5. La rinascita dell`Impero e la riforma cluniacense

La rinascita dell’Impero e la
riforma cluniacense
Corso di Storia della Chiesa I
Lezione 5
Situazione generale del X secolo
Periodo di maggiore debolezza:
economia agricola, pochi commerci per
dominio arabo in oriente ed insicurezza
nei trasporti (pirateria saracena);
Regime di decentramento con cessione
di diritti ad esigere tributi e doveri di
difesa ad un vassallo;
Incursioni di Saraceni, Vichinghi e
Magiari, che compivano scorrerie con il
solo scopo del saccheggio;
conseguente incastellamento delle città
e dei borghi: cinte murarie, fossati
difensivi
Fine delle incursioni magiare
Nel 955, una banda di incursori
Magiari si attardò attorno alle mura di
Augusta, difesa dal vescovo Ulrich
Il re di Germania Ottone I arrivò in
tempo coi soccorsi riuscendo a
sconfiggere i Magiari a Lechfeld
Da allora le incursioni diminuirono ed il
successo di Ottone I preparò la sua
nomina ad imperatore
Ottone era re di Germania dal 936 alla
morte del padre Enrico l’Uccellatore.
Sposa Adelaide, giovane vedova di
Ugo di Provenza, dopo averla liberata
dalle pretese di Berengario, duca del
Friuli. Il matrimonio gli fruttò la dote del
regno di Provenza
Le chiese private e i vescovi-conti
Diritto germanico:
– Il padrone del suolo è padrone
anche di ciò che vi è edificato
– Esistono chiese personali con
clero indipendente dal vescovo
– Convenienza per il re di assegnare
il governo di territori a vescovi che
non lasciano eredi
– Indipendenza reciproca tra le tribù
germaniche
Necessità di una riforma della
chiesa con governo autonomo
ed indipendente
La riforma di Cluny
Donazione di Guglielmo VII di Aquitania,
il Pio, all’abate Bernone, con piena
proprietà ed indipendenza dal potere
politico
Riforma di costumi: preghiera, liturgia,
indipendenza dal vescovo locale,
affiliazione di altri monasteri in tutta
Europa
Dopo solo un secolo ci sono più di
duemila monasteri affiliati … anche a
Roma
La casa di Sassonia
Nel 962 Ottone I si fa incoronare imperatore dal
papa Giovanni XII ed ottiene il privilegium
Othonianum (sceglie il papa da una terna
presentata da clero e popolo romano)
Nel 973 Ottone II secondo succede al padre
defunto e, sposando la principessa bizantina
Teofane, riceve il possesso dell’Italia meridionale
Nel 983 gli succede il figlio di tre anni Ottone III, con
la reggenza di sua madre e poi di sua nonna
Adelaide, fino al 996; fa eleggere papa il proprio
maestro Gerberto di Aurillac, abate di Bobbio, col
nome di Silvestro II e vuole ricostituire Roma come
capitale dell’impero. Esiliato nel 1002
Gli succede il cugino Enrico II, santo con la moglie
Cunegonda. Morì nel 1024 e con lui si estinse la
casa di Sassonia e cominciò a declinare il sistema
dei vescovi-conti e della tutela imperiale sul papa
La svolta dopo il Mille
Inizio dello stanziamento dei Vichinghi nel Nord Europa e fine dei
saccheggi; inizio della loro conversione al cristianesimo in Danimarca
Crescita di alcune repubbliche marinare nel mediterraneo e maggiore
sicurezza nella navigazione; ripresa dei commerci marittimi
Crescita delle attività artigianali nelle città; corporazioni di arti e
mestieri che assumono il governo dei comuni
Unità d’azione tra comuni e papato per il comune desiderio di
autonomia e libertà
Incremento della natalità e miglioramento delle tecniche di
produzione agricola (ruolo delle biblioteche dei monasteri per il
recupero delle conoscenze antiche)
Con lo sviluppo del commercio, riprende la circolazione monetaria
La riforma religiosa
I monaci cluniacensi predicano la pax Dei:
– La vendetta è anticristiana; beati i pacifici
– Uso cristiano delle armi in difesa della fede e dei deboli
– Proibizione di guerre private dal giovedì alla domenica e di
ogni guerra nei tempi di avvento e quaresima
Il successo della riforma cluniacense nei monasteri influisce
anche sul clero secolare: celibato sacerdotale, con
riprovazione più forte del concubinato, spesso tollerato
largamente e battaglia contro la simonia, ugualmente
praticata per comprare le nomine vescovili
San Pier Damiani, abate di fonte Avellana, può essere
considerato il riferimento del gruppo riformatore di cui
facevano parte, tra gli altri, Umberto da Silva Candida,
Federico di Lorena e Ildebrando di Soana; la riforma era
favorita anche dall’imperatore Enrico III
La casa di Franconia e la riforma
Nel 1045 viene deposto per indegnità di Benedetto IX che
nomina suo successore Gregorio VI facendosi dare un
compenso in denaro
L’imperatore Enrico III scende in Italia, convoca un sinodo a Sutri
e fa deporre il papa per simonia; al suo posto viene eletto
Suitgero di Sassonia, vescovo di Bamberg, Clemente II da papa
Clemente II avvia una riforma contro concubinato e simonia, ma
muore dopo pochi mesi; dopo un altro breve pontificato, viene
eletto papa Brunone di Toul, san Leone IX
Leone IX, oltre ad emanare documenti di riforma, intraprende
viaggi per conoscere personalmente la situazione ed
incoraggiare. Sul piano politico però è perdente la sua alleanza
con i bizantini per opporsi ai Normanni di Roberto il Guiscardo
Da Leone IX a Gregorio VII
Lo scisma bizantino (1054): reciproca scomunica tra
Michele Cerulario, patriarca di Costantinopoli e
Umberto da Silva Candida, delegato di Leone IX
A Leone IX successe Vittore II (1055-1057) che
continuò la riforma con sinodi a Firenze e Roma
Gli succede Federico di Lorena, Stefano IX da papa
(1057-1058) e poi Gerardo, vescovo di Firenze,
Niccolò II da papa (1058-1073)
Uno dei primi atti di Niccolò II fu la revoca del
privilegium Othonianum approfittando della morte di
Enrico III e della minore età del suo successore
Enrico IV: il papa sarebbe stato eletto da un collegio
di cardinali (vescovi delle diocesi suburbicarie e
titolari di parrocchie e diaconie di Roma)
Il primo papa eletto in tal modo fu Ildebrando di
Soana, nel 1073, col nome di Gregorio VII
La pataria milanese
Nel X e XI secolo la Chiesa milanese aveva un clero afflitto dai mali della simonia e
del concubinato, ed il laicato provocò tumulti popolari, guidati da Arialdo e dai fratelli
Cotta, con boicottaggio delle chiese officiate da preti simoniaci e concubinari ed
arrivando a ritenere invalidi i sacramenti da loro amministrati
Ildebrando da Soana fu inviato nel 1057 a risolvere la situazione e convocò un sinodo
nel quale il vescovo, Guido da Velate, ed il clero si impegnarono ad emendarsi,
ricevendo pene leggere
Poiché la situazione non migliorava, nel 1059 furono inviati san Pier Damiani ed
Anselmo da Baggio. Ma anche questa volta i riformatori non furono soddisfatti e nel
1066 scoppiarono violenti tumulti nei quali Arialdo fu ucciso ed il suo corpo mutilato
venne gettato nel Lago Maggiore.
Trovate le spoglie di Arialdo incorrotte dopo dieci mesi, vennero trasferite a Milano e
furono oggetto di venerazione popolare. Nel 1070 Guido da Velate si dimise
consegnando ad Enrico IV le insegne. Questi elesse un proprio candidato, Goffredo,
mentre il clero milanese non lo riconobbe ed alla morte di Guido nel 1072 elesse
Attone. Il sostegno mantenuto a Goffredo da parte di Enrico IV, gli costò la scomunica
del papa Gregorio VII
Canossa
Divenuto maggiorenne, Enrico IV aveva respinto le riforme romane fatte da
Niccolò II e continuò a procedere nella nomina ed investitura di vescovi italiani.
Nel 1075 un sinodo di vescovi tedeschi dichiarò destituito Gregorio VII, ma questi
rispose con il sinodo di Quaresima del 1076 infliggendo la scomunica ad Enrico
IV e sciogliendo i suoi sudditi da ogni giuramento di fedeltà. Il papa si appoggiava
ai duchi di Sassonia e Baviera contro l’imperatore, ma ottene da essi una tregua
in attesa che l’imperatore si emendasse.
Enrico IV, in un primo tempo scese a Canossa nell’inverno del 1077 per chiedere
perdono, ma poi, ottenutolo, tornò in Germania, sconfisse i suoi nemici e nel 1084
scese a Oma con un antipapa per farsi incoronare imperatore.
Gregorio VII morì in esilio a Salerno nel 1085; gli successe l’anziano abate di
Montecassino Desiderio, Vittore III da papa, che morì pochi mesi dopo; i cardinali
infine elessero il francese Odo di Ostia, Urbano II (1088-1099)