modi_di_comunicare_mattiolo - Ordine dei Medici Chirurghi e degli

Relazioni virtuali e relazioni di
prossimità
Rischi ed opportunità dei nuovi modi di
comunicare
Giovanni Mattiolo - sociologo
Le innovazioni tecnologiche dell’ultima parte del XX
secolo hanno modificato in profondità il volto delle
telecomunicazioni.
In questo scenario l’avvento della rete internet è
stato uno degli aspetti più rilevanti.
Nata negli anni ’60 in ambito militare, la rete si è
diffusa in ambienti accademici, per essere poi
utilizzata, soprattutto a partire dagli anni ’90, in ogni
sfera della vita sociale e civile (economia, lavoro,
cultura, politica, tempo libero ecc.).
Alla diffusione di internet hanno contribuito
Attrezzature
economiche,
connettività.
Lo sviluppo
generazione.
hardware
sempre
maneggevoli e di
della
telefonia
più
più
mobile
potenti,
agevole
di
terza
Dai vecchi personal computer - collegati alle reti
fisse - si è passati ai notebook e ai palmari per
arrivare ai tablet, agli iPod ed agli smartphone che
caratterizzano l’attuale scenario tecnologico delle
comunicazioni.
La crescita esponenziale degli utenti dei cosiddetti
“social network” (FB, Twitter, YouTube, LinkedIn
ecc.), vere e proprie comunità virtuali centrate su
interessi personali e professionali, rappresenta la
naturale evoluzione dei forum e delle chat-room nate
con internet.
Si tratta di un’innovazione radicale nell’uso del web
che ha fatto, non senza enfasi, annunciare la nascita
di una nuova era comunicativa: quella del web 2.0.
Barriere alla diffusione di internet
La crescita di internet, almeno nella fase iniziale, ha escluso gli
strati meno abbienti della popolazione dei paesi sviluppati e, a
livello globale, i paesi più poveri.
Questa disparità di accesso alle tecnologie della
comunicazione elettronica viene denominata “divario digitale”.
Dati relativi all’anno 2001, forniti dalle Nazioni Unite, hanno
messo in evidenza che più di tre quarti degli utenti di internet
vivono in paesi Ocse ad alto reddito, paesi nei quali si
concentra il 14% della popolazione mondiale.
All’interno dei singoli paesi, l’uso della rete è nettamente
concentrato nelle regioni più urbanizzate ed evolute dal punto
di vista economico, fra le persone più istruite e più ricche, fra i
giovani e fra i maschi.
Alcune di queste disparità vanno tuttavia attenuandosi negli
ultimi anni.
L’uso di internet in Italia
Le informazioni fornite dal 45° Rapporto della Fondazione
Censis sulla situazione sociale del Paese - anno 2011 segnalano la crescita dell’utenza web. Il tasso di penetrazione
di Internet è arrivato al 53% (+6,1% rispetto al 2009), ma il web
rimane ancora uno strumento a cui hanno accesso
prevalentemente i giovani (87,4%) e le persone con titolo di
studio più alto (72,2%).
Il collegamento fisso da casa è ancora la forma principale,
risultando la preferita non solo dal 31,8% di coloro che hanno
un pc desktop, ma anche dal 20,4% di quelli che usano un
portatile. Chi usa la connessione al lavoro – in genere
ottimizzata attraverso la rete fissa – rappresenta il 17,2% del
totale, ma molto importante è il dato relativo a chi preferisce il
portatile con connessione wifi (21,5%), a cui si deve aggiungere
anche l’8,3% di chi usa connessioni mobili e il 7,3% di chi usa
uno smartphone connesso ad un sito web. Anche in questo
caso, come si poteva prevedere, la domanda di connessioni
non fisse fra i giovani è ancora più elevata, raggiungendo il
44,4% per il wifi, il 13% per le connessioni mobili e il 14,2% per
lo smartphone.
I social network
Un altro elemento che merita di essere segnalato è il fenomeno
denominato web 2.0, a cui è legata la diffusione dei social
network.
Sempre secondo dati della Fondazione Censis (anno 2009)
sono quasi 20 milioni gli italiani che hanno confidenza con
almeno uno dei tanti social network esistenti.
La conoscenza di Facebook e YouTube è massima tra i giovani
di 14-29 anni (il 90,3% e l’89,2% rispettivamente), risulta elevata
tra gli adulti (il 64,2% e il 64%) e scende notevolmente solo tra
gli anziani (il 24,6% e il 22,9%), tra i quali è l’uso ad essere
praticamente nullo (intorno all’1,5%). Più della metà dei giovani,
invece, utilizza Facebook (56,8%) e più di due terzi YouTube
(67,8%) e non è trascurabile l’impiego di YouTube anche tra gli
adulti (23,5%).
Prima dell’ avvento di internet, secondo J. Thompson,
era possibile distinguere tre tipi di interazione comunicativa
interazione faccia a faccia: avviene in contesto di
compresenza, è ricca di indizi simbolici, rivolta a destinatari
specifici, è dialogica
interazione mediata: avviene in contesti separati, è povera
di indizi simbolici, è rivolta a destinatari specifici, è dialogica
(es. il telefono)
quasi-interazione mediata: avviene in contesti separati, è
povera di indizi simbolici, è rivolta a destinatari indefiniti, è
monologica (es. i mass media)
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Cosa cambia nell’interazione comunicativa con la
comparsa di internet e delle nuove tecnologie
dell’informazione?
Emergono tre tipi di comunicazione
La comunicazione interpersonale: caratterizzata da interazioni
vis a vis
La comunicazione dei mass-media tradizionali: caratterizzata
da quasi - interazioni mediate
La comunicazione dei nuovi media: caratterizzata da interazioni
all’interno di network virtuali
Queste tre forme comunicative appaiono sempre più integrate
nella vita quotidiana degli individui, grazie anche alla
tecnologia cloud ed al fenomeno della “convergenza
mediatica”, ossia la scomparsa dei confini fra i diversi mezzi di
informazione e comunicazione.
Gli scenari possibili
Sintesi consapevole o deriva digitale?
L’esito dipende da ….
le caratteristiche personali degli individui
i contesti relazionali in cui sono inseriti
Come ogni altro media, Internet ha portato con
sé sia aspetti positivi che negativi.
Tutti questi elementi sono oggi rilevabili
all’interno dei contesti sociali e contribuiscono
a confermare la natura ambivalente che ogni
nuovo mezzo di comunicazione porta con sé.
Fra quelli positivi i più rilevanti sembrano essere
la promozione di nuove forme di relazione
elettronica che integrano o potenziano le interazioni
faccia a faccia;
il superamento della distanza e della separazione;
l’espansione e l’arricchimento della rete dei rapporti
sociali.
Fra quelli negativi si segnalano invece
la spinta a trascurare le interazioni con familiari e
amici;
l’accentuazione
dell’isolamento
sociale
e
l’atomizzazione;
lo
stravolgimento
dell’esistenza
domestica
attraverso l’eliminazione dei confini tra lavoro e
famiglia;
l’induzione a trascurare le forme di intrattenimento
tradizionali (es. lettura, cinema e teatro);
l’indebolimento del tessuto della vita sociale;
l’impulso alla diffusione di vere e proprie patologie
comportamentali.
Può internet diventare una “droga” ?
Le dipendenze da prodotti tecnologici, tra cui
Internet, condividono con le dipendenze da sostanze
alcune
caratteristiche
essenziali:
dominanza,
alterazioni del tono dell’umore,
tolleranza, sintomi
d’astinenza, conflitto, ricaduta (I. Goldberg 1995).
Uso di internet: normalità o patologia?
Secondo T. Parsons il malato è un individuo che
ricopre un ruolo deviante, in quando incapace di
svolgere i compiti che il sistema sociale richiede
(scolastici, lavorativi, familiari ecc.).
Le persone con diagnosi di net-dipendenza possono
essere dunque considerate a pieno titolo dei malati e
come tali hanno il dovere di rivolgersi ad un medico o
ad un’organizzazione professionale di cura.
Per concludere …..
La nostra esperienza comunicativa quotidiana è
caratterizzata da diverse forme di interazione che
prefigurano una sorta di “pendolarismo” fra
prossimità e virtualità.
A fronte di atteggiamenti e comportamenti
consapevoli, esistono rischi di esito patologico
legate al profilo psicologico delle persone ed al
contesto sociale nel quale sono inserite.
In questo caso è necessario un intervento
professionale specialistico che operi sulla cura e la
ristrutturazione del sé degli individui.
Bibliografia di riferimento
Parsons T., Definitions of healthcare and Illness in light of american
values and social culture, in J. E. Gartly (a cura di), Patients,
Physicians and Illness, New York, The Free Press, 1972, pp. 97-117
Negroponte N., Being Digital, London, Hodder e Stoughton, 1995 (trad.
it., Essere Digitali, Milano, Sperling & Kupfer, 1995)
Thompson J. B., The media and modernity: a social theory of the
media, Cambridge, Polity
Press, 1995 (trad. it., Mezzi di
comunicazione e modernità. Una teoria sociale dei media, Bologna, Il
Mulino, 1998)
United Nations, Development program, Country Offices 2001: Human
development report 2001
Castells M., The rise of network society, Oxford, Blackwell, 1996 (trad.
it., La nascita della società in rete, Milano, Egea, 2002)
Castells M., Internet Galaxy, Oxford University Press, 2001 (trad. it.
Galassia Internet, Milano, Feltrinelli, 2002)
Riva G., I social network, Bologna, Il Mulino, 2011
Fondazione Censis, 45° Rapporto sulla situazione sociale del Paese,
Roma, 2011 – Sezione tematica media e comunicazione.
Fondazione Censis, 9° Rapporto Censis/UCSI sulla comunicazione: i
media personali nell’era digitale, Roma, 2011