La complessa identità del micreocredito, recensione di G.Licari

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La complessa identità del microcredito. Una ricerca multidisciplinare,
(a cura di), Luisa Brunori, Il Mulino, Bologna, 2014, pp. 314, Euro 24.
Il testo che vi presento, in linea temporale, è l’ultimo di una serie di pubblicazioni che il
gruppo di ricerca-azione sul microcredito, diretto da Luisa Brunori, ha pubblicato. Il gruppo è
contestualmente ubicato presso la sede del Dipartimento di Psicologia dell’Università di Bologna,
dove ha sede anche la Fondazione Grameen Italia, una agenzia ideata e promossa nel 2010 dalla
volontà e la sinergia tra l’Università degli Studi di Bologna, Grameen Trust e UniCredit Foundation.
La Fondazione ha come mission principale la promozione di ricerche sul microcredito, la
promozione di studi di fattibilità e, nel prossimo futuro, assieme ad altre agenzie, l’erogazione di
credito di microfinanza per la promozione di social business al fine di far maturare capabilitiesaction in figure che mostrano difficoltà nel mantenere un’occupazione lavorativa o in giovani che
non studiano e non lavorano, altresì detti: neet generation.
La Fondazione promuove le sue ricerche e le sue attività in maniera metodologicamente aderente
al modello proposto da Yunus, mettendo l’accento sui processi gruppali, alla base della nascita
della fiducia che ha permesso al modello di Yunus il suo maggior successo.
In questa direzione i ricercatori- autori dei testi citati, hanno tutti una preparazione inerente ai
meccanismi legati alle dinamiche di gruppo, sono formati e guidati da una riconosciuta
rappresentante della gruppoanalisi in Italia come Luisa Brunori, e che, come sostiene lo stesso
Yunus, si rivela un ambito di studi a cui il modello da lui proposto è fortemente interessato per due
ragioni. Primo perche è nella relazione gruppale che vede la luce la sua intuizione di modello per
l’erogazione del microcredito e secondo perché è nel gruppo (di pari) che nasce e si consolida il
rapporto fiduciario. E la fiducia è la parola chiave del modello di Yunus.
Per l’occasione mi è d’obbligo ricordare almeno due lavori pubblicati nel 2013:
Brunori L., Pines M., (2013), The other side of the coin. The psychological aspects of microcredit,
Nova Science Publishers Inc., New York. E un numero monografico sul microcredito pubblicato in
Narrare i Gruppi, novembre 2013, che può essere raggiunto in open-access al seguente indirizzo
web: www.narrareigruppi.it1.
Mentre per quanto concerne il 2014, ricordo faremicrocredito.it, eds FrancoAngeli, Milano. Una
raccolta di ricerche sul microcredito sviluppate in Emilia Romagna su quattro popolazioni target:
migranti, detenuti, salute mentale, neeet generation. Il testo riporta ricerche e studi di fattibilità
ed è stato ampiamente visitato e discusso nella conferenza del 26 maggio promossa a Bologna,
presso la sede della Facoltà di Scienze Politiche, ed ha visto una folta e appassionata
partecipazione durata un’intera giornata2.
1
Per raggiungere il numero monografico sul microcredito pubblicato sulla rivista scientifica Narrare i Gruppi clicca qui
o digita il seguente indirizzo:
http://www.narrareigruppi.it/index.php?journal=narrareigruppi&page=issue&op=view&path%5B%5D=23
2
È possibile visionare la registrazione della giornata al seguente indirizzo: www.grameenitalia.it, collegandosi all’area
riservata a questa giornata di lavori.
Già da queste prime battute il lettore capirà che la recensione che mi accingo a proporre non è
una lettura scheda del libro, ma una riflessione che vuole abbracciare anche il percorso fatto da
questo gruppo di ricerca negli ultimi anni.
In questo modo spero di contribuire a chiarire il processo e i contenuti del modello proposto da
Yunus e, allo stesso tempo, presentare, in maniera contestuale e multidisciplinare, il contenuto del
libro.
Come è ormai risaputo il microcredito è un dispositivo di finanziamento ideato da Muhammad
Yunus in Bangladesh negli anni settanta ed è destinato ai più poveri, i cosiddetti «non bancabili», è
uno strumento finanziario ad alto contenuto relazionale, adottato in misura sempre maggiore da
programmi di sviluppo e di cooperazione internazionale.
Il testo, dopo un’accorata presentazione di Yunus, propone una prefazione di Brunori che mette
l’accento sui processi mentali che un’esperienza di microfinanza può determinare, aumentando,
ad esempio, il capitale sociale di tutti i membri che ne vengono coinvolti. Reti di relazione
fiduciaria che oltre a sostenere i soggetti nei momenti di difficoltà determinano veri e propri
processi di crescita e di acquisizione di nuove capacità di lavoro e di produzione.
Il libro si assume, inoltre, il compito di indagare le potenzialità e le criticità del microcredito,
affidando a specialisti di diversi settori l’esame del fenomeno.
Si tratta di un volume a più voci, ognuna delle quali prende spunto da una specifica prospettiva
disciplinare. Questa metodologia permette di offrire un quadro critico del microcredito,
restituendogli un valore più ampio rispetto alla mera transazione economica e mettendo in
evidenza la stretta relazione tra economia, psicologia, antropologia, sociologia ed etica economica.
Attraverso le specificità metodologiche, emerge l’importanza dei legami di varia natura, generati
da questo strumento, che scaturiscono da azioni specifiche (la concessione del prestito) fino a
innescare processi che coinvolgono sfere intime e sociali, dall’individuo alla famiglia, alla comunità
fino al macrosociale.
Bologna, 24/07/2014
Giuseppe Licari
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