LA GLOBALIZZAZIONE La globalizzazione è UN

annuncio pubblicitario
ESSENZA DELL’ECONOMIA DELLA
GLOBALIZZAZIONE
Se la globalizzazione fosse uno sport sarebbe
una lotta di Sumo.
Però, con l’accorciamento del ciclo di vita dei
prodotti e l’innovazione al posto della tradizione,
non sempre il pesce grosso mangia il pesce
piccolo,
MA QUELLO VELOCE MANGIA QUELLO
LENTO.
La globalizzazione è UN
PROCESSO ATTRAVERSO
IL QUALE TUTTI GLI
INDIVIDUI PRESENTI SULLA
TERRA VENGONO
INTEGRATI IN UNA
GRANDE, UNICA, RETE
GLOBALE DI RELAZIONI
ECONOMICHE.
LA GLOBALIZZAZIONE NON È SOLO UN FATTO DI
RELAZIONI ECONOMICHE.
È CARATTERIZZATA DA FLUSSI, CORRENTI,
MOVIMENTI CHE RIGUARDANO ASPETTI:
 ETNICI
 TECNOLOGICI
 FINANZIARI
 CULTURALI
 IDEOLOGICI
SI POSSONO INDIVIDUARE
DIVERSI TIPI DI FLUSSI GLOBALI
a) ETNICI,
prodotti da flussi di persone,
siano esse turisti o immigrati,
rifugiati o lavoratori stagionali
b) TECNOLOGICI,
flussi di macchinari e di fabbriche,
che derivano da corporazioni sia
nazionali sia multinazionali o
anche da imprese statali;
c) FINANZIARI,
prodotti dai flussi di denaro, che
affluiscono nei mercati monetari e
nella borsa
d) CULTURALI,
reperti di immagini e di
informazioni distribuiti dal
cinema, dalla televisione, da
quotidiani e riviste;
e) IDEOLOGICI,
legati ai prodotti di movimenti
ideologici a favore o contro lo
Stato, legati alla visione del mondo
tipica dell'occidente illuminista,
quindi immagini di democrazia e
di libertà, di benessere e di
giustizia, e cosi via.
QUALI SONO I FATTORI CHE
HANNO FAVORITO
LO SVILUPPO DELLA
GLOBALIZZAZIONE?
FATTORI DELLO SVILUPPO DELLA GLOBALIZZAZIONE
il DECLINO DELL'IDEOLOGIA MARXISTA
il CROLLO DEL SOCIALISMO REALE
i CAMBIAMENTI TECNOLOGICI E ORGANIZZATIVI
il RITIRO DELLO STATO DALL'ECONOMIA
L'ECONOMIA GLOBALE
A livello economico per globalizzazione si intendono tre fenomeni
diversi che riguardano:
il MERCATO;
l'IMPRESA;
la FINANZA.
Rispetto al MERCATO, si assiste a un processo di
mondializzazione dei prodotti.
Rispetto ALL'IMPRESA, aumentano le capacità di azione delle
aziende anche oltre i vincoli dei singoli stati nazionali
Rispetto alla FINANZA, l'economia globale crea un grande flusso
di denaro (sotto forma di azioni) privo di un luogo specifico,
controllato da gruppi svincolati dalle autorità nazionali degli stati.
I SEI COMANDAMENTI FUNZIONALI ALLA
GLOBALIZZAZIONE
MONDIALIZZAZIONE
“ADATTATI ALLA MONDIALIZZAZIONE ATTUALE DEI CAPITALI, DEI
MERCATI, DELLE IMPRESE”
INNOVAZIONE TECNOLOGICA
“INNOVA COSTANTEMENTE PER RIDURRE I COSTI. NON FERMARTI NELLA
CORSA DELL’INNOVAZIONE TECNOLOGICA”
LIBERALIZZAZIONE
“ESIGI L’APERTURA TOTALE DEI MERCATI, CHE IL MONDO SIA SOLO UN
MERCATO”
DEREGOLAMENTAZIONE
“DAI IL POTERE AL MERCATO. NON PERMETTERE ALLO STATO DI
FISSARE
LE REGOLE DELL’ECONOMIA”
PRIVATIZZAZIONE
“ELIMINA OGNI FORMA DI PROPRIETÀ PUBBLICA, DI SERVIZIO
PUBBLICO. LASCIA CHE L’IMPRESA PRIVATA GOVERNI LA SOCIETÀ”
COMPETITIVITÀ
“SII IL PIÙ COMPETITIVO E DIVENTERAI IL MIGLIORE, IL LEADER, IL
VINCENTE”
COME REAGISCONO I SINGOLI PAESI
ALLE NUOVE SFIDE
DELLA
GLOBALIZZAZIONE?
COME POSSONO ADATTARSI?
FATTORI CHE CONDIZIONANO L’INNOVAZIONE
DELLE IMPRESE
-
LA FINANZA
-
I MECCANISMI DI GOVERNO DELLE IMPRESE
-
IL RUOLO DEL MANAGEMENT
-
LA REGOLAZIONE DEI RAPPORTI DI LAVORO
-
LA FORMAZIONE DELLA MANODOPERA
LA CAPACITA' D'INNOVAZIONE
delle imprese
è in particolare legata ai seguenti fattori:
- GESTIONE MANAGERIALE ORIENTATA A LUNGO TERMINE.
- INNOVAZIONE DI PROCESSO E DI PRODOTTO
- CAPACITÀ DI COOPERAZIONE TRA MANAGEMENT E LAVORATORI
- ELEVATA CAPACITÀ DI COOPERAZIONE CON I CLIENTI E CON I
SUBFORNITORI
- CONTENIMENTO SALARIALE
- LA FORMAZIONE DELLA MANODOPERA
QUALI SONO GLI EFFETTI DELLA
GLOBALIZZAZIONE SUI PAESI
ARRETRATI?
ELEMENTI CULTURALI E STRUTTURALI DEL
MODELLO DI SOCIETÀ TRADIZIONALE
- RUOLI, BENI E SERVIZI SONO ASSEGNATI IN BASE
A SESSO, ETÀ, RAZZA, CASTA, FAMIGLIA
-I RUOLI SONO SCARSAMENTE SPECIALIZZATI
(COSA CHE LIMITA LA CRESCITA DELLA
PRODUTTIVITÀ NELLE ATTIVITÀ ECONOMICHE)
- NELL'AZIONE ECONOMICA NON SI AFFERMANO
ORIENTAMENTI RAZIONALISTICI: I CRITERI NON
S'ISPIRANO A PRINCIPI DI PRESTAZIONE, E QUINDI
A UNA VALUTAZIONE DELLE CAPACITÀ,
PIUTTOSTO CHE AI PRINCIPI TRADIZIONALI.
IL PROCESSO DI MODERNIZZAZIONE RICHIEDE:
- LA SECOLARIZZAZIONE DELLA CULTURA
POLITICA
- LA DIFFERENZIAZIONE DELLE STRUTTURE (COME
QUELLA FAMILIARE)
- LA FORMAZIONE DI UN'IDENTITÀ NAZIONALE
ATTRAVERSO IL SUPERAMENTO DEGLI
ORIENTAMENTI PARTICOLARISTICI E LOCALISTICI
- LA LEGITTIMAZIONE DELLE NUOVE ELITE
POLITCHE
- UNA RISPOSTA ALLE DOMANDE DI MAGGIORE
EGUAGLIANZA SOCIALE
- LA CRESCITA DELL'URBANIZZAZIONE
- LA PROPENSIONE ALLA MOBILITÀ SOCIALE
- LA TRASFORMAZIONE DELL'AGRICOLTURA
- LA FORMAZIONE DI UN MERCATO NAZIONALE
- LA CREAZIONE DI UN SISTEMA FISCALE
- L'INVESTIMENTO IN INFRASTRUTTURE E SERVIZI (TRA CUI IN
PARTICOLARE L'ISTRUZIONE)
- UN NUOVO RUOLO DELL'ISTRUZIONE E DEI MEZZI DI COMUNICAZIONE
COME "MOLTIPLICATORI DI EMPATIA" (CAPACITÀ DI IMMEDESIMARSI
NEGLI ALTRI PER FAVORIRE IL PROCESSO DI IMITAZIONE)
- LO SVILUPPO DI UN BISOGNO DI REALIZZAZIONE NEI GIOVANI
- LA FORMAZIONE NEI GIOVANI DI PERSONALITÀ PIÙ APERTE
ALL'INNOVAZIONE E ALLA IMPRENDITORIALITÀ (DELLE CAPACITÀ
IMPRENDITORIALI).
Il processo di modernizzazione comporta:
- LA RIDUZIONE DEL TASSO DI MORTALITÀ (GRAZIE AL PROGRESSO
DELLA MEDICINA)
E, QUINDI, UN'ELEVATA CRESCITA DELLA POPOLAZIONE
UN'ELEVATA DISOCCUPAZIONE, FONTE DI TENSIONE E DI CONFLITTI
Chi deve dare l'avvio alla modernizzazione?
NUOVE ELITE INTELLETTUALI, POLITICHE
E ECONOMICHE
COLORO CHE HANNO UNA POSIZIONE
MARGINALE NELLA SOCIETA':
stranieri, immigrati o appartenenti ad una
religione diversa da quella dominante, saranno
più propensi a INNOVARE e quindi
innesteranno un processo di cambiamento del
contesto sociale tradizionale
Secondo Max Weber
esistono quattro tipi fondamentali di agire sociale (rivolto agli altri):
•
L'AGIRE RAZIONALE RISPETTO ALLO SCOPO;
•
L'AGIRE RAZIONALE RISPETTO AL VALORE;
•
L'AGIRE AFFETTIVO;
•
L'AGIRE TRADIZIONALE.
• I MATURI (NATI ENTRO IL 1945);
• I BOOMERS (NATI TRA IL 1946 E IL 1965);
• LA GENERAZIONE X (NATI TRA IL 1966 E IL 1980);
• LA GENERAZIONE Y (O ECO-BOOMERS, NATI DOPO IL 1980).
LE DIFFERENZE CULTURALI TRA GENERAZIONI
GENERAZIONI
MATURI(PRIMA BOOMERS)
IDEE-GUIDA
DEL 1945)
(1946-65)
DOVERE
DIRITTI
X (1966-80)
Y (DOPO 1980)
DIVERSITÀ
CONTAMINA-
INDIVIDUALI
ZIONE
TRA
STILI DI VITA
DIVERSI
ESPERIENZE
GUERRA
E ISTRUZIONE DI CRISI
RICOISTRU-
MASSA,
ECOLOGICA
ZIONE
CONTESTA-
ED
ZIONE
ECONOMICA
GIOVANILE,
RIVOLUZIONE
SESSUALE
MULTICULTURALISMO
STILI DI VITA
MATURI(PRIMA
BOOMERS)
DEL 1945)
(1946-65)
X (1966-80)
Y (DOPO 1980)
IMPEGNO
CREATIVITÀ,
IMPRENDITORI ECOLOGIA DEL
SOCIALE E
PERENNE
DI SE STESSO, QUOTIDIANO,
CONFORMI-
ADOLESCENZA PERSONALIZ-
TECNOLOGIE
SMO
IRRESPONSA-
ZAZIONE
DELL’INFORMA
BILITA’
DEGLI STILI DI
ZIONE
VITA,
INCERTEZZA
DEL FUTURO
LAVORO
ISTRUZIONE
OBBLIGO
AVVENTURA
SFIDA
INEVITABILE
ECCITANTE
COMPLICATA
META
DIRITTO PER
MEZZO PER
QUALCOSA DA
AGOGNATA
TUTTI
EMERGERE
PERSONALIZ-
?
ZARE
MAGGIORMENTE
POLITICA
CONSERVATO
RISMO/CONFORMISMO
INNOVAZIONE
SFIDUCIA/DI-
IMPEGNO NEL
SINCANTO
QUOTIDIANO
GLI IDEALI DI BENESSERE,
GIUSTIZIA E LIBERTÀ
II concetto di sviluppo nella
globalizzazione coinvolge gli ideali di
benessere, giustizia e libertà.
LE DIMENSIONI ECONOMICHE E
SOCIOCULTURALI VENGONO,
COSÌ, INEVITABILMENTE
INTRECCIATE ALLA SFERA
POLITICA.
LA POLITICA
DEVE FORNIRE RISPOSTE SODDISFACENTI SU
COME SUPERARE MACROSCOPICI SQUILIBRI
TERRITORIALI NELLO SVILUPPO,
TALI PER CUI,
ALL'INIZIO DEL NUOVO MILLENNIO, CIRCA IL 40%
DELLA POPOLAZIONE MONDIALE (DUE MILIARDI
E MEZZO DI PERSONE) VIVE ANCORA IN
CONDIZIONI DI POVERTÀ (TRA CUI UN MILIARDO
IN CONDIZIONI DI POVERTÀ ESTREMA),
E RISULTA CONCENTRATA QUASI TOTALMENTE
NELL'AFRICA SUBSAHARIANA, IN ASIA
MERIDIONALE E IN ASIA ORIENTALE.
SOCIAL BUSINESS
IL MEDIOCREDITO
L’IDEATORE: Muhammad Yunus
Muhammad Yunus consegue la Laurea in Economia presso
l’Università di Chittagong (Bangladesh) e in seguito il Dottorato di
Ricerca in Economia presso l'Università Vanderbilt di Nashville
(Tennessee, U.S.A.) nel 1969. È stato professore di Economia presso
la Middle Tennessee State University, U.S.A., dal 1969 al 1972,
quindi direttore del Dipartimento di Economia dell’Università di
Chittagong (Bangladesh) dal 1972 al 1989.
È ideatore e realizzatore del microcredito, ovvero di un sistema di
piccoli prestiti destinati ad imprenditori troppo poveri per ottenere
credito dai circuiti bancari tradizionali. Per i suoi sforzi in questo
campo ha vinto il premio Nobel per la Pace 2006.
Yunus è anche il fondatore della Grameen Bank, di cui è direttore dal
1983.
ORIGINE DEL MEDIOCREDITO
Verso la metà del 1974 il Bangladesh fu colpito da una
violenta inondazione, a cui seguì una grave carestia che
causò la morte di centinaia di migliaia di persone. Il
paese è periodicamente devastato da calamità naturali e
presenta una povertà strutturale in cui il 40% della
popolazione non arriva a soddisfare i bisogni alimentari
minimi giornalieri. Fu in quest'occasione che Yunus si
rese conto di quanto le teorie economiche che egli
insegnava fossero lontane dalla realtà. Decise, dunque, di
uscire nelle strade per analizzare l’economia di un
villaggio rurale nel suo svolgersi quotidiano. La
conclusione che egli trasse dall'analisi fu LA
CONSAPEVOLEZZA CHE LA POVERTÀ NON FOSSE
DOVUTA ALL'IGNORANZA O ALLA PIGRIZIA DELLE
PERSONE, BENSÌ AL CARENTE SOSTEGNO DA PARTE
DELLE STRUTTURE FINANZIARE DEL PAESE.
Fu così che Yunus decise di mettere la scienza economica al
servizio della lottà alla povertà, inventando il microcredito.
Il suo primo prestito fu di solo 27 dollari USA, che prestò ad un
gruppo di donne del villaggio di Jobra (vicino all'Università di
Chittagong), che producevano mobili in bambù. Esse erano
costrette a cedere i prodotti del loro lavoro a coloro dai quali
avevano preso in prestito con tassi da usura il denaro necessario
all'acquisto della materia prima. D'altra parte, le BANCHE
TRADIZIONALI non erano interessate al finanziamento di progetti
tanto piccoli che offrivano basse possibilità di profitto a fronte di
rischi elevati.
Yunus e i suoi collaboratori cominciarono a battere a piedi
centinaia di villaggi del poverissimo Bangladesh, concedendo in
prestito pochi dollari alle comunità, somme minime che servivano
per attuare iniziative imprenditoriali.
Tale intervento ha avviato un circolo virtuoso, con ricadute
sull'emancipazione femminile, avendo Yunus fatto leva sulle
donne affinché fondassero cooperative che coinvolgessero ampi
strati della popolazione.
LA GRAMEEN BANK
Nel 1976 Yunus fondò la GRAMEEN BANK (una “banca
dei poveri”), prima banca al mondo ad effettuare
prestiti ai più poveri tra i poveri basandosi non già sulla
solvibilità, bensì sulla FIDUCIA.
Da allora, la Grameen Bank ha erogato più di 5 miliardi di
dollari ad oltre 5 milioni di richiedenti. Per garantirne il
rimborso, la banca si serve di gruppi di solidarietà,
piccoli gruppi informali destinatari del finanziamento, i cui
membri si sostengono vicendevolmente negli sforzi di
avanzamento economico individuale ed hanno la
responsabilità solidale per il rimborso del prestito.
Con il passare del tempo la Grameen Bank ha realizzato
soluzioni diversificate per il finanziamento delle piccole
imprese. Oltre al microcredito, la banca offre mutui per la
casa e per la realizzazione di moderni sistemi di
irrigazione e di pesca, nonché servizi di consulenza nella
gestione dei capitali di rischio e, alla stregua di ogni altra
banca, di gestione dei risparmi.
Il successo della Grameen ha ispirato numerosi
altri esperimenti del genere nei paesi in via di
sviluppo e in numerose economie avanzate. Il
modello del microcredito ideato dalla Grameen è
stato applicato in oltre 20 Paesi in Via di
Sviluppo: molti di questi progetti, come avviene
per la Grameen stessa, sono imperniati
soprattutto intorno al finanziamento di imprese
femminili. Più del 90% dei prestiti della Grameen
è infatti destinato alle donne: tale politica è
motivata dall'idea che i profitti realizzati dalle
donne siano più frequentemente destinati al
sostentamento delle famiglie.
Dice Yunus:
“Grameen Bank presta i soldi ai più poveri, abbiamo iniziato
trent'anni fa, senza garanzie né raccomandazioni, senza strumenti
legali. Servono dei soldi per guadagnare altri soldi”.
“E' un sistema bancario basato sulla fiducia che funziona e si sta
diffondendo in tutto il mondo, milioni di persone hanno avuto
accesso al microcredito, si può fare.
Il credito è un diritto umano e può cambiare la vita a tutte le
persone. Il sistema bancario deve essere per tutti”.
”Noi prestiamo soldi a tutti, anche ai mendicanti, affinché possano
vendere qualche cosa, piccoli oggetti, giocattoli, caramelle. Così
possono guadagnare dei soldi, cambiare la loro vita.”
“Più di 85.000 mendicanti stanno cambiando la loro vita.”
Il "sistema Yunus" ha provocato un cambiamento
di mentalità anche all'interno della Banca
Mondiale, che ha cominciato ad avviare progetti simili
a quelli della Grameen. Il microcredito è diventato
così uno degli strumenti di finanziamento utilizzati in
tutto il mondo per promuovere lo sviluppo economico
e sociale, diffuso in oltre 100 Stati, dagli Stati Uniti
all'Uganda. "In Bangladesh, dove non funziona nulla disse una volta Yunus - il microcredito funziona come
un orologio svizzero".
In considerazione dell'efficienza dimostrata in
moltissimi casi, le Nazioni Unite hanno dichiarato il
2005 Anno Internazionale del Microcredito
LE BANCHE DEI POVERI
Le cosiddette banche dei poveri sono istituti
bancari che operano, soprattutto nei paesi del
Terzo Mondo, nel campo della microfinanza,
ovvero nell'erogazione di servizi finanziari (quali,
ad esempio prestiti, gestione del risparmio ed
assicurazioni) caratterizzati da importi unitari
molto bassi (equivalenti a pochi euro o decine di
euro) a soggetti che il settore bancario
tradizionale considera "non solvibili".
Partendo dall'osservazione del fatto che, soprattutto in contesti
economici quali spesso quelli riscontrabili nei Paesi in via di
sviluppo, basterebbero piccolissime cifre per avviare o migliorare
una attività autonoma e conquistare l'indipendenza economica,
tali banche si rivolgono - storicamente - a quelle fasce di
popolazione che, vivendo in regime di pura sussistenza (piccoli
artigiani, piccoli commercianti, piccoli coltivatori, ...), sarebbero
altrimenti costrette, per l'assenza di un sistema finanziario che
offra loro un accesso equo al credito bancario, a rivolgersi al
mercato nero del credito, cioè all'usura; spesso per far fronte ad
una condizione povertà non serve, infatti, l'elemosina ma, anche
al livello più basso, è necessario offrire un'occasione di riscatto ai
singoli per promuovere la crescita dell'economia attraverso
l'erogazione di piccoli prestiti, prestiti spesso troppo bassi per
essere considerati dagli istituti di credito tradizionali dal momento
che le sole spese burocratiche da questi sostenute ne farebbero
lievitare il costo in modo da non renderli convenienti; le banche
dei poveri nascono ed operano, invece, proprio con l'obiettivo di
rendere remunerativo questo tipo di servizio.
PER CONSEGUIRE QUESTO RISULTATO TALI TIPI DI ISTITUTI BANCARI
OPERANO NEI PAESI IN VIA DI SVILUPPO BASANDOSI, NELLA MAGGIOR
PARTE DEI CASI, SUI SEGUENTI PRINCIPI:
- non si propongono come un ente burocratico a cui rivolgersi per ottenere un
prestito, ma sono i funzionari della banca che si spostano di villaggio in
villaggio per avvicinare i possibili clienti;
- sia per abbattere i costi sia per andare incontro ad una clientela in
maggioranza analfabeta, la maggior parte della documentazione cartacea viene
abolita ed i prestiti vengono concessi sulla fiducia e senza alcuna garanzia
bancaria;
- per ridurre ulteriormente i costi e rendere più sicura la restituzione attraverso
la mutua solidarietà, i crediti vengono normalmente concessi a piccoli gruppi di
richiedenti che sono moralmente impegnati ad aiutarsi l'un l'altro in caso di
difficoltà;
- nel suo giro per i villaggi l'impiegato incontra i clienti, riscuote le rate dei
pagamenti e raccoglie gli eventuali risparmi, anche se di valore modestissimo;
-
i prestiti, piccoli o grandi che siano, debbono
essere restituiti dal momento che non si tratta di
assistenzialismo, ma di un prestito dato da una
banca ad un suo cliente;
- la restituzione avviene sempre in forma rateale,
spesso settimanale, in modo che eventuali difficoltà
del contraente sono subito evidenziate e danno
modo alla banca di intervenire in tempo (ad
esempio concedendo delle dilazioni).
Questi semplici meccanismi hanno dato, negli anni,
risultati sorprendenti:
- le condizioni di vita dei beneficiari migliorano (ad es.
grazie all'avvio di un'attività artigianale o al
miglioramento di quella già praticata grazie all'acquisto
di nuove attrezzature);
- il tasso di restituzione dei prestiti erogati è, in media,
del 99%;
- con gli utili conseguiti la banca paga gli stipendi degli
impiegati ed allarga ulteriormente il giro dei prestiti.
Oggi diffuse in numerosi Paesi in via di sviluppo, alcune di queste banche si
sono associate a livello internazionale creando il MicroFinance Network: i
componenti di tale organizzazione sono oltre 20 tra ONG, banche commerciali
ed istituzioni di supporto che offrono consulenza tecnica.
L'esperienza delle banche dei poveri è stata di recente importata, con i
necessari adattamenti, anche nei paesi sviluppati per cercare di soccorrere i
cosiddetti nuovi poveri, chi, cioè, può trovarsi in gravi difficoltà anche per
pagare una semplice bolletta o per far fronte a spese improvvise: un esempio di
tale tipo di organizzazioni è, in Italia, il fondo di aiuto sociale "Essere" al quale
partecipano associazioni di quartiere, gruppi sportivi, associazioni cattoliche ed
imprenditori di Firenze che, supportati da un istituto di credito locale, erogano
prestiti dell'importo massimo di poche migliaia di euro.
Le stesse condizioni di vita di pura sussistenza, in cui versano ancora oggi così
tante persone nel terzo mondo, sono assimilabili a quelle sperimentate
nell'Italia dell'Alto medioevo e del Rinascimento; anche in tale, diverso,
contesto storico, la necessità di soccorrere gli indigenti aveva già ispirato
soluzioni assimilabili alle moderne banche dei poveri portando alla creazione di
Monti che elargivano semenze o prestiti in denaro da restituire con tassi di
interesse minimi: i Monti frumentari, i Monti pecuniari ed i Monti di pietà.
FINANZA ETICA
Non esiste una definizione univoca di finanza etica. In
generale con tale termine vengono individuati due
distinte applicazioni degli strumenti finanziari:
- la microfinanza (soprattutto il microcredito) rivolta alle
fasce di popolazione più deboli così come attuata dalle
Banche dei poveri nei paesi del Terzo mondo e, in anni
recenti, anche in quelli ricchi
- l'investimento etico, cioè la gestione dei flussi finanziari
raccolti con strumenti quali i fondi comuni per sostiene
organizzazioni che lavorano nel campo dell'ambiente,
dello sviluppo sostenibile, dei servizi sociali, della cultura
e della cooperazione internazionale.
QUALI SONO GLI EFFETTI DEGLI
INVESTIMENTI ALL’ESTERO
SULL’OCCUPAZIONE?
GLI EFFETTI DEGLI INVESTIMENTI DIRETTI ALL'ESTERO
(IDE)
SULL'OCCUPAZIONE
NEI PAESI IN ENTRATA
I PRINCIPALI EFFETTI DIRETTI
- creazione d’impiego nelle attività in espansione;
- aumento delle disparità occupazionali regionali;
- riduzione dell'occupazione a causa della razionalizzazione della
produzione delle società locali precedentemente acquisite.
.
EFFETTI INDIRETTI
- la creazione di posti di lavoro presso i clienti e i fornitori della
multinazionale;
- l'eliminazione dal mercato di fornitori locali.
EFFETTI DIRETTI SULL'OCCUPAZIONE DELL'INVESTIMENTO
ALL'ESTERO
NEI PAESE D'ORIGINE
* LA CREAZIONE O IL MANTENIMENTO DI POSTI DI LAVORO NELLA
SOCIETÀ MADRE PER FORNIRE BENI O SERVIZI ALLE FILIALI ESTERE
* SOSTITUZIONE DELLA MANODOPERA POCO QUALIFICATA CON
QUELLA PIÙ QUALIFICATA;
* LA DELOCALIZZAZIONE O L'ESPORTAZIONE DI POSTI DI LAVORO;
* L'ABBASSAMENTO DEI SALARI PER I POSTI DI LAVORO CONSERVATI
NEL PAESE D'ORIGINE.
GLI EFFETTI INDIRETTI SONO:
* LA CREAZIONE O IL MANTENIMENTO DEI POSTI DI LAVORO PRESSO
FORNITORI DEL PAESE D'ORIGINE CHE RIFORNISCONO
(ESPORTAZIONE) LE FILIALI ESTERE;
* LA RIDUZIONE DEI POSTI DI LAVORO E DEI SALARI NELLE SOCIETÀ,
DEL PAESE D'ORIGINE, CHE RIFORNIVANO LE ATTIVITÀ DELLA
MULTINAZIONALE PRIMA DELLA DELOCALIZZAZIONE.
LE MULTINAZIONALI HANNO UN IMPATTO SOCIO-CULTURALE
TENDONO A:
- MODIFICARE IL MODO DI VITA E IL MODELLO DI
CONSUMO NEI PAESI OSPITANTI (Mc DONALD'S,
COCA COLA ecc.)
- FAVORIRE LA DIPENDENZA CULTURALE
("MODELLO ANGLOSASSONE", PUBBLICITÀ)
- UNGERE GLI INGRANAGGI POLITICI DEI PAESI IN
VIA DI SVILUPPO
- INTERVENIRE NELLA VITA POLITICA.
STRUTTURA DEL POTERE NELL’ERA DELLA
GLOBALIZZAZIONE *
I° PIANO
STATI UNITI
UN GRUPPO DI STATI-NAZIONE
(CHE CONTROLLANO I PRINCIPALI
STRUMENTI MONETARI GLOBALI)
COMPLESSO ETEROGENEO DI ASSOCIAZIONI
che dispiegano un potere culturale (UNESCO) e politico di portata globale (OCSE).
II° PIANO
MULTINAZIONALI
COMPLESSO DEGLI STATI-NAZIONI (CHE AGISCONO IN VESTE DI
ORGANIZZAZIONI TERRITORIALIZZATE)
ONG (ORGANIZZAZIONI NON GOVERNATIVE ES.:
AMNESTY INTERNATIONAL, MEDECINS SANS FRONTIERES)
*(tratto da “Impero”)
Da più di vent'anni in Europa e nel mondo il trasporto delle
merci cresce a velocità quasi doppia di quella della crescita
del PIL. Miliardi di tonnellate di merci vanno avanti e indietro
sulle strade, sulle ferrovie, nei cieli e sui mari. E ogni anno
aumentano e vanno più lontano.
Il progresso non si può fermare, dicono. Come se il progresso
fosse per forza una locomotiva in discesa e senza freni.
L'unica cosa che non è stata ancora toccata dal progresso è
l'idea di progresso. Io sono stufo di immaginarmi il progresso
come facevano Marinetti e i futuristi dell’inizio del secolo
scorso: macchine rombanti e sferraglianti, sempre più grosse,
sempre più potenti.
• Se vogliamo continuare a credere nel progresso,
dobbiamo far progredire anche l'idea di progresso.
Un progresso progredito è un progresso che
sussurra, che non romba. E' un progresso in punta
di piedi, non un progresso con i cingoli. Stanno
esplodendo lo scambio delle merci materiali e
l'impiego di miliardi di tonnellate di
infrastrutture e di combustibili per trasportare
sempre più lontano sempre più cose, spesso sempre
più insensate. Mi è ben chiaro che per secoli le vie
di comunicazione sono state le arterie della civiltà e
che commerci equi e liberi hanno portato vantaggi a
tutti.
• Ma la situazione è cambiata. Per più di duemila anni le
merci sono state trasportate con varie forme di energia
solare indiretta, quella degli animali da soma, del vento,
dell’acqua. Oggi i mezzi di trasporto non usano più energia
solare ma energia del petrolio, centinaia di milioni di
tonnellate all'anno, che diventano miliardi di tonnellate di
CO2 nell'atmosfera e che producono danni economici sotto
forma di effetto serra, tifoni, uragani, siccità.
• Gli storici dell'economia stimano che per secoli i tassi di
crescita economica siano stati di qualche punto per mille
ogni anno. Adesso i tassi di crescita economica sono di
alcuni punti percentuali all'anno, e gli scambi monetari
dell'economia raddoppiano ogni 10-30 anni. Inoltre i
commerci materiali aumentano ancora più velocemente
dell'economia monetaria. Mi sembra chiaro allora che il
ritmo attuale di crescita dei trasporti è un mostro mai
esistito prima e che mai potrà esistere in futuro. Stiamo
vivendo pochi decenni di follia.
• E la carne secca dei Grigioni con i manzi brasiliani? E i
corn flake a Ginevra con il granturco argentino? E la
pizza a Napoli con il pomodoro cinese? E il pesto a
Genova con il basilico del Vietnam?
La Gran Bretagna importa ogni anno duecentomila
tonnellate di carne di porco straniero. Ma esporta anche
duecentomila tonnellate di porco britannico. E se ognuno si
mangiasse i porci suoi?
• In un pianeta sempre più affollato, dove miliardi di
persone vogliono a un maggior benessere materiale, si potrà
soddisfare tutti solo se si ricomincerà a produrre e
consumare localmente tutto quello che è possibile,
lasciando ai commerci a lunga distanza il resto.
• Un pomodoro prodotto in Cina , in Italia deve costare 50
euro, 10 centesimi di prodotto e 49,90 di danno
ambientale.
Poi chi vuole il pomodoro esotico lo compri pure.
• Se i prezzi di una bottiglia di vino australiano trasportato
fino in Piemonte o di acqua San Pellegrino trasportata fino
a Sidney, bruciando a ogni viaggio una bottiglia di petrolio,
coprissero anche i costi dei danni ambientali generati,
quel vino e quell'acqua costerebbero il doppio, il triplo, il
quadruplo.
• Perché le salsicce vendute a Norimberga devono essere
fatte con maiali bavaresi portati a macellare a Mola vicino a
Napoli? E i pigiami tessuti e venduti in Svizzera devono
andare fino in Portogallo per farsi cucire i bottoni? E i
gamberetti del mare del Nord venduti in Germania
devono andare in Marocco per essere lavati? E nei
supermercati di Stoccarda deve arrivare acqua minerale
irlandese a prezzi inferiori a quella tedesca? E lo speck
"nostrano" altoatesino deve essere fatto coi maiali belgi?
• In questo folle su e giù per il pianeta di aerei, navi,
traghetti, camion e treni sempre più TAV chi ci
guadagna è il commercio e non più la produzione.
Anzi, il contadino, l’artigiano vengono espulsi dal
sistema produttivo dagli ipersupermegamercati,
punti di carico e scarico delle merci del pianeta.
Sentinelle delle multinazionali che ci dicono cosa
mangiare attraverso l’informazione e la pubblicità.
E se poi la carne, il miele, il latte prodotti
localmente sono più sani e costano meno, chi se ne
frega.
•
http://www.beppegrillo.it
DIFFERENZE
SECONDO IL RUOLO DELLO
STATO
NELL’ECONOMIA DI MERCATO
Scarica