Corso formazione DDAI - Dott.ssa Negri Ramona– Ufficio di Piano Lodi
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Cos’è il DDAI o ADHD
Il DDAI Disturbo da Deficit di
Attenzione/Iperattività
E’ un’etichetta diagnostica che descrive una
popolazione eterogenea e vasta di bambini con
una serie di problemi:
• difficoltà a mantenere l’attenzione;
• difficoltà a controllare l’impulsività
movimento.
e
il
Questi aspetti possono essere presenti entrambi
o solo uno di essi.
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Storia
• Agli inizi del ‘900 si riteneva che i comportamenti iperattivi e
impulsivi associati a disattenzione dipendessero da uno
scarso sviluppo del controllo morale.
• Negli anni ’30 ci si accorse che i sintomi dell’iperattività e
della disattenzione erano legati fra loro.
• Nel 1968 il DSM-II introduce la diagnosi di “reazione
ipercinetica del bambino” (accento posto più sull’aspetto
motorio che su quello cognitivo).
• Nel 1980 con il DSM-III si cambia radicalmente definendo il
DDAI come “disturbo da deficit dell’attenzione” ciò implica il
passaggio nel senso che viene data maggiore risonanza
all’ambito cognitivo rispetto a quello comportamentale.
Virginia Douglas sostenitrice di questa tesi riteneva che i
disturbi comportamentali derivassero da quelli cognitivi.
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La classificazione
nel DSM-IV
Nel DSM-IV si sono evidenziati i sintomi:
• Disattenzione: riscontrati in bambini che hanno
evidenti difficoltà a rimanere attenti o a lavorare
su uno stesso compito per un periodo di tempo
sufficientemente lungo.
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• Iperattività : eccessivo livello di attività
motoria o vocale..
• Impulsività: per alcuni autori il carattere
distintivo del DDAI. È quella difficoltà a
dilazionare una risposta, a inibire un
comportamento
inappropriato,
ad
attendere una gratificazione.
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IN CHE MODO SI PUO’
DIAGNOSTICARE IL DDAI?
La diagnosi deve essere curata da un esperto
(psicologo o psichiatra) attraverso la
somministrazione di test che misurano:
• il livello intellettivo;
• il funzionamento cognitivo;
• la creatività.
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CRITERI DIAGNOSTICI
Presenza di almeno 6 sintomi per un
minimo di 6 mesi e in almeno 2
contesti di vita.
Presenza prima dei 7 anni di età e
compromissione del rendimento
scolastico e/o sociale.
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LE TRE PRINCIPALI FORME DI
DDAI
•
DDAI/sottotipo disattendo;
• DDAI/sottotipo iperattivo-impulsivo;
• DDAI/sottotipo combinato.
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LA SCALA SDAI
• sommando i punteggi assegnati alle
domande dispari:
totale > 13 = problemi di attenzione;
• sommando i punteggi assegnati alle
domande pari:
totale > 13 = problemi di iperattività e
impulsività.
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Il DSM-IV ammette la possibilità di
porre una diagnosi di DDAI a casi
piuttosto eterogenei tra loro:
un bambino iperattivo riceve la stessa
diagnosi di DDAI di uno incapace di
concentrazione ma calmo; per questo
motivo è estremamente importante
fare riferimento ai sottotipi.
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LE DIFFERENZE DEI 3
SOTTOTIPI
I tre sottotipi sono differenti tra loro per
quanto riguarda la presenza di altri disturbi:
• i bambini DDAI/sottotipo disattento:
problematiche emotive
• I bambini DDAI/sottotipo combinato e
iperattivo-impulsivo: rifiuto regole, più
aggressivi
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Le differenziazioni dei
sottotipi
1 - L’ETA’ di DIAGNOSI
• 1° il sottotipo iperattivo-impulsivo;
• 2° il sottotipo combinato;
• 3° il sottotipo disattento.
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2 – L’AMBITO COGNITIVO:
a)DDAI/sottotipo disattento:
• difficoltà nelle componenti cognitive deputate alla
selezione e focalizzazione dell’attenzione
• meno accurati nell’elaborazione dell’informazione;
b)DDAI /sottotipo combinato:
• molti errori di perseverazione
• non riescono ad inibire le informazioni irrilevanti
quando eseguono un compito.
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Altri autori hanno sottolineato la
possibilità della presenza di altri
sottotipi, perciò è necessario valutare
la probabilità di effettuare nuovi studi
per evidenziare ulteriori suddivisioni.
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EQUIVOCI FREQUENTI
• Chi ha un DDAI non riesce mai a
prestare attenzione.
• Il bambino con DDAI è sempre
iperattivo
• Il DDAI di per sé è causa diretta di
un comportamento oppositivo.
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COME FUNZIONA IL CERVELLO
DELLE PERSONE CON DDAI?
In genere minori attività in alcune aree del cervello
mentre svolgono certi tipi di attività e una minore
attività del neurotrasmettitore “dopamina”.
Altra relazione osservata è stata quella tra DDAI e
gli acidi grassi usati per costruire i recettori dei
neurotrasmettitori.
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SINTOMI SECONDARI E
DISTURBI ASSOCIATI
I soggetti con DDAI presentano anche altri comportamenti
disturbanti ritenuti secondari cioè derivanti dall’interazione tra
le caratteristiche primarie del disturbo e il loro ambiente:
1 – disturbo oppositivo-provocatorio DOP: determina
fallimenti in ambito scolastico e sociale, se si aggiungono
comportamenti aggressivi è possibile lo sviluppo di
comportamenti devianti, problemi con la giustizia o di
abuso di sostanze stupefacenti.
2 - disturbo della condotta DC: è caratterizzato dalla
violazione dei diritti degli altri;
3 – ci sono differenze anche tra i bambini iperattivi e quelli
iperattivi/aggressivi nel secondo caso i bambini
attribuiscono più intenzioni ostili al comportamento dei pari
in situazioni ambigue e rispondono più aggressivamente a
comportamenti ambigui e provocatori.
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IL DDAI e il DOP: Disturbo
Oppositivo Provocatorio
Il DOP si caratterizza per collericità e tendenza a infastidire e irritare
gli altri intenzionalmente.
Per essere diagnosticato deve essere presente nel soggetto un
comportamento negativo, ostile e provocatorio che dura da almeno 6
mesi, durante i quali si siano presentati 4 o più dei seguenti sintomi:
• spesso va in collera;
• spesso litiga con gli adulti;
• spesso sfida attivamente o si rifiuta di rispettare le richieste o le
regole degli adulti;
• spesso irrita deliberatamente le persone;
• spesso accusa gli altri per i propri errori o il proprio cattivo
comportamento;
• è spesso suscettibile o facilmente irritato dagli altri;
• è spesso arrabbiato e rancoroso;
• è spesso dispettoso e vendicativo.
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Le cause non sono note, ciò che si è notato è
l’incidenza della comparsa in quei bambini con
padre alcolista che ha avuto problemi con la
giustizia.
Generalmente è un disturbo che non si
presenta isolato, ma è sempre accompagnato
da qualche altra difficoltà.
Il 30-40% dei bambini con DDAI presenta
anche un DOP.
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IL DDAI e il DC: Disturbo
della Condotta
Il DC si caratterizza per la persistente
violazione dei diritti fondamentali degli
altri, delle norme e delle regole sociali.
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Si può trattare di atti apertamente
aggressivi o condotte che ledono diritti
e regole senza scontri diretti con le
Vittime.
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Il DC può avere un esordio:
• nella fanciullezza: una delle caratteristiche
compare prima dei 10 anni, prevalentemente nei
soggetti maschili, che spesse volte mostrano
aggressioni fisiche verso gli altri. La comparsa del
disturbo a questa età molto spesso comporta una
permanenza anche in età adulta.
• nell’adolescenza: non compaiono sintomi prima
dei dieci anni; le caratteristiche del disturbo in
questo caso non sono apertamente aggressive: le
relazioni con i pari sono nella norma e
generalmente non persiste anche nell’età adulta.
In questo sottotipo il rapporto tra maschi e
femmine è minore rispetto al precedente e può
essere suddiviso tra leggero, moderato o grave in
base ai comportamenti aggressivi manifestati.
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Sembra che il fattore economico giochi
un ruolo fondamentale nello sviluppo
di tale problema
classi socioeconomiche basse > classi medio
alte
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• Il DC è altamente correlato con il
DOP e il DDAI: 82-95% dei bambini
con DC a esordio nella fanciullezza
hanno manifestato un DOP e circa il
60% ha manifestato un DDAI.
• Tra i soggetti che hanno DDAI circa il
20-30% dei bambini e il 40-60%
degli adolescenti presenta un DC.
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Il DC compare generalmente nella
tarda infanzia o prima adolescenza,
esistono casi di comparsa anche a 6-7
anni, è raro che la sua comparsa vada
oltre i 16 anni.
Di solito prima compare, peggiore è la
diagnosi e maggiore è la sua
persistenza.
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DECORSO
Per la maggior parte dei casi è
in remissione in età adulta.
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CARATTERISTICHE
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Scarsa empatia;
Pochi sensi di colpa o rimorso;
Scarsa autostima
Inizio precoce dell’attività sessuale, di uso di
droghe, alcool e fumo
Idee di suicidio;
QI al di sotto della media
Difficoltà negli apprendimenti scolastici
Nei maschi: furto, vandalismo, problemi di
disciplina e condotte aggressive;
nelle femmine: assenze da scuola, fughe,
menzogne, uso di sostanze e prostituzione.
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CAUSE
DC con esordio nella fanciullezza
• fattori biologici e neurologici: bassi livelli di
dopamina, alti livelli di testosterone, forte
influenza genetica, la psicopatologia familiare;
• fattori ambientali: rifiuto o abbandono da parte
dei genitori, maltrattamento fisico o sessuale,
norme contraddittore di educazione, associazione
con gruppi di delinquenti.
DC con esordio nella adolescenza:
• problemi familiari
• influenza dei compagni.
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L’AGGRESSIVITA’
I bambini che sviluppano aggressività generalmente ritengono
che gli altri siano ostili nei loro confronti e spesso cercano
elementi che possono confermare questa loro posizione.
Per risolvere i loro problemi adottano soluzioni violente.
Spesso accade che tali comportamenti si sviluppino come
conseguenza di un vissuto spesso negativo sperimentato nei
primi anni della loro vita.
Molte ricerche hanno dimostrato che spesso questi bambini
derivano da famiglie dove vige un clima coercitivo.
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IL DDAI E LE DIFFICOLTA’
SCOLASTICHE
I bambini con DDAI hanno prestazioni
scolastiche inferiori rispetto ai loro
coetanei pur avendo le stesse abilità
cognitive causa da ricercare nelle
difficoltà attentive e di autoregolazione
cognitiva:
i bambino con DDAI danno risposte
impulsive e adottano un comportamento
iperattivo in classe.
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Il DDAI e i DAS
Tale relazione non è ancora stata ben definita ma si ipotizza
che possa dipendere da:
• i comportamenti tipici del DDAI determinano un secondario
disturbo di apprendimento: le difficoltà di attenzione e
l’impulsività interferiscono con la possibilità di acquisire le
competenze scolastiche.
• I DAS sono un effetto secondario del DDAI, per questo
motivo rilevabile solo verso la fine della scuola primaria.
• I DAS determinano l’insorgere di tratti tipici del DDAI:
disattenzione, frettolosità e irrequietezza.
• Quando entrambi i disturbi sono presenti già a 6 anni.
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Secondo la posizione del gruppo di
Cornoldi, i bambini con DDAI,
presenterebbero difficoltà scolastiche a
causa di problemi cognitivi quali scarsa
memoria di lavoro, nelle strategie di
apprendimento e nell’inibizione delle
informazioni irrilevanti.
Tali difficoltà inciderebbero negativamente
soprattutto nella comprensione dei testi
scritti, nello studio e nella soluzione di
problemi aritmetici.
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PROBLEMATICHE
INTERPERSONALI
Spesso i bambini con DDAI, proprio in relazione ai loro
problemi di autocontrollo, sono rifiutati e i meno popolari tra i
compagni.
Le loro interazioni sociali non sono adeguate sia nei
contesti strutturati che nel gioco:
• comportamenti negativi di tipo verbale e non verbale;
• minore interazione coi compagni;
• bassi livelli di espressione affettiva;
• minore interazione coi compagni.
I bambini con DDAI + AGGRESSIVITA’ spesso non sono
intenzionali nei loro comportamenti disturbanti e rimangono
anche sorpresi degli esiti negativi che provocano le loro azioni.
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ASPETTI EVOLUTIVI DEI DDAI
L’età media di insorgenza è compresa tra i 3 e i 4 anni
Il disturbo si manifesta con tempi e modalità differenti a
seconda di una serie di variabili:
– la qualità delle relazioni con e tra i familiari,
– l’accettazione del bambino nel contesto scolastico;
– il profilo cognitivo generale;
Le difficoltà sono maggiormente evidenti quando il bambino
non riesce a soddisfare le richieste dell’ambiente.
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Le cinque fasi dello sviluppo dove il
disturbo può essere analizzato e
osservato nella sua evoluzione sono:
• prima della nascita (si valutano i
fattori di rischio di insorgenza del
disturbo)
• primi 3 anni di vita;
• scuola materna;
• scuola elementare;
• preadolescenza e adolescenza.
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I PREDITTORI
Numerosi studi di genetica hanno
evidenziato che alcune caratteristiche
dei genitori sono predittive della presenza
del disturbo di DDAI nei figli:
• genitori con profilo DDAI;
• genitori depressi con condotta antisociale;
• genitori con problemi di alcolismo.
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I FATTORI DI RISCHIO
Barkley ha elaborato un elenco di fattori di rischio in
ordine di importanza:
• presenza di disturbi psicologici nei familiari, in
particolare DDAI;
• abuso di sigarette e alcol della madre durante la
gravidanza;
• assenza di un genitore o educazione non adeguata;
• problemi di salute o ritardi di sviluppo del bambino;
• precoce insorgenza nel bambino di elevati livelli di
attività motoria;
• atteggiamenti critici e/o direttivi della madre durante i
primi anni del bambino.
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FATTORI LIMITATIVI
Fattori che limitano gli esiti negativi del
DDAI:
• elevato livello educativo della madre;
• buona salute del bambino poco dopo la
nascita;
• buone capacità cognitive del bambino;
• stabilità familiare.
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PER CONCLUDERE
I bambini con DDAI vengono descritti
dai genitori come difficili sin dalla
nascita.
Ciò può innescare un’interazione
difficile con la madre generando un
circolo vizioso che porta ad
un’accentuazione dei sintomi.
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Alla scuola elementare le cose si complicano
proprio perché il bambino deve rispettare
regole e compiti che gli vengono imposti.
Con il progredire dell’età l’iperattività tende
a diminuire.
Durante l’adolescenza i sintomi tendono ad
attenuarsi.
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