Il DDAI e l`evoluzione

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DDAI: Disturbo da Deficit di Attenzione/Iperattività
Sabato 26/11/05
Parte teorica:
Differenziazione tra disturbo da deficit di attenzione/iperattività ed altri disturbi di
comportamento molto simili tra i quali: comportamento aggressivo
comportamento oppositivo
Vengono elencate le caratteristiche di un soggetto DDAI quali quelle individuabili attraverso la
(vedi ftc 1)”Scala SDAI…..(Cornoldi et al., 1996”:
-incontra difficoltà a concentrare l’attenzione sui dettagli o compie errori di negligenza;
-spesso si agita con le mani o i piedi o si dimena sulla sedia;
-incontra difficoltà nel mantenere l’attenzione sui compiti o sui giochi in cui è impegnato;
-non riesce a star seduto;
-quando gli si parla non sembra ascoltare;
-manifesta una irrequietudine interna, correndo o arrampicandosi dappertutto;
-pur avendo capito le istruzioni e non avendo intenzioni oppositive, non segue le istruzioni ricevute
o fatica a portarle a compimento;
-incontra difficoltà a impegnarsi nei compiti e nelle attività tranquille;
-incontra difficoltà a organizzarsi nei compiti e nelle sue attività;
-è in movimento continuo come se avesse dentro un motorino che non si ferma;
-evita o è poco disposto a impegnarsi in attività che richiedono un impegno continuato;
-parla eccessivamente;
-perde oggetti necessari per le attività che deve svolgere;
-risponde precipitosamente prima ancora che la domanda sia stata formulata interamente;
-viene distratto facilmente da stimoli esterni;
-incontra difficoltà ad aspettare il suo turno;
-tende a dimenticarsi di fare le cose;
-spesso interrompe o si comporta in modo invadente con altre persone impegnate in un gioco o in
una conversazione.
Per la parte operativa della giornata ci viene distribuito un questionario in cui vengono descritti vari
comportamenti: dobbiamo segnare quello rappresentativo per un DDAI (vedi ftc 2)”questionario”.
Infine c’è il confronto tra i vari gruppi di lavoro sull’argomento.
Prima di uscire viene distribuito una fotocopia (ftc 1) di una scala utile per individuare il grado di
comportamento, di disattenzione e iperattività. Questa scala si può usare per l’osservazione del
ragazzo che si sospetta possa avere DDAI.
Alcuni corsisti hanno chiesto perché l’equipe di N.P.I. non fa conoscere questo questionario agli
insegnanti che sono impegnati con ragazzi DDAI per facilitarli nell’osservazione e nella
programmazione. La psico-pedagogista risponde che non è un loro compito specifico di conoscere
questi tipi di schede ma è più di competenza della psico-pedagogista. Ci promette comunque di
parlarne con l’equipe con la quale ha regolarmente degli incontri.
Sabato 10-11-2005
Viene spiegato quali meccanismi di controllo sono insufficienti in una soggetto con DDAI
(vedi ft c 3) “Meccanismi di controllo insufficienti” sottolineando che questi meccanismi
migliorano attraverso l’educazione e con la maturazione evolutiva. Solo in 20/30% dei soggetti con
SDAI rimangono sintomi in età adulta.
Spesso i soggetti con DDAI nell’età evolutiva, in età adulta scelgono professioni “estreme” quali
guardia notturna, vigile del fuoco…
Leggendo la ftc 3 la psico-pedaogista fa notare che nella voce “controllo della produzione – Ritmo”
se questo è troppo lento potrebbe essere sintomo di un DDAI al femminile.
Poi viene affrontato l’argomento come raccogliere tutte le informazioni sul ragazzo. La
conclusione è che ciò avviene attraverso la raccolta di informazioni da parte dell’insegnate di
sostegno:
-dalla famiglia;
-dagli insegnanti della classe precedente;
-dagli assistenti e/o educatrici;
-dall’ equipe N.P.I. dell’ASL di competenza;
-dalla relazione finale della classe frequentata precedentemente;
-dalla Diagnosi Funzionale;
-dall’osservazione da parte del C.d.C. usando uno schema predisposto;
-dalle proprie impressioni ed osservazioni in classe e in ambito scolastico;
Tutto ciò viene unito nel P.D.F.
E’ a questo punto che viene formulato il P.E.I. in collaborazione e con il consenso del C.d.C.,
genitori e equipe N.P.I. coordinati dall’insegnante di sostegno.
Ci si sofferma su un’ esperienza portata dalla Scuola Media, esperienza che evidenzia come, in
diverse occasioni, si cerca di venire incontro il più possibile alle richieste dei genitori quali ad es.
che non esca da solo dalla classe, che faccia il lavoro dei compagni ecc. L’esperienza insegna che
quando i genitori notano che il ragazzo sta bene a scuola anche loro incominciano ad avere più
fiducia nel corpo docente e che così, verso Pasqua, si può iniziare a differenziare di più il lavoro o
ad uscire ogni tanto in piccolissimo gruppo.
Durante questo corso viene anche puntualizzato com’è importante avere tra gli obiettivi specifici da
raggiungere:
-saper riconoscere e verbalizzare il processo di risoluzione dei problemi in quanto sono ragazzi che
sono impulsivi nell’affrontare qualsiasi compito non avendo presente tutte le tappe che portano alla
soluzione: quindi puntare molto sul problem-solving; (spesso si affronta soprattutto il problema in
senso opposto: hai fatto uno sbaglio…rifletti perché)
- migliorare l’autostima abituandoli all’autovalutazione.
Sabato 17-12-05
Nella parte teorica si affronta la domanda che cosa può fare la scuola per questi ragazzi.
Ci viene dato una ftc 4 sulle “strategie scolastiche da utilizzare per i bambini con deficit di
attenzione e iperattività”:
-non tentare di ridurre l’attività, ma incanalarla ed utilizzarla per accettabili finalità;
-non chiedere al bambino di aspettare, ma dargli un sostituto verbale o una risposta motoria da
compiere durante l’attesa, e, quando possibile, nel frattempo incoraggiare il su fantasticare;
-incoraggiare il bambino a tirar fuori le sue capacità positive di leadership invece di fraintendere la
sua incapacità di attendere come impazienza o prepotenza;
-diminuire la lunghezza del compito;
-rendere i compiti più interessanti;
-cercare le novità, specialmente alla fine di un lungo compito;
-non incoraggiare o rinforzare il giudizio di “bella addormentata”, ossia se il bambino guarda fuori
dalla finestra o ad un altro bambino non significa perciò che sia disattento. Purché il suo
comportamento non sia di disturbo, non pretendere da lui una quiete assoluta che non sempre
coincide con una reale attenzione;
-andare incontro alle scelte ed agli specifici interessi del bambino nei compiti;
-assicurarsi che i compiti coincidono con le capacità di apprendimento del bambino e con le sue
attitudini;
-attivare accorgimenti per superare la difficoltà di iniziare un compito: in generale aumentare la
strutturazione e l’importanza delle parti più rilevanti di un compito o delle convenzioni sociali;
-incrementare l’organizzazione del lavoro con l’uso di liste, diari, quaderni di appunti, cartelline;
-stabilire le consuetudini per quanto riguarda l’uso dei materiali della classe e per il vestiario;
-organizzare
il
suo
ambiente
con
divisori
e
materiali
colorati;
-esercitarsi alla programmazione;
-usare classificazioni, divisioni logiche, ripartizioni;
-ridurre la necessità di scrittura manuale;
-non pretendere sempre alti livelli di qualità nella scrittura dei compiti ma solo nelle parti più
importanti dove è indispensabile la chiarezza;
ACCORGIMENTO PER MIGLIORARE L’AUTOSTIMA DI SE:
-in generale riconoscere le capacità e gli sforzi del bambino;
-aumentare la soddisfazione del successo aiutando il bambino a migliorare le sue qualità;
-coinvolgere il bambino nella soluzione delle sue difficoltà.
Appunti della lezione:
Il DDAI e l’evoluzione:
-La scuola favorisce l’occasione di apprendimento e quindi cerca la modalità con cui i sintomi
diventano meno disturbanti per migliorare l’apprendimento.
L’evoluzione del DDAI:
- da 1 a 3 anni: poco evidente: piangono, sono insoddisfatti, hanno un sonno disturbato;
- da 3 a 6 anni: durante la Scuola Materna si manifestano degli aspetti più tipici:
irrequietezza motoria, non ha senso del pericolo, provocatorio, capriccioso, oppositivo, ha
poche abilità sociali, non rispetta le regole del gioco, è impulsivo. In questa fase il compito
delle maestre è OSSERVARE (perché la diagnosi si fa intorno ai 7 anni).
- Da 6 a 12 anni: adesso sono eclatanti tutti i sintomi: disattenzione, iperattività, instabilità
motoria, bassa autostima, poco autocontrollo, rapporto famigliare difficile (non bisogna
colpevolizzare i genitori);
- Da 13 a 17 anni: in 1/3 dei ragazzi i sintomi non si ripropongono più: quindi c’è stata una
maturazione: l’agitazione motoria, adesso,è soprattutto interna;
- i disturbi sono soprattutto di tipo attentivo;
- i problemi scolastici che si manifestano sono legati ai buchi accumulati;
- dai 18 anni in su: 50% non ha più sintomi eclatanti mentre i rimanenti possono trasformare
le loro caratteristiche particolari del DDAI in nuove risorse: ad es. sono spesso più creativi,
preferiscono i lavori più pericolosi ecc.
Qual è il rapporto tra un soggetto DDAI e l’apprendimento?
- Usare problem solving nell’area matematica: perché è incapace di pianificare;
- ha problemi nell’esposizione orale e scritta: non è capace di organizzare i concetti da
esprimere;
- ha problemi nella comprensione del testo scritto: dipende dalla difficoltà di prestare
attenzione nel tempo (testi più brevi);
- ha problemi nell’organizzazione dei compiti;
- ha problemi di grafia: perché deve coordinare tante abilità;
-
ha problemi di motivazione.
Quale difficoltà di autoregolazione incontra a scuola: (ftc 5)
- difficoltà di mantenere la concentrazione e l’attenzione: non sa selezionare, non rispetta le
consegne, non completa il lavoro;
- è impulsivo: nell’orale, nello scritto, nell’agito;
- problemi di motivazione e di fiducia: fa fatica; tende ad impegnarsi poco; è poco motivato
perché è spesso richiamato; non sa programmare le energie;
- ha difficoltà nel controllo delle sue emozioni: ha scoppi di rabbia, non sa aspettare;
-
-
ha difficoltà relazionale: ha una scarsa capacità collaborativa; tende ad interpretare
negativamente situazione neutre e/o oppositive; spesso ha il ruolo del bullo/vittima; o
bullo/provocatorio all’interno della classe;
l’autostima è poco modulata: cosicché il ruolo del bullo può diventare gratificante;
ha difficoltà nella pianificazione e quindi fa fatica ad individuare un percorso risolutivo;
difficoltà nell’organizzare i processi cognitivi: non sa usare le strategie;
Che cosa bisogna fare quando si è di fronte ad un bambino con DDAI?
C’è da tener presente che mancano dei test psicologici per questa patologia, perciò diventano
fondamentali le osservazioni della scuola e della famiglia.
Che cosa bisogna osservare?
- il comportamento problema: cioè non osservare ciò che non fa il bambino ma ciò che fa;
- nell’osservazione del comportamento problema bisogna:
1. individuare l’evento che scatena il comportamento problema;
2. centrare il comportamento problema;
3. osservare la conseguenza del comportamento problema;
(all’interno della scuola non si è preparati a questo tipo di lavoro)
bisogna scegliere categorie osservabili: comportamento motorio, effetti di disturbo…)
l’osservazione deve essere puntuale, condivisa, frequente e può essere di vari tipi ad. Es.:
a- registrazione continua della frequenza del disturbo;
b- registrazione a intervalli di tempi (ogni 2 ore osservo per 15 minuti);
c- osservazione per campionamento a tempo (ogni 15 minuti);
d- rilevazione della durata, ad es., dei tempi di attenzione o degli attacchi di
collera.
( la durata del periodo di osservazione varia da 8 a 10 giorni)
Si definisce in questo modo una linea di base per partire con la programmazione.
-
Che cosa posso fare in scuola per impedire ad avere determinate reazioni?
Ambiente fisico:
- fare in modo di vedere il bambino dalla cattedra;
- favorire il contatto oculare tra insegnante e bambino;
Porre attenzione:
- a collocare vicino a lui dei compagni “giusti”;
- a far si che non vengano disturbati troppi compagni quando si alza;
- alla corretta posizione della luce (da sx);
- a quanti compagni vede;
- a quanti “distrattori” ho in classe ( ad es. tener chiuso la porta)
- a porre i giochi sono in fondo all’aula o comunque fuori dal suo campo visivo
-
a fare delle attività routinarie strutturate nel tempo in classe in modo che possa regolare il
proprio comportamento.
A presentare le attività della giornata con le scadenze temporali;
A concordare delle pause;
Inoltre:
- Le regole devono essere propositive e chiare (e non dei divieti), e descrivere le azioni in
modo positivo (se vuoi parlare devi alzare la mano);
- Le regole devono essere poche e condivise (3 regole alla S.M. e 4-5 regole alla S.E.);
- Per formulare le regole si può anche usare il linguaggio pittorico (più diretto);
- Nell’organizzazione scolastica tener presente soprattutto le difficoltà di attenzione;
- Per affrontare la difficoltà di concentrarsi sulle consegne verbali: far ripetere la consegna,
semplificarla con immagini;
-
-
-
Per quanto riguarda l’impulsività e la scarsa capacità di organizzarsi assicurarsi che abbia
capito la consegna; considerarele varie possibilità; possa scegliere la risposta; che controlli
la risposta; (Si può anche iniziare dalla fine ad es. nella Scuola Materna chiedere la causa);
Bisogna sapere quante variabili riesce a tenere in mente;
Per migliorare l’autocontrollo: stabilire un segnale (timer o toccare la spalla/mano) per
riattivare l’autocontrollo oppure favorire criteri di autovalutazione in aggiunta al voto;
Fare differenza tra momenti strutturati e destrutturati (essere maggiormente tollerante o
meno a secondo delle situazioni);
Un bambino è tanto più gestibile quanto più risorse gli si attribuiscono;
Una scuola competitiva e/o individualistica è la morte per questi bambini;
Una scuola cooperativa è la scuola migliore per loro;
Variare le attività didattiche: film, audio, canti, modulare bene la voce;
Usare P.C. con la mediazione dell’adulto;
Strategie mirate sulle conseguenze:
- usare gratificazioni per far maturare comportamenti corretti sperando che così calino quelli
negativi;
- avvisare sempre prima che cosa ci si aspetta da lui e quindi rinforzare sia i suoi
comportamenti corretti che gli apprendimenti;
- gratificare sempre e subito (anche con raccolta di punti/carte vere);
- quando si punisce punire solo i comportamenti gravi (ad es. aggressività) immediatamente,
in modo adeguato alla gravità (e non al fastidio che ha dato alla persona) e facilmente
applicabile.
Allegato ftc 6: Comunicato stampa di Proxima sull’uso degli psico-farmaci e la loro efficacia (
anche i nostri neuro psichiatri negli ultimi anni hanno la tendenza di dare uno psico-farmaco Ritelin
(una anfetamina) che non è curativo ma sintomatico;
Allegato :ftc 7: piccola bibliografia
Allegato ftc 8: percorso strutturato di Educazione Razionale Emotiva all’interno di una
programmazione annuale.
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