende
responsabili.
 Il senso civico del consumatore può essere,
quindi, ritenuto il motore di un’economia
ripensata in base al fatto che il mercato non
soddisfa il bisogno, ma la domanda pagante.
9
Etica e profitto: un binomio possibile?
 Per la concezione capitalistica ortodossa il fine
economico dell’impresa sovrasta ogni altro aspetto …
ma è ormai opinione diffusa che l’impresa non
persegue solo una missione economica, ma interagisce
con molti fattori, tra cui quello sociale.
 Certamente non è semplice conciliare le finalità
economiche con quelle sociali, ma la loro unione
permette di ottenere un livello più elevato di efficienza.
 la componente etica viene considerata il terzo
parametro, oltre a quelli economico ed ambientale, su
cui far convergere le strategie d’impresa.
10
 Un’impresa socialmente responsabile tende a
soddisfare le legittime attese di tutti gli stakeholder
tramite l’adozione di strumenti idonei per organizzare,
gestire e comunicare responsabilmente l’impatto della
propria attività.
 Il termine ‘responsabilità’ implica l’esistenza di campi
di discrezionalità nel processo decisionale, per cui
l’azienda deve essere coerente con i valori in cui si
identifica e rendere conto delle proprie scelte.
 Il termine ‘sociale’ non è da intendersi in senso
restrittivo, ma evidenzia la necessità di considerare
congiuntamente gli impatti economico, ambientale e
sociale dell’impresa perché ogni decisione presa per
uno di questi approcci ha ripercussioni sugli altri due,
sottolineando il vincolo di interdipendenza che li lega.
11
 Nell’era della globalizzazione la responsabilità sociale
non si limita all’ambito interno dell’impresa, ma
coinvolge partners commerciali, fornitori, clienti e
comunità locali.
 L’instaurare con i partners commerciali e fornitori
buoni rapporti favorisce una riduzione dei costi e un
aumento dello standard di qualità, con la possibilità di
affrontare progetti di engineering comuni.
partners
fornitori
12
comunità
IMPRESA
clienti
Gli strumenti di gestione della
responsabilità sociale d’impresa
a.
b.
c.
d.
e.
f.
Gli strumenti a disposizione per
testimoniare la propria responsabilità
sociale sono diversi:
codici etici,
bilanci sociali,
bilanci ambientali
etichette sociali,
investimenti socialmente responsabili.
standard internazionali
Le aziende, spesso, utilizzano congiuntamente
più strumenti a seconda delle loro
esigenze e organizzazione
13
 In Europa, la diffusione dei codici etici è avvenuta
dopo gli anni ’80. Da un’inchiesta del 1988, realizzata
su un campione di imprese tedesche, francesi e inglesi,
risultava che le percentuali di aziende con codici etici
erano rispettivamente il 51%, 31% e 41%.
 In Italia, da una ricerca dell’ASFOR del 1989,
effettuata su 200 manager, è risultato che solo il 22%
delle aziende sono dotate di codici etici ma di questa
percentuale, buona parte sono imprese estere che usano
il codice etico proveniente dalla casa madre. Solo dopo
lo scandalo di tangentopoli sono comparsi i primi
codici autonomi e non semplici traduzioni dei codici
adottati dalle case madri straniere.
14
La struttura …
 Il codice etico varia da impresa ad impresa, ma
generalmente è strutturato su quattro livelli:
l’individuazione della mission aziendale; le relazioni
con gli stakeholder (azionisti, dipendenti, consumatori,
fornitori, comunità...); le sanzioni interne per la
violazione del codice.
I punti di forza
 facilita le scelte dei dipendenti quando si trovano a
valutare i vari aspetti di una decisione;
 è una protezione per i dipendenti poiché, appellandosi
al codice etico, possono respingere richieste non etiche
provenienti da superiori;
 riduce la discrezionalità nei casi in cui la legge è
inadeguata o assente.
15
I punti di debolezza
 l’eccessiva genericità può creare difficoltà di
applicazione in determinati casi concreti;
 le sanzioni non hanno carattere giuridico, ma solo
natura etica per cui, senza un’adesione totale e
volontaria dei dipendenti e del management, il codice è
superfluo;
 Si deve tuttavia concludere che se in un contesto
concorrenziale vi è solo un’impresa vincolata dal
codice etico, si troverà ben presto in una situazione di
svantaggio tale che la porterà fuori dal mercato, per cui
è condizione necessaria che il codice sia esteso al
maggior numero possibile di imprese operanti in un
determinato settore. Solo in tal caso le sanzioni morali
avranno maggior peso e l’impatto con l’opinione
pubblica sarà più efficace
16
b. Il bilancio sociale
•
Il bilancio sociale è lo strumento che permette alle
imprese di essere trasparenti verso il proprio pubblico di
riferimento e di manifestare i valori etici cui si ispirano.
•
Questo strumento può essere considerato non solo un
modo per legittimare il soggetto-impresa, ma anche un
modo per congiungere l’impresa all’ambiente in cui è
inserita ed alla comunità che la ospita.
•
Le aziende devono percepire il valore etico come valore
aggiunto, come investimento che può essere speso in
termini di reputazione e immagine per essere competitive
in un mercato sempre più esigente.
•
Il bilancio sociale risponde a diverse necessità aziendali:
comunicare all’esterno; comunicare all’interno; elaborare
strategie sociali; individuare l’identità aziendale;
migliorare la gestione del sistema aziendale; controllare il
rendiconto finanziario.

17
b. Il bilancio sociale
•
Il bilancio sociale è lo strumento che permette alle
imprese di essere trasparenti verso il proprio pubblico di
riferimento e di manifestare i valori etici cui si ispirano.
•
Questo strumento può essere considerato non solo un
modo per legittimare il soggetto-impresa, ma anche un
modo per congiungere l’impresa all’ambiente in cui è
inserita ed alla comunità che la ospita.
•
Le aziende devono percepire il valore etico come valore
aggiunto, come investimento che può essere speso in
termini di reputazione e immagine per essere competitive
in un mercato sempre più esigente.
•
Il bilancio sociale risponde a diverse necessità aziendali:
comunicare all’esterno; comunicare all’interno; elaborare
strategie sociali; individuare l’identità aziendale;
migliorare la gestione del sistema aziendale; controllare il
rendiconto finanziario.

18
In Francia dal 1977 esiste l’obbligo di legge per la
redazione del bilancio sociale per le imprese con
più di 300 dipendenti.
In Italia la redazione del bilancio sociale è
volontaria. Le prime applicazioni risalgono al
1993 con le Ferrovie dello Stato.
19
c. Il bilancio ambientale
 La continua attenzione dei mass media, dei governi e
dell’opinione pubblica nei confronti delle
problematiche ambientali legate al modo in cui si
produce, ha portato le imprese ad introdurre nel loro
sistema gestionale il bilancio ambientale.
 Nell’ambito della responsabilità sociale, esso si occupa
in particolare dell’attività ambientale per cui si devono
seguire determinate linee guida definite da diverse
organizzazioni internazionali quali:
 CEFIC (Council of European Chemical Industry);
 PERI (Public Enviromental Reporting Responsability);
 FEEM (Fondazione ENI Enrico Mattei)”.
 Il bilancio ambientale è un documento informativo nel
quale sono descritte le principali relazioni tra impresa e
ambiente ed è pubblicato volontariamente allo scopo di
far conoscere direttamente al pubblico interessato gli
orientamenti valoriali dell’azienda.

20
Le imprese che adottano un codice etico, un bilancio
sociale e un bilancio ambientale, in un periodo e in
un luogo dove le concorrenti non vi prestano
attenzione, sono destinate al fallimento.
Per contro, quando in un mercato l’immagine, la
correttezza e la trasparenza sono strumenti da
utilizzare per aumentare il profitto, allora
apportano valore aggiunto.
21
d. Etichette sociali ed ecologiche
 Si afferma con sempre maggior evidenza il desiderio
dei consumatori di avere chiare informazioni circa la
provenienza, il rispetto delle normative e la trasparenza
dei processi di lavorazione dei prodotti che acquistano.
 Non è semplice mettere il consumatore in condizione
di capire se un’impresa si comporta realmente in modo
responsabile, spesso la sua scelta rimane legata
all’immagine del prodotto acquisita nel tempo e quindi
slegata da altre logiche.
 Inoltre, non esiste un logo universalmente accettato che
renda facilmente riconoscibile il prodotto e che
permetta di individuare le aziende certificate e
classificarle in base al grado del loro comportamento
etico.

22
 Per venire incontro a tale esigenza si stanno
verificando iniziative di etichettatura sociale ed
ecologica ad opera degli stessi fabbricanti (marchi
autodichiarati), da settori d’attività, da ONG o dai
governi. Ma …
 Questo strumento riguarda specifiche nicchie di
mercato, è ancora un fenomeno limitato.
 Un altro elemento di debolezza riguarda la mancanza
di trasparenza e di verifiche da parte di terze che
possano controllare la veridicità dell’etichetta.
Per questi motivi tale strumento deve ancora essere
implementato per poter essere un buon indicatore di
responsabilità sociale.
23
e. Investimenti socialmente responsabili
 A differenza dell’etichettatura sociale ed ecologica,
l’investimento socialmente responsabile ha avuto un
buon riscontro nell’ambito finanziario.
 Un’impresa che rispetti determinati parametri sociali e
ambientali offre agli investitori una garanzia di minor
rischio di ripercussioni sull’andamento azionario.
 Non esistono studi specifici che individuino da cosa
derivi la redditività finanziaria di un’impresa
socialmente responsabile, ma è indubbio che
un’azienda in grado di gestire le questioni sociali ed
economiche, offre garanzie di gestione efficiente.
 Anche questo strumento presenta lacune sulla sua
trasparenza: le società che si occupano della
valutazione delle imprese interessate, non adottano
strumenti omogenei per cui è necessaria
un’armonizzazione.
24
f. La certificazione
 L’impresa deve assicurare l’affidabilità dei dati che
rende pubblici.
 Trasparenza, chiarezza, veridicità e completezza sono
requisiti basilari per non invalidare la rendicontazione.
 In questi ultimi anni si sono affermati diversi standard
internazionali che si propongono come linee guida per
la realizzazione del bilancio sociale, sia per una
gestione socialmente sostenibile delle imprese, sia per
fornire una certificazione etica in uno o più ambiti.
 Tali standard si differenziano per: ambito di verifica;
finalità; criteri di riferimento; procedure di verifica;
formula del rilascio di certificazione. Il maggior
ostacolo alla valutazione sociale è l’assenza di uno
standard universalmente accettato.
25